23-05-2014, 04.08.04 | #2001 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La cena proseguì tranquilla.
“Tisin, parla ancora, ti prego.” Disse il piccolo Enis. “Enis, da bravo, mangia e non importunare i nostri ospiti.” Lo riprese Ymma. “Non essere sciocco, Enis...” intervenne sua madre “... lo sai che i merli non parlano.” “Invece si!” Esclamò il bambino. “Lui è un principe! Vero, Tisin?” Guardando poi il merlo. “Credere alle favole è pericoloso, oltre che sciocco.” Disse madama. “E la storia di quel Cavaliere Nero è la dimostrazione.” “Madama, non voglio che a tavola si tocchi tale argomento.” Fissandola la madre di Ymma. “Tacere” replicò madama “non rende questa storia meno cupa e pericolosa.” “Lo so, me ne rendo conto...” mormorò la madre di Ymma “... ma preferisco non toccare quest'argomento... anzi, parliamo d'altro...” guardò Eilonwy e Riccardo “... vi prego, parlateci di voi... perchè siete in viaggio? E dove siete diretti?” Sorrise. “Siete forse fidanzati?”
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23-05-2014, 16.06.35 | #2002 | |
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 23-05-2014 alle ore 18.58.26. |
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23-05-2014, 16.19.23 | #2003 |
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Mi svegliai di soprassalto...ancora quegli incubi..o forse visto indossavo la clamide da sacerdotessa era reale come lo fu il sogno del ciondolo di Older...è colpa tua!Solo io so dove si trova Thomas..se è vivo. Come se dovessi espiare una colpa non avevo, non era colpa mia se Thomas si era fidato poi di quell'uomo.
Guardai fuori dalla finestra, era buio, presi la mia sacca e accesi una candela sul comodino, rovistando uscirono due oggetti...uno era il ritratto mi aveva fatto Roxanne...lo aprii e lo osservai...ero proprio terrorizzata in quel dipinto...strano...un avvertimento? Qualcosa potesse succedere? Scossi la testa e pensai alla storia della sorella di Enar...la strega..riavvolsi il ritratto e lo posi dentro la sacca e poi vidi tra le mani una collana...già me lo aveva fatto un uomo in Terra Santa, Ahmel si chiamava, era una collana rudimentale e vi era appeso un bellissimo lapislazzulo, egli aveva inciso un simbolo di cui non mi rivelò mai il segreto ma mi spiegò il valore di quel ciondolo...e poi aveva inciso poche parole, una mi spiegò era..proprio Amore nella nostra lingua..il resto era nella loro lingua e non mi rivelò il significato. Non vorrai mica..non fare pazzie Altea. "Guarda bene nel Libro Ancestrale Altea" disse Shalazam apparendo all'improvviso e mi trovai vestita della stessa clamide del sogno. "Ti ho dato un compito...oltre a questo, oltre a sconfiggere il male e i demoni, so sei pure una persona di valore". Annuii e mi baciò la fronte sullo smeraldo come era solito tra noi consorelle.."Perchè non vuoi farti avanti?" disse sorridendo "te lo dico sempre, sei una comune mortale e questo ti differenzia da noi, ma...devi pensare anche a te stessa e non sempre agli altri, te lo dissi pure a Petra...fatti avanti cosa temi?" "Di essere rifiutata e di sbagliarmi...e di..soffrire" dissi con sicurezza. "Solo chi non osa non può sapere..vuoi poi star male per non aver mai saputo? Se sarai rifiutata lo saprai...e te ne farai una ragione no? E poi non è sposato, vi è un motivo..ma tu devi serbare il segreto". Annuii..."Si, ma lo sospettavo già..grazie Shalazam". Ella mi accarezzò il viso e disse poche ultime parole..."Stai molto attenta Altea"...e svanì nel nulla. Presi allora una piccola pergamena e calamaio e scrissi.."A voi l'interpretazione...lady Altea"...per un attimo quei gesti mi fecero tornare la Altea serena di sempre, come ero stata prima di tutti questi accadimenti. Misi tutto in un mio fazzoletto..pure il fazzoletto si prendeva. Uscii dalla stanza e chiamai la figlia del locandiere.."Date questo al Gufo, ditegli era ciò che aveva perso e stava cercando e lo ha trovato lady Altea..ma nessuno deve vedere e sapere" lei sorrise e annuì con un cenno di intesa. Ecco...il danno è fatto Altea...mi risedetti sul letto pensando a ciò che avrei dovuto cercare nel Libro magico, era notte e non potevo aprirlo, avevo già visto di streghe e animali mutati, ma ora...si...più di una persona..avrei visto su sette, o congreghe o qualcosa di simile...poi pensai alle parole di Mime..la bestia è guidata dal demonio e un brivido mi attraversò...mi stesi sul letto per cercare di dormire e poi cercare all' Alba nel Libro Ancestrale.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 23-05-2014 alle ore 23.33.13. |
23-05-2014, 18.33.07 | #2004 |
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“Si, certo.” Disse Riccardo fissando Eilonwy. “Abbiamo affrontato insieme diverse insidie durante questo nostro viaggio e tutto lascia supporre che anche il prosieguo non sarà rose e fiori. Ma, come si dice, l'unione fa la forza.”
