17-05-2014, 19.23.21 | #1841 |
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Quel latrato, mi voltai di scatto.
Sangue, sangue sul terreno. Ma non era il mio. Poi, quel fischio, ancora. La bestia feroce si tramutò in un fedele animaletto e raggiunse il suo padrone. Stavolta lo vidi, ma era poco più di un'ombra. La bestia svanì insieme a lui. Ancora. "Maledizione!" urlai, scaraventando un pugno con la mano guantata sull'albero che avevo accanto. Cominciavo a tornare alla normalità, chiusi gli occhi per assaporare fino all'ultimo istante la scarica di follia estatica che mi abbandonava. Quando il mio respiro si tranquillizzò, e il battito tornò ad essere regolare, sospirai. Ero viva, più viva che mai. Erano momenti come quelli a farmi appezzare ogni respiro, ogni battito. Adoravo quella folle sensazione di lucido furore. Ma poi guardai di nuovo quel sangue, l'avevo ferita davvero. Sorrisi. Potevamo seguire la scia, non poteva svanire nel nulla. Prima bisognava domare le fiamme, e pregare di non aver perso nessuno. "Ragazzi.." urlai "State tutti bene?" cercando di distinguere i volti dei miei uomini. "Dobbiamo domare questo incendio, o ci ucciderà tutti.." cercai con lo sguardo il mio mantello, ma era in una pozza di sangue. In quel momento arrivarono gli uomini di Gvin, alzai gli occhi al cielo, ci mancavano solo loro. Non vedevano che la foresta andava a fuoco? "Arrivate tardi.. Se n'è appena andata..." esclamai, scuotendo la testa. Che diavolo volevano? Vidi Altea aiutare Guisgard, e parlare con lui e Gvin su cosa si doveva o non doveva fare. I miei occhi divennero una fessura. Com'è che gli stai sempre intorno, te? Potrei pensare che ti interessa, sai? Mi ritrovai a pensare. E anche se fosse, Clio, a te che importa? Niente! Ecco, appunto... "Con tutto il rispetto, Milady.. Duca.." dissi, avvicinandomi alla donna "Possiamo cavarcela da soli, grazie..". Nessuno da ordini ai miei uomini in mia presenza, nessuno! Era già seccante dover fare la moglie riverente, ma che degli estranei si mettessero in mezzo, proprio no! Poi si mise a parlare con Gvin, probabilmente su come continuare la caccia. Troppo facile, non avrei mai permesso a quel nobiluccio supponente di prendersi il merito della nostra caccia. La bestia ora era ferita, ci mancava solo che il duca si limitasse a dargli il colpo di grazia e si assumesse il merito. No, non gliel'avrei mai permesso. Mi avvicinai a Guisgard, era ferito "Stai bene caro?" chiesi, dolcemente, cercando i suoi occhi. |
18-05-2014, 21.35.46 | #1842 |
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" Impazzirai quando dovrai scegliere...impazzirai "....le parole di mio padre urlavano nella mia mente.....non ero indifferente a Flees..e questo almeno a me stessa dovevo ammetterlo...ma cosa mi stava succedendo, una scelta veloce...una scelta dettata dall' impeto, una scelta dettata dalle sue mani sul mio corpo...dettata dalle sue labbra sulle miei dalle sue parole sussurrate tra i miei capelli.......e Daizer.....Daizer...aveva accettato di sposarmi...di difenderci.....lasciando la parola denaro man mano che la strada ci metteva ad affrontare mille prove.....Allora cosa ero io, una donna da poco, si ecco...una donna che si incontrano in quelle case dve gli uomini sfogano le loro bassezze...senza più voltarsi indietro.......Eppure .....io non ero quella, io ...O mio Dio...io non sapevo Amare, Io ero stata amata in modo che non conoscessi l' Amore....mio padre amava mia madre...ma come...si certo amò per impazzire.......Guardai ancora il suo volto il suo giovane volto, lo accarezzai....." Ho paura Flees.....ho una paura infinita, ho sentito che ci sono state donne che per andare dietro a promesse di vero Amore hanno sofferto.......ho paura di soffrire.....Ecco io...." Daizer entrò in quel momento ebbi solo il tempo di voltarmi dangli le spalle...e rimisi a posto i bottoni.....la mia voce era tremante come la fiamma di una candela..." Ho trovato una scritta, forse nessuno ha fatto caso al suo significatom infondo e' parte del mio sogno.... "...la mia risata...era stridula..ma avevo bisogno di sdrammatizzare...." Fortunatamente , nessuno può entrare nei sogni di iun'altro essere umano....., vieni Daizer guarda anche tu..e' come se il Borgomastro abbia voluto lasciare una traccia, bisogna comprendere se da questo o dall'altro mondo.....".....mi spostai perchè Daizer avesse la possibilità di passare......" prendo un pò d'aria...devo dare una risposta....e devo prendere aria...".....salì le scale come inseguita dal diavolo...forse ero scesa negli inferi
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19-05-2014, 02.21.57 | #1843 |
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Elisabeth risalì da quella sepoltura, ritrovando così aria pulita.
