22-05-2014, 21.07.14 | #1991 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il gobbo fissò Elisabeth ed annuì.
Restò per qualche istante pensieroso. “Io un so i essun ambino...” disse “... essun ambino a ome Obia...” “Mmm...” mormorò Daizer “... credo che lui ricordi a memoria tutti i nomi delle tombe... e mi pare di capire che non vi è nessun Tobia in questo cimitero...” “Splendido!” Esclamò Flees. “Ammesso sia attendibile questo tipo... non dimentichiamo che un momento fa ci ha scambiati per morti...” sarcastico il cavaliere “... anche se...” sussurrò avvicinandosi ad Elisabeth, cercando il contatto col suo corpo “... io mi sento vivo e vegeto... in gran forma direi... e voi, zia... come vi sentite? Anche voi mi sembrate in forma splendida...”
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22-05-2014, 21.21.00 | #1992 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea e Destrus giunsero così a Solpacus e poi alla locanda.
Presero una stanza per il giovane cavaliere, accanto a quella di Altea e poi restarono ad uno dei tavoli a bere. “Ditemi, milady...” disse Destrus alla bella avventuriera “... quando avete visto per l'ultima volta vostro fratello? E poi quelle tracce, il medaglione e il mantello, non presentano nulla di particolare? Voglio dire... macchie di sangue o graffi, strappi, qualcosa insomma che faccia pensare ad una lotta... secondo me dobbiamo capire se la sua scomparsa riguarda la bestia oppure no... almeno per avere una pista da seguire...” In quel momento nella locanda entrarono alcuni cavalieri. Erano quelli al servizio di Gvin.
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22-05-2014, 21.27.40 | #1993 |
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“Sir Riccardo” disse Ymma ad Eilonwy “è senza dubbio un valente cavaliere e so che le vostre abilità sono non comuni, damigella. Ma il Cavaliere Nero non è un semplice cavaliere. Io credo che Qualcosa di Ultraterreno lo protegga e lo renda invulnerabile. Io stessa ho visto morire decine di forti cavalieri.”
“Ma ditemi...” fece Riccardo “... il vostro amato? Perchè non lo sfida?” “Egli vorrebbe farlo” rispose lei “ma sono stata io ad imporgli di desistere. Se egli sfidasse il Cavaliere Nero, so che farebbe la medesima fine di chi lo ha preceduto. Ed io non voglio perderlo. Ma purtroppo fino a quando il Cavaliere Nero ci terrà sotto il suo gioco, io non potrò coronare il mio sogno d'Amore con il mio amato.”
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22-05-2014, 22.28.38 | #1994 |
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Nessun Tobia...nessun bambino...nessun Comino il Maniscalco.....O mio Dio....ma chi stavamo cercando......scrutavo quell'uomo dalle fattezze strane....doveva avere una grande memoria........." Ascoltate...c'e' un Borgo che sorge molto distante da qui......e' fatto di morti che la notte al suono della campana all'interno della chiesa si radunano e diventano vivi.......sono morti viventi...questo lo comprendete....visto che non sapevate se fossimo vivi o morti quando ci avete visti.......o meglio.....al suono della vostra campana...qualche volta appare qualcuno ?.....magari...non fa del male...ma vorrebbe dire qualcosa.....perchè vedete.......e' probabile che voi conosciate la tomba di Comino il Maniscalco.......sciocchezze da donna.....ma forse lui la notte passa di qui....e magari..voi sapete dove riposa durante il giorno....."......O forse...ci sarebbe apparso...o forse sarei caduta in un sonno profondo e lo avrei incontrato.....o forse.....o forse....stavo ascoltando le parole di Flees......la sua vicinanza.......le sue carezze rubate.....mi annebbiavano la mente i sensi...erano più forte della ragione........avrei voluto mollare tutto e vivere sino allo stremo delle forze quella passione che stava sfiorando la pazzia........ma Daizer era lì e aveva fiducia in me.....e dovevo farmi forza....dovevo aggrapparmi.....non sapevo più a cosa...se non agli abiti di Flees perchè avessi potuto toglierglieli di dosso....con passione........con la consapevolezza di non poter più tornare indietro........" Si...mio nipote ha ragione......e' questo che desideravo dirle...siamo tutti vivi e vegeti e godiamo di ottima salute..........ora la prego..faccia mente locale.....".....mi sedetti su una panca....mi sentivo sconfitta ?.......no....mi sentivo terribilmente donna...in una situazione che non aveva nulla a che vedere col mio stato d'animo......pregavo solo...che quell'uomo riuscisse a far luce.....quella sembrava una ricerca dove ogni punto era un vicolo cieco....
