22-05-2012, 18.59.04 | #2121 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
Tante e tante volte quel ricordo aveva attraversato la mia mente... quella sera, la sera nella quale tutto aveva preso il volo per poi precipitare mestamente, la sera nella quale il Maestro aveva infine compreso che non poteva più temporeggiare, la sera in cui ero stata infinitamente felice e poi infinitamente triste, la sera di quel ballo, la sera nella quale Guisgard aveva infine lasciato il Casale...
Quante e quante volte avevo ripensato a quella sera dopo la sua partenza... quante e quante volte avevo chiuso gli occhi e l’avevo rivista, sognata... Sospirai, mentre quel lontano ricordo tornava a passare di fronte ai miei occhi... e mi chiesi cosa Guisgard stesse vedendo, mi chiesi se ci avesse mai più pensato... Sospirai e poggiai la testa sulla sua spalla... “Oh, si... felice! Sono tanto felice! Immensamente felice! Felice come quella sera...” esitai poi, in un sussurro, soggiunsi “E come quella sera, adesso, ho paura! Ho paura che ci separino!”
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
22-05-2012, 20.04.54 | #2122 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
“Nessuno ci separerà...” disse Guisgard fissando Talia “... ti prometto che non accadrà mai...”
La musica continuò e con essa le danze. Poi tutti i presenti furono invitati a prendere posto per la cena. Ad una grande tavola furono serviti così cibi e bevande per onorare degnamente la festa. Guisgard si guardava intorno, in cerca di ombre e figure che tradissero la presenza dei cavalieri della Luna Nascente, ma quelli sembravano non esserci o, forse, solamente celati nei meandri della sera. “Dame e cavalieri!” Prendendo la parola uno dei presenti. “Come è da tradizione, ora verranno letti alcuni brani tratti da Il Lancillotto in Prosa. Si tratta di un agone poetico chiamato, come vuole il degno omaggio, Addio, bello e dolce Amico. Ogni cavaliere avrà così la possibilità di recitare versi per la sua dama. Estratti a sorte, sia il brano che il cavaliere destinato poi a leggerlo, sapranno di certo accendere questa cortese serata!” Tutti applaudirono. Per primo fu estratto un artigiano che aveva scelto di abbigliarsi come Cliges. Egli sorteggiò alcuni passi e li declamò poi alla sua Fenice. Alla fine, tutti lodarono lo spirito e la vivacità dell'artigiano, che riuscì a strappare un sorriso alla sua amata e dolci parole di ringraziamento. Venne poi sorteggiato un giovane borghese, che aveva deciso di essere Tristano. Lesse il brano che la sorte gli aveva fatto scegliere e la sua Isotta per ricompensa gli donò il suo fazzoletto come pegno d'amore. Il gioco proseguì e fu estratto Guisgard. Il cavaliere fu colto alla sprovvista. Non era sua intenzione partecipare a quel gioco, vista la difficile situazione, ma ora non poteva tirarsi indietro o avrebbe attirato su di sé i sospetti di tutti. Fissò Delucien e questi annuì. Il cavaliere allora si alzò e prima di estrarre i versi da leggere, si voltò a guardare per un momento Talia. Sorteggiato il brano, cominciò a leggere: “Passato il Giorno di San Giovanni, quando fu armato cavaliere, Lancillotto, salutata la regina Ginevra, si avviò verso Nohant, dove affrontò dure prove. Verso sera, al palazzo, la dama di Nohant domandò al cavaliere chi avesse nel cuore. Egli non volle pronunciare il nome della regina e la dama chiese allora una sua descrizione.” Guisgard alzò lo sguardo e cercò di nuovo il volto di Talia, che ascoltava seduta al suo posto. “Se descrivessi quel volto” sussurrò, stavolta senza leggere più da quel brano “allora dovrei narrarvi del mio amore. L'ho guardato tante volte, quante, quasi, le volte in cui l'ho sognato... talvolta è il suo sorriso ad incantarmi, altre volte le sue labbra che vibrano quando mi parla o quell'espressione divertita quando riesco a farla ridere... conosco di lei ogni gesto, anche quelli più piccoli, come quando inarca le sopracciglia nel tentativo di comprendere una mia espressione, una parola celata, un pensiero sfuggente, un sorriso compiacente... a volte invece resta a fissarmi in silenzio... in quei