08-05-2012, 23.45.59 | #1961 |
Cittadino di Camelot
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Parsifal mi disse che ero pura, ma io sapevo che non era così. In realtà io mi sentivo ingenua, impreparata ad affrontare le difficoltà del mondo che mi circondava. Diceva che i loro valori erano diversi dai miei, ma io non sapevo nemmeno cosa fosse un "valore". La realtà era che non vedevo l'ora di conoscere il mondo e di provare nuove esperienze e che ora che stavo realizzando il mio sogno mi stavo tirando indietro a causa del mio passato.
"Sir Parsifal" gli dissi "io non sono come voi dite. Quella che voi chiamate 'purezza' io la chiamo ingenuità. Conosco pochissime cose del mondo ed è per questo che vi appaio in questo modo. Io in realtà non conosco me stessa; sono stata educata per tutta la vita in un ambiente che non mi ha dato la possibilità di esprimermi. L'unica cosa che voglio è conoscere il mondo, ma... ho paura che le persone siano tutte come quegli uomini... non penso che riuscirò a stabilirmi in un mondo dove le persone si uccidono a vicenda in nome del loro Dio. Ma... la mia voglia di conoscenza è troppo grande ed attenderò di vedere con i miei occhi tutto ciò che accade là fuori." Dopo aver detto al cavaliere quelle parole, rivolsi lo sguardo verso il cimitero, perchè udii una voce; mi affacciai e vidi un uomo dall'aria serena che camminava tra le croci. Guardai nuovamente Parsifal e gli domandai: "é normale che un uomo canticchi tra le tombe dove si trovano i corpi dei morti?" poichè non conoscevo la figura del becchino.
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"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
09-05-2012, 01.53.30 | #1962 |
Cittadino di Camelot
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"Lilith...., da poco.....sei giunta nel mondo degli umani ed è normale che ti senta spaesata.... il mio definirla pura, era perchè persone come te....non esistono più. La tua non è ingenuità, anzi..... è l'esser sempre pronta a dare se stessa per gli altri. Lo ha fatto con me, donandomi il suo ciondolo..... si è fidata di me ed io altrettanto.
Purtroppo, non posso assicurarle che gente come quei cavalieri non ne troverà più, ma fin quando resteremo uniti, la proteggerò e le farò conoscere la risposta a tutte le sue domande.....comunque, per rassicurarla, non tutti sono come loro....prendi me ad esempio o il Maestro Redentos......le voglio insegnare un detto: Non faccia di tutta l'erba un fascio.....è un'espressione molto utilizzata fra noi essere umani; anche noi possiamo essere buoni e ingenui......" le dissi sorridendo..... "Spero che il mio umorismo non sia da buttare" dissi fra me, grattandomi il capo. Subito dopo, Lilith si voltò e mi chiese.... se era normale che un uomo canticchi allegramente fra le tombe....sapete come risposi: "Sì..... è molto probabile......" mettendomi la mano sulla fronte...... "canticchia, perchè ama il suo lavoro.....essere scavatombe!!"
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09-05-2012, 02.04.15 | #1963 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fyellon rincorse Altea.
“Aspettate!” Disse appena raggiunta la dama. “Perchè vi state comportando così? Perchè reagite in questo modo alle mie parole? Non vi interessa dunque quel poveretto intrappolato nella montagna? Volete che marcisca lì dentro? Credete abbia qualche speranza senza di noi? Rammentate sua madre inginocchiata a pregare per lui? Avete visto in faccia quei soldati, no? Sono del tutto indifferenti alla sorte di quell'uomo... no, Altea, stento a credere che abbiate deciso di andare via... Tylesia non cadrà in una notte o due... qui invece è una gara contro il tempo... ascoltatemi... libereremo quel poveretto e poi torneremo subito a Tylesia... la mia non è fame di ricchezze o bramosia di potere... sono un soldato di ventura e conosco il mio valore... ho servito molti nobili signori ed i miei servigi sono sempre stati ben pagati... posso trovare quando voglio una causa da servire... no, non è il denaro che cerco... no, è molto di più... e voi potete capirmi, lo so... sono sempre stato ostacolato... mio fratello ha fatto di tutto per strapparmi l'affetto di mio padre ed il suo riconoscimento riguardo al mio reale valore... ora voglio solo riprendermi ciò che mi è stato tolto... voglio solo dimostrare di essere un valoroso cavaliere... voglio dimostrare al mondo che sono degno di indossare questa corazza... Altea, statemi accanto in questa impresa... voglio liberare quel poveretto... poi torneremo subito a Tylesia... vi do la mia parola di cavaliere.”
