12-09-2011, 09.44.02 | #211 |
Cittadino di Camelot
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Dovevo arrivare a Ostyen........ormai erano giorni che camminavo, e avevo sperato di lasciare il libro e volare via.....non volevo neanche conoscere chi fosse mio padre, volevo scappare da quei luoghi, non ero piu' abituata a guerre e disagi.....il luogo da dove provenivo era fatto di conoscenza, di leggi, non le leggi degli uomini......quelle portavano solo sfacelo, erano le leggi che ognuno di noi aveva disegnate nel proprio animo.....il tempo che scandiva le nostre esistenze. Avevo voglia di meditare....di riordinare le idee, ma non avevo il tempo di farlo dovevo andare in questa benedetta citta' e io non sapevo neanche che direzione prendere...........vidi una luce alle spalle di quell'uomo che si voleva far chiamare Monsieur.....era la sagoma del mio maestro......aveva le mani giunte in segno di preghiera, e la sua energia passo' attravero l'uomo per entrare in me, chiusi gli occhi perche' potessi prenderne tutta l'essenza......" Elisabeth, ogni cosa e' scritta, ogni uomo ha il suo cammino e non c'e' nulla al mondo che puo' fermarlo, e' il tuo bagaglio..prendi il tuo libro e portalo a chi di dovere....e non temere lui ti mostrera' la strada......il mondo e' circondato da segni e tu hai imparato a leggerli.....Ascolta Elisabeth ed evita di udire...."........Era la mia conoscenza che si era dimostrata a me in un momento di sconforto.......non ero sola,nessuno era mai realmente solo......" Monsieur, andro' a Ostyen.......cosi' come mi avete consigliato, per me non sara' semplice, qui regna il caos e io non so che strada prendere, vi chiedo un'ultima cosa.......indicatemi la strada che dovro' seguire........non ho molto tempo, e ne ho perso gia' molto "...
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12-09-2011, 11.04.28 | #212 |
Cittadino di Camelot
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portarmi a palazzo con te.. in presenza di lord tudor ! esclamai sssi mi farebbe molto piacere theo però vedi sono felice di avervi ritrovato ma anche triste ,saperti sempre in viaggio lontano da camelot e se chiedessi a sir hagus di unirmi a voi? non feci intempo a pronunciare quelle parole che di balso sentii il calore del suo corpo avvolgermi in un abbraccio ,feci cadere la rosa dalle mie mani ...
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12-09-2011, 14.42.27 | #213 |
Cittadino di Camelot
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Cosa? Cos'è successo? è accaduto tutto immediatamente! Chi era quello? Il nipote di Lord Tudor? Rimasi immobile per qualche minuto incredulo.. Mi tastai il collo.. Non c'era più quella fastidiosa catena! Ma il marchio restava... Mi girai e guardai quel cavallo.. Mi fissava e io lo fissavo.. Mi toccò col muso.. Eravamo amici..
<<Su andiamo a bere bello..>> Presi le briglie del cavallo e lo portai fuori.. Uscimmo fuori dalle mura e andammo al ruscello.. Quando il cavallo finì di bere tornò da me.. Per un attimo rimasi fermo.. Avevo la possibilità di fuggire con un bellissimo cavallo.. Che fare? Gia so che mi sarei pentito di averlo fatto ma quell'uomo mi aveva dato fiducia.. Rientrai a corte nelle scuderie e misi il cavallo in una stalla.. Uscii dalla scuderie e iniziai a correre nel prato vicino le scuderie.. Mi stesi a terra a guardare le nuvole aspettando quell'uomo che mi aveva salvato..
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12-09-2011, 17.36.05 | #214 |
Cittadino di Camelot
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"E' un piacere fare la vostra conoscenza, lady Gonzaga", la salutai.
