08-09-2011, 17.41.34 | #171 |
Cittadino di Camelot
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Quanto incanto...un posto meraviglioso , mai visto prima.
Attraverso gli alberi , il raggi del sole facevano fatica a filtrare , mentre i dolci suoni della natura creavano una dolce melodia. In fondo alla nostra destra una piccola cascata , l'ideale per poter far dissetare i nostri compagni di viaggio. Ci avvicinammo e scesi dalla sella..lasciammo che i cavalli si sentissero un po liberi... Ci sedemmo su un masso la accanto .." Avete ragione lord , questo posto è incantevole. Non immaginavo che mi sarei persa un posto cosi incantevole , ho fatto bene ad accettare". Raccontatemi di quei due giovani amanti ....mi piacerebbe sapere del loro amore"... Lo vidi che mi scrutava , pensando che io no lo potessi vedere...sentivo il suo respiro sfiorarmi il viso...non mi voltai..evitai questo..se lo avessi fatto mi sarei trovata le sue labbra ad un passo dalle mie.
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
08-09-2011, 21.22.23 | #172 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth era stata condotta da quel misterioso uomo in un vicolo che sembrava tranquillo.
“Per un po’ qui saremo al sicuro…” ansimò quello sconosciuto salvatore “… la città sembra impazzita… e temo che questi atti di violenza si diffonderanno in tutto il paese… era inevitabile che i Ginestrini e i Pomerini arrivassero allo scontro… quando gli uomini non hanno più nemici, i nobili ed il Clero in questo caso, allora cominciano ad attaccare gli amici...” Si voltò poi a fissare Elisabeth con il suo sguardo indagatore e sfuggente. Era un uomo di costituzione robusta, capelli un po’ lunghi di un pallido catano, quasi biondo, e dai sottili occhi grigi. Aveva un accento del sud, forse della Provenza. “I Signori di Beauchamps?” Turbato l’uomo. “Perché li state cercando? Non sapete che è pericoloso chiedere informazioni su nobili ed ecclesiastici?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 16-09-2011 alle ore 02.25.11. |
08-09-2011, 21.40.08 | #173 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Daniel, figlio mio… fuggi, fuggi! E che il Cielo ti protegga sempre!”
“Farai la fine dei tuoi cari, dannato ragazzo!” “Viva la repubblica! Viva la repubblica!” “Daniel, i Ginestrini vogliono catturarti! Scappa da questo paese!” Ad un tratto dei passi destarono il giovane Daniel da quei ricordi confusi nei sogni. “Svegliati, gaglioffo!” Urlò una delle guardie del duca. “Il duca ha deciso la tua sorte…” La cella si aprì e Daniel fu tirato su di peso. Gli furono legati i polsi da strette catene e condotto fuori dalle segrete. Il giovane fu così portato nelle scuderie e legato con una lunga e spessa catena alle pareti. “Ecco, così non potrai scappare.” Disse la guardia. “Questa catena è abbastanza lunga per farti muovere in ogni angolo delle scuderie… ora prendi secchio e rastrello e comincia a pulire a terra… e quando avrai finito c’è da pulire i cavalli e dar loro da mangiare e bere. E guardami bene, gaglioffo…” prendendolo per la camicia “… al primo problema che causerai, ti infilzerò io stesso, chiaro? E ricordati che devi rivolgerti a me chiamandomi signore!” E lo spinse a terra. Un attimo dopo la guardia uscì dalle scuderie, lasciando Daniel a quella sua nuova prigione.
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08-09-2011, 22.01.07 | #174 |
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Lord Carrinton allora fissò la cascata.
“Io, milady, non sono un grande narratore…” sussurrò a Gonzaga “… in questo luogo ci venivo da ragazzo… era la terra di mio padre e lui mi conduceva qui per mostrarmi la nostra ricchezza… ed un giorno un pastore mi narrò dei due amanti… i loro nomi erano Ario e Consiglia… il pastore non mi descrisse mai i loro volti ed io, nella mia fanciullesca fantasia, cominciai ad immaginarmeli… lui lo vedevo con lunghi capelli neri, mentre lei era bionda con dei meravigliosi occhi chiari… ed ogni giorno venivo qui sperando che il vento mi parlasse di loro…” fissò Gonzaga e le sorrise “… la loro è la storia più vecchia del mondo… si amavano, ma lui non era nobile ed il padre di lei impedì le nozze… allora decisero di fuggire e giunsero qui, in questa torre, dove vissero per nove mesi… ma proprio il giorno della nascita del loro bambino, gli uomini del padre di lei li trovarono ed uccisero Ario… e Consiglia, nel vedere l’amato senza vita ai piedi della torre, si lanciò giù per raggiungerlo… in braccio aveva il piccolo, che però venne salvato dal vento che lo condusse nel suo castello oltre le nubi… e da allora si narra che il vento trasporti le voci di Ario e di Consiglia affinché il piccolo possa udirle…” sospirò e restò un attimo in silenzio “… siete triste, milady?” Chiese a Gonzaga. “E’ solo una leggenda… e voi non siete fatta per la tristezza, ma per la felicità…”
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09-09-2011, 03.19.16 | #175 |
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Renart restò un attimo confuso, tenendosi la mano sulla guancia appena schiaffeggiata da Talia.