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09-05-2012, 02.14.30 | #1964 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il becchino proprio in quel momento si accorse di Parsifal e di Lilith.
Li salutò come se tutta quella situazione fosse normale e con la sua lanterna cercò di illuminare lo spazio dove si trovavano i due ragazzi. “Tutto in ordine...” mormorò sorridendo “... le tombe sono ben chiuse e nessuno potrà violarle... esse appartengono ai nobili Cavalieri di San Giovanni che parteciparono alla conquista di Rodi nell'anno 1307...” guardò meglio i due “... immagino siate qui per superare la prova...” si accorse dello scrigno in ciliegio “... e vedo che avete con voi l'occorrente per affrontarla al meglio... però dovreste aprire quello scrigno, altrimenti sarà poi tardi e non potrà esservi di aiuto in alcun modo...”
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09-05-2012, 03.02.54 | #1965 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Sheylon tradì nervosismo per quelle parole di Talia.
Da un lato gli ordini di Guisgard, dall'altro ciò che aveva detto la ragazza. L'istinto della tigre aveva ben compreso il pericolo che incombeva su tutti loro. Ma forse era davvero Guisgard quello che rischiava di più in quella situazione. Sheylon allora restò a fissare Talia e Luthien che galoppavano via, fino a svanire nella selva e nei suoi misteri. Poi, voltatosi dall'altra parte, ritornò verso la grotta dell'eremita. Talia, così, continuò da sola la sua fuga. La ragazza esortava Luthien a divorare la strada, affinché si allontanassero sempre di più dal raggio d'azione di quei cavalieri. E mille e più pensieri si accavallavano nella sua mente. L'ansia di essere inseguita e l'oppressione di essere raggiunta si univano all'angoscia per la sorte di Guisgard. Seguendo il corso del Relagio, guardando sempre fissa l'ansa più settentrionale del fiume, la grande facciata con vetrata del Casale degli Aceri scintillava degli innumerevoli riverberi che il Sole calante generava sul bosco, simile ad una sottile e variegata pioggia fatta di schegge cromate e saettanti e ambrati bagliori. Chiazze screziate illuminavano qua e la quella lussureggiate macchia formata da tutte le infinite tonalità che il verde sa assumere, mischiandosi al giallino, al rosato ed al turchese che animavano, come vivaci pennellate, la rigogliosa vegetazione. In uno spiazzo irregolare, proprio all'ombra dell'imponente Casale, vi era una sorta di pianoro recintato, che nella Longobardia era uso chiamare giardino. In quello steccato erano lasciati a vegetare e a fiorire salici piangenti, viti, ulivi, palme e qualche fico le cui foglie apparivano indorate dal caldo Sole del Sud. Tra essi, al riparo ora dalla calura, ora dal vento, asseconda della stagione, c'erano un cavaliere ed una fanciulla. Lei stava a terra, con la schiena contro un tronco e le ginocchia piegate sul petto. “Io...” mormorò Talia “... io non voglio più dormire...” “Non essere sciocca, Talia.” Disse il maestro. “Si, non voglio più...” con lo sguardo basso la ragazza “... così non sognerò neanche più...” “Hai fatto di nuovo uno di quei brutti sogni?” Lei annuì. “Stanno diventando frequenti...” mormorò il maestro “... non ne hai mai avuti così tanti...” Talia mise il volto sulle ginocchia. “Raccontami cosa hai sognato stanotte...” “E' sempre lo stesso sogno fatto negli ultimi tre giorni...” fece Talia “... sempre lo stesso... ed a tratti appare così reale...” “Raccontamelo...” “Io ero sola...” sussurrò la ragazza “... e ad un tratto comparivano delle figure a me sconosciute... avevano