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09-10-2012, 21.37.32 | #231 |
Cittadino di Camelot
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Fu con sollievo che udii la voce di Fhael...
"Temo che non sia così signore...sono entrata nel negozio ma ho avuto appena il tempo di guardarmi intorno che mi si è avvicinato un uomo, che con un tono piuttosto minaccioso, mi ha scacciata dalla bottega a causa del mio aspetto no europeo!"
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10-10-2012, 01.15.57 | #232 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Ero solo venuta a sincerarmi che andasse tutto bene” Disse Odette ad Altea “e che non ti occorresse nulla. Avevo notato la luce della candela e sono passata a controllare. Io vado a letto, ma tu non fare tardi... buonanotte.” Ed uscì dalla stanza.
Ora Altea poteva riprendere la lettura di quel misterioso libricino.
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10-10-2012, 01.49.33 | #233 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dydas lanciò un'occhiata a Clio, senza però rispondere nulla alle sue parole.
“Avanti, capitano...” disse uno della ciurma “... facciamole combattere! In fondo, è solo per tirare su il morale dei vostri uomini!” “Si, che combattano!” Urlarono in coro gli altri. “Non combatteremo.” All'improvviso Dydas. “Mi sembra chiaro che questa ragazza sia troppo preziosa per il nostro capitano.” Tornò a fissare Clio. “Conserva il tuo bel visino...” le disse quasi con disprezzo “... o finirai per perdere anche il tuo amato ufficiale, credimi...” “No, vogliamo vedervi combattere!” Gridò ancora uno dei pirati. “Fate silenzio, cani!” Urlò Giuff. Dydas allora estrasse uno dei suoi pugnali e si graffiò una mano. “Ecco...” rivolta a Clio “... ho versato il primo sangue... hai vinto...” e si avvicinò al bancone della locanda, per poi scolarsi quasi un'intera bottiglia di rum. Giuff allora la raggiunse e la prese in modo brusco, cominciando a baciarla. “Liberala, Boyuke.” Ordinò all'improvviso al suo fidato taglia gole, senza però smettere di strofinare il bel viso di Dydas contro la sua bocca. Boyuke allora liberò Clio dalle catene che la tenevano a lui. Il capitano estrasse dalla tasca una moneta d'oro e chiese un martello ed un chiodo al locandiere. Inchiodò, così, la moneta ad una trave di legno. “Se la nostra ragazza tenterà di fuggire” disse ai suoi “il primo fra voi che la riprenderà avrà diritto a due premi... un'ora con lei e questa moneta d'oro.” “Alla salute del nostro capitano!” Urlarono i pirati, brindando ed invocando il Gufo Nero, mentre questi si ritirava in una stanza con la bella Dydas. “Ora hai le mani libere, ragazza...” disse Boyuke a Clio “... ma hai sentito il capitano, no? Quindi agisci con saggezza e forse un giorno potrai raccontarlo ai tuoi figli.” Nello stesso momento, ma nel palazzo del governatore a Las Baias, un nuovo ufficiale fu presentato all'ammiraglio Guidaux. “Capitano Gurenaiz, signore.” Entrando il nuovo arrivato. “Ai vostri comandi.” “Bene, bene...” mormorò l'ammiraglio leggendo la lettera di nomina del nuovo ufficiale “... e così avete combattuto a Wintors contro gli inglesi e a Maiorca contro la Flotta degli Aragonesi Castigliani... leggo poi di vari riconoscimenti ottenuti in più battaglie navali...” alzò gli occhi dalla lettera e cominciò a fissare Gurenaiz “... perchè avete fatto domanda per prestare nelle Flegee il vostro servizio?” “Perchè” rispose il capitano “volevo vedere il Nuovo Mondo, signore. Toccare con mano le meraviglie che venivano illustrate dai viaggiatori e dai marinai provenienti da queste terre. Solcare acque inesplorate, visitare isole animate da animali misteriosi e piante ignote agli europei, orientarsi sotto costellazioni sconosciute e vivere quanto di nuovo questi luoghi possano offrire.” “Siete un idealista e un romantico sognatore.” Fece l'ammiraglio. “Queste terre però non offrono solo le belle cose che avete descritto, capitano. Qui tutto è in perenne movimento e sta a noi dare a questi luoghi legge e ordine. La vita umana ha un valore molto diverso quaggiù. Siamo in guerra, capitano. E non solo contro potenze straniere