Respirò a pieni polmoni, come a voler lasciar andare ogni inquietudine. Respirava a fatica e le sue gote erano ancora avvampate a causa di ciò che Flees aveva fatto pochi istanti prima. Poi ad un tratto la voce di Daizer a destarla dai suoi pensieri. Un attimo dopo il contrabbandiere risalì anch'egli da quella tomba. “Elisabeth, presto...” disse “... ho trovato qualcosa... vieni a vedere!” La prese per mano e insieme ritornarono giù. Il contrabbandiere allora indicò una piccola lapide rotta, dove su uno dei frammenti vi erano queste parole: “Fidati di me e non ti mentirò. Alla tomba e al tesoro ti guiderò. Non indugiare, ma cerca il becchino ed egli ti indicherà lesto il cammino.” “Non credo sia un epitaffio...” fece Daizer “... ma cosa vorrà mai dire?” Flees, intanto, si scostò dal muro al quale si era appoggiato e da dove non aveva mai smesso di fissare Elisabeth, cominciò a fischiettare e lasciò quella tomba, risalendo in superficie. “Ho bisogno di aria...” disse “... vi aspetterò sopra...” e andando via, nel passare accanto alla zia, le sfiorò con le dita il braccio nudo. Fu un tocco leggero, ma lungo, delicato e sensuale.
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19-05-2014, 02.38.38 | #1844 |
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“Eilonwy...” disse Riccardo avvicinandosi alla ragazza “... cosa stavi per dire? Ti sei interrotta all'improvvisa... cosa volevi dire? Se quel castello fosse cosa?”
Il maniero intanto dominava, con i suoi spessi e poderosi bastioni simili a guardiani millenari addormentati, i muri a scarpa che sembravano incastonarsi nelle rocce sottostanti ed esistenti da sempre, le alte slanciate torri protese verso il cielo tutto il fondovalle. Come se quel castello rappresentasse una delle ultime frontiere del mondo civile conosciuto.
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19-05-2014, 03.04.10 | #1845 |
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La caccia e la battaglia sembravano terminate.
Il fuoco continuava ad avvolgere, come un anello incandescente, quell'angolo di foresta, racchiudendo tutti quei guerrieri che apparivano simili a gladiatori nell'arena. Altea e Gvin con i suoi cavalieri erano giunti sul luogo dello scontro, dove Guisgard, Clio ed i suoi uomini avevano affrontato la misteriosa bestia. “Si, siamo tutti interi...” disse Borel al suo comandante “... anche Vortex... vero, vecchio mio?” “Si...” annuendo il vigoroso guerriero “... è solo un graffio alla spalla... ci vuole ben altro per me.” “E voi, cavaliere?” Borel voltandosi poi verso Guisgard. “Si, anche io...” mormorò Guisgard, per poi fissare Clio che si era avvicinata a lui “... sto bene, tranquilla...” tenendosi il braccio insanguinato attraverso la giubba “... mi ha preso al braccio quel maledetto animale, ma non credo sia una ferita profonda... e tu? Tu come stai?” Chiese alla sua finta consorte. “Ho sentito le urla dello scontro, poi Dort che diceva agli altri di come sei riuscita a colpire e a ferire la bestia...” la guardava con i suoi occhi chiari che parevano ardere per i bagliori dell'incendio “... sei stata davvero coraggiosa... certo, un po' pazza, ma davvero coraggiosa...” sorrise appena “... anzi, coraggiosa e quasi completamente folle... vedi? Feci bene quel giorno ad Afravalone ad evitare di duellare con te...” fece per ridere, ma una fitta al braccio glielo impedì. Gli altri, intanto, erano tutti presi dal voler domare l'incendio. “Ehi, voi altri!” Porturos a Gvin ed ai suoi cavalieri. “Perchè non venite a darci una mano?” “Aiutateli a domare il fuoco.” Ordinò il duca ai suoi. “Ah, milady...” Guisgard ad Altea “... vi sono debitore per avermi tirato fuori da quella fossa... il braccio ormai non lo sentivo quasi più... ancora qualche altro istante e sarei finito io nella trappola preparata per quella bestia...” le fece l'occhiolino “... questo mi fa pensare che quel vostro certo astio verso di me si sia un po' appannato.” “Siete stati fortunati, mercenari...” disse Gvin “... si, davvero fortunati... poteva finire molto peggio... beh, meglio così...” L'incendio pian piano andava spegnendosi. “Le vostre ferite” Nestos