lunghi mantelli e i volti celati da cappucci... ma poi, avvicinandosi a me, riuscivo a scorgerne le fattezze... erano dei cavalieri...” “E cosa facevano nel sogno?” Domandò il maestro. “Mi volevano portare via...” rispose Talia “... non so dove, so solo che era un posto lontano e sconosciuto...” “E come terminava il sogno?” Talia sentì un brivido attraversarle ogni parte del corpo. “Mi...” a voce bassa “... mi portavano via...” Il maestro allora abbracciò la ragazza e cercò di confortarla. “E' solo un sogno.” “Tu dici che i miei sogni sono particolari, maestro...” “Si, ma non tutti.” “E questi?” “Ora non pensarci.” Accarezzandola il cavaliere. “Vedrai che svaniranno e tornerai a sognare cose belle... ora non restare qui da sola... su, raggiungi gli altri tuoi fratelli e non abbandonarti più a questi tristi pensieri.” La ragazza però chiese di poter restare ancora un po' da sola in quel luogo. Poco dopo, venne a cercarla Guisgard. “Ehi, sei qui.” Avvicinandosi lui. “Ti ho cercata per tutto il Casale...” Lei non disse nulla. “Sai, sono stato nella biblioteca del maestro...” sorridendo lui “... ho verniciato il portone e lucidato i cardini, così lui mi ha permesso di prendere qualche libro... ne ho trovati alcuni davvero belli...” “Ti prego, Guisgard...” scuotendo il capo lei. “Cos'hai?” Chiese lui. “Non ti piacciono più le storie di eroi e grandi guerrieri?” Sorridendo. “Per favore, lasciami stare!” Voltandosi di scatto lei. Lui restò a fissarla. “Anzi, ora vado...” “Va bene...” mormorò lui “... volevo leggerti qualcuna di queste storie...” “La vita non è come le novelle o come i romanzi cavallereschi!” Alzando la voce lei. “E qualche volta si sente il bisogno di restare da soli!” E corse via. Passò così l'intera mattinata e poi il pomeriggio. Poco prima della sera, Talia tornò nel giardino recintato e vi trovò ancora Guisgard a leggere i suoi libri. “Sei occupato, milord?” Avvicinandosi lei. “Affatto...” “Ancora impegnato con i tuoi libri?” “Si...” Talia allora si sedette accanto a lui. “Volevo scusarmi per oggi...” “Non c'è motivo.” Disse Lui. “Si, invece...” a capo chino Talia “... sono stata scortese ed intrattabile...” “Non importa.” “Cosa posso fare per farmi perdonare?” “Non parliamone più.” E si alzò per andare via. “Guisgard...” lo chiamò lei “... non lasciarmi anche tu da sola...” Lui si fermò. “Ti prego...” alzandosi anche lei e andando vicino a lui “... certe volte mi sento così sola...” “Sola?” Fissandola lui. “Non lo sei mai.” “Allora non andare via...” con gli occhi lucidi lei. “Cos'hai?” “Oh, Guisgard...” piangendo lei “... sono tre giorni che un brutto sogno... un brutto e realistico sogno mi perseguita... sogno dei cavalieri che mi portano via...” “Hai raccontato tutto al maestro?” “Non tutto...” “Cosa vuoi dire?” “Gli ho raccontato di essere sola in quel sogno...” guardandolo lei “... ma non è vero... nel sogno ci sei tu... e loro... loro... oh, Guisgard... loro ti... è terribile, non voglio più dormire per non sognare!” E si strinse forte a lui. “Sciocchina...” accarezzandola lui “... è solo un sogno...” “Non capisci...” in lacrime lei “... i miei sogni non sono sogni comuni... ed io...” “Ora calmati...” sussurrò lui, sfiorandole con un dito le labbra “... nessuno verrà a portarti via... ti difenderò io...” “E nei miei sogni?” Agitata lei. “Verrai a difendermi anche li? Come farai?” Allora lui prese uno di quei libri e le mostrò un'illustrazione. “E' un antico poema vedico, scritto in India secoli fa...” disse lui “... parla di un eroe, Gardshaninag e della sua amata Avidah... lei è perseguitata da un