14-09-2013, 02.40.45 | #231 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non saranno certo i miei impegni” disse Jacopo avvicinandosi di nuovo a Talia “a distrarmi dal preparare un meraviglioso viaggio con mia moglie.” Il suo tono era calmo ed accomodante. “E ho dato ordine ai domestici di servirci la cena nel salotto, visto che fuori l'aria è un po' troppo fresca.”
Trascorse così la sera e poi la notte. Il giorno seguente, quello del ballo, Jacopo uscì molto presto da casa, per poi ritornarvi verso Mezzogiorno. Raggiunse allora sua moglie nella loro stanza. Talia era davanti allo specchio e il capitano dietro di lei. “Per quanto tempo ancora mi terrai su il muso?” Sorridendo. “Forse questa mi sarà da alleata...” e mise al collo della ragazza una preziosa collana “... l'ho presa stamattina appena uscito dalla caserma... credo starà benissimo su quel vestito... ora ti lascio sola... vado a prepararmi... oggi c'è quel ballo...” ed uscì dalla stanza.
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14-09-2013, 03.00.46 | #232 |
Cittadino di Camelot
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Mi svegliai piena di energie quella mattina.
Feci pratica con la mia nuova spada di Clorinda e tirai con l'arco tutto il giorno. Verso pomeriggio feci un bagno veloce. Alla fine del bagno dissi: "Cestia cara, potresti andare da mio zio a dirgli che non mi metto piu' l'abito di Madama Matilde? Vorrei mettere il vestito della mia defunta madre. Le sarebbe piaciuto che lo indossassi per una occasione speciale come questa. E' un vestito semplice da mettere..... me lo metterò da sola, tranquilla". Le sorrisi. Presi da uno scatolone circolare in cuoio il vestito di mia madre. Me lo misi a dosso. Era indescrivibilmente bello. Era un vestito di velluto e di tulle bianco. All' interno della scatola c'era un diadema di diamanti e piume di cigno e una collana. Mi raccolsi i capelli in una crocchia, mi truccai come mi aveva insegnato Cestia e mi misi i gioielli.
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14-09-2013, 12.05.39 | #233 |
Disattivato
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"Non dirlo a me... sai quanto mi annoi durante gli eventi mondani.. però.." dissi, prendendo un pasticcino dal piatto, per poi guardarlo nuovamente "..è il mio primo ballo da semplice invitata.. sarà divertente.. non avrò tutti gli occhi addosso..".
Quando Roberto mi mostrò il libro che stava leggendo tesi la mano verso di lui "..fa vedere.." osservando titolo e autore "..ah, sì.. l'ho letto.." risi "..non guardarmi in quel modo, li ho letti tutti.. non sono così retrograda da leggere solo Cicerone e Tacito.. Devo sempre essere informata su tutto.. anche sulle nuove tendenze politiche..." E gli feci l'occhiolino. Accettai di buon grado l'idea di giocare a scacchi, anche se, come al solito, fu Roberto a vincere. Il pomeriggio e la cena furono davvero deliziosi, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato, parlavamo di mille cose spaziando dai ricordi di momenti passati insieme, a nuove esperienze, a sogni, idee, ma anche politica, o aneddoti divertenti, libri. Era bello poter parlare di ogni cosa, l'unico argomento che entrambi evitammo volentieri fu la guerra e gli ultimi avvenimenti di Crysa. Gliene fui grata, distrarmi mi fece davvero bene. Quasi non mi accorsi dell'ora, quando, infine, Selenia ritornò. La salutai educatamente e rimasi colpita e divertita dalle parole sul ballo e il suo misterioso invitato. Mi chiesi chi fosse, e se si stesse divertendo di quell'attesa che si stava creando intorno al suo nome. Poi, Roberto si alzò, mi diede la buonanotte, e si ritirò con sua moglie. Io e Selenia ci salutammo nuovamente. Restai a guardarli rientrare per lunghi istanti, finchè non sparirono dalla mia vista. Anche io dovevo andare a letto, ormai, ma ero inquieta. Camminai per un po' in giardino, cercando di non pensare a niente. Dopo un po', mi ritirai anche io, tornando nella camera degli ospiti. Mi tolsi il ricco vestito per indossare una semplice veste da camera. Come ogni sera, mi misi davanti alla specchiera e iniziai a spazzolarmi i capelli, di solito non ero io a farlo, ma ogni tanto capitava che volessi restare sola con i miei pensieri. Ultimamente, però, quel rituale di bellezza quotidiano, era diventato terribilmente doloroso. Presi in mano