E restava lì, immobile ed in silenzio, a guardare la ragazza andare via verso il carrozzone. Risentì allora le parole di lei, il suo averlo respinto e sentì crescere in lui rabbia e frustrazione. I suoi occhi scuri divennero così di fuoco ed il volto, contratto per l’ira, assunse le sembianze di una maschera tragica. Allora, in un impeto di gelosia e di collera, rincorse Talia ed afferrandola la fece voltare bruscamente. “Quante arie ti dai!” Gridò. “Ma chi credi di essere, eh? L’aria ammuffita di quel decadente palcoscenico, i suoi ridicoli costumi e le sue patetiche maschere ti hanno forse fatto dimenticare chi sei? Sei solo un’attricetta da quattro soldi, che può attirare l’attenzione solo sbattendo le ciglia e ballando per mostrare le gambe! Gli uomini, quelle come te non le sposano mai! No, quelle come te servono solo a farli divertire gli uomini! Va, torna con quella massa di cialtroni! Quello è il tuo posto! Per me potete andare tutti al diavolo! Voi ed il vostro patetico teatro!” E corse via, imprecando contro tutto e tutti. Poco dopo arrivò al centro della cittadina, dove trascorse la notte ubriacandosi e andando a donne. Talia invece ritornò finalmente al carrozzone. La notte trascorse inquieta. Al mattino presto però già tutta la compagnia era al lavoro. Tutti tranne Renart, che sembrava essere scomparso. Ad un tratto però l’ex soldato si presentò nello spiazzo dove era accampata la compagnia. “Alla buonora!” Esclamò Essien andandogli incontro. “Non sai che oggi abbiamo le ultime prove e che fra due giorni abbiamo lo spettacolo?” “Non urlate così, padrone…” mormorò Renart, massaggiandosi la testa “… se continuate a gridare la testa mi scoppierà…” “Per Giove!” Strillò il capocomico. “Hai passato la notte a bere! Incosciente! Hai dimenticato le prove? E lo spettacolo?” “Non datevene pena, padrone.” Disse Fantine avvicinandosi ai due. “Questo lo aiuterà…” versando in testa a Renart un secchio d’acqua “… ed una buona tisana farà il resto.” E dopo quella doccia inattesa, Renart saltò su. “Ehi, che modi!” Esclamò, buttandosi indietro i capelli. “Tranquillo, ti farà bene.” Fece Essien. “Ora fantine ti porterà una tisana e vedrai che fra qualche momento tutto sarà passato. Ah, incosciente di un soldato!” E finita di bere la tisana di Fantine, Renart si accorse di Talia, intenta, proprio in compagnia della donna, a sistemare i teloni ed il sipario. “Beh, neanche il buongiorno mi dai?” Domandò avvicinandosi alla ragazza. “Potevi prepararmela tu questa tisana, magari faceva effetto prima… ah, senza offesa, Fantine.” Voltandosi verso la donna. “E chi si offende!” Fece questa, senza però badare troppo alle parole di Renart. “Su, fammi un sorriso…” disse Renart rivolgendosi di nuovo a Talia “… non lo merito per la nottataccia che ho passato? Una nottataccia che ho passato anche per colpa tua…”
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09-09-2011, 09.44.00 | #176 |
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"Preferivo la morte" pensai.. Non volevo fare da servo.. Odiavo que osto e odiavo il Lord! Non volevo stare lì.. Dovevo trovare un modo per fuggire.. Facendo finta di spazzare iniziai a perlustrare le scuderie.. Erano abbastanza grandi.. Con una ventina di stalle.. Un ripostiglio con utti gli attrezzi e un'altro piebo di fieno e carote.. Rubai una carota e mentre mangiavo osservavo gli attrezzi che c'erano nel ripostiglio.. Varie scope, Rastrelli e qualche martello.. Perfetto! Andai alla base della catena.. Un martello potrebbe farcela a romperlo.. Pensai e iniziai a pulire il corridoio centrale delle scuderie..
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09-09-2011, 12.56.12 | #177 |
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Ansimavamo entrambi, la corsa era stata dura, ora pero' avevo avuto il tempo di guardare meglio il mio salvatore, doveva avere la mia eta', non era giovanissimo.....ed era anche di bell'aspetto....e le domande che faceva era legittime....." Non so come vi chiamate e non so chi siete..l'unica certezza e' che vi siete preso cura della mia vita....e il meno che posso fare e' quello di rispondervi....mi chiamo Elisabeth, vengo dalla Bretagna, sono orfana di padre e a quanto ne so...mia madre potrebbe essere morta, questa, in cui ci troviamo e' la citta' che mi ha dato i natali.....un'altro uomo moltissimi anni fa, senza conoscermi, pago' qualche moneta per portarmi via da un uomo, la cui sola intenzione era quella di ammazzarmi.......e ha fatto di me, quella che sono oggi......oggi sono stata mandata qui, perche' devo portare un dono al Signore di Beauchamps, che credetemi non conosco........l'unica cosa che so e' che e' un uomo di conoscenza e per qesto ha bisogno del dono di cui vi ho fatto cenno...non sapevo che mi sarei imbattuta in un insurrezione e ccredo che non lo sapesse neanche il mio........lasciamo perdere..........vorrei raccontarvi di piu'.....ma non vi conosco abbastanza, a quanto mi dite......e' meglio che sappiate solo questo....per il bene della vostra vita stessa.....!!!!..."".....Facevo parte di una congrega che viveva secondo le leggi del grande universo..........avevo imparato ad unirmi agli elementi....e a vedere oltre, avrei rischiato molto se avessi parlato a qualcuno che non avrebbe compreso.......