demone che tormenta la sua famiglia da generazioni e lui allora una notte si nasconde nella sua stanza per aspettare il demone... lo affronta e lo sconfigge, liberando la sua amata per poi poterla sposare.” “E ti nasconderai anche tu per sfidare i miei incubi?” “Si, se servirà...” sorridendo lui “... resterò ad aspettare che tu dorma... resterò nel cortile, sotto la tua finestra... e scaccerò via ogni brutto sogno col suono della mia ocarina, per poi augurati una buonanotte speciale... vedrai che non farai più brutti sogni...” Lei sorrise e lo sguardo di lui scacciò via le inquietudini di quel momento. Giunse la notte ed il Casale si addormentò. Ma Talia nel suo letto era sveglia, in balia di quelle paure che erano tornate a farsi vive. L'ansia e l'irrequietezza presero il sopravvento in lei. Ma proprio in quel momento una lenta musica si diffuse nell'aria. Corse alla finestra e vide l'ombra di Guisgard che suonava la sua ocarina nel pallido e sognante alone lunare. Il ragazzo alzò allora gli occhi verso la finestra e sorrise nel vedere Talia. “Nel linguaggio orientale dei fiori” sussurrò lui “il loto è il fiore che custodisce i sogni e nel quale sono racchiusi quelli più belli e destinati ad essere eterni ... sogna, Talia... sogna tutto ciò che più desideri... e vedrai che nessuno dei tuoi sogni sfiorirà mai... e come ho colto questo loto per te, domattina andrò in cerca dei tuoi sogni, per coglierli tutti e custodirli nel nostro giardino, dove non appassiranno mai...” “Grazie...” sorridendogli Talia. “Non dirmi mai grazie...” fece lui. Ma proprio in quel momento si udirono dei passi. Un attimo dopo, nel cortile apparvero il maestro e Fyellon. “Sei certo di aver udito delle voci?” “Si, maestro.” Annuì Fyellon. I due si guardarono intorno, ma non vi era nessuno nel cortile. “E ho sentito anche una musica...” continuò il giovane apprendista “... era l'ocarina di Guisgard...” Il maestro lo fissò. “Andiamo nella sua stanza” disse Fyellon “sono certo che non lo troveremo a dormire...” “E' tardi.” Sentenziò il maestro. “Sveglieremo anche gli altri tuoi fratelli. Ti sarai sbagliato... torniamo a dormire...” Ed andarono via. Allora Talia scese nel cortile, preoccupata, a cercare Guisgard. Ma vi era solo l'incantata pallidezza della Luna. Tornò allora nella sua stanza e prima di coricarsi guardò ancora dalla finestra. Qui si accorse che c'era qualcosa tra le sue amate piante. Un bellissimo fiore di loto. Lei lo raccolse, per poi adagiarlo accanto al letto. Quella notte Talia non sognò più i cavalieri che volevano portarla via. Sognò invece di un borgo arroccato su uno strapiombo, che guardava un mare sconfinato sotto un cielo scintillante di indescrivibili stelle. Dal porto sottostante un veliero attendeva solo lei per salpare verso isole e terre sconosciute, mai visitate da nessuno, seguendo la rotta disegnata dalla Luna con la sua scia sulle acque. E su quel veliero trovò Guisgard pronto a narrarle infinite avventure, nelle quali lei sola sarebbe stata l'unica eroina. Per sempre. Quel lontano ricordo sembrò raggiungere Talia, attraversandole il cuore e l'anima, a cavallo del vento. Ad un tratto Luthien diminuì la sua andatura, fino a fermarsi del tutto. Talia allora cominciò a sentire dei rumori, accompagnati da musica e canti. Anche non potendo vedere, la ragazza comprese di essere giunta in un centro abitato. Poi una voce gridò: “Il campanile brucia che è una meraviglia! Anche quest'anno il nostro Santo Arcangelo sarà lieto per la grande festa in suo onore!” E tante altre voci inneggiarono in coro al nome di San Michele Arcangelo.
