03-05-2012, 19.45.22 | #1891 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le due donne fissarono Altea.
“Che risposta sarebbe?” Esclamò Lucilia. “Non avete risposto! Esigo una risposta!” “Lascia perdere...” fece Petrulia “... è una questione fra noi due...” “Signore, non litigate.” Intervenne Fyellon. “E' solo un vecchio mito.” “In ballo c'è molto di più!” Disse Lucilia. “In ballo c'è la vera essenza della vita! Sono stanca di chi crede nell'onnipotenza dell'amore!” “Dici così” replicò Petrulia “solo perchè sei infelice.” “Ho tutto per essere felice!” “Ma non l'amore...” fissandola Petrulia.
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03-05-2012, 19.45.23 | #1892 |
Cittadino di Camelot
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Guardavo il suo profilo chino sulla mappa, i suoi occhi controllavano con scrupolo ogni parte ogni tratto di colore.....era sapiente, le mappe per lui non dovevano avere segreti........cambiava espressione ogni volta che gli veniva alla mente qualcosa...sino a quando qualcosa catturo' la sua attenzione...aveva riconosciuto un posto....era eccitato all'idea che gli era molto caro......ma quando alzo' gli occhi dalla mappa mi guardo' come se avesse visto un fantasma.......come poteva Goz sapere.." Non so neanche io come faccia Goz a sapere tante cose su Tylesia, forse piu' di quanto ne sapete voi Reas......ma ora non e' il momento delle domande...ora dobbiamo andare nel posto da voi riconosciuto, anche se non so bene che posto sia....e perche' e' li' che la mappa ci conduce, pensate che questo possa avvenire prima del crepuscolo ?..."...
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03-05-2012, 20.41.09 | #1893 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quasi come se avesse percepito il freddo che sentiva Talia, Sheylon le si avvicinò, accucciandosi ancor più vicino a lei, come a volerla riscaldare.
Un attimo dopo, però, alzò di scatto la testa, con lo sguardo verso l'entrata della grotta. Guisgard era tornato. Posò la lepre e le fragole accanto al vecchio e si sedette vicino a Talia. “Ti vedo pallida, gioia...” prendendo le mani di lei e strofinandole nelle sue “... hai freddo, vero?” Le sorrise. “Sai che ho un regalo per te? Cresceva su uno spuntone di roccia, più lontana dalle altre... allora ho pensato fosse speciale, unica... e ho voluto coglierla per te...” e pose nelle mani di lei un fiore. Il rigoglioso bosco di Suessyon, a circa tre leghe dalla laboriosa cittadina che da esso prendeva il nome, era attraversato dal fiume Relagio e tutt'intorno a questo si estendeva fin verso le pendici dei dolci monti a Nord, in una zona già dominata da antichi manieri longobardi. Nel cuore di quella verde boscaglia sorgeva il Casale degli Aceri, che guardava verso Occidente e le cui caratteristiche provenivano dalla sua isolata posizione, dalla signorilità che avvolgeva la sua architettura e quel senso di solennità che emanava agli occhi di chi attraversava quell'ancestrale scenario. In una radura presso le sponde del Relagio, due giovani erano intenti, ciascuno, nelle loro attività predilette. “Queste eriche selvatiche” disse Talia mentre legava gli steli di quei fiori “staranno benissimo in quei vasi di terracotta che il maestro mi ha portato dalla fiera... non le trovi bellissime?” Mostrandole a Guisgard. Questi era impegnato ad annotare alcuni nomi su un foglio bianco, sul quale, lungo i margini, aveva disegnato schizzi di torri, cavalli e spade. “Come?” Voltandosi verso la ragazza. “Ah, si... sono molto belle... belle ma non adatte...” “Adatte?” Ripeté Talia. “Adatte a cosa?” “Alla nuova recita...” rispose lui, mentre giocava con la piuma d'oca. “Ce ne sarà un'altra?” Sorpresa lei. “Ma che bello! Ma per quale ricorrenza? La prossima festa sarà solo fra un mese.” “Non sarà legata ad alcuna festa...” fece lui “... messer