Improvvisamente, di fronte alla pupilla di Lord Tudor, mi resi conto di quanto fossi miseramente abbigliata. Abiti semplici e scuri, di comune fattura. Avevo l'aspetto di una cameriera. Naturalmente sapevo che ciò non aveva importanza, date le movimentate circostanze, ma mi sentii ugualmente a disagio. Nonostante quel momento di smarrimento sorrisi. Mi rivolsi a Lord Tudor, che stava congedando Sir Hagus: "Trafford Bridge... questo nome non mi è nuovo... potrebbe essere il luogo giusto." Osservai la mappa, pensierosa. Presi un compasso e misurai la distanza da quel luogo. "Pare essere non troppo distante..." Mi voltai verso Giselle e, vedendo il suo volto stanco, capii che mi ero attardata più del dovuto. "Milord, vi ringrazio per il vostro prezioso aiuto... ora vi lascio ai vostri impegni, sono certa di avervi sottratto fin troppo tempo... vi domando licenza di ritirarmi... " Ero nuovamente incerta. Non ero abituata ad essere un'ospite. Avevo da sempre avuto la possibilità di andare e venire a mio piacimento dalle proprietà della mia famiglia e di non dipendere da nessuno, mentre ero giunta in quel castello con i soli vestiti che indossavo e una governante stanca e affamata. L'idea di dovermi rendere presentabile per la cena mi fece tornare con la memoria ai sontuosi banchetti che si tenevano a corte e alle feste nella tenuta di Beauchamps. Ero stata felice a quei tempi... ma sembrava tutto sospeso come in un bel sogno.
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12-09-2011, 23.08.26 | #215 | |
Cittadino di Camelot
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
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13-09-2011, 02.31.33 | #216 |
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Chantal tornò a fissare la vetrata ed in quel momento udì un rumore provenire dallo studio di suo zio.
Da una finestra aperta un improvviso colpo di vento aveva fatto cadere dei documenti a terra. E fra questi vi era una lettera che subito colpì la ragazza. Probabilmente era stata nascosta per bene sotto altre carte e solo quel fortuito colpo di vento era riuscito a farla emergere tra i vari documenti sullo scrittoio. La lettera era ben sigillata con la ceralacca e su retro recava un messaggio: “A Chantal. Da aprire dopo la mia morte.”
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13-09-2011, 02.42.36 | #217 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Certo, milady.” Disse lord Tudor per poi chiamare alcuni servitori. “Conducete lady Melisendra e la sua governante negli alloggi preparati per lei.”
Le due donne furono allora condotte in una sontuosa stanza, preparata per gli ospiti del palazzo. Era riccamente arredata, con tende alla moda di Francia, mobili di gusto fiammingo e diversi dipinti alle pareti, che raffiguravano scene pastorali, bucoliche e altre a tema religioso. “Questo palazzo è accogliente, madame…” fece Giselle, visibilmente stanca “… accogliente e sicuro…” si voltò verso la sua padrona “… non siamo più ad Animos e forse non ci torneremo più… ma siamo vive… vive, grazie al Cielo.” Sorrise. “Ora prego soltanto che questi nobili benefattori riescano a trovare le terre di vostra madre, per permetterci così di ricominciare una nuova vita…” Si avvicinò ad una delle finestre e restò a fissare l’ancestrale incanto della campagna inglese immersa nel silenzio e nella magia della notte. “Ora riposate, madame…” continuò Giselle “… così sarete pronta per la cena che lord Tudor ha fatto preparare per il vostro arrivo.”
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13-09-2011, 02.57.21 | #218 |
Cittadino di Camelot
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Spaventata da quel rumore Chantal attraversò tutta la sala col cuore in gola.
Nello studio trovò una finestra spalancata,non seppe spiegarselo,ma avvertì pericolo e sgomento.Si precipitò a richiuderla con una tale veemenza che ella stessa non si capacitava dei suoi irrazionali movimenti. E i documenti,tutti scomposti,li vide sparsi tra lo scrittoio ed il pavimento. Eppure,ella dubitò che fosse opera di una violenta folata di vento. Non vi era traccia di forzature,o furto,o ricerca di qualcosa ad opera di qualcuno nella stanza,solo quei fogli in disordine,come disseminati da chissà quale arteficio sovrumano. E tra questi scorse una missiva,a lei indirizzata,suggellata da un sigillo,e con un esplicito invito ad aprirla in circostanze precise.Rimase scossa,e fu ancora più inquieta. E,come chi si ritrova senza fiato dopo una lunga corsa,irrefrenabili si mossero le sue mani senza esitare un solo momento.Staccò la ceralacca sul quale aveva riconosciuto il giglio.Quel giglio.Diceva tante cose. Turbata,lasciò scorrere le righe attraverso i suoi occhi. Ultima modifica di Chantal : 13-09-2011 alle ore 03.08.14. |
13-09-2011, 03.48.01 | #219 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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De Jeon saltò su.
