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18-10-2010, 20.50.41 | #241 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Nel frattempo, in un altro uogo del bosco, Icarion ed Empi avevano scoperto i corpi trucidati dei due cavalieri di Belven.
Il giovane principe li fissava stravolto, incapace anche solo di parlare. L'eroico e romantico volto della cavalleria d'incanto, ai suoi ingenui occhi, era svanito, per cedere il posto all'orrore di quella scena. Quella barbarie l'aveva traumatizzato. "Sono..." balbettò "... erano dei... cavalieri... e hanno fatto... questa triste fine..." Fissò allora Empi con gli occhi lucidi, intrisi di tenere e dolorose lacrime. "Io... credevo... che un cavaliere fosse invincibile... invece..." Ed il silenzio del bosco fu rotto dal nitrito di Febo, che si diffuse nell'aria ancora scossa da quell'orrore avvenuto poco prima.
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18-10-2010, 21.00.28 | #242 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, nel palazzo reale di Cartignone tutto era pronto per la spedizione voluta da Belven.
"Ci siamo tutti?" Chiese al suo luogotenente. "Mancano 5 dei nostri... Llamrei, Morven, Cavaliere25, Garaden e Milos." "Garaden e Milos li ho inviati io stesso a seguire proprio Llamrei che era uscita da sola..." disse Belven "... strano che non siano ancora tornati..." "Cosa facciamo, milord?" "Usciamo ora. Non sono per niente tranquillo." Rispose Belven, visibilmente preoccupato.
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18-10-2010, 22.07.29 | #243 |
Dama
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Un dolore lacinante mi stava attanagliando la nuca...non sentivo più i polsi....e la vista era annebbiata.
quando pian piano realizzai dove ero....capii che non avrei avuto la possibilità di fuggire. Disperarsi era inutile...urlare lo stesso. L'unica cosa che potevo fare era quella di pensare alla mia compagna di ventura...pensare intensamente da far giungere la mia richiesta di aiuto a lei. Allora la invocai..."Elis!!Elis!!! sono in pericolo! Aiutami ti prego!!!" Già in passato questa nostra alchimia ci aveva aiutate: il profondo legame di amicizia ci aveva salvato in altre circostanze....speravo che l'energia non si fosse esaurita proprio ora... |
18-10-2010, 22.24.57 | #244 |
Cittadino di Camelot
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<lo sguardo liquido della fata si posò sul viso di Icarion e in esso lesse tutta la sua delusione. Ipnotizzata da quelle lacrime che vedeva scivolare sul volto del principe cercava parole di conforto che non conosceva. Anche lei aveva versato quelle lacrime un tempo, anche lei aveva sperimentato il rammarico di scoprire che gli umani, in tutto il loro splendore, avevano un lato oscuro estremamente crudele> C’è qualcosa che gli umani hanno di invincibile, qualcosa che permane anche quando il loro soffio vitale è estinto <parlava lentamente la fata mentre con le mani asciugava le lacrime di Icarion> ma lo scoprirete da solo <sorrise dolcemente, poi prese la sua mano e lentamente si avviò verso Febo>
Andiamo ora, dobbiamo ancora cercare quel vostro cavaliere <lo disse per distrarlo o forse perché in fondo attendeva anch’ella di incontrare l’umano scelto dalla Terra per realizzare il suo disegno> Ho sentito un richiamo d’aiuto provenire da quella parte del bosco <indicò il fitto sottobosco che si stagliava poco distante, buio e cupo, dove le foglie attutivano i raggi solari>
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18-10-2010, 22.59.26 | #245 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai le parole del Domenicano, non era la verita' che diceva.......gli uomini tendevano a cercare cio' che si celava sotto i loro occhi........uscii piano piano dalla sala...mentre tutti si stavano preparando per mettersi alla ricerca, qualcosa mi fece uscire dal palazzo.......non riuscivo a comprendere come il mio corpo si muovesse senza che io riuscissi a formulare neanche un pensiero..come un automa andai nelle stalle e presi il mio cavallo.....solo quando fui in sella....mi resi conto che llamrei gridava il mio nome......lo sentivo con le orecchie........il cuore prese a martellarmi in petto...quando mi accorsi che ero entrata nella foresta.........un ordore particolare mi arrivo' alle narici...era la linfa delle piante...era la terra umida.....era tornare a casa......penetrai all' interno della foresta e cominciai a mettermi in ascolto......continuavo a sentirla.........mi avvolse un freddo umido.....l'odore era sempre piu' pungente....e la luce piu' rara, quel luogo era vivo.....pulsava e piccole sorgenti di luce si fermava davanti al mio cavallo, per sfrecciare all'improvviso in varie direzioni..........un battito d'ali sembro' accarezzare il mio viso..........ebbi una forte emozione, fu solo un attimo......mi fermai ......." Perdonatemi creature del bosco....non voglio profanare il suolo sacro...ma un'amica chiede il mio aiuto....io devo trovarla...e anche se il mio cuore non e' puro..abbiate pieta' per un umile cavaliere...e segnate la mia strada "
Ultima modifica di elisabeth : 18-10-2010 alle ore 23.27.14. |