che ci affrontano con le nostre stesse armi. No, i nostri nemici sono anche bande di rinnegati, di predoni, di rapaci che solcano questi mari sfidando ed eludendo tutto ciò che noi rappresentiamo... civiltà, diritto, giustizia. I pirati sono una piaga forse ben peggiore dei galeoni spagnoli e delle fregate britanniche. Essi non hanno onore, né conoscono il codice di guerra usato anche tra nazioni nemiche. Tenetelo a mente, capitano.” “Si, signore.” “Siete in libertà fino a domani.” Disse l'ammiraglio. “Rammentate però che stasera saremo ospiti di sua eccellenza il governatore. E' tutto, grazie.” Gurenaiz salutò ed uscì. Raggiunse poi il bastione marittimo, per vedere e rendersi conto della potenza navale che avevano a disposizione lì a Las Baias. Qui però uno dei soldati gli si avvicinò, consegnandogli una lettera. “E' stata recapitata da un uomo, capitano.” Spiegò il militare a Gurenaiz. Il capitano allora subito aprì la lettera e cominciò a leggerla. Il suo volto sbiancò e per la rabbia strinse la carta fra le mani. “Chi era quell'uomo?” Chiese al soldato. “L'uomo che ti ha dato questa lettera!” “Era un marinaio, signore...” rispose il militare “... come ce ne sono tanti al porto di Las Baias.” Gurenaiz allora tornò di corsa al palazzo del governatore e chiese di poter parlare di nuovo con Guidaux.
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10-10-2012, 02.43.45 | #234 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fhael ascoltò Cheyenne con uno sguardo che sembrava non voler tradire emozioni.
“Bene, ma a noi occorre quell'abito...” disse sorridendo “... non possiamo certo presentarci dal nostro uomo senza avervi preparata a dovere, no?” Prese allora per mano la ragazza ed insieme ritornarono in quella sartoria. “Guarda, cara...” prendendo alcune stoffe di pregevole fattura e mostrandole alla ragazza “... non trovi che possano andare? O forse gradisci quel turchese? Si, trovo che metta in risalto il tuo magnifico colore... e cosa ne dici di queste sete? A contatto con la tua pelle vellutata sembrano assumere straordinari riflessi... anche se... non so... non sono convinto... e il cappellino? Hai già visto qualcosa che ti piace? Ma che metta in evidenza i tuoi bellissimi occhi, mi raccomando!” Il padrone della sartoria allora si avvicinò. “Posso aiutarvi, signore?” “Oh, certo.” Annuendo Fhael. “Vedete, sono tornato solo oggi da un lungo viaggio, a causa dei miei affari, e dunque ho deciso di dedicare questo giorno ad accontentare i capricci della mia bellissima moglie...” indicando Cheyenne “... cosa volete, è una mia debolezza ma non riesco a dirle mai di no... credo mi abbia stregato! Si, forse la bellezza, come asserivano gli antichi greci, possiede le stesse qualità della magia! Non trovate anche voi che sia magnifica?” L'uomo fissò Cheyenne e annuì. Poi, facendo finta di non averla mai vista, assunse un'espressione cordiale e sorridendo cominciò a mostrare loro le stoffe e le sete più belle. E poi ancora, costumi, cappelli, scialli, guanti, ombrellini, scarpe e tutta una serie di oggetti ambiti dalle dame dell'alta società. “Dovete sapere, signore” disse l'uomo “che in questa sartoria potete trovare tutti gli abiti e i tessuti in voga in Europa. Sono certo che non resterete deluso.” Ma ad ogni cosa mostrata, Fhael riusciva sempre a muovere dubbi e perplessità. “Capisco che sia impossibile” con sufficienza il portoghese “chiedere tessuti al pari di quelli sfoggiati nelle corti europee, ma sinceramente non credo che questi siano adatti ai nostri bisogni. Posso vedere merce migliore?” “Ma signore...” turbato l'uomo “... vi assicuro che sono i nostri capi migliori e...” “Non è ciò che cerchiamo.” Scuotendo il capo Fhael. “Vi ringrazio comunque... ma ci occorre ben altro.” “Ma signore...” tentò di dire l'uomo, ma Fhael e Cheyenne uscirono dalla sartoria. “Avevate ragione...” sorridendo con soddisfazione Fhael alla ragazza “... si, non c'era niente di adatto a voi in quella sartoria... non bello quanto voi almeno.” Le fece l'occhiolino. Il portoghese condusse allora Cheyenne in un vicoletto laterale e alla fine di questo trovarono una piccola e caratteristica sartoria.