la spazzola, la fissai per un lungo istante, e una calda lacrima mi scese sul viso. Un giro, e poi un altro e un altro ancora. La lunga benda girava intorno al mio corpo, stringendo il petto sempre di più, dopo un po' il seno diventò invisibile. Infondo, pensai con un sorriso, mi stringeva meno di quanto facessero i corpetti all'europea. Riuscivo a respirare, riuscivo a muovermi, era perfetto. Finii di vestirmi: indossai i pantaloni attillati, sgli stivali, la camicia bianca e la giacca dell'uniforme. Era stata di mio fratello, ma ora non gli andava più. Non era uguale a quella dei soldati della Guardia Reale: il falco nero coronato in campo verde e blu, simbolo dei Sartell, era appuntato all'altezza del cuore. Una ciocca di capelli si impigliò in un bottone della giacca, facendomi imprecare. "Maledizione.." mormorai tra i denti. La tolsi e mi guardai allo specchio, vestita di tutto punto, gli stivali, l'uniforme, la spada al fianco, solo i lineamenti del volto mi rendevano ancora una fanciulla. No, pensai, non solo quello. I lunghi capelli ricadevano con ampie onde fin sotto la vita. Erano anni che me ne prendevo cura, anni che tentavo di domare la loro natura ribelle. Non potevo crederci. In un momento, però, capii cosa dovevo fare. La donna dentro di me urlò, imprecò, mi supplicò di non farlo. Non potevo ascoltarla. Così, davanti allo specchio, presi i capelli nella mano sinistra e li scostai dal collo, tenendoli tesi, per quanto potevo. Con l'altra mano, sguaianai la spada e restai lì, immobile, incapace di farlo. Iniziai a respirare forte, cercando in quel respiro la forza che non avevo, calde lacrime mi rigavano il viso, mentre il cuore batteva veloce, sempre di più. Non avevo tempo, non potevo indugiare, mio fratello mi stava aspettando. Stavo per andare a combattere, pensai, e non riuscivo nemmeno a liberarmi dei miei capelli? Non sarei durata nemmeno un minuto. Con un grido disperato, alzai la spada e, con un colpo deciso, tagliai la massa di capelli che la mia mano sinistra tratteneva. La aprii immediatamente, e distolsi lo sguardo per non vedere le ciocche spargersi sul pavimento. Non mi voltai mai, presi il mantello e scesi di sotto, asciugandomi le lacrime. La battaglia di Castel Fiorito mi aveva segnata moltissimo, nel corpo e nell'anima. Gli orrori che avevo visto, la morte, la desolazione, mi tormentavano continuamente e, per quanto si fosse rimarginata ormai, la ferita alla spalla pulsava ogni tanto, anche se, probabilmente, era solo una mia impressione. Sospirai, cercando di concentrarmi sulla spazzola che, ritmicamente, accarezzava i miei capelli. Dopo alcuni minuti, tornarono ad essere lucenti e morbidi, per quanto possibile. Mi stesi sul letto, ma non riuscii a prendere sonno. Non sapevo quale pensiero mi tormentasse di più, se i ricordi degli ultimi drammatici avvenimenti, o la consapevolezza di Roberto e Selenia, l'uno tra le braccia dell'altro. Mi rigirai per molto tempo, completamente sveglia, nonostante la stanchezza. Vederlo sposato mi aveva colpito molto più di quanto pensassi, per un momento, quel pomeriggio, avevo dimenticato ogni cosa. Sapevo che non avrei mai dato a vedere quanto mi pesasse, sapevo che era giusto così, che erano solo sciocchezze da fanciulla. Un giorno sarebbe capitato a me, anche se avevo ormai passato i vent'anni. Sorrisi, non era poi nemmeno così sicuro, visti gli avvenimenti. Andiamo, Clio.. è soltanto Roberto.. ti ha visto col viso paonazzo per la fatica della corsa o cadere nel fango durante le battute di caccia.. è soltanto un amico.. un amico fidato, niente di più.. smettila, adesso.. In un modo o nell'altro, quel pensiero mi calmò e riuscii ad addormentarmi. Fu un sonno tranquillo, senza sogni. Mi svegliai di buon mattino, diedi disposizione perchè mi venisse preparato il bagno, mi lavai e indossai un nuovo abito, scegliendolo sempre dall'armadio della stanza. Restai a guardarli uno a uno per un tempo più lungo del previsto, pensando, da brava dama, quale avrei potuto mettere quella sera, non decisi immediatamente, ma ne presi in considerazione due in particolare, i più sfarzosi ed eleganti. Per la giornata, invece, indossai un semplice abito verde in tinta unita, ma ugualmente elegante. L'ampia scollatura e la fine delle maniche erano ornate da un bianco merletto, come se una maglia ricamata spuntasse da sotto il vestito, lo stretto corpetto, invece era ravvivato da motivi floreali, in cui un'altra tonalità di verde, leggermente più scura, si mescolava a quella principale per dar risalto alla forma di fiori e foglie. Un abito sobrio ma elegante. Acconciai i capelli in modo che non si notasse la loro lunghezza, indossai l'orchidea dei Torel, e uscii, pregustando la colazione. |