a Guisgard e a Vortex “non mi sembrano particolarmente preoccupanti. Tuttavia quell'animale potrebbe trasmettere qualche morbo, visto il modo in cui appare immune ai comuni veleni e per questo direi di ritornare tutti a Solpacus per disinfettare e medicare quelle ferite.” “Si, sono d'accordo.” Annuendo Dort. “Ormai albeggia e più tardi, quando il Sole sarà alto, si potrà ritornare qui e studiare meglio le tracce lasciate da quell'animale. Lady Guamarin è riuscita a ferirla e forse anche in modo serio. Dunque col favore della luce si potranno vedere meglio le tracce di sangue della bestia.” “Si, buona idea.” Fece Guisgard. Intanto il Sole era ormai sorto, invadendo la foresta con la sua luce dorata e dissolvendo gli spettri e i misteri della notte appena trascorsa.
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19-05-2014, 09.20.43 | #1846 |
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“Niente….niente! Lasciamo perdere. Tanto è impossibile che quel maniero sia Gioia Antiqua o sia collegata con la storia del Fiore Azzurro. Probabilmente è solo una coincidenza!” sentenziai davanti ai due.
Sorrisi all’ oscuro paladino e continuai: “Forse è meglio per tutti andare dormire. Sennò domani chi ci sveglia?.....Buona notte!”. Diedi un bacio sulla testolina al merlo e un bacio sulla guancia a Riccardo.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
19-05-2014, 10.09.00 | #1847 |
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Sospirai, come se mi fossi tolta un peso.
Stavano tutti bene, ed era la sola cosa importante. "Ragazzi, siete stati grandi... i migliori, come sempre..." Esclamai a gran voce, cercando lo sguardo dei miei uomini. Sorrisi a Guisgard, con gli occhi nei suoi "Oh, io sto meravigliosamente... vivo unicamente per momenti come questi..." chiusi gli occhi per un istante, per poi sorridere nuovamente "Sì, è stata pura follia.." risi "Ma è stato.." alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa "No.. non ci sono parole.. E vedi di non guastarmi l'umore tirando fuori quel maledetto duello..." Facendo l'occhiolino al cavaliere. Poi si mise a parlare ad Altea, e distolsi lo sguardo. Lanciai un'occhiata a Gvin. Fortunati... Non eravamo stati fortunati, eravamo stati epici! Ma la bestia era ancora viva. Ascoltai i miei uomini, volevano tornare a Solpacus. Eppure, il momento migliore per cacciare era proprio all'alba. "Benissimo.. Nestos, pensa ai feriti.. Puoi prendere un po' del sangue di quella belva? Non so, magari riesci a capire se ha qualcosa di speciale... Anche se.. i demoni non sanguinano..." dissi al medico "Torneremo col sole alto.. Avanti, ragazzi.. alla locanda.. vi siete guadagnati una bella bevuta, offro io.." tornando a rivolgermi a tutti. Poi mi avvicinai a Dort e lo presi in disparte, in modo che nessuno sentisse. "Ehi.. prima di tutto, stai bene? Non sei ferito, vero?" mormorai piano "Ascolta.. sei sicuro di quello che hai detto? Voglio dire.. andarcene a Solpacus quando il sangue è ancora caldo.. io.." lanciando una breve occhiata ai cavalieri di Gvin "Non mi fido di loro.. noi siamo stremati, loro belli freschi.. chi mi assicura che non seguiranno le tracce prima di noi? Non gli permetterò di prendersi il merito della nostra caccia.. e se.. se rimanessimo con un pretesto, solo io e te, mentre tutti se ne vanno in città? Niente pazzie, solo seguire le tracce, vedere dove portano, una volta trovato il nascondiglio della belva tornare in città, e poi portarci gli altri quando il sole sarà alto.." fissai il mio amico nei suoi occhi chiari "Bada che non sto dando un ordine al mio soldato, sto cercando il consiglio del mio amico.." sorrisi "lo conosci? Quello che mi aspetta alla quercia bianca poco prima dell'alba per la battuta di caccia mattutina.. quindi sei libero di dirmi che è una pessima idea.." risi appena "Approfittane, non so quando ti ricapiterà..". |
19-05-2014, 16.08.40 | #1848 |
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Il duca ordinò ai suoi uomini di aiutare i mercenari a domare il fuoco, come richiesto proprio da uno di loro..apprezzai quel gesto..finalmente un gesto giusto di quell'uomo.
