19-05-2012, 19.00.44 | #2101 |
Cittadino di Camelot
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Notaì il ribrezzo che provò Lilith, nel vedere quella mostruosità. Rimase...molto nauseata da quella vista.
Subito dopo, venne vicino me e sussurandomi nell'orecchio qualcosa....mi chiedeva se avevo qualche idea dell'indovinello ma neanche io sapevo rispondergli. Non credo che ci sarebbe stato concesso molto tempo nel trovare la soluzione ma come potevamo comportarci?
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20-05-2012, 23.43.58 | #2102 |
Cittadino di Camelot
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lo sentite dissi cosa sta dicendo quel matto dentro al pozzo io non torno ad aiutarlo e rischiare di finire un altra volta nei guai e continuai a camminare voi se volete tornate indietro e tiratelo fuori ma a vostro rischio e pericolo
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fabrizio |
20-05-2012, 23.49.12 | #2103 | |
Cittadino di Camelot
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Il borgo era in festa, intorno a noi c’erano risa e canti, c’era musica e quel fermento carico di emozione che sembrava aver contagiato tutti...
Io tuttavia non stavo facendo caso a niente di tutto quello... la mia mente era tutta protesa verso Guisgard, lo ascoltavo, ascoltavo il battito del suo cuore ed il suo respiro... e per un attimo lo sentii lontano, sentii la sua mente volare via. Lui non disse niente in proposito ed io non chiesi... però sapevo dov’era volata la sua mente, sapevo che era volata esattamente dove era anche la mia... Citazione:
Forse, pensai, avrei dovuto preoccuparmi per quei cavalieri che ci stavano cercando, che ci inseguivano con tanta caparbietà e che pareva fossero giunti che lì... forse avrei dovuto sentirmi agitata ed all’erta... eppure, inspiegabilmente, non avevo affatto paura... da quando Guisgard mi aveva ritrovata, non ero neanche più preoccupata. Strinsi appena di più la sua mano e di nuovo gli sorrisi.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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21-05-2012, 02.14.37 | #2104 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La belva fissò Parsifal e Lilith ed un ghigno, come una folle smorfia, deformò quasi il suo terribile volto.
Cominciò poi a canticchiare una grottesca ed enigmatica canzone: “L'artigiano lavora sodo, così come il soldato. E' dunque giusto che il suo lavoro sia premiato! Si danna il contadino, fa fatica pure il panettiere, perchè deve raccogliere chi si dona al suo mestiere! E allo stesso modo reclamerà, dopo averla guadagnata, la tua anima il demonio, perchè ora è sua ed è dannata!” E finito di cantare, la belva si abbandonò ad una delirante risata che echeggiava di morte. “Abbiamo ancora del tempo...” disse fissando i due ragazzi “... ditemi di voi... chi siete? Da dove venite? Perchè siete giunti nella mia dimora per farmi del male? Ho forse mancato verso di voi? Ho commesso qualche torto nei vostri confronti?”
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21-05-2012, 02.18.14 | #2105 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Cavaliere25, Tieste e Polidor annuirono e seguirono il boscaiolo.
“Aspettate!” Disse l'essere nel pozzo. “Io possiedo davvero la facoltà di esaudire i vostri desideri! Non mi credete? Eppure io conosco tutto di voi... tu, che non hai voluto più aiutarmi... io so tutto di te... tu sei un boscaiolo e sei giunto qui insieme a due monaci... volevate costruire una chiesa... ed io posso aiutarti a ritrovare quei due monaci...”
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21-05-2012, 02.34.26 | #2106 |
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“Salveremo Barius” disse Fyellon ad Altea “e poi lasceremo questo posto dimenticato. Partiremo alla volta di Tylesia ed affronteremo i suoi misteriosi nemici. Avete la mia parola di cavaliere, Altea.”
Altea, allora, lasciò la montagna e ritornò alla locanda. Qui vi trovò molte persone che erano accorse per assistere alla tragedia dell'uomo intrappolato nella Montagna dei Sette Spiriti. La voce era stata diffusa dagli uomini di Gerprando. Giunta nella locanda, Altea chiese di vedere Renya. Poco dopo, la donna si presentò a lei. “Avete chiesto di me...” fissando Altea “... cosa volete? Fate presto che ci sono molti clienti ed io non ho tempo da perdere...” Intanto, alla montagna, i minatori avevano controllato la situazione. “Allora?” Chiese Fyellon al capo di quelli. “Il metodo più veloce” spiegò l'uomo “è quello di allargare la crepa e poi spostare le rocce.” “Quanto veloce?” Domandò il cavaliere. “Forse in un paio di giorni riusciremo.” “Credo sia pericoloso.” Disse Fyellon. “Le pietre sono sul punto di franare. E' troppo rischioso.” “E' sempre rischioso quando si scava nel ventre di una montagna così instabile.” “Scaveremo dall'alto.” Spiegò il cavaliere. “Ho controllato, è la strada più sicura.” “Ma ci vorranno quasi dieci giorni!” Esclamò sorpreso il capo dei minatori. “E' il metodo più sicuro.” Sentenziò Fyellon. “E voi farete come vi sarà ordinato.”
