16-09-2013, 02.23.06 | #241 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eilonwy si preparò così per l'atteso ballo.
Il suo abito, appartenuto a sua madre, era meraviglioso, i gioielli impreziosivano la sua solare figura e c'era qualcosa in lei, forse la fanciullesca impazienza per quell'evento, unita alla giovane età e alla bellezza che rendevano la sua immagine più luminosa che mai. Oramai tutto era pronto e la festa stava per cominciare. Poco dopo giunsero i primi invitati.
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16-09-2013, 02.42.52 | #242 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Talia era pronta.
Scese con quel suo abito, i gioielli e la stola madreperla, apparendo così davanti a Jacopo. Descriveremo in seguito l'abito indossato dalla ragazza e che ella portava con una grazia ed una sicurezza non comuni. Jacopo invece indossava la sua uniforme militare, di colore rosso, bianco e nero, il Giglio Dorato ricamato sul petto, rifinito in viola e la lunga spada da parata che pendeva dalla sua cintura. Salirono allora sulla loro carrozza e raggiunsero il Palazzo degli Accio.
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16-09-2013, 03.43.22 | #243 |
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Capitolo III: Nostos
“Oreste: <<Sembrando uno straniero, con i bagagli al completo, arriverò con quest'uomo alla porta del magaron, con Pilade; lui è ospite ed alleato del palazzo; parleremo entrambi l'idioma del Parnasso, imitando il suono del dialetto focese.>>” (Eschilo, Orestea) Era giunto il giorno del ballo al palazzo degli Accio. In un crepuscolo ormai morente si apprestavano a prendere forma le fattezze di una sera bellissima, fatta di profumi e suoni, giochi e sogni, scintillii e bagliori. Il cortile del palazzo era ampio, adorno di statue antiche ed alti alberi che si innalzavano sotto un cielo chiaro, in cui, come leggere increspature sull'acqua limpida, scivolavano via le ultime nuvole, scoprendo una volta celeste trapuntata di stelle d'argento che pian piano stavano cominciando ad accendersi su quell'infinito manto. Lentamente e quasi con regolarità si illuminavano uno ad uno i viali che conducevano al vasto giardino, mirabilmente curato attorno ad una grande fontana di marmo, dalla quale guizzavano getti d'acqua colorata, per generare riverberi screziati alla luminosità delle lampade sistemate fra i rami degli alberi. Nelle due sale al pianterreno fervevano i primi balli al suono dei musici. Candele profumate poi, con fiori e tovaglioli colorati abbellivano i tavoli destinati ad accogliere gli invitati per la cena. Verso sera inoltrata erano già giunti tutti gli invitati. Tra cui il capitano della Guardia Reale Jacopo de' Gufoni con sua moglie Talia, il conte Roberto Fiosari con la consorte Selenia e Clio, il viceprocuratore del re Simone Missani. E tra gli invitati, celati da false identità, vi erano anche Azable ed Altea. Così la festa cominciò, tra lusso e frivolezze. Nicolò, padrone di casa, presentò allora subito ai suoi invitati la debuttante nell'alta società Sygmese: la giovane Eilonwy. E in una delle due sale, alcuni giovani avevano aperto una discussione, attirando l'attenzione di gran parte dei convitati. “Allora” disse uno di quei giovani del tutto imbevuti dei nuovi valori della società borghese “è il Crocifisso l'equivoco di tutto. Vederne uno o più di uno in una chiesa va anche bene, diciamo così...” sorridendo “... ma trovarne uno in ogni ufficio pubblico, in luoghi come una caserma o una scuola, posti cioè aperti a tutti, religiosi e non, credo sia un atto di profonda ingiustizia per il diritto che ogni uomo ha di credere in ciò che sente.” “Più che un'ingiustizia” replicò uno altro di quei giovani “direi che è un atto di propaganda dei chierici. Dopotutto non dimenticate che se l'Italia non divenne un forte ed unito regno sotto i Longobardi, fu a causa della Chiesa Romana che chiamò i Franchi, indirizzando la sorte di quella terra a restare in balia di staterelli deboli e tirannici.” Gli altri annuirono convinti. “E trovo inutile dunque” continuò il giovane “tentare di far valere l'idea, del tutto antistorica oggigiorno, volta