05-06-2012, 20.27.13 | #2311 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 24-07-2011
Messaggi: 12,963
|
Heyto mi fissava, uno sguardo indagatore, sembra volesse leggere dentro la mia anima, ma non mi spaventava affatto.
Sbiancai alle sue parole, non ci sarebbe stato Fyellon ad aspettarmi, risposi evasivamente "Sir Heyto, avete ragione, ci sono mille pericoli in giro ed è meglio non viaggiare sola, ho già avuto troppe disavventure, ma penso...che sir Fyellon ormai se ne sia andato, è un tipo particolare, sapete." Sospirai augurandomi mi credesse quando mi chiese il permesso di farmi un regalo, sgranai gli occhi, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere e subito mi trovai al collo uno stupendo ciondolo...di pietra turchese. "E'..bellissima.." dissi sorridendo "sapete il turchese è amato e usato in molti paesi del Medio Oriente, e poi ha il colore del Cielo sereno, ma perchè questo regalo? Non ho fatto nulla per meritarmelo".
__________________
"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
05-06-2012, 20.56.35 | #2312 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Guisgard e Talia, giunsero così, poco dopo, davanti al castello.
Lo spiazzo che precedeva l'ingresso era libero e sembrava possibile potersi avvicinare. “Il portone è semiaperto...” disse Guisgard “... e non vedo nessuno in giro... avviciniamoci...” Passarono alcuni istanti e nessuno arrivò. Allora Guisgard, sempre tenendo Talia per mano, si avvicinò alla porta e cominciò a sbirciare attraverso questa. “Vedo un grande cortile...” mormorò “... fiorito... e poi dei cavalli... ma nessun altro sembra esserci...” Allora, facendosi coraggio, sospinse la porta ed entrò, sempre con Talia per mano. Il cortile era spazioso ed alternava arcate con pilastri, a scuderie, fabbriche e posti per il cambio della guardia. Il camminamento di ronda era merlato e due alte torri congiungevano le mura del maniero, rafforzate ed abbellite da contrafforti e barbacani. I due passeggiavano tra le ombre delle torri che si allungavano sempre di più, mentre la luce del tardo meriggio disegnava surreali e sognanti riflessi sulle bandiere e sugli stendardi che si agitavano al vento. Ad un tratto giunsero davanti ad un androne che dava su una vasta scalinata interna. La curiosità in Guisgard fu molto forte e il cavaliere cominciò a salire quelle scale. Non diceva nulla a Talia, limitandosi a stringerle la mano. “E' bellissimo qui, Talia...” sussurrò all'improvviso “... si, bellissimo...” Alla fine si ritrovarono su un largo balcone che dava sulla corte interna. Le verdi colline di Sygma sembravano disseminarsi su un paesaggio infinito, tappezzato da faggi, olmi, cipressi, da ampie distese di girasoli che parevano seguire il cammino del Sole e lussureggianti vigneti che come un manto animavano, resi vivi dal vento che quasi continuo soffia su quei luoghi, quello scenario. Di tanto in tanto, come voluti da un immaginario pittore, spuntavano in lontananza isolate sagome di casali, castelli o chiese che parevano così rompere l'incantata atmosfera di cui erano intrise quelle terre. Non di rado un viaggiatore poteva imbattersi in una cappellina o piccola cripta ai margini di una stradina o nel punto in cui una via diveniva sentiero e finiva per serpeggiare nei meandri sconfinati di quelle contrade. E una di queste, dedicata a San Michele e che riproduceva l'immagine della cupola della sontuosa cattedrale della capitale sygmese, dominava una piccola collina sferzata dal sognante Sole pomeridiano. “Qui sorgeva la città fantasma...” disse Chymela “... proprio qui, dove ora si trova la cappella all'Arcangelo Michele... ed è tutto ciò che resta della città di Altafonte...” La principessa stava seduta nell'erba, all'ombra di un alto albero e con lei vi era Andros, intento a giocare con i capelli di lei attraversati dai riflessi del Sole. “Volle sfidare il potere della capitale” continuò la principessa “e per questo fu rasa al suolo... da allora domina, su queste terre, il divieto di costruire, con la sola