dei Lardi vuole che ce ne sia una per beneficenza al monastero...” “Ah...” mormorò lei “... allora immagino che una parte importante spetterà a sua figlia Carrie...” “Troveremo una parte per tutti...” disse Guisgard, scarabocchiando sul foglio che aveva in mano. “Attento che lei mira a fare sempre la protagonista...” accomodando i fiori lei. “Davvero?” Voltandosi lui. “Beh, i ruoli sono belli tutti... quanto alla protagonista, sei stata tu nell'ultima recita...” “Già... forse per questo mi guarda male...” sorrise “... eh, mio ispirato cavaliere, deve essere piacevole scegliersi una cortese dama da affiancare e salvare, vero?” “Ah, pensi questo?” Smettendo di scarabocchiare lui. “Allora vuol dire che deciderò con calma a chi dare il ruolo di protagonista...” “Si, ma ci penserai dopo, con calma...” sentendo il profumo di quei fiori lei “... ora dimmi... sono belli vero i miei fiori?” “Vedo che non ti preme più di tanto, eh!” Alzandosi lui. “Si, sono belli quei fiori... ma non adatti alla mia storia...” “Oh, il mio povero e permaloso cavaliere!” Sorridendo nuovamente lei. “Dai, dimmi allora quale fiore è adatto alla storia.” “Basta leggere il titolo...” divenuto ombroso lui “... Il Cavaliere della Margherita...” “Sembra interessante!” “Già...” Passarono i giorni e i preparativi per la recita si definivano sempre più. La capricciosa Carrie, però, aveva tanto pianto da costringere suo padre a chiedere ai monaci di affidare il ruolo dell'eroina a sua figlia. E quasi nello stesso momento, il maestro aveva ricevuto il malumore del vescovo circa la partecipazione di Talia a questi spettacoli. Il cavaliere, allora, per non imbarazzare la ragazza, le aveva chiesto, proprio per il giorno dello spettacolo, di addobbare l'Altare del Tempio, impedendole di fatto di poter partecipare alla recita. Fyellon, poi, aveva rivelato ad alcuni dei suoi fratelli che era stata Talia stessa a non voler partecipare, certo che quelli avrebbero riportato il tutto a Guisgard. Giunse così il giorno e “Il Cavaliere della Margherita” andò in scena nello spiazzo davanti al monastero. Tutti gli orfanelli del Casale vi parteciparono, ad eccezione di Talia, insieme ad altri ragazzi di Suessyon, tra cui anche Carrie. “E' inutile continuare a vagare...” disse Guisgard “... dobbiamo cercare una degna impresa, affinché io, affrontandola, possa guadagnarmi le promesse della mia Margherita!” “Sapete già dove cercare, sir?” Domandò uno dei suoi fratelli che impersonava uno degli altri cavalieri. “Sarà madonna Avventura a guidarmi...” rispose Guisgard. “Così finalmente conosceremo il vostro nome, vero?” Fece uno degli altri cavalieri. “Si...” annuì Guisgard “... sciogliendo così quel voto che mi impone di non pronunciarlo mai ad alta voce...” Ad un tratto si udì un suono di corno. Si alzò il rudimentale sipario e apparve un'impalcatura rozza che aveva il compito di far immaginare ai presenti una torre, sulla quale era imprigionata una dama. “A chi apparterrà quella torre?” Indicò uno dei cavalieri. “A me!” Entrando in scena un altro dei giovani attori. “Sono il Cavaliere Nero e la dama nella torre è in mio possesso!” “Vi impongo di liberarla!” Disse Guisgard. “Dovrete prima battermi in singolar tenzone!” Gridò il Cavaliere Nero. “Fino ad allora il cuore della dama resterà nel mio pugno!” “Con un pugno di mosche resterete!” Esclamò Guisgard. “Ma prima voglio vedere la dama, perchè dovrà accettarmi come campione...” Raggiunse allora la torre. “Milady, intraprenderò l'impresa per liberarvi...” fissando la cima della torre “... mi accettate come campione?” Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... si, sarete mio campione... ma ditemi... chi siete?” “Perdonatemi, milady...” rispose Guisgard “... ma un voto mi impone di tacere il mio nome... sarà la dama che riceverà il fiore che reco a pronunciarlo ad alta voce, liberandomi così da quel voto...” “Andate allora...” sorridendo Carrie “... attenderò che mi portiate quel fiore...” Cominciò il duello e Guisgard naturalmente vinse. Tornò dalla dama e si arrampicò sull'albero al quale era appoggiata l'impalcatura che simulava la torre. “Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... vi darò un bacio e voi mi donerete quel fiore... cavaliere, vi amo!” “Talia...” sussurrò lui. “Cosa!” Gridò Carrie. “Cosa hai detto?” “Ehm....” mormorò Guisgard “... volevo dire... si... Carrie...” “No, hai pronunciato il suo nome!” Sbraitò Carrie, per poi buttare a terra il velo. “Quella pettegola e insopportabile orfana è riuscita a rovinarmi la recita! Papà!” Chiamò poi piangendo. “La detesto! La detesto! Papà!” I monaci e messer dei Lardi corsero verso l'albero. “Ringrazia il Cielo di essere una ragazza!” Fissandola adirato Guisgard. “Altrimenti saprei io come torcerti il collo! E non ripetere mai più quanto detto ora!” “Altrimenti cosa mi fai?” Arrabbiata Carrie. “Papà! Papà!” “Che succede?” Domandò uno dei monaci. Guisgard allora tirò contro l'albero la sua spada di legno, così forte che si spezzò in due. Scavalcò l'impalcatura e saltò giù. “Guisgard!” Gridò il maestro. “Fermati, torna indietro!” Ma il ragazzo non si fermò e corse via. Incrociò solo il volto di Fyellon che lo fissava con un ghigno. Tornò al Casale e vide Talia nel Tempio. “Già di ritorno?” Domandò lei. “E' finita presto?” Guisgard annuì. “Metti anche questa tra i tuoi fiori, per favore...” dandole la Margherita. “Guisgard...” sussurrò lei “... Guisgard... è bellissima... ma non serviva per la recita?” “No, non c'è stata alcuna recita...” fissando gli alberi accarezzati dal vento “... solo una farsa...” “Non ti capisco...” guardandolo lei “... il fiore non era per la tua protagonista?” “Tu non hai mai capito niente!” Voltandosi di scatto lui. “Guisgard...” stupita lei. Lui si avvicinò e gettò i suoi occhi in quelli di lei. Erano cupi e strani bagliori li rendevano diversi dal solito. Da azzurri quello scintillio li aveva resi vermigli e lucidissimi, come se stessero lacrimando. Talia avvertì una sconosciuta sensazione, come se Guisgard stesse per baciarla. Il volto di lui era vicinissimo a quello di lei. “Talia!” Chiamarono all'improvviso i suoi fratelli. “Devo...” sussurrò lei “... devo andare...” Lui restò a fissarla senza rispondere. “Si...” mormorò di colpo “... vai...” Si spostò e Talia corse via. Restò a fissarla dalla porta del Tempio. “Voltati...” disse a voce bassa “... voltati, Talia...” Passarono alcuni momenti che parvero eterni, senza che lei si voltasse. Lui allora scappò via. E prima di uscire dal cortile, lei si voltò verso il Tempio. Ma Guisgard non c'era più. Quella margherita donatale ora da Guisgard aveva destato in Talia quel vecchio ricordo. “Allora, tra un po' è pronto...” fece il vecchio “... però...” Guisgard lo fissò. “Non avete portato le more...” “More?” sorpreso Guisgard. “Non avevate detto di portare anche delle more...” “Invece si.” “Non è vero.” “Insomma, la marmellata viene più gustosa...” fissandolo il vecchio “... non volete il meglio per vostra moglie? Nessuno conosce la ricetta delle mie marmellate di frutta. Per questo sono uniche.” Guisgard scosse il capo. “Allora?” Fece il vecchio. “Va bene...” alzandosi Guisgard “... va bene... ma poi non uscirò più... dimenticato altro?” “Voi avete dimenticato!” Guisgard si avviò verso l'uscita. “Hai paura di perdere Talia?” Guisgard si voltò di scatto. “Cosa avete detto?” Aveva avuto l'impressione di udire il suo maestro. “Non mi avete sentito?” Sbottò il vecchio. “Ho chiesto se avevate paura di perdere vostra moglie...” Guisgard restò a fissarlo turbato. “Su, fate presto...” lo esortò il vecchio “... la lepre è quasi pronta...” Il cavaliere guardò Talia per un momento e poi uscì, sempre seguito da Flender.