a favoleggiare le presunte basi Cristiane della nostra civiltà.” “Massi!” Esclamò un altro ancora di quelli, del tutto infervorato dalla piega che la discussione aveva preso. “Che si tolgano i Crocifissi dalle pareti di ogni ufficio pubblico, così che nessuno possa più affermare che il nostro Occidente è sorto sul Pensiero Cristiano!” “In verità” una voce all'improvviso “servirebbe a poco, temo. Un Simbolo resta tale e non può avere la forza delle idee se non scuote gli animi. Consiglierei piuttosto di eliminare dai libri e dai programmi scolastici lo studio di autori come Boezio, Cassiodoro, Dante Alighieri, Pietro Abelardo, Gian Battista Vico e di artisti quali Giotto, Michelangelo... così da estirpare davvero ogni frammento del Pensiero Cristiano dalla nostra civiltà. Cosa resterà poi della nostra cultura proprio non so, ma almeno ce ne saranno grati gli studenti. Quelli più svogliati perlomeno.” Tutti si voltarono verso quella voce. “Il Cavaliere di Altafonte.” Annunciò il servitore sulla porta. E colui che aveva parlato fino ad un attimo prima di quell'annuncio comparve nella sala.
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16-09-2013, 11.29.09 | #244 |
Disattivato
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Alla fine, misi l'abito blu, il mio colore preferito.
Era davvero bellissimo, con gli inserti in seta bianca che rischiaravano il colore scuro, il corpetto coperto di piccole pietre preziose che disegnavano motivi geometrici, giustificando con il loro luccichio l'assenza di una collana preziosa al mio collo. Non avevo il mio splendido zaffiro, ma, probabilmente, sarebbe stato perfino troppo. Le maniche a tre quarti e la scollatura erano rifinite da un merletto, dello stesso tessuto ricamato di cui era fatta l'ampia sottogonna. Mi guardai allo specchio, non sarei stata la dama più elegante o sontuosa, ma lo scopo non era quello. Mentre mi acconciavo i capelli, notai con piacere che i miei occhi venivano ravvivati dalle pietre nel corpetto. Lasciai che una ciocca ordinata mi scendesse sul viso, raccolsi tutti gli altri attorno ad un nastro blu. Dopo qualche rifinitura ero davvero pronta. Scesi nell'ampia sala, salutai Roberto e Selenia, osservando lo sfarzo dei loro abiti con un sorriso. Poco dopo, partimmo alla volta del ballo. Scesi dalla carrozza, davanti alla residenza del banchiere, chiusi gli occhi per un momento. Quando li riaprii ero un'altra persona, lo sguardo vivace, il sorriso malizioso e irriverente, lasciarono il posto a uno sguardo altero, distante e a un sorriso di circostanza. Quando fummo annunciati, con mio grande sollievo, non conoscendo il mio nome, si limitarono a presentarmi come la cugina di Roberto. Mi guardai attorno, osservando le dame riccamente vestite e gli uomini che discutevano. Nessuno badava a me, pensai con un sorriso, nessuno osservava attentamente com'ero vestita, i giovani non facevano la fila per invitarmi, le dame non facevano a gara per raccontarmi pettegolezzi di cui non mi importava. Era come un sogno, come se un grande peso fosse stato tolto dalle mie spalle. La nipote del banchiere era davvero stupenda, con quell'abito che ravvivava piacevolmente la sua giovane età. Il tempo passò, in quel lussuoso ozio, quando le voci di alcuni giovani attirarono la mia attenzione, ma non appena compresi di cosa parlavano, alzai gli occhi al cielo e mi allontanai. Era la prima volta che desideravo ardentemente parlare di frivolezze, e non di altro. Ma quando l'araldo annunciò l'arrivo del cavaliere di Altaforte, mi voltai incuriosita ad osservare il misterioso invitato di cui aveva parlato Selenia. Gli sorrisi e continuai ad allontanarmi da lì. Cercai Roberto con lo sguardo, ma mi accorsi che stava parlando con alcuni uomini. Lo salutai con un cenno del capo, e per un momento abbandonai la mia compostezza per lanciargli un'occhiata divertita. Raggiunsi poi una finestra che dava sul giardino, e restai lì, defilata, ad osservare i giochi d'acqua della fontana. |
16-09-2013, 17.57.41 | #245 |
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Oltrepassavo quel giardino da favola ripetendomi...Sveva d' Istria..ricordati non ti chiami Altea.