eccezione della Cappella di San Michele.” “Allora dobbiamo ascoltare il vento?” Sorridendo Andros. “Perchè mai?” “Perchè si dice” spiegò Andros “che il vento porti con sé il lamento delle anime inquiete...” “Si, forse bisognerebbe ascoltare quando si arriva in questo luogo... non è un privilegio concesso a tutti...” “Sento già di amare questo luogo.” Disse il taddeide. “Così bello, sognante ed intriso di antiche leggende. Mi sento come quegli eroi dei poemi antichi, in balia della sorte, contro tutto e tutti e pronti a riscattarsi davanti al mondo, magari ritornando a casa e ritrovando la donna amata.” Chymela sorrise. “Vi è anche un'altra leggenda...” sussurrò poi lei “... una leggenda dimenticata forse anche dal vento...” “Il vento non dimentica mai nulla...” mormorò Andros “... di quale leggenda parli?” “Prima di essere distrutta” disse Chymela “gli abitanti di Altafonte riuscirono a portare fuori dalle mura della città tutto ciò che di prezioso era conservato in essa... e nascosero quell'inestimabile tesoro proprio qui intorno, almeno stando a quella leggenda...” “Davvero?” Con un sorriso lui. “Anche un tesoro? Allora questo luogo è davvero perfetto per me!” “Ah, si?” Voltandosi lei. “E perchè mai, mio signore?” “Beh...” tornando a giocare con i capelli di lei lui “... c'è San Michele... il mito di una città fantasma... ed il suo inestimabile tesoro nascosto chissà dove... forse, chissà, proprio sotto dove siamo seduti noi ora...” rise. “Io credo che questo luogo sia magico.” Fissando la cappella Chymela. “Si, è come il cuore...” “Il cuore?” Ripeté lei. “Si...” annuì lui “... questo luogo conosce tante cose, ha visto ed udito la gioia di molte persone, fino al loro dramma e alla disfatta di un mondo... è battuto dal vento che gli rammenta di quella storia e nel suo ventre forse racchiude davvero quel tesoro perduto... si, questa terra è come il cuore...” “Perchè il cuore?” “Perchè il cuore” rispose Andros “proprio come questa terra è custode di tante cose... conosce la nostra gioia, la nostra paura, i nostri desideri e tutti i nostri sogni... e proprio come questa terra, il cuore può custodire un tesoro inestimabile...” “Quale?” “Ciò che proviamo...” sussurrò Andros “... i nostri sentimenti, il nostro amore...” Lei si voltò e lo guardò senza dire nulla. Lui allora la baciò con passione. “Principe...” mormorò all'improvviso qualcuno. Era un mercante di colore. “Principe, acquista qualcosa.” Fece il mercante. “Qualcosa di bello per la tua principessa.” “Non sai che non si deve interrompere un bacio?” Fissandolo Andros. “Ora dovrò baciare da capo questa bellissima principessa... oppure tornerà subito ad essere una rana.” “Che scemo!” Ridendo Chymela. “Per questo ho parlato adesso, principe.” Sorridendo il mercante. “Perchè tu sei felice e non mi sgriderai. E perchè così, forse, comprerai qualcosa.” “Sei furbo, amico mio!” Esclamò Andros. “Su, vediamo cos'hai di interessante... vedi qualcosa che ti piace, bella principessa?” “Non saprei, mio signore.” “Questa!” Esclamò Andros. “Sembra la lampada delle favole! Da piccolo ho sempre sognato una così per giocarci!” “Ti piacevano le lampade?” Domandò Chymela. “Non le normali lampade.” Rispose Andros. “Ma una come questa.” “Cos'ha questa di speciale?” “Somiglia a quella di Aladino...” prendendo la lampada Andros “... conosci quella favola?” Fissando Chymela. “Si...” sussurrò lei “... ma voglio sentirla raccontata da te...” “Tutto comincia in una grotta piena zeppa di oro e gioielli...” disse lui “... piena di meraviglie e di oggetti preziosi... proprio come questa terra...” Chymela lo ascoltava come rapita. “Ma Aladino fu attratto solo da un oggetto...” continuò lui “... un oggetto magico, capace di realizzare qualsiasi desiderio...” “Barattò tutto per una semplice lampada...” sorridendo Chymela. “Si...” annuendo Andros “... poiché quella lampada custodiva qualcosa di meraviglioso... come i sogni...” “E cosa fece con quella lampada?” “Oh, realizzò i suoi desideri più sfrenati!” Esclamò lui. “Divenne un potente