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22-05-2014, 22.55.18 | #1995 |
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La locanda sembrava stranamente tranquilla...il mio sguardo vagava ma stavo attenta alle parole del giovane cavaliere e notavo lo sguardo incuriosito del locandiere e il via vai della moglie che ci osservava..e sorrisi scuotendo il capo.
Ma quel sorriso svanì quando stavo iniziando a parlare di Thomas visto entrarono gli uomini di Gvin...afferrai Destrus ad un braccio e gli feci segno di seguirmi...e cosi raggiungemmo la mia camera.."Erano entrati gli uomini di Gvin, potevano ascoltarci" gli diedi il medaglione di Thomas e il suo mantello..."Quando l'ho visto l'ultima volta..oh si ricordo bene, stavo leggendo un libro al palazzo vescovile, vi era la festa di San Michele Arcangelo ma siccome il duca mi tallonava come un segugio mi rinchiusi in camera...Thomas allora mi spronò ad uscire e divertirmi, il duca si era raggirato mio fratello..Thomas addirittura disse quell'uomo poteva essere utile alla nostra famiglia..potete crederci? Noi che abbiamo il favore dei Taddei, dovremmo aver bisogno di quel duca..con tutto rispetto per il suo rango. Ma per far cortesia a Thomas uscii con Gvin, finchè giungemmo in una gogna, vi era una ladra e la usarono come tiro a segno..una barbaria..il duca le tranciò le trecce, ella piangeva...e io fui incoronata per questo pure...visto mi sono sempre rifiutata di fargli da madrina, lo avrei fatto solo a Thomas. Non sopportai più quella situazione e fuggii da Solpacus...poi ritornai, ma il vescovo mi disse Thomas e Gvin mi stavano cercando..ma tornò solo Gvin, dicendo Thomas si era perso nella foresta e non lo aveva più visto"...silenzio, il ragazzo osservava attentamente gli oggetti di Thomas..."Dite ucciso dalla bestia..beh poco dopo chiesi proprio a Gvin di aiutarmi a cercarlo in foresta...e insomma..la belva stava guerreggiando contro dei mercenari...però vi dico una cosa...qui a Solpacus ho notato i Cattolici non sono molto ben visti, io temo che dietro la belva vi sia qualcuno che operi..per vendicarsi di qualcosa, venne una sacerdotessa pagana tempo fa e la folla era in preda all'estasi". Mi alzai e sorrisi a Destrus..."Bene, questo per ora è tutto..io sono stanca e se permettete per ora vorrei riposare..potete portarvi gli oggetti di Thomas e controllarli, magari voi noterete un particolare a me sfuggito" congedai il cavaliere, volevo finalmente permettermi un bel bagno e una bella dormita..sperando di non essere in preda agli incubi come sempre. Estrassi dalla sacca delle essenze alla vaniglia e mirra e sentii ogni parte del mio corpo rilassarsi finalmente. Mi infilai nel letto e mi stesi ma qualcosa turbava i pensieri..."Ma chi sei tu che vaghi cosi nei miei pensieri? "Insomma Altea...fa il doppio gioco...si si ti ha salvato da Gvin, se non fosse stato per lui sarebbe salito fino alla camera...Altea, lo ha fatto solo per sdebitarsi dal fatto lo hai salvato...potevi lasciarlo impalato come il Conte Vlad..oh no che cattiveria..e la tisana chiesta alla moglie del locandiere per rilassarti era pure quello per sdebitarsi? Ohh...maledetto il giorno che ti ho incontrato cavaliere...!!!" decisi finalmente di stendermi e mi addormentai dopo quei turbamenti inconsueti per me.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 22-05-2014 alle ore 23.04.16. |
22-05-2014, 23.30.19 | #1996 |
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Rimasi pensierosa e poi ruppi quel silenzio imbarazzante: “Uhm…..bene per ora direi di non pensare al Cavaliere Nero. Ci peseremo domani. Milady, ci avete chiamati per della musica, dico bene!?!.....Io vi darò qualcosa di meglio!” ed esclamato questo diedi il flauto a Riccardo affinché suonasse per noi.