I miei occhi ricaddero sul cavaliere e sentii era ferito alla spalla ed effettivamente l'altro uomo, che probabilmente doveva essere un medico, suggerì di curare i feriti poichè la belva era immune al veleno e rimasi perplessa da questo e mi avvicinai.."Se occorre" dissi al medico "potete curare i feriti nel Palazzo del vescovo, in un posto più pulito e tranquillo di una locanda..conosco molto bene quel posto, ci ho vissuto per mesi, il vescovo non farà problemi ne sono certa, fatemi sapere, io torno a Solpacus". Il cavaliere mi ringraziò per avergli salvato la vita e sorrisi alla sua battuta e mi avvicinai a Guisgard..o Gufo Scarlatto..e risi guardandolo negli occhi e togliendomi un velo da dosso glielo fasciai attorno al braccio dove era ferito.."Astio..dite io provo astio per voi? No affatto...diciamo...non amo essere presa in giro o che non mi si dica la verità...a meno che non sia una bugia a fin di bene, giusto..cavaliere?" e detto questo il mio sguardo rimase immobile nei suoi occhi celesti stringendogli forte il velo e sorridendo.."Questo farà in modo non perdiate troppo sangue..dovete essere in forma...per continuare la caccia alla belva" e vidi Guàmarin che si era voltata e dissi ad alta voce.."Comunque i miei complimenti a lady Guàmarin per aver ferito la bestia, non ho mai avuto dubbi sul suo coraggio e sulla sua bravura da quando la incontrai quel giorno nella foresta". Gvin aveva finito di dare le direttive e il fuoco era stato domato, il Sole era già alto..era una sensazione strana, come se tutto questo fosse svanito col Sole ma dentro me vi era ancora la paura e irrequietezza..."Milord, io torno a Solpacus..devo tornare dal vescovo...magari..si magari Thomas mi sta aspettando laggiù, e se così non fosse, allora vuol dire l'ho perso per sempre" e presi Cruz per le briglie accarezzando il suo muso cercando di trattenere le lacrime e nascondere gli occhi arrossati e montai a cavallo, osservando tutto lo scenario che stava riassumendo fattezze quasi normali.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-05-2014, 17.28.45 | #1849 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'incendio era stato domato e la foresta sembrava riprendere le sue fattezze terrene, ora che il Sole tornava ad illuminarla e a dissolvere le suo ombre ed i suoi fantasmi.