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21-05-2012, 04.13.49 | #2107 |
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I cavalieri con le loro dame sfilavano lungo le strade illuminate di Maddala.
Costumi e maschere si muovevano nell'incanto di quell'atmosfera fatta di cavalleria e cortesia. Tutto era perfetto. Vi erano diverse Isotte, sia bionde, sia dalle bianche mani. I Tristani le conducevano per mano verso il luogo del ballo, tra la musica e i versi dei cantastorie che, con la loro arte, tentavano di far rivere il lontano e fatato sfolgorio della leggendaria Camelot fra le stradine del borgo. Nell'altra mano, i nobili eroi di Cornovaglia, portavano ampolle e fiale che simboleggiavano il mitico filtro d'amore che avrebbe reso immortale il loro amore. Non mancavano poi fanciulle vestite da Enide, dove tutte fingevano di precedere di un passo il proprio Erec, giurando, come la bellissima eroina, di non rivelare mai nessun pericolo all'amato. Scrutando poi fra quelle nobili fila si potevano vedere diversi Cliges, accompagnati ciascuno dalla propria Fenice, molti Yvain, ognuno affiancato dall'adorata Laudine e non pochi Galvano con accanto le proprie amate. E molti altri cavalieri, non solo delle leggende arturiane, comparivano per le strade, ciascuno con la propria compagna: Paladini di Francia, campioni crociati, guerrieri germanici ed eroi della Reconquista spagnola. E di tutti loro vi erano vari costumi, che differivano per il colore del mantello, per l'elsa della spada o per il simbolo sullo scudo. Anche le dame, benchè anch'esse vestite dalla stessa eroina, si distinguevano l'una dall'altra per un velo distinto, un diadema adornato con pietre differenti o una cintura di diversa tonalità. Ma fra esse vi era una sola Ginevra. Si potrebbe comodamente descrivere il sontuoso abito di regale seta, dal raso screziato e capace di emanare mille e più riflessi l'uno diverso dall'altro, dalla fascia in vita con ricami d'Aragona e dalle vivaci spalline con fantasia di gigli stilizzati. Potremmo parlare del diadema intrecciato tra i chiari e lunghi capelli o dello strascico intessuto d'oro con riverberi di broccato. Dei bottoni alveolati e dei richiami al gusto di Faenza che impreziosivano gli orli delle maniche. Ma per quanto splendida e perfetta la sua figura, elegante ed aggraziato il suo incedere, morbidi e deliziosi i suoi modi, era il volto, la luminosità che emanava e la bellezza che sembrava imprigionata in esso, ad incantare. Talia sembrava la giovinezza. Non quella fugace e passionale, che arde e si consuma nel breve ed infinitesimale attimo che segue il suo fiorire, ma quella azzurra e trasparente che ispira i sogni più semplici e leggeri, quella che è racchiusa nel battito d'ali di una farfalla, o nel pigmento dei gerani al mattino. Nel verde scintillante nella campagna battuta dal pungente zeffiro di stagione o in quella che si sente nel leggero sfiorare i primi petali di un pesco in fiore. Ma Talia era molte altre cose ancora. Era bella come le nuvole di madreperla rosata che si gonfiano nei miti pomeriggi di Maggio quando si stagliano contro l'orizzonte terso, chiara come la spuma delle onde che si infrangono contro uno scoglio, preziosa come solo la semplicità del corallo più puro e spoglio sa apparire. Talia sorrideva ed era serena accanto a Guisgard. I due ritrovarono così i loro compagni. “Eccovi!” Disse Margel. “Vi eravate attardati?” Chiese la moglie di Fernand. “Si.” Annuendo Guisgard. “Fra tanti cavalieri e tante dame non è facile riconoscervi subito, amici.” “Presto, che comincia il ballo!” Disse la moglie di Fernand. “Forse però” mormorò Guisgard “sarà meglio non dar troppo nell'occhio... perciò non balleremo...” “Al contrario invece!” Esclamò Delucien. “Stare troppo per conto proprio è rischioso. Dovete essere naturali. Comportarvi, cioè, con normalità.” “Vedremo...” con un lieve sorriso Guisgard “... se Talia vorrà, balleremo...” “Cosa si sente a ballare con la propria sorella?” Domandò la moglie di Fernand. “Ecco...” mormorò Guisgard. “Che domande!” Lo interruppe Margel. “Sicuramente avranno ballato già in passato!” E a quelle parole, Guisgard ripensò ad una lontana notte al Casale. Alla Luna di quella volta, alla musica dell'ocarina e ad un vestito rubato. Rivide così alcuni momenti della sua ultima notte al Casale degli Aceri.