14-09-2013, 21.03.37 | #234 |
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" Berrei volentieri ho una sete incredibile, ma sono a digiuno da un po' e Sygma la vedrei doppia........siete gentile comunque......" Guardai anch'io Sygma che si avvicinava sempre di piu' ....e la voglia di libertà....anche se non mi fossi piu' occupata di quel maledetto quadro.......i soldi servivano ma anche la vita aveva un suo valore....e i miei pensieri furono confermati dall'espressione cruda di Monty......guardai di scatto il Capo...." Non mi importa nulla di voi....non voglio mai più sentire nominare il vostro nome.......mi avete promesso la libertà....io vi ho promesso Sygma e l'avete avuta......non so quali sono i vostri progetti....e' questo il mio lasciapassare,nessuno di voi...mi ha detto nulla......."......Ero io la persona mezza nuda con i lividi e senza un soldo, non loro....dove sarei potuta andare.....mi ricordai allora del mio sacco...avevo un cambio sarei andata in qualche Chiesa .... e poi magari qualcuno mi avrebbe dato qualche soldo......e poi da cosa nasce cosa.....volevo solo essere lasciata in pace................Il carro sembrava essere arrivato alle porte della citta'.....
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14-09-2013, 22.57.53 | #235 |
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Indietreggiai un attimo...poi feci cenno loro di ritornare verso la gioielleria che non distava molto.."Ero indecisa e non sapevo quale prendere, perdonate questo comportamento da ragazza ricca e viziata" dissi con rabbia...volevo fuggire e scappare..e poi? Sarei stata braccata da loro perchè sapevo troppe cose oltre che probabilmente pure i miei genitori avevano mandato qualcuno per cercarmi.
Ritornammo di fronte alla gioielleria...coraggio Altea, lo fai in fin di bene e poi magari al ballo potrai conoscere qualcuno che in futuro potrà aiutarti a uscire da questa situazione. Deglutii ed entrai di nuovo..il gioielliere era sempre intento nelle sue faccende...e i gioielli ancora sul bancale, forse non si era nemmeno accorto della mia quasi fuga. Aprii la borsa di velluto che si abbinava al vestito lilla e infilai velocemente la parure con la collana con la preziosa acquamarina, gli orecchini e l'anello abbinati con la stessa pietra e uscii di fretta dicendo..."Grazie mille, ma ci devo pensare". E feci cenno a Azable e Kos di allontanarsi correndo e quando eravamo a debita distanza mostrai dentro la borsetta la refurtiva.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
15-09-2013, 04.02.08 | #236 |
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Mi guardai allo specchio.
Il vestito mi stava giusto ed ero veramente bellissima. A un certo punto, mi ricordai che avevo lasciato la spada di Clorinda su un forziere di legno. La presi e la lucidai con un fazzoletto di lino. Adoravo quella spada e grazie a quella avrei potuto diventare un cavaliere. Ma per diventare cavaliere avrei dovuto scovare ed uccidere Mirabole. Non avevo mai ammazzato un uomo, ma se volevo salvare la città e recuperare il Verziere Fiesolano ne sarei stata costretta. La cosa brutta era che mio zio mi aveva promesso di farmi continuare ad esercitarmi con spada ed arco, però che la storia sul quadro non ci avrebbe mai coinvolto. Forse al ballo avrei conosciuto qualcuno che mi avrebbe aiutata a fermare Mirabole. Riposi la mia spada dentro un cassetto del mio armadio. Poi presi il Libro dei Desideri. Scrissi che desideravo diventare un cavaliere e stare di nuovo con la mia sorellina Kayley. Era da tempo che non la vedevo. Quando la spedirono a studiare nel convento delle suore della carità di Tridentum, aveva solo sei anni. (sopra mia sorella Kayley) Mentre io (avevo undici anni) rimasi a studiare a Camelot. Lei era l'unica amica che avevo. Piansi amaramente quando andò via, ma per fortuna ci tenevamo in contatto grazie alle lettere che ci scrivevamo. Ormai erano passati quattro o cinque anni.