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09-05-2012, 10.57.00 | #1966 |
Cittadino di Camelot
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No amici miei non siamo di nuovo nei guai ora noi ce ne andremo da qui e andremo dove dovevamo andare al inizio del viaggio se ci sarà da combattere di nuovo non esiterò a proteggervi avete la mia parola e guardai tutti i presenti
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fabrizio |
09-05-2012, 11.44.10 | #1967 |
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Il becchino si accorse della nostra presenza.....non sembrava avere cattive intenzioni.
Tentò di illuminarci con la lanterna che aveva con sè e disse noi che codesto era il sepolcro dei valenti cavalieri di San Giovanni che contribuirono alla conquista di Rodi, conoscevo le loro gesta e la loro storia....forse era l'ultimo baluardo di Campioni della Fede nel vero senso del termine. "Messere...."chiesi "come mai un cimitero di cavalieri giace celato sotto le fondamenta del maniero di Sir Orco?". Notaì, che si accorse anche del nostro scrigno, conosceva la fattura di come era stato costruito e mi chiesi come facesse. "Perdonate messere, come conoscete la storia degli scrigni?" Inoltre, per quale motivo dovremo fidarci di una sua affermazione nell'aprirlo e se fosse una trappola, incrociaì lo sguardo con Lilith e le chiesi: "Cosa facciamo, ascoltiamo il suggerimento del becchino o vogliamo utilizzarlo al momento opportuno? Ricordi l'incisione che portava: "possiamo usarlo una sola volta, ma contiene qualcosa che tutti gli altri non possiedono".
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09-05-2012, 14.44.22 | #1968 |
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Stavo per addentrarmi nella fitta zona della selva quando udii una voce familiare pronunciare il mio nome, mi voltai e vidi Fyellon che mi stava seguendo, mi fermai per sentire le sue ragioni...egli iniziò a parlare, parlare come un fiume in piena e lo ascoltai attentamente, sospirando e scuotendo la testa, Fyellon era strano, aveva cambiato atteggiamento, i suoi voleri di fama e potere erano svaniti..eppure mi resi conto che avevo passato molto tempo assieme a lui e ancora non conoscevo nulla di lui e nemmeno lui.
"Fyellon...vi stupite del mio comportamento? Prima sembravate acceccato dalla fama e dal successo, più dal fatto di salvare quel povero ragazzo...asserendo che lo stavate facendo solo ed esclusivamente per diventare ricco." Ripresi a camminare verso la montagna dei Sette Spiriti, facendogli segno di seguirmi "Ascoltate bene, mi avete dato la vostra promessa di cavaliere, purtroppo io non conosco bene i vostri codici cavallereschi ma devo crederci. Salveremo o salverete quel ragazzo e come promesso riprenderemo il viaggio verso Tylesia, ma vi esprimo i miei dubbi riguardo quel posto, io starei molto attenta." Mi fermai un attimo, ero stanca dal lungo camminare per molto tempo...e mi sedetti su un tronco di un albero posto a terra guardando Fyellon "Non voglio più sentirvi dire che siete secondo a nessuno, non voglio più sentirvi dire che vostro fratello era il prediletto e voi non eravate nulla..dovete sapere che mio padre morì poco dopo la mia nascita e mia mamma mi allevò come potè, e io dovetti fare mille piccoli lavori fin da piccola...e la notte studiavo i libri che il mio maestro mi consegnava, di nascosto da mia madre..perchè credevo in me stessa. Voi non credete in voi stesso Fyellon, e anche se vinceste? se diventaste il più bravo e forte cavaliere? Vostro fratello, che sempre nominate, non lo verrebbe mai a sapere, non è più una gara tra ragazzini, voi semmai dovete diventare il più bravo e forte cavaliere per il bene del popolo e per voi stesso." Mi rialzai..."Ora andiamo, presto, prima che quel ragazzo non perisca sotto quella montagna...e ricordate che poi la vostra più grande impresa non sarà riconquistare Tylesia...ma la mia fiducia".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
09-05-2012, 15.38.44 | #1969 | |
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Il bosco, i suoi rumori, i profumi e quell’aria fredda dopo la pioggia... il bosco ci sfrecciava intorno, ma io, schiacciata sul collo di Luthien, non sentivo niente.