“Si, milady.” Disse Nestos a Clio. “Raccoglierò un po' del sangue di quell'animale. Sullo spuntone roccioso si è addensato in buona quantità.” Guardò poi Altea. “Vi ringrazio. Il Palazzo Vescovile è certo luogo più tranquillo ed adatto per curare dei feriti di quanto non lo sia un'affollata locanda.” “Nulla affatto.” Intervenne Gvin. “Non permetterò che dei mercenari entrino nella dimora di Sua Grazia. Curerete i vostri feriti in quella lercia locanda.” “Voi...” avanzando Vortex verso il duca “... voi, mi avete rotto gli zebedei una volta di troppo...” “Lascia perdere.” Fermandolo Portorus. “Non ne vale la pena. Risparmiamo le forze per il prosieguo della caccia.” “Vi ringrazio, milady...” disse Guisgard ad Altea, tenendosi il braccio che la dama aveva fasciato col suo velo “... la locanda andrà benissimo per curare le nostre ferite. Così non recheremo disturbo a nessuno.” Lanciando un'occhiata truce a Gvin. I falsi mercenari, così, si prepararono per ritornare in città, alla locanda. Gvin prese allora uno dei suoi in disparte, in modo che nessun altro potesse sentire. “Cavalca verso Sud” mormorò al suo cavaliere “fino a quando troverai una locanda lungo la strada. La riconoscerai perchè l'insegna reca uno scudo. Là chiederai di un uomo di nome Igaz, il cacciatore di lupi. Con lui poi ritornerete a Solpacus dove vi attenderò.” Fissò i falsi mercenari. “Saremo noi a trovare quella bestia. La spada dei Taddei deve essere mia. Dovessi uccidere quei cani uno ad uno.” “Compresa la donna, signore?” Fissandolo il suo cavaliere. “Lei sarà il mio trofeo...” con un ghigno Gvin “... è troppo bella per ucciderla... per ucciderla subito, voglio dire... ora va e torna non più tardi di Mezzogiorno.” “Si, milord.” Annuì il cavaliere, per poi galoppare via. Gvin allora raggiunse Altea e seguiti dai suoi cavalieri tornarono tutti a Solpacus, al Palazzo Vescovile. Intanto, Clio e Dort si erano allontanati di qualche passo per parlare fra loro. “E sia...” l'aristocratico al suo comandante “... vi dirò ciò che penso... le ore da evitare per seguire delle tracce sono l'alba ed il tramonto, quando ossia le ombre si allungano col rischio di celare ciò che si cerca... inoltre sono sicuro che verso Mezzogiorno anche il duca ed i suoi torneranno qui per cercare quelle tracce ed avranno il vantaggio di essere freschi e riposati, rispetto a noi... per questo il mio parere è quello di tornare in città e dormire almeno per un'ora o due. Nel frattempo anche i due feriti avranno recuperato un po' le forze.” Guardò la foresta intorno a loro. “Questo almeno è il mio parere. Ma il capo siete voi e ciò può fare molta differenza. Se voi pensate che cercare ora potrà darci un certo vantaggio, beh, io non mi tiro indietro e sono pronto a seguirvi. Chissà, magari saremo fortunati. Dunque a voi la decisione.” Ma mentre i falsi mercenari riprendevano la via per Solpacus, Guisgard si voltò a fissare Clio e Dort. “Cosa fanno?” Chiese a Borel. “Non vorranno riprendere da soli la caccia? Potrebbe essere rischioso.” “Forse vogliono raccogliere altri indizi.” Fece Borel. “Dopotutto è giorno ormai e non corrono rischi, visto che la bestia appare solo di notte. Su, torniamo in città, così che Nestos potrà accomodarvi quella ferita.” Sorrise. “Vedo che vi siete guadagnato i colori di una dama.” Indicando il velo di Altea che stringeva il suo braccio. “L'unica cosa che mi sono guadagnato” replicò Guisgard “è una bella ferita al braccio che mi duole da morire.” “Del resto siete Gufo Scarlatto, no?” Ridendo Borel. E sebbene con riluttanza, il cavaliere seguì gli altri e insieme tornarono tutti alla locanda.
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19-05-2014, 17.39.06 | #1850 |
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La notte trascorse serena e l'indomani, come ad ogni alba, Eilonwy tornò alle sue fattezze umane.
I tre viaggiatori poi raggiunsero le monache della cappellina che offrirono loro la semplice colazione che avevano messo in tavola: latte e pane. “Sorella...” disse Riccardo ad una delle religiose “... chi vive in quel castello?” Indicando il maniero che dominava la zona. “Quello è il maniero ducale di Castelpotos...” rispose la suora “... vi dimorano i feudatari del luogo, fedeli ai nobili Taddei... ma purtroppo è un luogo molto triste ormai...” “Perchè mai?” Chiese il cavaliere. “Perchè i feudatari, imparentati col vescovo, sono stati colpiti da una sciagura che ha impedito alla loro figlia di sposare l'uomo amato...” spiegò la suora. “Si, quella ragazza” intervenne un'altra di quelle religiose “è tanto bella, quanto sfortunata... si tratta di lady Ymma, una delle dame più belle di tutto il reame di Afravalone...”
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