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03-05-2012, 21.57.37 | #1894 | |
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Guisgard depositò quel piccolo e delicato fiore nelle mie mani... ed immediatamente un vago sorriso mi increspò le labbra...
“Oh, Guisgard... ma è... è bellissimo!” E fu allora che di colpo e senza alcun preavviso quel ricordo scivolò tra i miei pensieri, giungendo ad occupare completamente la mia mente... E rividi il Casale e il fiume, il bosco ed i miei fiori... e poi rividi quel pomeriggio... e rividi Guisgard... i suoi occhi e la sua voce... Sospirai profondamente, stringendo delicatamente quel fiore tra le mani... Poi d’improvviso mi riscossi, come se solo all’ultimo quella conversazione avesse fatto breccia tra i miei ricordi... Citazione:
Non volevo che se ne andasse di nuovo... volevo che restasse lì invece, volevo che restasse con me. Ma lui non udì la mia voce... i suoi passi erano già di nuovo sulle foglie bagnate e già si stavano di nuovo allontanando. “Oh, insomma!” esclamai, prima di riuscire a trattenermi “Avevate proprio bisogno di quelle more, vero?” Sospirai e, stringendo ancora un po’, ma delicatamente, quel piccolo fiore tra le mani, mi accostai il più possibile al fuoco, tenendo la schiena bene accostata alla calda e morbida pelliccia di Sheylon... Chiusi, dunque, gli occhi e rimasi in attesa del suo ritorno.
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03-05-2012, 22.40.37 | #1895 |
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Lo guarda e poi dissi:<<Sedeti e raccontatemi tutto bene..>> E così mi sedetti davanti a lui sulla roccia scalfita dai suoi colpi..
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03-05-2012, 23.32.28 | #1896 |
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Seguendo le voci, giungemmo ad una grande sala dove vi era una tavola con numerosi cavalieri che raccontavano le loro gesta in terre lontane a me sconosciute. Per qualche istante rimasi in silenzio ad ascoltarli. Parlavano delle loro avventure con tanta fierezza e potevo vedere riflesse nei loro occhi le immagini di quello che era accaduto. Vedevo nei loro volti i segni che avevano lasciato le battaglie, vedevo il dolore dei nemici uccisi.
Quando mi resi conto di stare fantasticando in un momento poco adatto mi ricomposi immediatamente ed aprii la bocca per chiedere come mai i cavalieri si trovassero in quel luogo. Essi però mi precedettero, perchè quando iniziai a parlare, loro si voltarono verso di me e Parsifal.
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04-05-2012, 00.44.04 | #1897 |
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Le due donne mi fissarono e si rivolsero a me in modo arrogante e reiniziarono a litigare, pure Fyellon cercò di calmarle.
"Mie signore volete passare il resto della vita a litigare...per l' Amore? Bene volete una risposta..ha ragione milady Lucilla...avete ragione, si può vivere bene senza amore, io ne sono convinta...forse è una invenzione del genere umano per togliersi di dosso la noia della vita". Guardai milady Petrulia con un sorriso...."Spero non vi abbia recato offesa, rispetto il vostro pensiero, ma visto mi avete chiesto di espormi l'ho fatto". Mi avvicinai al mio cavaliere di ventura "Fyellon, se le milady continueranno con le loro zuffe proporrei di continuare il cammino anche perchè penso Tylesia non sia vicina, mi auguro di arrivarci prima di notte".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
04-05-2012, 01.31.57 | #1898 |
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Il cavaliere si sedette accanto a Daniel e cominciò a raccontare:
“Ho partecipato ad un duello, ma ne sono uscito sconfitto... sentivo di impazzire, non avevo più onore, né rispetto per me stesso... mi sentivo indegno della cavalleria... cominciai allora a cercare una spiegazione... perchè avevo perso? Perchè non ero riuscito a farmi valere? Alla fine trovai la risposta a tutto questo... era stata la mia spada! Si, essa mi aveva tradito! Decisi allora di acquistarne un'altra. Così, recatomi di volta in volta da diversi armaioli, provai nuove spade contro la mia, ma era sempre questa ad uscire vincitrice... finalmente realizzai ogni cosa... non era la mia spada ad essere indegna, ma io! Io avevo perso, non lei! E conscio di questo, decisi di punire me stesso per aver dubitato della mia fedele spada... voi cosa ne pensate? Sono indegno di essere un cavaliere?”