“Che giovani a modo e in gamba siete voi due!” Esclamò la madre di Ymma. “E se mi posso permettere, formate una gran bella coppia!” La cena proseguì lieta e quando fu terminata, Riccardo chiese di poter passeggiare un po' per il cortile del castello. Così, insieme ad Eilonwy scesero nel cortile, mentre ormai la sera aveva fatto il suo ingresso. E nel passeggiare in quel luogo, Riccardo vide il cancello in ottone del misterioso giardino di cui accennava Ymma. “Chissà quale segreto si cela li dentro...” mormorò Riccardo. I due si avvicinarono e constatarono che quel cancello era ben chiuso.
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23-05-2014, 18.39.28 | #2005 |
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Altea cercò di riprendere sonno, ma l'inquieto sogno di poco fa le impedì di chiudere occhio.
Restò così sveglia, in balia delle sue inquietudini, fissando il soffitto della camera. Poi ad un tratto udì delle voci. Provenivano dalla strada davanti la locanda, visibile dalla finestra della sua stanza. Vide così i cavalieri di Gvin, riconoscendo infatti lo stemma di San Marco di Saggesia, che si apprestavano a partire. Poco dopo giunse il duca, accompagnato dal cacciatore di lupi che egli aveva fatto arrivare a Solpacus. “Bene...” disse Gvin ai suoi “... siete pronti? Non indugiamo oltre... è notte e voglio prendere quella dannata bestia prima che lo facciano quei mercenari.” Detto ciò, fece cenno ai suoi e galopparono via verso il bosco.
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23-05-2014, 18.51.05 | #2006 |
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“Forse basterebbe qualche strumento da fabbro per togliere queste catene. Comunque questa storia non mi convince affatto!......Io direi di restare qui un altro po’ per risolvere questa questione. Oggi ho consultato la bussola magica……e da quanto ho visto siamo molto lontani da Tylesia ed abbiamo passato di già i confini del Regno di Gioia Antiqua. Infatti, da quanto ho potuto constatare, il Ducato di Castelpotos è al suo interno e i giorni che ci separano dalla capitale sono solo tre giorni. E giuro di aver guardato bene!.....Non mi va di abbandonare Lady Ymma e la sua nobile famiglia!” affermai guardando Riccardo.
“Voi che ne dite?” gli domandai.
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23-05-2014, 19.27.39 | #2007 |
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Riccardo si avvicinò ancor più al cancello e cominciò a scuoterlo.
“E' serrato bene...” disse il cavaliere “... e non vedo catene che lo bloccano... credo sia stato chiuso dall'interno... è invalicabile...” si voltò poi verso Eilonwy “... si, anche io penso che dovremmo restare qui... almeno per capire cosa nasconda davvero questo castello...” Ma proprio in quel momento, dall'interno del giardino, cominciò ad udirsi una musica. La stessa che i due avevano udito dalla cappella delle suore. “Dunque è dal giardino che suonano...” stupito Riccardo.
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23-05-2014, 19.30.02 | #2008 |
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Seguii con lo sguardo Guisgard che usciva, e rimasi sola con Roxanne.