La cavallina galoppava alla massima velocità, saltando gli ostacoli e zigzagando tra gli alberi... io non potevo vedere ma mi fidavo di lei, che continuava a procedere in linea retta come le avevo impartito pur senza sapere dove saremmo finite. Non sentivo più il pesante ma felpato passo di Sheylon vicino a me, ormai... aveva scelto di ascoltarmi, dunque... aveva scelto di contravvenire agli ordini di Guisgard per tornare indietro ad aiutarlo... questo pensiero mi dette un po’ di coraggio: sapere che Sheylon stava andando da Guisgard mi rasserenò in parte ed in parte mi fece sentire ancora più sola... sì, eravamo sole adesso io e Luthien... dovevamo stare attente, molto più attente. Poi, all’improvviso, quel lontano ricordo mi raggiunse e penetrò nella mia mente, fino ad occuparla totalmente... Quel giorno lontano, il Maestro, quel mio sogno, Guisgard, quel fiore... all’improvviso, quasi come un fulmine a ciel sereno, compresi il senso di quel sogno che tanti anni prima mi aveva turbata... e rabbrividii violentemente: in quel sogno, quei cavalieri catturavano Guisgard e... Mi bloccai. La mia mente si rifiutava di ricordare oltre. Poi di nuovo pensai a Sheylon... sì, mi dissi, Sheylon era la variabile: la tigre non c’era nel mio sogno... ma io lo avevo rimandato indietro, da Guisgard, perché potesse aiutarlo... e dunque non tutto era perduto. Insieme, mi ripetevo, insieme Guisgard e Sheylon avrebbero potuto battere quei cavalieri, insieme avrebbero potuto giocarli e tornare da me... E fu con il cuore pieno di questa convinzione e di nuova speranza che mi riscossi da quei ricordi e mi resi conto che Luthien stava rallentando l’andatura... Citazione:
C’era fermento intorno a noi, udivo molte voci gridare ed inneggiare il nome del santo Michele, udivo il sordo sfrigolio tipico di un grosso falò... Per qualche attimo ancora rimasi con tutti i sensi all’erta... ma non mi parve di percepire niente di minaccioso in quel luogo... ed anzi, pensai che in tutta quella confusione difficilmente qualcuno avrebbe badato a noi, cosa che poteva tornarci assolutamente utile... “Andiamo, Luthien...” mormorai, chinandomi appena sul collo della cavallina “Procedi lentamente... non facciamoci notare! Vediamo di trovare un posto tranquillo ed appartato, in cui poterci riposare un poco...”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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09-05-2012, 17.32.54 | #1970 |
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Fyellon sorrise a quelle parole di Altea.
“Sapete...” disse “... mai nessuno si è mostrato così fiducioso verso di me... mai nessuno ha creduto tanto nelle mie capacità... ma ora il destino mi sta dando una possibilità... ora salveremo quel ragazzo e poi torneremo a Tylesia per liberarla dai suoi nemici!” Prese la mano di Altea. “Grazie, Altea... saprò essere degno della vostra fiducia...” fissandola negli occhi. I due allora tornarono indietro. “Prendete una stanza e fate preparare qualcosa da mangiare.” Fece Fyellon. “Io porterò l'acqua a quel disgraziato e cercherò di capire in che condizioni si trova. Al mio ritorno vi racconterò tutto.” Salutò la ragazza e si diresse poi verso la Montagna dei Sette Spiriti.
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