momenti colgo in lei una lieve tristezza, una soffusa malinconia, una inquieta solitudine... allora una cupa amarezza mi coglie, perchè vorrei farle comprendere che non è mai sola... in quei momenti, allora, sono tentato di rivelarle tutto... si, tutto ciò che provo e sento, dimenticando, o fingendo di farlo, ogni paura, ogni difficoltà, ogni ostacolo... e resto ad immaginare parole che non sono mai state dette e scritte, parole vergini da ogni poesia o romanzo conosciuto, parole da mutare in versi, capaci di farle comprendere che tutto è reale, tutte le mie promesse e tutti i sogni raccontati e descritti in lontane notti stellate o in luminosi pomeriggi animati dai sussulti dell'immaginazione... vorrei conoscere ogni sua paura per vincerla ed ogni suo desiderio per farlo mio... ma quelle notti e quei pomeriggi non sono eterni, non ancora... non sono ancora riuscito ad ammansire il Tempo, a scacciare l'alba che desta le notti o la sera che oscura il meriggio... ed io non ho il tempo di comporre quelle parole e quei versi... e tutto sfuma, smarrendosi nell'infinita distanza che mi separa dai sogni e dalla Gioia... io non sono un poeta, ma solo un cavaliere... conosco ciò che ho nel cuore, eppure vorrei farglielo vedere... se vi riuscissi, allora lei sarebbe mia, per sempre, poiché amore più grande non esiste... ho sentito che in un paese lontano un negromante custodisce uno specchio fatato... allora vorrei rubarlo per farla specchiare in esso... vedrebbe così nel fondo dei suoi occhi... lì, dove dimora l'eterna giovinezza, dove si estende il mio mondo e dove sono custoditi tutti i miei slanci... vedrebbe così nel mio cuore e conoscerebbe allora il mio amore... e mi donerebbe, ne son certo, un bacio speciale che li racchiude tutti... un bacio in cui è impresso un infinito sospiro... ed in quel sospiro è imprigionato quell'eterno e dolce si che attendo da sempre...” richiuse il libro, da dove non aveva più letto. Il cuore gli aveva fornito le parole per descrivere la sua vera Ginevra. Tutti allora applaudirono ed elogiarono il cavaliere. Fernand e Delucien lo fissarono ed un cenno d'intesa corse fra i tre. “Ed ora...” disse uno dei presenti “... la parola alla bella Ginevra, se ha gradito quei versi!” E di nuovo un applauso si alzò dalla tavola.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
22-05-2012, 20.32.13 | #2123 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 12-11-2008
Residenza: catania
Messaggi: 3,453
|
Un velo di tristezza si poso' sul mio cuore...Reas stava raccontando alle stelle il segrete di quel giardino.....chiuso..perche' all'interno nessuno violasse il suo Amore Sacro.....L' uomo aveva la consuetudine di costruire segni al suo pensiero...quel giardino non era altro che il cuore della Regina stessa al centro di esso. il suo amato....tutto era chiuso nessuno poteva amare, perche' amare era solo sofferenza, gia'.....io lo sapevo...e la conoscevo bene la sofferenza, non mi alzai dal letto e Reas continuava a guardare le stelle....." Ho amato un Cavaliere.....di un Amore puro..passavamo intere notti a vivere il nostro Amore guardati solo da Madonna Luna, il nostro stare insieme era quasi impossibile....io ero stata concepita perche' Regessi un regno celato ad occhi umani e lui era un Cavaliere che aveva fatto una promessa a Dio e al suo Signore....questo non ci fermo', fummo fortunati e il nostro Amore fece piangere la natura stessa...concepii con lui due figli...uno mori' e l'altro lo avete conosciuto a Tylesia.......ditemi Reas si puo' amare sino all'infinito.. eppure trovare il coraggio di tradire ?......Mia Sorella porto' via da me il mio Amore.....non so dove sia..so solo che lei lo avra' gettato via cosi' come ha fatto con tutti quelli che ha amato raggirare...........Eppure non impedirei mai a nessuno di soffrire per Amore........"......rimasi cosi' in silenzio....le ombre incominciarono a ritrarsi tra i meandri piu' scuri del nostro essere...la luce stava prendendo lo scettro alle tenebre....
|
22-05-2012, 21.01.22 | #2124 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Reas si voltò verso Elisabeth.