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10-10-2012, 10.03.52 | #235 |
Cittadino di Camelot
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Lo guardai e mi venne da ridere....trattenersi era impossibile, che donna aggraziata...." Se fossi un uomo vi sposerei siete bellissima, dite il vero Ingrid ma questo deve essere un gioco fatto molto bene...nell'armadio avete un vestito simile a quello che ha indossato la Dama Misteriosa, ricordate ?...vi rimproverai perche' non vi eravate accorta che la stoffa era simile, tenetevi pronta Ingrid..perche' appena avro' abbandonato la Signora io tornero' alla taverna, siamo di giorno e tutti sono intenti a riordinare le stanze a far la spesa e a preparare da mangiare, questo ci aiutera'.....se rientrando vedo qualcuno in sala...urlero' che mi hanno derubata dei pacchetti.....nel trambusto scenderete i pochi gradini che ci dividono dal pian terreno...infondo voi essendo mia zia...starete avanti e quindi avrete varcato la soglia e io mentre lo sto per fare vengo derubata.....nel caos, nessuno si accorgera'.....il vestito poi sara' quello che tutti hanno visto quando siamo uscite...."......quattro occhi increduli mi stavano fissando, Ingrid non svenne solo per non lasciarmi qualche secondo con lo sconosciuto e lo sconosciuto....non sapeva cosa pensare, aveva il volto di chi si fosse accorto che quel famoso Belzebu' nominato da lui prima...fosse vero....." Insomma.....un po' di coraggio, avete un modo differente ?....accetto ogni altra soluzione....".....in realta' l'animo ha sempre una discussione intima col cuore lasciando fuori la mente e io sentivo che stavo rischiando grosso....ma avevo voluto salvare quel tizzio.....accidenti a me e i pensieri buonisti....mi lasciai cadere su una sedia...aspettando l'esito della loro decisione
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10-10-2012, 10.24.13 | #236 |
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Il compito a me assegnatomi dissi è stato portato a termine dissi guardando il capitano però vi devo dire che non a chisto nulla ne chi ero a preso la lettera e il formaggio ed è rientrata subito in casa continuai a dire e aspettai una sua parola
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fabrizio |
10-10-2012, 16.47.52 | #237 |
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Odette uscì dalla stanza..per poco mancava scoprisse il libricino.
Alzai il cuscino e lo riaprii. alla pagina rimasta..cosa era quella isoletta e come si chiamava? Nei miei pensieri mi pentii di non aver donato il manoscritt a quel vecchio mozzo che tanta gentilezza mi mostrò.. dovevo andare a cercarlo al molo l'indomani mattina prima si imbarcasse di nuovo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-10-2012, 19.20.27 | #238 |
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Mi ritenevo piuttosto soddisfatta di come Fhael l'aveva fatta pagare all'uomo del negozio; avevo capito che a volte con le parole si può ottenere di più che con i pugni..
Usciti dal negozio, all'occhiolino del simpatico portoghese non potei fare a meno di risponderli con un'occhiata divertita e complice, prima di entrare nel nuovo negozio.
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10-10-2012, 19.34.58 | #239 |
Disattivato
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La osservai attentamente. Sapevo che i pirati non avevano regole, ma quel comportamento mi sembrava eccessivo. Ma quando vidi come la prendeva il capitano mi irrigidii.