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04-05-2012, 01.42.31 | #1899 |
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Reas restò un attimo a riflettere, poi fissò Elisabeth ed annuì.
“Si, meglio prepararsi e partire subito...” disse “... recatevi nella vostra stanza e raccogliete ciò che vi occorre per questa nostra ricerca... io farò lo stesso... ci ritroveremo qui nel parco appena pronti... rammentate, meglio non far sapere a nessuno di questa nostra impresa... meglio che Guxyo non sappia di me e dell'aiuto che voglio fornirvi... su, ora andate a prepararvi... a tra poco...” E salutata la maga, il capitano si diresse nei suoi alloggi per prendere l'occorrente. Si cambiò d'abito, posando l'uniforme ed indossando abiti civili per passare inosservato. Si munì solo di uno spadino da usare per difesa e scelse due buoni cavalli dalle scuderie della caserma. Fatto ciò, tornò nel parco ed attese il ritornò di Elisabeth.
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04-05-2012, 02.13.53 | #1900 |
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Lucilia, a quelle parole di Altea, sorrise ed annuì.
“Ben detto, milady!” Esclamò. “Si può vivere benissimo anche senza l'amore! La vita è ugualmente ricca di soddisfazioni! Si può riuscire nel proprio lavoro, si può viaggiare per conoscere il mondo, senza preoccuparsi se il proprio compagno abbia o meno le stesse nostre passioni o i medesimi bisogni. L'esistenza è fatta di tante cose, come la libertà e l'indipendenza. Poi vi sono le arti, le bellezze che ci circondano e le innumerevoli esperienza capaci di farci crescere e migliorare interiormente. L'anima gemella è solo un mito di poeti e sognatori. Non può esistere una perenne e totale simbiosi con un altro essere umano. Vi saranno sempre delle differenze tra ognuno di noi. Insomma, la libertà è il bene più prezioso.” Petrulia, ad udirla, scosse il capo. “Eppure il vero amore esiste e vi sono testimonianze...” “E dove?” Domandò Lucilia. “Nei romanzi forse!” “Il grande faraone Ramesse amò Nefertari al di sopra di tutte le altre...” rispose Petrulia “... così come accadde a Marco Antonio per la sua Cleopatra... e il grande re Babilonese Nabucodonosor? Non eresse forse i leggendari Giardini Pensili per allontanare la tristezza dalla sua sposa? E Nefertiti non fu la più fedele e amata tra i sudditi di suo marito, il grande faraone Akhenaton? Sono forse personaggi di fantasia costoro?” “Sono vicende comunque romanzate...” mormorò Lucilia. “Signore...” prendendo la parola Fyellon “... è sciocco litigare per questo... restate pure ciascuna della propria idea...” “E voi cosa pensate?” Chiese Petrulia. “In tutta sincerità” rispose Fyellon “io credo che l'amore abbia un ruolo importante nella vita. Esso è forse il mezzo migliore per giungere alla felicità. Non amo le romanticherie fini a se stesse o le sdolcinate visioni offerte dai poeti... credo però nei sentimenti puri, quelli che nascono nell'animo... questa è la vera poesia...” si voltò poi verso Altea “... avete ragione... se non avremo risposta da queste due dame, allora proseguiremo noi verso Tylesia...” “Non credete a Lucilia...” disse Petrulia “... essa parla così perchè ha perduto l'amore del suo amato...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 04-05-2012 alle ore 19.16.51. |
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