“Io credo” disse “che il tradimento sia la più grande negazione per qualsiasi sentimento... avete detto di avere una sorella... dove si trova ora? L'avete mai cercata?” L'alba cominciò a rischiarare il cielo. A poco a poco si spensero, l'una dopo l'altra, tutte le stelle e da Oriente ad Occidente il carro del Sole percorse la volta celeste. “Ma forse non sono affari miei...” continuò Reas “... perdonatemi, vi prego...” Ma proprio in quel momento si udì il canto di un cigno. “Avete udito, milady?” Fissandola Reas. “Avete sentito anche voi? Era il canto di un cigno... e non c'erano al nostro arrivo qui...” guardò dalla finestra, ma non vide nulla “... e neanche potrebbero esserci... è troppo desolato ed abbandonato questo luogo... vi sono belve feroci e uccelli rapaci... no, un cigno qui non potrebbe sopravvivere...” Ma in quello stesso momento, si udì di nuovo quel canto. “Di nuovo!” Esclamò Reas. “Di nuovo quel canto! Come può essere?” Fissando Elisabeth.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
22-05-2012, 23.33.16 | #2125 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 05-03-2012
Residenza: Terre dei boschi sacri
Messaggi: 123
|
La canzone della bestia mi spaventò ancora di più; non sapevo se fosse collegata all'enigma ed i miei pensieri in quel momento erano terribilmente disordinati.
Quando il mostro ci disse che il tempo stava per scadere, il mio cuore iniziò a battere in una maniera così veloce che pensai potesse esplodere da un momento all'altro. Tremavo e piangevo, ma non riuscivo a pensare con tranquillità. "Parsifal.." dissi, singhiozzando. Non volevo morire. Il crine di cavallo... doveva esserci qualche incantesimo per poterlo rendere utile... pensai... "io..." non avevo idee.
__________________
"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
23-05-2012, 02.13.07 | #2126 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
La belva ascoltò le parole di Parsifal e Lilith.
“Folli e stolti...” disse con un ghigno “... pensate davvero che un antico rimedio adoperato da contadini e pastori per scacciare streghe e fattucchiere possa nuocermi?” Risse forte. “Voi avete sfidato la maledizione conosciuta come l'Avvilente Costumanza e vi è solo un modo per vincerla... risolvere quell'arcano... se non ci riuscirete, io avrò le vostre anime... erano questi i nostri patti...” e di nuovo la sua sinistra risata echeggiò nei meandri pietrificati del labirinto “... forse la vostra avventura sta per giungere al termine... avete fallito...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
23-05-2012, 02.19.58 | #2127 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 25-10-2011
Residenza: Nibelin
Messaggi: 558
|
Negli occhi di Lilith.....riconobbi il terrore.....
Quella canzone le aveva risucchiato la sua essenza....non potevo permettere che si perdesse.....non sarebbe accaduto. La presi e la portaì verso il mio petto, decisi di abbracciarla e le sussuraì queste parole: "Non temere....dolce Lilith, non periremo.....non lo permetterò. C'è ancora tanto da vivere e da scoprire. Non preoccuparti, questa non sarà nè la prima e ultima volta che ti sentiraì persa......non sei sola, ci sono io." La guardaì e dopo di che la porsi dietro di me. Il momento era giunto, la prova richiedeva il suo premio ed io.....dovevo procedere. Quell'arcano era molto difficile da dedurre, ma una risposta bisognava consegnarla......presi un forte sospiro, baciaì il mio amuleto e......
__________________
"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... Ultima modifica di Parsifal25 : 23-05-2012 alle ore 02.28.44. |
23-05-2012, 02.50.36 | #2128 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Il demone osservò i due ragazzi.