Non avrei permesso ad un uomo di trattarmi in quel modo nemmeno tra un milione di anni. "Posso avere una birra?" Dissi a Boyuke che era ancora accanto a me. Mi lasciai andare su uno scranno. Era inutile tentare di scappare, non sapevo nemmeno dove fossi. Qualcuno mi passò una bottiglia di rum, la allontanai con una mano. "Possibile che non abbiate della birra in questa lercia isola? Pagatela coi soldi che erano nel mio borsello." Continuai, sempre rivolta a Boyuke: "per favore... Dovrò pur impiegare il tempo mentre voi intrattenete quelle belle signore" Bonfonchiò qualcosa che non compresi, ma tornò dal bancone con una pinta di birra. Ne bevvi un lungo sorso e poi mi aggrappai ad essa, come fosse la mia ultima speranza. Non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Dydas. E la birra, di sa, trova la strada tra i ricordi. "Clio! Sei tornata.. " Lui la vide riaffiorare dall'alto pendio, a piedi, col cavallo tenuto per le briglie. Avanzava piano, come se camminare le costasse fatica infinita. Corse a perdifiato verso di lei, quando fu più vicino vide che indossava un'uniforme da soldato. Lei lo vide e accelerò il passo. Com'era bello buttarsi tra le sue braccia, era lui la sua pace. "Oh, amor mio.. Sono a casa..perdonami non ho potuto avvertiti, un'imboscata olandese.. Gliel'abbiamo fatta pagare cara" prendeva fiato ad ogni parola, mentre lo stringeva, incurante del sangue e del fango di cui era ricoperta. Lui la guardò :" e hai dovuto combattere anche tu? Insomma, sei sempre una donna!" Clio gli allontanò un ciuffo ribelle dagli occhi :" Non una donna qualunque, però!" "No, la mia vita, il mio amore... La mia futura sposa" disse lui cingendola con le braccia "Ma.. È sangue quello che hai addosso?" Continuò lui inorridito. "Che domande, non ti aspetterai che mi lavi insieme ai soldati, vero?" E sorride vedendolo arrossire. Lo buttò sull'erba e si stese accanto a lui. "Come fai ad amare una come me? Proprio tu, che a stento porteresti un'arma, anche solo per difenderti?" sospirò Clio osservandolo dolcemente. Lui si dimenticò del sangue e la prese tra le braccia. " Continuerei ad amarti anche se perdessi un occhio, una gamba, o se qualcuno ti tagliasse il viso da parte a parte" Sorridevo sognante, non riuscivo a trovare ricordo più dolce in quel momento sciagurato. Ma mentre prendevo il boccale , pregustando un altro sorso, mi accorsi che qualcuno mi stava fissando. Non era uno della ciurma di capitan Ciuff, ma un uomo piuttosto vecchio che se ne stava in un angolo remoto. Ricambiai il suo sguardo, e mi accorsi che non vi era bramosia , desiderio o disprezzo, mi scrutava come se stesse cercando qualcosa in me. Qualcosa di familiare. Strizzai gli occhi, potevo averlo già visto da qualche parte? Sulla Moeder Recht magari? No, sebbene quei tratti non mi fossero nuovi, non riuscii a rammentare dove li avevo già visti. Infondo, pensai, eravamo ai confini del mondo, come potevo imbattermi in qualcuno di mia conoscenza? Poi lui alzò il boccale, che solo allora mi accorsi essere uguale al mio, in segno di saluto e augurio. Ricambiai con un sorriso. |
10-10-2012, 19.39.05 | #240 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Entrarono così in quella piccola sartoria e subito il suo interno colpì la giovane Cheyenne.
Vi erano infatti tessuti di ogni tipo, stile e colore. Alcuni molto semplici che mettevano in risalto il fondo unico di una particolare tinta, ottenuta come da più giochi e incontri di colori, trattati con modi e rimedi forse sconosciuti per un europeo. Altri, invece, vivaci e dettagliati, con fantasie e motivi particolari, sia geometrici che vegetali. Era così possibile ammirare su splendide porpore, o turchesi, paglierini, lillà, blu, minuziosi richiami di fantasia di ambra, agata, giada, perla uniti con oro e argento. Sete d'Oriente si intrecciavano con richiami di cobalto, smeraldo, onice e zaffiro. Scialli di esotiche tinture e veli di delicato candore ornavano poi abiti di morbido splendore, con capellini alla moda di Praga, di Varsavia, di San Pietroburgo e di altre corti dell'Est Europeo, che sembravano voler sfidare con il loro caratteristico gusto quelli sfarzosi in stile di Francia, d'Austria Ungheria e del regno Spagnolo di Napoli. “Benvenuti...” disse all'improvviso un vecchietto a Cheyenne e a Fhael “... in cosa posso servirvi?” “Non mi ricordi, vecchio Maimot?” Ridendo il portoghese. Il vecchio allora restò a fissarlo con aria meravigliata. “Bontà Divina!” Esclamò ad un tratto. “Siete proprio voi, signor Fhael!” I due si strinsero la mano con sincera allegria. “Non conoscevo questa tua bottega qui.” Disse il portoghese. “Al porto me ne hanno parlato quando ho chiesto tue notizie.” “Come posso aiutarvi?” “Vedi questa bella ragazza?” Indicando Cheyenne. “Ci occorre qualcosa che non sfiguri troppo con la sua esotica bellezza!” Il vecchio annuì e corse nel retro della sua sartoria. Tornò alcuni minuti dopo, portando con sé stoffe di tutti i tipi e colori. “Qual'è il vostro colore preferito?” Chiese alla ragazza. “Avete già qualche idea sul vostro abito?”
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