Avvolsi me e Ymma in una nube luccicante di polvere di stelle e fiocchi di neve. Trasformai il suo abito d’ oro e di velluto smeraldino in un abito da ballo fatto di neve bianca-celeste finissima quasi da farla sembrare velluto. In più decorai il suo vestito da ballo con dei ghirigori di ghiaccio argento-dorati e cristalli invernali. Le sue scarpe furono tramutate in due bianche scarpette da ballo. Per me, invece, creai un tutù bianco trasparente fatto di delicate lastre di ghiaccio, le quali in base ai movimenti del corpo cangiava di colore come un’ aurora boreale. Alcune volte diventava lillà con sfumature rosa ed argento e in altre azzurro con iridescenze giallo pallido e verde mare. Lo abbellii con degli arabeschi argentei come i raggi della luna. Convertii le mie scarpe di raso e velluto rosa antico in due candide scarpette da ballo. Dissolsi la protezione scintillante. “Suonate pure, Milord!” incoraggiai il mio amato. Lo sentì suonare una sinfonia dolcissima ed armoniosa e sia io che Lady Ymma ci mettemmo a danzare in perfetta sincronia. MELODIA DEL BALLETTO SINCRONIZZATO:
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 23-05-2014 alle ore 19.09.33. |
23-05-2014, 02.10.28 | #1997 |
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Destrus ascoltò con attenzione ogni parola di Altea e poi prese i due oggetti appartenuti a Thomas.
“Stanotte” disse il giovane “li osserverò a dovere e magari scoprirò qualche traccia... domattina poi parleremo a mio zio dei vostri sospetti sulla bestia... ora andate a riposare, milady... a domani, se Dio vorrà...” e i due si separarono. E Altea, in balia di pensieri e dubbi, infine cadde addormentata... La foresta, la foschia e l'oscurità ovunque. Il lieve sibilo del vento fra le foglie, l'enigmatico verso di qualche animale notturno, l'angoscia dell'attesa. Il lento scorrere del ruscello, l'immensità della notte, l'oblio del mistero e la paura della morte. Altea camminava a piedi nudi sul pietrisco e sul terreno, abbigliata com'era di una lunga clamide, come le sacerdotesse a cui apparteneva. Poi una voce lontana. La chiamava. Lei la riconobbe, era Thomas. Corse allora tra i cespugli nella direzione in cui aveva udito suo fratello chiamarla. Correva, correva, mentre tutt'intorno a lei appariva indifferente. Finchè vide una figura. E si avvicinò a quella. Ma la figura voltandosi rivelò il suo volto: era Gvin. Il duca la prese con forza tra le braccia, intenzionato ad usarle violenza. Le sue mani parevano essere una morsa d'acciaio tanto erano forti. Lei si divincolava. “Smettila, sciocca!” Urlò Gvin. Sono l'unico che può ritrovare tuo fratello! Ammesso che sia ancora vivo! E comunque è colpa tua se qualcosa gli è capitato nella foresta! Colpa tua! Colpa tua!” Continuava a gridare. Altea si svegliò di colpo, con ancora le parole di Gvin che le rimbombavano nella testa. Guardò fuori e si accorse che era ancora notte fonda.
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23-05-2014, 02.31.42 | #1998 |
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Eilonwy ed Ymma, al suono della musica di Riccardo e avvolte dalla magia evocata dalla ragazza, danzarono a lungo, come se potessero fuggire dalle inquietudini e dalle paure che avvolgevano quel castello.
Ma tutto si interruppe improvvisamente, quando nella sala arrivò qualcuno. “La cena è servita, milady...” disse madama a Ymma “... abbiate dunque la compiacenza di seguirmi insieme ai vostri amici.” Giunsero così in una sfarzosa sala da pranzo, con la tavola al centro e minuziosamente abbellita, con varie e deliziose pietanze poste su una tovaglia di pregevolissima fattura. Qui cenarono insieme alla madre di lei ed al piccolo Enis. Madama invece, pur sedendo con loro, non toccò cibo. Nei suoi occhi vi era qualcosa. Qualcosa che il tono austero della sua voce sapeva celare perfettamente.