Parsifal aveva stretto a sé Lilith, che, sentendosi in balia di quel malvagio potere, si era abbandonata ad un momento di sconforto. Il cavaliere ora doveva essere forte per entrambi. E in quel momento, il giovane apprendista, rammentò un mattino trascorso con il suo maestro Redentos durante il loro viaggio verso Tylesia... “Ogni cavaliere” disse Redentos al suo apprendista “si trova sempre a battersi... quasi sempre i suoi nemici sono esseri umani in balia delle proprie debolezze, o sedotti dalle forze del male... ma talvolta i suoi avversari non sono di questo mondo... sono creature oscure giunte dagli inferi o in procinto di ritornarci... un cavaliere è scudiero dell'Arcangelo Michele e dunque gli è concesso il potere di cacciare i demoni... affrontare però un demone non è semplice... combattendo contro di esso potrai fare affidamento solo su te stesso, perchè la battaglia avverrà dentro di te, nel tuo cuore e la posta in palio sarà la tua anima... il demone conosce le tue debolezze e le muterà nei suoi punti di forza... non ascoltarlo mai... mai, ragazzo mio...” La risata del demone destò Parsifal da quel ricordo. “Tieni molto a questa ragazza...” fissandolo “... al punto di sacrificarti per lei... ma vale davvero la pena? Hai visto Orco il Rosso e sua moglie? Un tempo erano innamorati, oggi invece tra loro regna l'apatia e l'indifferenza... è stato il vuoto che li separa ad avermi evocato, ad aver generato tutto questo... male chiama male, morte chiama morte... sono dunque io il colpevole? No, non lo sono affatto... nessuno potrebbe incolparmi di questo dolore... sei ancora in tempo, cavaliere... ti offro un'ultima possibilità... lasciami la ragazza e ti risparmierò, facendoti andare via... ma se non accetti, allora vi ucciderò entrambi, a meno che non risolviate subito il mio arcano... scegliete... scegliete, o perite...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
23-05-2012, 13.55.15 | #2129 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
|
guardai gli altri e dissi che facciamo amici miei lo tiriamo fuori oppure lo lasciamo in quel pozzo e aspettai una loro risposta mentre mi guadavo intorno
__________________
fabrizio |
23-05-2012, 16.19.24 | #2130 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
Rimasi in silenzio per un lungo, lunghissimo momento quando Guisgard ebbe finito di parlare... udii grida ed applausi intorno, poi silenzio, una voce lontana, poi ancora applausi e di nuovo silenzio... eppure non badavo a niente di tutto quello... il mio cuore batteva forte, tanto forte che temevo quasi tutta la piazza potesse udirlo.
Avvertivo molti sguardi su di me, eppure era uno soltanto quello cui ponevo attenzione... uno sguardo penetrante eppure carezzevole, uno sguardo che conoscevo bene... L’aria era fresca e pulita quella mattina e l’odore dell’erba bagnata si confondeva con quello, più delicato, dei gelsomini già in fiore. Io, seduta sul grosso tronco cavo proprio al centro del giardino, scrivevo... era uno dei miei compiti annotare ciò che accadeva: scrivevo ogni giorno ciò che avveniva al Casale, come in una sorta di giornale, ed allo stesso tempo annotavo le mie sensazioni, i sogni che facevo, i miei progressi e le sconfitte... il Maestro desiderava che lo facessi, sosteneva che quell’attività mi avrebbe aiutata a capire meglio il mio dono. E poi a me piaceva scrivere. Poi, ad un tratto, chiaro come un raggio di sole, l’avvertii... non un suono incrinò l’aria, eppure io avvertii quella presenza esattamente dietro di me, immobile ad una certa distanza, avvertii quello sguardo tra l’incuriosito ed il diffidente, e quella sorta di vaga indecisione... Non mi voltai, tuttavia. La mia mano, anzi, continuò a muoversi rapida sul foglio, fermandosi di tanto in tanto a riflettere, giocherellando con la piuma. Passò così qualche momento... infine, senza tuttavia sollevare lo sguardo, sorrisi... “Puoi avvicinarti, se vuoi!” dissi. Lo sentii sussultare, stupito... lo sentii incerto sul da farsi... e così, prima che lui potesse prendere una qualsiasi decisione, sollevai gli occhi e mi voltai a guardarlo... Il ragazzino esitò solo un attimo, come colto in fallo, poi, con passo lento e vagamente guardingo, si avvicinò e si sedette a sua volta sul tronco, nel punto probabilmente più distante da me che gli fu possibile scovare. Io chiusi il quaderno e rimasi a fissarlo... “Stavi cercando il Maestro?” domandai allora. Lui non rispose. “Non è qui, comunque!” ripresi dopo qualche momento “E’ alla radura con i fratelli. Ci vanno tre giorni alla settimana... sai, per