principe, amato, temuto e rispettato. Solo una cosa gli mancava per essere felice...” “Cosa?” “Una bellissima principessa...” sorridendo lui “... una principessa che aveva visto una mattina mentre attraversava il bazar... lui era ancora un povero ragazzo e lei, con un solo sguardo, gli rubò cuore e anima... allora, chiese al genio della lampada di farsi condurre da lei, davanti al suo palazzo... era una serata stella, con una meravigliosa Luna piena... strofinò la lampada e per magia il genio lo trasportò fino al palazzo reale... e lui fece poi svanire il genio...” “Perchè?” Chiese lei. “Perchè non aveva bisogno della magia per conquistarla.” Fissandola Andros. “No, non occorreva il potere della lampada per arrivare al suo cuore... certo, il genio gli aveva donato ogni ricchezza, ma il cuore della sua principessa era già intriso di magia e solo l'amore poteva conquistarlo... allora Aladino prese con sé la principessa e la condusse, col suo tappeto magico, oltre i palazzi e le torri della meravigliosa Bagdad... al di sopra delle nuvole rese argentate dalla Luna, volando tra il cielo chiaro di stelle ed il mare infinito, fino a raggiungere le bianche dune del deserto, tra miraggi millenari e oasi sgorganti di fresche acque trasparenti... e qui le sussurrò eterne parole d'amore, capaci di fermare il tempo e scandire, con il loro magico suono, ogni attimo della vita... e alla fine di quella magica notte, Aladino salutò così la sua amata... con queste parole... stanotte, amore mio, ti ho riscattata dall'amore di ogni tuo caro... perchè nessun altro, da ora in poi, potrà, saprà e vorrà amarti come ti amo io...” Chymela sospirò e fissò il suo Andros con i suoi occhi luminosi. “Oh, Andros...” Ma in quel momento uscì la balia di lei dalla Cappella di San Michele. “Milady, dove siete?” Chiamò la donna guardandosi intorno. “E' l'ora, devo andare...” disse Chymela ad Andros. Egli non rispose nulla, limitandosi a sorridere malinconicamente. “Ma presto ci rivedremo...” sussurrò lei. “Quando?” “Lunedì, mio signore...” Lei allora, portandosi una mano sulle labbra, gli mandò un dolce bacio e poi corse via, lasciando Andros a fissarla con in mano ancora la lampada di quel mercante. “Principe...” fece questi “... comprerai qualcosa? Vuoi questa lampada?” “Dimmi che è magica e ti crederò...” disse Andros “... dimmelo e ci crederò davvero... e la strofinerò, per chiedere che sia ogni giorno Lunedì... per sempre...” "Chi siete voi?" Disse una voce, sorprendendo i due sul balcone. "Come siete entrati? C'è la morte per chi entra nel castello senza il consenso di lady Vicenzia!"
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
05-06-2012, 23.10.43 | #2313 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
|
io non ho desideri da chiedere e ora andiamocene abbiamo cosi piu importanti da fare forza muoviamoci e mi incamminai
__________________
fabrizio |
05-06-2012, 23.36.49 | #2314 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 05-03-2012
Residenza: Terre dei boschi sacri
Messaggi: 123
|
In poco tempo la situazione si cambiò completamente. La donna che quei contadini volevano uccidere riuscì ad intimorirli ed a farli scappare.
"Grazie..." balbettai io mentre cercavo di riprendermi dallo spavento, rivolgendomi a Parsifal ed a Redentos. Accennai un inchino impacciato alla donna che i contadini avevano imprigionato e la ringraziai, chiedendole come fosse riuscita a spaventarli in quel modo. Non fece in tempo a rispondermi, perchè Parsifal cadde a terra. Vidi che aveva le mani sull'addome, quindi mi gettai in ginocchio accanto a lui e gli chiesi: "Parsifal... cos'è accaduto?"
__________________
"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
06-06-2012, 01.04.16 | #2315 | |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
Guisgard mi portò fino alla piazza e lì si fermò... era vagamente teso, lo sentivo... ma era deciso a proseguire. Attese per qualche attimo, come valutando la situazione... poi disse che il portone era aperto e riprese a procedere in quella direzione...
