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27-02-2016, 02.20.44 | #2311 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Messina
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La notte calò sul maniero, che divenne improvvisamente silenzioso.
Così mi spogliai, indossando poi una camicia da notte e la vestaglia e uscii dalla mia camera. Mi mossi silenziosa come un'ombra nel castello, finchè raggiunsi la sua camera e, senza il minimo rumore, vi entrai.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
27-02-2016, 02.28.47 | #2312 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Gwen raggiunse al buio la stanza del padrone e vi entrò.
Una fitta penombra dominava, sfiorata appena dal pallido pallore lunare che proveniva dalla finestra. Ovunque però la ragazza percepiva la presenza del signore del castello, persino il suo profumo. Infatti i suoi abiti erano là, così come tutte le sue cose.
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27-02-2016, 02.28.59 | #2313 |
Disattivato
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Ormai il mio piano era bellamente fallito.
E io odiavo fallire. Quando poi c'era qualcuno di mezzo, lo odiavo ancora di più. Gli insulti di quel cavaliere non mi toccavano, quella non era la mia terra, dopotutto. Elaborai rapidamente un altro piano. "Naturalmente, Sir.." Dissi, gentilmente "riferirò al barone..." fissai intensamente la bella principessa "riferirò ogni cosa...". C'era una luce perfida nel mio sguardo. Diceva di aver perso tutto, ma si sbagliava, si sbagliava di grosso. Fu allora che, per la prima volta, mi voltai a guardare il viso del cavaliere. Non avevo neppure osato pronunciare il suo nome. Quando lo feci capii che avevo fatto bene ad aspettare quel momento. Sentii una fitta al cuore, profonda, intensa, una fitta che non sentivo da molto tempo. Familiare, implacabile, inesorabile. Il mio viso restò impassibile. Cercai di non guardare lo sguardo di Lila affacciata alla torre. Tornerò, Amor mio, te lo prometto.... Ancora una volta vicina, eppure invisibile. Tutto quello sarebbe finito presto mi dicevo. Così, mi voltai ed uscii dalla tenda, furente. Raggiunsi il padiglione del barone, e come promesso, raccontai come erano andate le cose, di come Jean mi avesse aiutato ad entrare e di come Dacey l'avesse difeso fino a rendere vano il mio piano. "È davvero inammissibile!" Tuonai, a bassa voce. "Ora che diremo al pubblico?". |
27-02-2016, 02.29.26 | #2314 |
Cittadino di Camelot
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<< Curioso che siate stata mandata qui, voi madrina del cavaliere che é stato battuto da costui, dopo che il barone ha incaricato me e il mio futuro sposo, nonché consigliere del barone, di verificare la condizioni di quest'uomo. Come ho già detto dimostrate la veridicità delle vostre parole e non avrò nulla da obiettare, altrimenti, e mi associo a questo cavaliere, andate via. Un uomo ammalato ha bisogno di quiete e riposo>>
Infatti il Cavaliere Esiliato si lamentava in preda alle sofferenze. << Vi porgo le mie scuse messere se avete delle rimostranze contro la gestione del torneo. Sono la principessa Dacey di Mirza, se posso esservi d'aiuto non avete che da chiedere e se non è troppo di disturbo per voi, dovreste aiutarmi con quest'uomo, da sola non riesco a sollevarlo>> Non capivo perché quella donna era stata così testarda, se fin da subito avesse chiamato Jean ... Ma non l'aveva fatto e per questo mi ero convinta che stesse mentendo. E io non avrei più accettato menzogne e sotterfugi, ne avevo viste troppe e avevo taciuto, e non aveva mai portato a nulla di buono. Ora era tempo che prendessi una vera posizione. Il Cavaliere Esiliato meritava di essere curato, come ogni uomo. Dopo di che la legge del barone avrebbe deciso su di lui ma alla luce del sole, davanti a tutti e non nell'ombra di una tenda, approfittando della debolezza, affondando la lama in una carne già martoriata, diventando giudice e esecutore senza neanche dichiarare al giustiziato la sua condanna. La mia vita dipendeva dalla morte del cavaliere. Questo purtroppo non potevo cambiarlo. Ciò che potevo fare era permettergli di affrontare la morte da vero uomo, da cavaliere. Potevo solo dargli i suoi ultimi momenti vissuti con onore.
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27-02-2016, 02.38.55 | #2315 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pochi istanti in cui Clio fissò il volto del cavaliere.
Era una mattina di Autunno, con le colline che si tingevano di un variegato giallino. Clio era nella campagna, diretta chissà dove, quando udì dei cavalli giungere. Si voltò e riconobbe i cavalieri. Erano alcuni nobili rampolli Capomazdesi che galoppavano. “Ma dai, non esiste...” disse uno di loro. “Ti pare che tra queste terre viva una donna in perfetto stile Dama del Lago?” Ridendo un altro. “Sogna sogna.” Un altro ancora. “Meglio così.” Divertito colui che guidava il gruppo, i cui occhi azzurri guardavano le colline senza troppo badare a ciò che dicevano i suoi compagni. Si accorse allora di Clio. “Perdonate, damigella...” alla ragazza “... ditemi, voi che siete giovane e candida, diversamente da questi miei aspri e vuoti compagni... ditemi... voi credete all'esistenza della Dama del fiume Helsa?” Clio restò a fissarlo. “Dunque?” Lui guardandola con i suoi occhi chiari. “Non saprei...” fece lei “... non sono originaria di Sygma...” Quel ricordo lontano attraversò la mente di Clio, mentre raggiungeva il luogo in cui avrebbe trovato il barone. Lo trovò insieme a Fagan e a Jean, per poi raccontare loro tutto. “Vi siete fatta dare ordini da un cavaliere sconosciuto?” Seccato Ferico.