Mi guardavo attorno, vi erano blasonati e borghesi arricchiti, più di tanto non mi sentivo a disagio poichè non era per me la prima volta certo che mi trovavo in feste come quelle. Indossavo un vestito color crema e bianco e spiccavano i gioielli...rubati..che parola dolorosa. Si sentivano le parole di alcuni giovani su politica e religione...non capivo molto che intendevano dire..quando dalla porta qualcuno ribattè, mi voltai di scatto e vidi quell' uomo che fu annunciato.."Cavaliere d'Altafonte". Era lui...deglutii guardandolo..e non era un anziano come avevo pensato. Lo osservai e un pensiero tremendo mi venne in mente...il capo delle sue guardie..speravo non fosse presente o mi avrebbe riconosciuto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-09-2013, 20.28.46 | #246 |
Cittadino di Camelot
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Le parole del Capo furono solenni come colui che non avrebbe sopportato udire nulla...nulla che non il proprio pensiero.....non riuscivo a comprendere cosa non lo legasse a quei due.....eppure facevano parte della stessa banda...e si erano macchiati tutti di orribili crimini........il Convento...c'era Padre Teodoro......era con'fratello di Padre Anselmo.....stavo coinvolgendo in questa situazione un'intera comunità...questi erano assassini........" Mi avevate assicurato che sarei scesa qui..in città...siete stato portato a destinazione .....Sygma.....perchè un convento..per fare altre vittime ?......o per continuare a rimanere sordomuti.......il problema che i vostri complici ridono e sguaiatamente...e i Frati non lo fanno........ma se volete entrare con la forza io non vi servo a nulla....minacciate, puntate loro coltelli...o altro ancora.......siete bravissimi in questo......"...le parole servivano a poco...il carro andava sembrava che una forza al di fuori della mia volontà andasse per i fatti suoi.....il convento..la collina e ill grande portone in legno.........guardando il Capo.....se volete, fate l'unica persona in possesso della voce......io ho i vestiti laceri e il volto tumefatto...dite loro che mi avete trovato sulla strada e mi avete raccolto....chiederò di Padre Teodoro......e farò in modo che abbiate accoglienza, ma non fate del male a nessuno.....per il buon gusto di uccidere...non si scampa...alla volonta' di Dio...."....rimasi cosi' sul carrò.......attesi ogni decisione.......ormai ero solo una fonte di bugie..enormi...altro che confessione......
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16-09-2013, 20.41.16 | #247 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio si era defilata ed osservava quasi in disparte il resto degli invitati.
Vi erano maschere e parodie di infiniti tipi. L'umanità poteva assumere davvero tratti farseschi, persino grotteschi, quando ogni valore ed ideale abbandona i loro animi. E così, come le immagini del gioco, il Mercante in Fiera, che i valletti avevano preparato per deliziare alcuni degli ospiti degli Accio, i volti degli ospiti divenivano simili a caricature, quasi scimmiottando quelle figure illustrate dalle carte. Ad un tratto Roberto si avvicinò a lei. “Ci è andata bene, dai...” disse sbuffando “... ci siamo sorbiti solo l'inizio di quella discussione pseudo religiosa... poi, a quanto pare, l'arrivo di quel cavaliere ha spento l'ardore di quei tipi...” Ma proprio in quel momento arrivarono ad interromperli Selenia ed un altro degli invitati. “Clio cara...” Selenia a Clio con un grosso sorriso di circostanza “... ma dov'eri finita? Lascia che ti presenti un uomo molto importate... che ha tanto insistito per conoscerti... il viceprocuratore del re, messer Simone Missani.” “E' un onore per me...” sfiorandole piano la mano con la bocca Simone “... lady Selenia e suo marito il conte sono persone squisite, dunque conoscere la loro famiglia è sempre un piacere...” i suoi modi erano pacati ed educati, ma i suoi occhi erano invece ardenti, puntati in quelli di Clio, tradendo una strana luce che metteva a disagio la ragazza di Crysa. “Clio è una di famiglia ormai.” Sorridendo Selenia. Cominciò a suonare il primo valzer e già alcune coppie presero posto per il ballo. “Ahimè, sono solo a questa festa” fece Simone “e temo che un uomo come me, ligio alla tranquillità ed al lavoro, finirà per risultare noioso a molte delle dame qui. Posso dunque chiedervi l'onore di questo ballo? Non negatemelo, vi prego... farete un'opera buona per un'anima in pena e solitaria...” mostrando un inchino col capo. “Ma certo!” Esclamò Selenia. “Certo che la nostra Clio ballerà con voi!” E guardò la ragazza in attesa di un suo si.