Io lo seguivo senza una parola... ero emozionata ed il cuore mi batteva forte... una vaga eccitazione mi faceva battere il cuore quando spinse il battente ed entrammo nella corte... eppure non dissi niente: mi fidavo ciecamente di lui ed il solo fatto che fosse lì mi faceva sentire tranquilla. Salimmo una scala e giungemmo su di una terrazza... Guisgard era entusiasta, ed io con lui... Sospirai... E fu allora che quella visione mi colse... vidi Andros e Chymela su quella collina, vidi la cappella dalle pareti candide... e fu di nuovo una visione potente e assolutamente travolgente, una visione che mi rapì totalmente e che mi portò per un attimo via da lì. Era una curiosa emozione: ero su quella collina ma ero anche a Faycus, la mia felicità si confondeva con quella di Chymela ed i suoi sospiri erano i miei... Citazione:
I miei occhi si spalancarono spropositatamente, dunque, e le mie mani strinsero forte il braccio di Guisgard, in cerca di sicurezza. Non osavo parlare e non osavo muovermi, quasi non osavo respirare... solo la sua presenza mi permetteva di non sprofondare nella paura che mi aveva colta.
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
|
06-06-2012, 01.10.38 | #2316 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 25-10-2011
Residenza: Nibelin
Messaggi: 558
|
"Damigella cara....." dissi ansimando. "Non temete......succede spesso......ma......stavolta credo di aver esagerato........"
Sicuramente....vi chiedete cosa possa essere......ebbene è il prezzo che bisogna pagare, quando ci si rivolge alle lettere dei Longiniu. Il mio maestro, molte volte mi ha illuminato e avvisato sui segreti e la maledizione della sua scrittura..... "Parsifal.....ricorri a questo espediente solo quando vi è in gioco la sopravvivenza dell'anima......la scrittura risale agli antichi scritti della terra degli dei del Nord.....è stata ideata dalla elitè dei cavalieri asgardiani..... richiede un dispendio di energia.....non magica, ma umana.....talune volte....anche la vita...." Sudavo freddo ma non potevo far preoccupare la mia compagna: "La ferita si rimarginerà presto......" strinsi i denti dal dolore ed urlaì.....
__________________
"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... Ultima modifica di Parsifal25 : 07-06-2012 alle ore 01.26.57. |
06-06-2012, 03.34.55 | #2317 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Parsifal fu preso sulle spalle da Redentos e condotto, seguendo la donna che li aveva salvati, fin nella torre.
La nebbia scendeva in maniera sempre più decisa sulla selva, tanto fitta da rendere impossibile a Parsifal di riconoscere la strada che stava facendo. Ad un tratto si accorse di non essere più nella selva, ma in una città. Attraversava infatti una strada solitaria, silenziosa ed avvolta da una strana inquietudine. Poi tre rintocchi di campana lo destarono dai suoi pensieri. Da lontano vide alcune figure che vagavano silenziose. Tentò di raggiungerle, ma esse entrarono in una chiesa la cui porta fu poi chiusa. Accanto all'ingresso, Parsifal vide tre sagome intenta a fare qualcosa. Stavano giocando ai dadi. Ad un tratto uno dei tre si accorse di Parsifal. “Il gioco...” disse “... vi piace giocare? Volete partecipare? Se si, allora dovete puntare... sono in palio le anime di coloro che vivono a Tylesia...” In quel momento Parsifal riprese i sensi e trovò accanto al suo letto Redentos, Lilith e la misteriosa donna della torre. “Come stai, ragazzo?” Domandò Redentos. “Ti senti meglio?” “Massì...” sorridendo la donna “... sono sicura che si sente meglio e presto riotterrà le forze...” “Grazie di tutto, milady.” Disse Redentos alla donna. “Ma perchè volevano uccidervi quegli uomini?” “E' una lunga storia...” rispose lei “... lunga e vecchia... come il mondo... ma permettetemi di presentarmi... il mio nome è Granblu...” fissò poi Lilith “... ciò che cerchi non è lontano, ma difficilmente riuscirai a portarlo con te, ragazza mia...” disse col pensiero e solo la ragazza sentì queste sue parole “... lo so, puoi ascoltare le voci... lo so...” e sorrise.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
06-06-2012, 03.37.47 | #2318 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Cavaliere25 era deciso a proseguire.
Anche Tieste e Polidor annuirono e si misero a seguirlo. “Bene.” Disse Alberico il falco. “Avete deciso dove andare? Ritorniamo a Tylesia o preferite fuggire verso la selva?”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
06-06-2012, 03.48.43 | #2319 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
“Perchè siete una ragazza speciale.” Disse Heyto ad Altea. “E questo ciondolo ha il potere di proteggere chiunque lo indossi.” Sorrise. “Bene, sarà meglio mettersi in viaggio. Tylesia ci attende.”