gli esercizi con la spada... ed oggi è uno di quei giorni!” Lui, sempre immobile, mi fissava in silenzio... aveva uno sguardo che non avevo mai conosciuto in nessun altro prima: quei suoi occhi spropositatamente chiari erano penetranti come non mai eppure, in qualche maniera, quello sguardo non mi infastidiva, né mi creava disagio... Attesi che dicesse qualcosa, ma lui non mi parve intenzionato... Gli sorrisi... “Forse un giorno il Maestro porterà anche te alla radura!” continuai “Per il momento credo che ritenga non sia il caso... penso che desideri che ti ambienti un po’, prima! Sai... il Maestro è un uomo buono, si prende cura di noi come fosse nostro padre, anche se in verità noi non siamo tutti figli suoi... ognuno di noi ha una storia diversa ed ognuno è giunto qui in un modo diverso, ma il Maestro dice che non è importante il modo in cui siamo arrivati, ciò che conta è che ci siamo e lui dice che se il Destino ci ha infine condotti qui è senz’altro per un motivo!” Un’altra breve pausa in attesa di una sua qualche reazione che, di nuovo, non venne... “E, magari, questo vale anche per te, sai?” proseguii dunque “Anzi, ne sono certa! E credo che anche il Maestro pensi questo!” tacqui infine e lo scrutai per qualche istante... I suoi occhi vivi e brillanti erano su di me, mi scrutavano e quasi sembravano studiarmi... erano occhi indagatori... però adesso mi sembrava che quello sguardo ostentatamente diffidente che lo aveva contraddistinto fin dal suo arrivo si stesse un poco addolcendo, sebbene non una parola fosse ancora uscita dalle sue labbra. “Sono già tre giorni che sei arrivato qui!” esclamai infine “E nessuno di noi ti ha sentito pronunciare una sola parola! Neanche il tuo nome ci hai detto! Qualcuno dei miei fratelli crede che tu sia come Nestos... sai, Nestos non può parlare e si esprime con un linguaggio suo, un linguaggio fatto di gesti! Ma io non credo che tu sia così! No... io credo che tu, semplicemente, non voglia farlo! E’ così, vero? Non vuoi parlare con noi... non vuoi... perché non ti fidi di noi, forse!” esitai un attimo e gli lanciai uno sguardo di sottecchi, come sperando di coglierlo in fallo... ma non accadde. E così, infine, con un sospiro, mi arresi. Scavalcai il tronco con entrambe le gambe e mi lasciai scivolare a terra... “E tardi!” dissi, senza guardarlo più “Tra poco il Maestro e gli altri torneranno... sarà meglio che vada ad accendere il camino, saranno stanchi!” E fu allora che lo vidi, quel piccolo e delicato fiore candido che cresceva da solo in quell’angolo di giardino... solitario e diffidente, un po’ come quel curioso nuovo arrivato... mi piegai, dunque, e colsi quel fiore, per poi voltarmi e porgerlo al ragazzino... Lui osservò il fiore un istante, poi tornò a guardare me... era visibilmente stupito. “E’ un dono!” spiegai, con un lieve sorriso “Per te! Perché spero che prima o poi tu possa credere che non hai niente da temere qui... che, qualsiasi cosa ti sia successa, ora non devi più preoccupartene... perché ora hai trovato una casa e, se vorrai, tutto andrà bene da adesso in poi!” Di nuovo mi voltai e feci per andarmene, ma quella voce mi bloccò... una voce calda e bassa... “Guisgard!” disse. Il mio cuore si fermò per un istante, poi prese a battere più velocemente... ed i miei occhi tornarono ad incrociare i suoi... “Il mio nome...” ripeté “Il mio nome è Guisgard!” Sorrisi... “Il mio è Talia!” Quel ricordo mi attraversò la mente alla velocità della luce quando la voce di Guisgard si spense in un sussurro... i miei occhi si chiusero per trattenere tutta l’emozione che le sue parole mi avevano fatto nascere dentro... emozione tradita, però, dal battito frenetico del cuore e da quel rossore inopportuno che, ne ero certa, mi aveva tinto le guance. Sospirai... un sospiro profondo e dolce... Avrei voluto dirgli tante cose, avrei voluto dirgliele da sempre... eppure mai avevo avuto il coraggio di farlo... Lentamente cercai la sua mano e, trovandola, mi alzai in piedi... improvvisamente dimenticai dove eravamo, dimenticai che probabilmente c’erano decide di persone intorno a noi e che tutti ci stavano guardando, dimenticai tutto ciò che non era noi... e lentamente mi avvicinai...
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
Strumenti discussione | |
|
|
Discussioni simili | ||||
Discussione | Autore discussione | Forum | Risposte | Ultimo messaggio |
Saggio Lo re Artù k’avemo perduto (Mario de Matteis, Antonio Trinchese) | Hastatus77 | Libri | 4 | 30-07-2011 14.07.54 |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 02.54.43.