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16-09-2013, 20.49.31 | #248 |
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"Ben detto Cavaliere d'Altafonte, della nostra cultura non ci rimarrebbe niente.
E poi dovremo essere invece fieri di quei poeti e artisti che abbiamo, dato che tutta l'Europa c'è l'invidia" dissi con un fuoco freddo negli occhi. Che razza di assurdità. Togliere Dante, Giotto e Michelangelo. Con un sorriso dolce, mi rivolsi a lui: "Benvenuto Cavaliere d'Altafonte. Sono felice che ci deliziate con la vostra presenza". Feci un inchino.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
16-09-2013, 20.50.38 | #249 |
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Altea si guardava intorno, quando le si avvicinò Azable.
“Siamo qui per uno scopo preciso, milady...” disse il barone “... dobbiamo raccogliere informazioni sul quadro... il Verziere Fiesolano... date un'occhiata in giro... origliate ad ogni discussione... tra questi idioti ci sarà qualcuno che non parli solo di politica mischiata a religione... avanti, datevi da fare...” e si mischiò tra la folla. Un attimo dopo, però, la baronessa sentì per caso una conversazione tra alcuni uomini e il capitano Jacopo. “Come pensate di proteggere il quadro, capitano?” Chiese uno di quelli al militare. “Santa Felicita” rispose Jacopo “è ben sorvegliata. Due uomini sono fissi a montare la guardia alla cappellina dove si trova il dipinto, mentre all'esterno un manipolo di soldati controlla ogni strada che da accesso alla chiesa.” “Ma esiste davvero quel ladro?” Domandò un altro. “Quel... come si chiama? Ah, si... Mirabole.” “Messere...” sorridendo Jacopo “... nessun ladro perderebbe il vantaggio di colpire di sorpresa, senza essere atteso...” “Dunque ritenete sia solo uno scherzo?” “Affatto.” Scuotendo il capo il capitano. “Sono convinto che esista davvero qualcuno intenzionato ad avere quel quadro... ma non si tratta certo di un personaggio pittoresco, come uscito da un romanzo, come lo si vuol immaginare.”
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16-09-2013, 21.00.04 | #250 |
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Mi guardavo attorno...quanta folla e non conoscevo nessuno..guardavo la festeggiata...davvero una ragazza deliziosa e di modi fini.
Poi vidi un uomo dai tratti scuri, pure il suo sguardo era cupo, mi soffermai ad assaggiare alcune tartine e udii i suoi discorsi sul quadro...quindi era ben sorvegliato..e quel Mirabole..ma del resto non erano affari miei e non avrei detto nulla ad Azable pensai sorridendo. Non ero qui per essere sua complice...mi guardavo attorno e camminavo sola, un pò mi sentivo a disagio poichè non conoscevo nessuno e nessuno si avvicinava a parlare con me. Così mi avvicinai alla festeggiata.."Damigella Eilowny se non sbaglio? Piacere sono milady...Sveva d' Istria" dissi sospirando "vorrei farvi i complimenti per la bella serata, la festa e poi...siete incantevole..vi faccio i miei migliori auguri." E osservavo dove fosse Azable, mi sentivo leggermente fuori luogo.
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