La carovana si mosse e tutti loro partirono. Heyto, seduto accanto ad Altea, prese una cetra e cominciò a suonare. Poi a cantare questa enigmatica canzone: “Gli occhi delle ragazze... Non sono rondini, né cigni, ma bianche colombe... Solcano i cieli e si perdono nel terso azzurro, come nel purpureo tramonto... Gli occhi delle ragazze... Si lasciano guardare ed anche amare se sai osservarli... ma ti concederanno un solo volo nei loro colori, non smarrirti o li perderai... Gli occhi delle ragazze... Sanno sorriderti ed incantarti, ma talvolta anche piangere... Dovrai ascoltarli e consolarli, poiché hanno bisogno di te, delle tue carezze e del tuo affetto... Gli occhi delle ragazze... Non abbandonarli mai, perchè vivono per te e dei tuoi sogni... Gli occhi delle ragazze... Non dimenticarli, potresti non perdonartelo mai... E alla fine di questo canto, Altea, fissando Heyto, si accorse che egli stava piangendo.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
06-06-2012, 04.09.55 | #2320 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
“Sto aspettando una risposta.” Disse il soldato, mentre puntava il suo sguardo inquisitorio su Guisgard e su Talia.
“Veramente...” mormorò Guisgard, mentre col suo corpo tentava di fare scudo a Talia “... volevamo vedere il castello...” “Come siete entrati?” Con voce severa il soldato. “Il portone...” fissandolo Guisgard “... era aperto e...” “Stai mentendo, gaglioffo!” Urlò il soldato. “Siete entrati strisciando, ecco come!” In quel momento arrivarono altri due soldati. “Cosa succede?” Chiese uno di loro. “Ho scoperto questi due ladruncoli.” “Allora gli daremo una lezione.” Disse uno dei due nuovi arrivati. Si avvicinò a Talia e la prese per un braccio. “Non osare toccarla, bastardo!” Gridò Guisgard, colpendolo poi con un pugno. Gli altri due soldati, allora, lo bloccarono e cominciarono a picchiarlo forte, fino a farlo cadere a terra, dove continuarono a pestarlo con calci e a colpirlo con il legno delle loro lance. “Che sta succedendo?” Arrivando un altro individuo, abbigliato con abiti sfarzosi. “Abbiamo scoperto due ladruncoli nel castello, messer Paolo.” “Dategli una lezione e poi incarcerateli.” Disse Paolo. “Anzi... metteteli alla gogna... e lasciateli là fino a domani. Poi mozzerete loro mani e piedi.” “Si, messere.” Ad un tratto si ud' un campanellino. Paolo allora, scattò e corse via. “Cosa accade?” Domandò una voce nel corridoio. “Solo due ladruncoli, milady.” Rispose Paolo. “Due ladri?” “Si, un ragazzo ed una ragazza.” “Una ragazza?” “Si, milady.” “Voglio vederla.” “Subito, milady.” Allora Paolo ritornò sul balcone. “Presto, lady Vicenzia vuol vedere la ragazza.” Disse ai soldati. “Portatela subito dalla duchessa.” “E di lui cosa ne facciamo?” Domandò uno dei soldati indicando Guisgard a terra. “Mettetelo alla gogna fino a domani.” Ordinò Paolo. “All'alba gli mozzerete mani e piedi.” I soldati annuirono. Due portarono via Guisgard, mentre il terzo condusse Talia dalla duchessa. Giunti in una grande sala, lasciarono lì la ragazza. Con lei vi era anche Paolo. “Ecco la ragazza, milady.” Disse l'uomo. “Fatela venire avanti.” Con un cenno la duchessa. Era seduta di spalle e fissava una finestra. Paolo allora condusse Talia davanti alla duchessa. “Ora uscite.” Disse la donna a Paolo. “Qual'è il tuo nome?” Domandò la duchessa a Talia appena furono sole. “Perchè siete entrati con l'inganno nel castello'”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
Strumenti discussione | |
|
|
Discussioni simili | ||||
Discussione | Autore discussione | Forum | Risposte | Ultimo messaggio |
Saggio Lo re Artù k’avemo perduto (Mario de Matteis, Antonio Trinchese) | Hastatus77 | Libri | 4 | 30-07-2011 14.07.54 |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 12.49.56.