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16-09-2013, 01.25.46 | #237 |
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Azable aprì la borsa di Altea ed i suoi occhi si accesero nel vedere i gioielli che lei aveva rubato in quella gioielleria.
“Eccellente...” disse sorridendo il barone “... eccellente, milady... al ballo sarete ammirata ed invidiata come una regina...” I tre allora ritornarono in albergo, dove trovarono ad attenderli, insieme al professor Mundos, anche Mussan. “Novità?” Fissandolo Azable. “Certo, barone.” Sorridendo lo spadaccino. “Allora?” Fece il barone. “Ecco i vostri inviti, capo.” Disse Mussan dando al barone due lettere sigillate. Azable le prese e le guardò con attenzione. “Sono gli inviti recapitati ad un certo messer Lorenzo Valieri e a sua moglie Sveva d'Istria.” Compiaciuto il barone. “Ottimo lavoro, Mussan. E dimmi... cosa ne hai fatto dei legittimi proprietari di questi inviti? Così, solo a titolo di informazione...” “Di sicuro non si presenteranno al ballo!” Esclamò lo spadaccino, per poi ridere forte. “Allora” rivolgendosi Azable ad Altea “non ci resta che prepararci, recarci a quel ballo e impersonare messer Valieri e sua moglie milady. Sarete bellissima.” E verso il tardo pomeriggio si recarono al palazzo del banchiere Accio.
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16-09-2013, 01.32.09 | #238 |
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Clio così raggiunse Roberto e Selenia per la colazione.
La donna non faceva altro che parlare della festa, di tutti i suoi invitati, non dando però più di tanto importanza al misterioso Altafonte, con Roberto che di tanto in tanto lanciava divertite occhiate a Clio per l'eccitazione di sua moglie riguardo alla festa. La mattinata e poi il primo meriggio trascorsero in fretta, tra i preparativi e l'attesa per il ballo. Infine, nel tardo pomeriggio, lasciarono il palazzo per raggiungere la residenza degli Accio
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16-09-2013, 01.56.39 | #239 |
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Il carro era ormai giunto in città.
“Silenzio.” Disse il capo a Monty. “Sono io che decido qui. E spetta a me capire cosa è giusto e cosa non lo è.” Allora scrutò un po' la situazione intorno a loro. “Dobbiamo trovare un luogo dove rifugiarci.” Fece ai suoi. “Appena lo troveremo” rivolgendosi poi ad Elisabeth “come pattuito vi lascerò andare. Come vi ho detto, io mantengo sempre la mia parola. E nessun giudice potrà mai togliermela.” “Dove possiamo mai nasconderci, capo?” Chiese Monty. “Siamo vestiti da monaci, no?” Mormorò il capo. “Sfrutteremo dunque i nostri abiti. Dobbiamo trovare un convento in cui nasconderci.” E dalla strada videro proprio un convento che sorgeva sulle colline che circondavano la città.
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16-09-2013, 02.13.36 | #240 |
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I miei occhi fissavano, attraverso lo specchio, Jacopo che era in piedi dietro di me. Fissarono lui, per poi spostarsi sul gioiello che mi mise al collo... ne ero quasi stupita...
Jacopo era stato sempre convinto che avrebbe facilmente potuto appianare ogni incomprensione ed ogni discussione con un regalo... e poi era cosciente di essere stato duro, e più il regalo era ricco e opulento... e questa volta quella collana era veramente sfavillante. Lui, tuttavia, non attese la mia reazione... probabilmente, pensai, non voleva aspettarla, voleva che essa maturasse mentre ero sola. In silenzio, dunque, lo guardai uscire dalla stanza... Il resto del pomeriggio passò fin troppo in fretta: ebbi appena il tempo per un piccolo momento per me prima che la mia anziana governante si presentasse da me con due giovani cameriere ed iniziasse a dare disposizioni per la festa... Le tre donne, dunque, mi spazzolarono a lungo i capelli, mi pettinarono, scelsero per me i gioielli più belli ed un sottile diadema d’oro e argento, presero dall’appendiabiti il mio nuovissimo abito, quello che con tanta cura madama Lucia mi aveva confezionato con quella stoffa finemente ricamata... Lo indossai con somma soddisfazione, presi la stola madreperla che la sarta mi aveva preparato insieme, ed un paio d’ore più tardi ero pronta a scendere.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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