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23-05-2014, 02.53.35 | #1999 |
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Mentre ballavamo fummo interrotte dall’ anziana dama di prima, la quale aveva accusato me e Riccardo di essere dei bugiardi.
La seguimmo fino a una sfarzosa tavola più imbandita della precedente. In quella enorme e sontuosa sala mangiammo insieme al piccolo e fulvo Enis, alla madre di Ymma ed Enis e alla senile dama. Ero seduta tra Riccardo e Ymma. Dalla parte opposta c’ erano Enis, Madama e la nobile castellana. Di fronte a me c’ era l’ anziana donna, la quale non aveva toccato cibo e mi fissava in modo austero. Vidi la madre di Ymma guardare prima sua figlia e poi me. Forse si era accorta che ci eravamo cambiate d’ abito. Non dissi niente e mi limitai a guardarle qualche volta negli occhi. Quelle due donne mi avevano resa molto timida e timorosa come non mai.
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23-05-2014, 03.17.06 | #2000 |
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Elisabeth si sedette su una panca, resa inquieta da quella situazione che sembrava spingerli in un labirinto continuamente in movimento.
Ma su quella panca la maga avvertiva gli sguardi del suo giovane nipote su di lei, sui suoi abiti, sul suo corpo. Come se la stesse spogliando con gli occhi. E sapendo che poco prima lui l'aveva vista completamente nuda d'avanti a lui, allora la sensazione di apparire così anche adesso ai suoi occhi era fortissima. Si era vestita in fretta e furia, con l'aiuto di lui e non tutti i lacci e i bottoni erano stati stretti o chiusi a dovere. Così, diverse parti del suo corpo, con pochissimi movimenti improvvisi, potevano in un attimo scoprirsi. Come la scollatura dell'abito che a fatica riusciva a coprire la sua generosità e la sua bellezza. Come se bastasse un leggero soffio di vento per far volare via ancora una volta quel vestito e mostrarla di nuovo completamente nuda. Flees la fissava e lei poteva leggere un folle ed irrefrenabile desiderio negli occhi di lui. A tratti sembrava quasi che il suo giovane nipote potesse non resistere alla voglia di raggiungerla e strapparle via quegli abiti, per poi prenderla là, davanti a suo marito. Poi si avvicinò a lei, sedendosi a terra, accanto alla sua panca, restando così quasi inginocchio ai piedi di lei. E con la mano, di tanto in tanto, le sfiorava le caviglie, per poi accarezzarle i polpacci, senza che Daizer si accorgesse di nulla, intento com'era a cercare una soluzione per la loro enigmatica ricerca. Il campanaro invece appariva confuso. Forse avevano preteso troppo da lui. Infatti cominciò a ripetere, come una cantilena, centinaia e centinaia di nomi che aveva imparato a memoria osservando ogni giorno, per chissà quanto tempo, le lapidi di quel cimitero. Ma fra quei nomi non pronunciò mai quello di Tomino. “Forse potrà esserci più d'aiuto il prete...” disse Daizer a sua moglie “... magari conosce il nome del maniscalco... credo arriverà verso l'alba e noi lo aspetteremo qui, che mi sembra un posto tranquillo e sicuro.” Si sedette su ciò che restava di una vecchia tavola di pietra. “Io intanto mi accomoderò qui, perchè tutta questa faccenda mi sta spossando...” “Riposatevi anche voi, cara zia...” fece Flees, sempre seduto ai piedi della panca “... avete dormito poco prima... non temete, se vi occorre qualcosa ci penserò io...” con tono devoto e servile, come quello di uno schiavo dedito alla sua padrona. “Bene.” Mormorò Daizer. “Sembra che l'unica autorità che il tuo irriverente nipote riconosca sei tu, Elisabeth. Non male, un po' di umiltà gli farà bene.” Flees non rispose nulla, limitandosi a fare l'occhiolino alla sua bella zia.
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