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27-02-2016, 02.42.25 | #2316 |
Cittadino di Camelot
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La stanza era in penombra e l'unica luce chevi entrava era quella vaga e pallida della Luna.
Sapevo che non era lì, ma ovunque percepivo la sua presenza, la sua essenza, il suo profumo che in quel momento, come quella mattina, mi invadeva e che amavo, dato anche dai suoi vestiti, che erano nella stanza. Tolsi così la vestaglia e mi misi a letto. Era una cosa strana. Era soprattutto strano che lui me lo avesse proposto; ma in fondo, il motivo non mi importava. Rimasi quindi sotto le coperte ad osservare la camera in penombra e nutrirmi del suo profumo.
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27-02-2016, 02.44.39 | #2317 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio uscì dal padiglione ed il Cavaliere Burbero aiutò Dacey a sollevare il campione ferito, in modo che la ragazza potesse medicare la ferita alla spalla.
“Presto verranno a prenderlo...” disse piano il Cavaliere Burbero alla principessa “... se resterà qui lo uccideranno, la sua Sorte è decisa e non vi sarà alcun processo... se volete davvero aiutarlo bisogna farlo ora che è buio... ma la decisione spetta a voi, non certo a me...” adagiò il ferito alla meglio sulla brandina “... ditemi si ed io lo salverò... altrimenti me ne andrò, lasciandolo alle vostre cure ed alla giustizia del barone.” Fissandola attraverso il suo austero elmo d'acciaio.
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27-02-2016, 02.46.14 | #2318 |
Disattivato
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Quel ricordo, ancora dolce, ancora privo di dolore.
Asciugai rapida una lacrima mentre camminavo. Poi raggiunsi il barone, relazionai, ma lui non capì un accidente. "Avete ascoltato una parola di quello che ho detto?" Guardandolo. "No che non mi sono fatta dare ordini, ho colto l'occasione per non dare sospetti e venire qui a dirvi come stanno le cose, così magari mi farete la cortesia di mettere al suo posto la vostra principessa!" Guardai Jean. "Volete venire con me e dirle di farsi da parte oppure preferite che protegga un traditore?" Ero davvero furiosa. "Vi avviso, che se si metterà nuovamente tra me e la mia missione non sarò affatto gentile, non l'ho toccata perché immagino che ci tentiate ad averla viva, e.. Come dire, intatta.." Guardando stavolta il barone. "Ma se mi sono sbagliata e vi sta bene che lei si comporti così, che difenda e curi un traditore, allora nessun problema.." Alzando le spalle. "Io so che avevo l'ordine di ucciderlo e quella donna ha mandato tutto a monte... Ebbene, volete accompagnarmi?". |
27-02-2016, 02.52.42 | #2319 |
Cittadino di Camelot
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<< Lo so... Quella donna é una mercenaria al soldo del barone... So che era qui per ucciderlo e io avrei dovuto lasciarla fare... Temo che le mie motivazioni non verranno accettate dal barone e verrò accusata di tradimento. Io sono un suo ostaggio e farà di me ciò che vorrà ma prima di allora avrò già ingerito del veleno... La mia non è una scelta facile. Mi state chiedendo di scegliere tra la vita di uno sconosciuto e la mia. Voi cosa fareste al mio posto?>> guardai il Cavaliere Burbero con il cuore che batteva all'impazzata, iniziavo ad avere paura, paura vera. Iniziavo a sentire la mia posizione vacillare e la prospettiva di morire era angosciante.
<< Salvatelo...>> in un filo di voce, molto velocemente prima di pentirmi di averlo detto, << non posso vivere con una morte sulla coscienza... Salvatelo ma trovate un modo per salvare anche me.. Colpitemi forte così sembrerà che sono stata colta all'improvviso e ero all'oscuro di tutto oppure... Oppure portatemi con voi, rapitemi e salvatemi da questa gente>> l'ultima opzione era animata dalla speranza ma non mi facevo alcuna illusione, ciò che chiedevo era molto rischioso per lui e non gli portava alcun vantaggio.
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27-02-2016, 02.57.52 | #2320 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Per tutte le schiave” disse inviperito Ferico “del Sultano Turco!” Alzandosi di scatto. “Avete udito?” A Jean. “La vostra berbera sposa presta cure ad un traditore! Ad un nemico di Monsperon e di Sygma!”
Il cortigiano chinò il capo. “Andate e uccidete quel cane!” Ordinò il barone a Clio. “Un momento...” intervenne Fagan “... se quel Cavaliere Burbero ha preso le sue difese allora è chiaro che molti fra il popolo pensano che mi abbia sconfitto.” “Sta morendo, dunque avete vinto voi.” Ferico. “Ho vinto” con rabbia Fagan “ma non l'ho battuto.” “Non stiamo a sottilizzare ora.” Seccato il barone. “Ne va del mio onore!” Fagan. “Allora cosa proponete?” Fissandolo Ferico. “Che la mercenaria e messer Jean vadano nel suo padiglione con dei soldati” rispose il Maresciallo “in modo che lo prelevino e lo conducano al castello per curarlo... e lì invece lo uccideremo, dicendo poi che è morto in seguito al mio colpo mortale durante il torneo.” “Si, giusto.” Annuì il barone. “Andate con dei soldati nel padiglione.” A Clio e a Jean.
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