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21-05-2012, 09.46.28 | #2108 |
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I suoi ochhi erano piu' neri della notte che si rifugiava tra la selve e le antiche mura del castello...Reas era confuso, incredulo ed esigeva una risposta, non gli avevo mai mentito....eppure lui ...non mi aveva mai creduta, quel viaggio sembrava cosi' strano....i cigni di Goz ci avevano fatti ritrovare insieme in un luogo che sapeva di ombre e tormenti...un luogo fatto di paura, perche' il futuro sembrava reggersi su colonne di sabbia......era cosi' piccola quella stanza che le mura si chiudevano tra le nostre spalle...neanche il tonfo del portone mi riscosse dai miei pensieri...eppure forse avrebbe dovuto " Reas.....vi sono cose che esistono....eppure la vostra Regina ha preferito farvi vivere nelle tenebre, forse pensando di proteggervi ha evitato che voi vedeste la luce......I dono che ci vengono dati alla nascita devono essere elargiti senza nulla a pretendere a tutti coloro che troviamo sul nostro cammino....la vostra Regina non lo ha fatto....ognuno di noi ha sofferto....sentendosi morire, senza avere piu' il tempo di rinascere a quella sofferenza, eppure..... i doni di Dio sono stati portati avanti senza nessun indugio..........Ho visto Tylesia ed ho visto quel fiore...ed e' per tutto questo che Tylesia verra' distrutta.............sono una Maga, una strega..consideratemi quello che volete........ma questo non ve l'ho mai nascosto............e adesso, potete dormire..vi concedo il letto a me va bene rimanere qui accanto alla finestra ..le streghe non dormono mai....".......quella notte cosi' serena aveva qualcosa di molto strano...quella donna col suo bambino era per me uno strano presagio
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21-05-2012, 11.51.37 | #2109 |
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Cercando di trovare una soluzione, la belva decise di accompagnarci con il suo terribile canto......di certo non era un canto di incoraggiamento.....
Nel ghignare.....la belva ci disse che vi era molto tempo innanzi a noi.....ma non potevamo trattenerci a lungo perchè vi era il pericolo imminente di una guerra che avrebbe massacrato dei cittadini: "Mi chiedi....il mio nome......ebbene ve lo dirò,sono Parsifal Cavaliere dei Longiniu....non ho una terra natia perchè ognuna nei miei viaggia mi ha fatto da madre. Il mio passato non lo ricordo, ma la risposta è custodita in questo ciondolo, siam giunti sin qui perchè una donna aveva richiesto il nostro aiuto.....spero che basti....una guerra è alle porte e non permetterò che degli innocenti vengano massacrati per causa di un "Fiore"......
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21-05-2012, 13.39.33 | #2110 |
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Un lievissimo sospiro mi sfuggi dalle labbra a quelle parole dei nostri nuovi amici e la mia mente corse lontana per un momento... quella corsa nel bosco, quei pochi passi di ballo sotto la luna, l’eco di quella musica appena accennata, quell’abito frusciante di pregiata stoffa candida, Guisgard, io, il cuore che batteva forte ed il respiro che quasi veniva a mancare... e poi, all’improvviso, l’arrivo del Maestro, i suoi occhi gelidi e severi su di noi, la sua voce bassa e severa...
Chiusi gli occhi un momento e mi costrinsi a non pensare a ciò che era avvenuto dopo... “Si...” mormorai quindi “Si, abbiamo già ballato insieme in passato... almeno una volta!” Strinsi appena di più la mano di Guisgard e sorrisi... “Non finimmo mai quel ballo, però...” in un sussurro “L’arrivo del Maestro lo interruppe. Rammenti?”
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