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09-09-2011, 14.34.19 | #178 |
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L’uomo fissò Elisabeth.
“Madame, in tempi bui e tristi come questi, meno sappiamo, meglio è…” mormorò “… voi mi avete detto il vostro nome ed io farò finta di averlo dimenticato… mi rivolgerò a voi chiamandovi madame, mentre voi mi chiamerete monsieur… per quanto ne so, tutti i nobili del paese potrebbero essere morti o fuggiti via… questa è solo una piccola cittadina e i nobili che governavano queste terre sono scomparsi poco dopo lo scoppio della rivoluzione… è sempre stata un feudo dei Pomerini dopo la fuga del principe, ma ora sembra che i Ginestrini abbiano cambiato parere su questa cosa…” si guardò intorno “… se cercare l’uomo di cui dite è così importante, allora vi attende un bel viaggio, madame… forse solo ad Ostyen, la capitale, potreste trovare informazioni in merito a quell’uomo… restare qui è inutile per la vostra ricerca…”
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09-09-2011, 14.54.30 | #179 |
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Theo era stanco.
Il viaggio era stato lungo e spossante. Ma nel vedere quel palazzo, i suoi colori, i suoni e i profumi della campagna circostante, sentì le forze tornargli in modo prepotente. Respirò forte quell’aria amica e rasserenante. Poi si accorse di una figura in lontananza. La lieve e fresca brezza le gonfiava il delicato abito e faceva girare e volteggiare i lunghi capelli. Era lei. Avrebbe riconosciuto quell’immagine ovunque, anche dopo secoli di solitudine. La Francia era bella, forse tra i più bei posti al mondo, ma era vuota. Vuota come uno scrigno raffinato ma senza pietre preziose. Perché mancava lei. “Brianna!” Chiamò da lontano Theo, agitando il braccio e lanciando il suo cavallo al galoppo verso il palazzo. E quando vi giunse finalmente vide da vicino il volto di lei. Quanti bardi e cantastorie, nelle locande, nei verzieri e nelle serene notti d’Estate avevano cantato di bellissime eroine di miti e leggende. Eppure nessuna di quelle poteva vincere la bellezza ed il candore di Brianna agli occhi di Theo. “Salute a voi, lady Brianna…” sorridendo il giovane “… che Dio possa sempre preservarvi e benedirvi…” scese allora da cavallo e lo affidò alle cure dei servitori, per poi seguire la ragazza nel palazzo.
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09-09-2011, 15.10.25 | #180 |
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Daniel continuava a pulire le scuderie, anche se nel suo cuore infiammava l’odio e l’astio per quegli uomini che l’avevano marchiato come una bestie e ridotto in schiavitù.
Osservava ogni cosa che lo circondava, ossessionato da un unico pensiero: la fuga. Ma era possibile fuggire da lì? A cadenza regolare una guardia passava davanti all’ingresso delle scuderie per sorvegliarlo e i molossi del duca erano pronti ad azzannare chiunque tentasse di avvicinarsi al portone del palazzo. Ad un tratto Daniel udì dei passi. Era il valletto John che gli portava cibo e acqua. “Hai solo pochi minuti per mangiare e bere, gaglioffo!” Gridò la guardia a Daniel. “Poi devi riprendere subito a lavorare, oppure ti frusterò a sangue! E ricorda… non aspetto altro che tu mi dia una scusa per infilzarti!” e rise forte. “Tieni, mangia e bevi…” mormorò a bassa voce John porgendo il cibo e l’acqua a Daniel “… e mi raccomando, non fare sciocchezze…” Ad un tratto si udirono delle grida di gioia e dei cavalli. “Ehi, sir Hagus è qui!” Poco dopo gli stallieri riportarono dei cavalli nelle scuderie, proprio sotto lo sguardo del nuovo arrivato. “Come è andato il viaggio, messere?” Chiese Jalem accorso per salutare Hagus. “Faticoso ma senza troppi intoppi.” Rispose questi. “Annunciami a lord Tudor, lo vedrò subito. Chi è quello?” Chiese poi fissando Daniel. “Quello? E’ solo un ladruncolo che si è introdotto nel Belvedere…” rispose Jalem “… che però è stato tanto folle da insultare il duca.” “Davvero?” Sorpreso Hagus. “Ed è ancora vivo?” “Si, pare sia intervenuta lady Gonzaga, la pupilla del duca” fece Jalem “e grazie a lei lord Tudor invece di ucciderlo ha deciso di prenderlo tra i suoi servi.”
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