18-10-2010, 23.14.11 | #246 |
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<Empi si fermo dinnanzi a Febo come scossa da un arcano richiamo. Udì la voce di Elisabeth e l’energia che circondava il suo corpo brillò d’un verde intenso. La Terra, la Madre di ogni creatura pulsava in lei.> Che la forza della Terra guidi i tuoi passi <esclamò con voce nuova e antica allo stesso tempo. Allargò le braccia e dai palmi aperti una sottile brezza si sprigionò creando un vortice di foglie che rimase per un attimo sospeso nell’aria per poi formare una linea a mezz’aria, ordinata e retta, quasi una strada. Empi osservò le foglie disposte dal vento e lo sguardo si perse in un punto preciso della boscaglia, laddove il verde era più fitto. La Terra aveva compiuto la sua scelta>
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18-10-2010, 23.34.08 | #247 |
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Un soffio di vita penetro' i pori della mia pelle....rivoli di acqua....rigavano il mio viso...l'umidita' del bosco purificava le mie membra.......ogni cosa assunse un senso, le foglie presero la loro forma.....la via mi si paro' davanti...un sentiero.....si perdeva nell'eco del tempo.....una via antica portava al centro del bosco....." Non so chi siete.....ma fate di me un cavaliere prediletto..."...scesi da cavallo....e mi inginocchiai sulla nuda terra ..il mio mantello si allargava ampio aiutato dal vento...la terra presi nel pugno della mia mano......e sfregai le mie mani......non era di terra che le stavo sporcando........ma della vita da cui nasceva la vita......ora avrei preso la strada giusta...risalii a cavallo e lentamente mi avviai per la via tracciata dalle fate
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18-10-2010, 23.42.57 | #248 |
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<Empi rimase a guardare Elisabeth e ogni suo gesto, silente e ammirata. Lo sguardo si posò sul suo mantello mentre ella s’inginocchiava sulla nuda Terra… la croce attrasse la sua attenzione> L’antico e il nuovo dovranno ritrovarsi <Empi ripetè, poi consapevole della presenza di Icarion che l’attendeva su Febo, lasciò svanire i suoi pensieri e montò sul destriero>
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19-10-2010, 01.24.05 | #249 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quella cella era buia, umida e maleodorante.
Si respirava un odore di marcio, di putrido, come se in quel luogo stesse marcendo qualcosa. Le catene erano strette e massicce e Llamrei sapeva che non sarebbe mai riuscita a forzarle. Da lontano si udiva sempre quella ossessiva litania, recitata da tante voci sovrapposte. Un lieve chiarore giungeva dall'alto, dove presumibilmente vi era qualche apertura. Ad un tratto la litania cessò ed un'irreale silenzio avvolse la cella di Llamrei. Ed allora la donna cominciò a sentire qualcosa. Una specie di lamento soffuso, soffocato e solo a stento percepibile. Llamrei cercò di capire da dove provenisse. Era vicino. Poteva quasi avvertire il lieve respiro che accompagnava quel lamento. La donna comprese allora che era molto vicino. In quel momento udì dei passi. Un attimo dopo una luce illuminò il soffitto della cella, dove vi era l'unica apertura. Tre uomini, simili a quello ucciso da Guisgard e portato alla corte di Frigoros, si affacciarono da quell'apertura. Uno di loro aveva una torcia. La cella allora si illuminò per un istante, abbastanza da permettere a Llamrei di voltarsi, attirata di nuovo da quel lamento soffocato e vedere uno spettacolo raccapricciante. Una giovane, irriconoscibile, era legata a pochi passi da lei. Aveva il corpo martoriato in ogni parte, senza più pelle in molti punti a rivestirlo, mentre ancora la carne pulsava sanguinante senza più protezione. Il volto era celato da una fascia di pelle, mentre la bocca era chiusa con spilli e chiodi. La digraziata giovane cercò di allungare la mano verso Llamrei, ma le catene erano troppo pesanti, mentre dall'apertura sul soffitto si udivano le sadiche risate dei tre uomini con la torcia.
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19-10-2010, 01.56.35 | #250 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fuori nel bosco, Empi e Icarion avevano visto Elisabeth.
La donna era sul suo cavallo e seguiva quelle sconosciute e primordiali forze che la guidavano. Ma cosa può essere più antico e primordiale del male assoluto? Solo il bene. Ma il bene in quel bosco sembrava essere svanito. Lamenti, echi, voci sembravano giungere alle orecchie di Elisabeth. Ma il vento pareva disperderle nell'aria. Un attimo dopo Elisabeth sembrava essersi persa in quella folta e verdeggiante prigione. "Quella voce..." disse Icarion ad Empi "... sembra essersi zittita... e quella donna cavaliere" indicando Elisabeth "ha smarrito ogni traccia... che posto è mai questo?" Chiese ad Empi. Anche Empi non avvertì più nessun richiamo e nessuna voce. La voce della Terra, antica madre di un mondo lontano, sembrava essere svanita, insieme alla luce ed all'ordine che dovevano reggere quel luogo.
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