L'occhio cade inevitabilmente sul tatuaggio. Eravamo nel posto giusto. "Hai proprio ragione.." sorrisi "Non avrei mai immaginato, credimi.. Credevo di rimanere sola tutta la vita, e la cosa non mi importava..." sospirai "Gli uomini nel migliore dei casi mi erano indifferenti, anche se per la maggior parte si prendevano gioco di me, o peggio.. non è semplice essere una donna diversa dalle altre.. ma gli dei non vogliano che qualcuno riesca a farmi cambiare..". Annusai la tisana. "Ma poi è arrivato lui, ed è stato l'unico capace di guardarmi senza giudicare.. Mi ha fatto innamorare come non credevo fosse possibile... E' davvero un uomo speciale, sono fortunata..." sorrisi, guardandomi attorno "Ti confesserò che adesso, ogni tanto sogno una bella casetta come questa, senza più battaglie.. per il bambino... Ma non credo ne saremmo capaci.. una cosa è certa, ci renderà davvero felici.." sorrisi, con lo sguardo lontano. "Ah, perdonami.. non volevo tediarti con questi racconti.. tu sei giovane, bella e gentile, ti auguro di incontrare un uomo che riseca ad amarti così tanto.." sorrisi, sinceramente alla ragazza. Mi chiesi cosa stesse combinando Guigard fuori, ma non lo diedi a vedere. |
23-05-2014, 19.43.10 | #2009 |
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All’ improvviso, si sentì il flauto della sera prima dal giardino che stava oltre il cancello.
“E’ vero!....Ma che strano! Io pensavo che fosse Lady Ymma o il suo amato a suonarlo. Perché il Cavaliere Nero dovrebbe mettersi a suonare queste musiche?....Che logica avrebbe tutto questo?” non riuscivo sul serio a comprendere il fine di tutto ciò. Sporsi un po’ fuori il volto e dissi ad alta voce affinché mi sentisse solo quell’ essere: “Ehi….ehi….Cavaliere Nero!....Siete voi che state suonando? Perché lo fate?.....Sappiate che io vi sfido….sì….vi sfido e giuro che vi sconfiggerò e vi rimanderò all’ Inferno che vi ha generato!....Mi avete sentito!?!....Non ho paura di voi!”.
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23-05-2014, 19.57.22 | #2010 |
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Roxanne sorrise a Clio.
“Non mi tediate affatto...” disse la giovane “... anzi, vi comprendo appieno... si, davvero... vi capisco quando dite di sentirvi diversa dalle altre, di temere il giudizio di chi vi sta intorno...” sospirò “... anche per me è così... mia zia era una donna, come dire... diversa, particolare... amava la natura e credeva che l'uomo, per essere felice, dovesse vivere in simbiosi con qualsiasi altro essere vivente, compresi animali e piante... ma poi... poi proprio il giudizio degli altri, di quelli che non comprendono, non condividono e dunque condannano finì per colpire mia zia...” sorrise appena “... queste cose me le racconta spesso mio zio, anche se non vuole che io ne resti influenzata... per questo viviamo qui, per essere lontani dall'ignoranza altrui... mio zio è l'uomo più buono del mondo...” Intanto fuori la casa, Guisgard aveva visto Enar ritornare. “Chi siete voi?” Chiese il pastore. “Sono qui con mia moglie” rispose il cavaliere “per acquistare un po' del vostro latte di pecora.” “A quest'ora?” “Perdonate” sarcastico il finto mercenario “ma non pensavo che vi fosse un'ora opportuna anche per comprare del latte.” “Non ne ho più.” Disse Enar. “Dovrete attendere domattina.” “Non posso.” Fece Guisgard. “E' per mia moglie. E' in dolce attesa e ha espresso il desiderio di un dolce fatto proprio con del latte di pecora. Vi pagherò qualsiasi cifra per averne un po'.” Scosse il capo. “Ma voi non sentite questo tanfo pestilenziale? Io quasi non riesco a respirare!” “Si vede che non siete abituato alla vita da queste parti...” sorridendo il pastore “... infatti i contadini sono soliti ardere erbacce e sterpaglie per pulire i campi e in certi casi non si accorgono di qualche carcassa animale talvolta nascosta fra l'erba... venite, entriamo in casa...” Entrarono e Guisgard presentò la sua finta moglie al pastore. “Salute a voi, signora.” Enar a Clio. “Ora vi darò un po' del latte che avevo messo da parte per la cena... datemi solo un momento...” “Non vogliamo incomodarvi a tal punto.” Mormorò il cavaliere. “E' per la vostra cena, lasciate perdere.” “Ne abbiamo abbastanza.” Fissandolo il pastore. “Non temete. Ne metto sempre un po' di più da parte.” E riempì una bottiglia con una parte di quel latte. “Quanto vi devo?” Domandò Guisgard. “Nulla.” Rispose il pastore. “Immagino siate giunti anche voi in città per la belva, vero?” “In verità non proprio...” guardandolo Guisgard “... siamo qui di passaggio, ma poi questa caccia ci ha incuriositi e allora...” “Allora” interrompendolo Enar “questo vi chiedo... uccidete quell'animale e liberateci da questo flagello.” Fissando Guisgard e Clio.
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