“Proprio tu dici questo?” Fissando Gaynor. “Eri anche tu nel Cortile delle Statue all’università quando il maestro tenne il suo primo discorso! Ed eri presente anche nel Palazzo della Ginestra quando giurammo tutti sulla nuova bandiera della nazione! Ed ora vieni a parlarci di tolleranza e misericordia! Loro ne hanno avuto per noi? Forse i nobili hanno rinunciato ai loro diritti feudali quando trovavano i nostri contadini a rubare per fame nelle loro terre? E ne hanno avuto forse i chierici? Mentre affossavano il popolo nel corpo e nello spirito con i loro dogmi che incatenavano gli uomini alle catene della superstizione e dell’ignoranza? No, ora il popolo vuole giustizia! E tutti i tiranni saranno puniti!” “Perdonami, repubblicana Gaynor…” intervenne Missan “… ma trovo molto più interessante ciò che hai detto riguardo a quel biglietto…” riprendendo fra le mani quel biglietto “… ciò che dici è giusto… molto giusto…” “Hai dunque un piano, Missan?” Chiese De Jeon. “Naturale…” rispose Missan “… riallacciandomi a quanto detto da Gaynor, possiamo facilmente supporre che i nostri nemici siano inglesi, visto che tutti gli esuli si trovano in quelle terre, e che parlino benissimo la nostra lingua. Solo così si può spiegare la facilità con cui eludono i nostri controlli e si confondono tra le nostre fila… probabilmente quindi hanno studiato sotto precettori francesi, magari proprio nelle nostre scuole… ciò vuol dire che appartengono tutti ad una classe sociale alta, aristocratica…” “Ci sono dunque gli inglesi dietro questa sporca storia!” Esclamò De Jeon. “Già, pare di si…” annuendo Missan “… il simbolo del Giglio Verde, come giustamente fatto notare da Gaynor, è stato impresso, con una leggera rotazione verso destra, ma non abbastanza forte da stropicciare la carta… credo dunque che il marchio sia stato fatto con un anello.” “Se sono inglesi allora li staneremo nella loro maledetta isola!” Con impeto De Jeon. “E ti recherai tu lì, Missan!” “In quello stato ci detestano e sicuramente ci ostacoleranno in tutti i modi…” mormorò Missan “… bisogna essere dunque scaltri…” “Potrai avere tutto ciò che ti occorre per smascherare e catturare il Giglio Verde!” “Non serve far molto rumore…” con un sorriso Missan “… occorre invece astuzia… in Inghilterra posso contare su una mia spia… qualcuno insospettabile e capace di introdurmi negli ambienti aristocratici… per il resto porterò con me solo due persone… la nostra Gaynor ed una mia vecchia conoscenza che ho già fatto chiamare.” “Ottimo!” Disse entusiasta De Jeon. “E sono certo che Gaynor sarà all’altezza per affiancarti in questa missione!”
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13-09-2011, 03.51.55 | #220 |
Cittadino di Camelot
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Mi avvicinai a Giselle e l'abbracciai.
"Sistemerò tutto... presto avremo una nuova casa." Le stampai un bacio sulla guancia e poi la congedai. Era troppo affaticata e non potevo permetterle di prendersi cura di me. "Vai nella tua stanza e risposa... ti manderò una cameriera... sai bene quanto mi è cara la tua salute... e non ti preoccupare di nulla." Il mio tono era irremovibile. Non avrei ascoltato le sue proteste. Una volta rimasta sola con una tinozza d'acqua fumante, congedai le cameriere e iniziai a sciogliermi i lacci dei vestiti. Strato su strato lasciai cadere a terra ogni singola camicia, fino a quando non riuscii a slacciare il corsetto. Iniziai a strapparne la fodera e ne estrassi le mie uniche gioie. Erano ancora lì. Tutte quante. La loro luce aveva reso ancor più brillante la bellezza di mia madre. Le racchiusi in uno scrigno. Tutti tranne uno. Il diamante blu era montato su una spilla. Era stato il preferito di mia madre, perciò decisi di indossarlo. Una volta uscita dall'acqua mi sedetti a spazzolarmi i capelli umidi, vicino al fuoco, mentre una cameriera si occupava silenziosamente di portare via i miei vecchi vestiti e un'altra svuotava la tinozza. Aprii una cassapanca e, incuriosita, iniziai a cercare qualcosa di appropriato da indossare per la cena. Per la prima volta dopo tanto tempo indossai nuovamente un abito che non fosse tetro come quelli vedovili. Appuntai sul petto la spilla di mia madre e raccolsi i capelli rossi in morbide onde. Dispensata Giselle dall'accompagnarmi, mi feci guidare da un'ancella verso la sala dei banchetti.
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