25-06-2012, 19.08.35 | #2541 |
Cittadino di Camelot
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I mercanti allungarono il percorso del viaggio verso Tylesia per recarsi da un loro fornitore.
Durante la fermata, in seguito ad una raccomandazione di Parsifal, decisi che avrei camminato un po' per sgranchirmi le gambe assieme a Redentos. Improvvisamente, uno di quei mercanti mi si avvicinò, chiedendomi di far compagnia alla figlia malata. "Certamente" gli dissi, sorridendo "ma preferirei che sir Redentos venisse con me" aggiunsi, poichè dopo tutto ciò che mi aveva detto Parsifal mi era difficile fidarmi completamente di quegli uomini.
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"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
25-06-2012, 20.14.09 | #2542 |
Cittadino di Camelot
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Sentii la duchessa alzarsi ed avviarsi verso la porta, richiudendola poi dietro di sé.
E così, una volta rimasta sola, sospirai e mi lasciai ricadere indietro, con la schiena contro il cuscino soffice. Le parole della duchessa mi volteggiavano in mente... avevo voluto provocarla, avevo voluto farle credere di cadere dalle nuvole con l’intento preciso di farla parlare... ed invece ciò che avevo ottenuto era qualche cosa che non avevo previsto. Le sue parole risvegliarono in me mille ricordi... ricordi dolci e felici di giornate passate nel bosco e di serate sotto le stelle... momenti meravigliosi nei quali avevo udito centinaia di storie... ed ognuna mi era apparsa più bella delle altre, ognuna ogni volta mi era apparsa la più incredibile, la più avventurosa, la più romantica... e Guisgard sorrideva quando lo dicevo, sorrideva e non diceva niente... ed io non avevo mai sapute che cosa pensasse dei miei commenti a quelle sue mille storie diverse. Una nuova ogni sera, una nuova ogni volta che volevo... In quei giorni avevo creduto che quella fosse la felicità perfetta, e che mai sarebbe passata. In quei giorni credevo che non mi avrebbe mai lasciata, che non se ne sarebbe andato mai... Fino al giorno in cui avvenne. Sospirai... ed improvvisamente sentii il mio cuore scivolare verso il basso... Non gli avevo mai chiesto dove fosse stato e che cosa avesse fatto nei dieci anni in cui era mancato dal Casale... non gli avevo mai chiesto se qualche volta avesse desiderato tornare... non gli avevo mai chiesto se mi avesse mai pensata, almeno un po’... Se solo avesse saputo quanto io lo avevo pensato e quanto avevo pregato perché tornasse... quanto avevo sentito la sua mancanza, la mancanze delle sue storie, del suo sorriso, di quel suo modo di farmi sentire sicura... Ed improvvisamente mi accorsi che mi mancava. Improvvisamente mi accorsi che avevo paura adesso... avevo paura perché non era con me, ed avevo paura che se ne andasse di nuovo. Chiusi gli occhi, allora, ed inspirai profondamente, tentando di scacciare quei pensieri... appoggiando la fronte sulle mani e quasi costringendomi ad abbandonarli... E fu con questo vano tentativo che la mia mente, per la prima volta da quando la duchesse era uscita, considerò anche quell’altra idea... Cavalieri, aveva detto la monaca... Cavalieri appena giunti, Cavalieri mandati dal Vescovo... I miei occhi si spalancarono a quell’idea e per molti minuti mi mancò l’aria.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
25-06-2012, 21.13.22 | #2543 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard e Umans risalirono le pendici del monte e raggiunsero una piccola locanda sulla strada verso il convento.
“Lasceremo i cavalli qui.” Disse Umans. “Così non sentiranno avvicinarci al convento.” Guisgard annuì e i due entrarono nella locanda. Qui trovarono alcuni uomini. “Per la barba del demonio!” Esclamò uno di quelli, seduto al tavolo con un ragazzo. “Mai visto un cinghiale più grande! Ha ucciso il mio nuovo sauro basco!” Vide in quel momento i due nuovi arrivati. “Ehi, voi!” “Dite a noi?” Voltandosi Guisgard. “Si, a voi.” Annuì l'uomo. “Mi sembrate due giovani in gamba... voglio assoldarvi per un lavoro.” “Mi spiace, ma non possiamo fermarci...” “Sciocchezze!” Fece l'uomo. “Ho bisogno di voi! Sono Ludovico De'Taddei e quanto è vero il mio nome voi verrete con me... o vi farò arrestare!” “Cosa dovremmo fare, milord?” Domandò Umans. “Aiutarmi a cacciare un cinghiale!” Rispose il nobile taddeide. “E saprò ricompensarvi a dovere! Questi è il mio bracconiere... messer Tisoon...” presentando il giovane che era con lui. “Milord, noi...” mormorò Guisgard. “Silenzio!” Lo zittì il taddeide. “E' deciso! Domattina presto partiremo per la caccia! Locandiere! Una stanza per i miei due nuovi bracconieri!” Intanto, Talia era rimasta sola nella stanza. Trascorse così un'ora e poi un'altra ancora. Dopo tre ore, col meriggio ormai morente, la ragazza avvertì dei passi. Poco dopo la porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza. Talia riconobbe il passo della duchessa. La donna però non disse nulla per qualche momento. “L'aria di Faycus è fresca” disse all'improvviso “ma temo che la corte di Capomazda mi reclami. Domani partirò per la capitale e tu verrai con me, Talia. Conoscerai così la città dei Taddei.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 26-06-2012 alle ore 03.32.52. |
25-06-2012, 21.48.47 | #2544 | |
Cittadino di Camelot
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La porta della stanza si aprì e qualcuno entrò...
La mia mente, anche se tutta presa dai mille e più cupi pensieri che la affollavano, riconobbe la duchessa e avvertì che il suo animo era inquieto... e ne fu stupita. Citazione:
“Ma...” mormorai poi, tentando di mantenere un tono sereno “Ma... Vostra Grazia... avete proprio deciso? Perdonatemi, ma... ecco... solo poco fa, non mi sembravate intenzionata a partire, così...” Continuavo a pensare a Guisgard, a quando lo avrei finalmente rivisto, a come avrebbe potuto mai fare per ritrovarmi se fossi partita... e mi mancava l’aria a quei pensieri... Poi, d’un tratto, la mia mente si aprì ed io, finalmente, riuscii a vedere la faccenda per intero... riuscii a vederla oltre le mie personali paure, oltre il mio lancinante desiderio di riavere presto Guisgard, oltre tutto ciò che c’era di evidente e di chiaro... “Milady...” sussurrai, sollevando la testa e volgendo gli occhi su di lei, come se così potessi sentirla meglio “C’è forse qualche cosa che vi preoccupa, mia signora?”
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25-06-2012, 23.26.20 | #2545 |
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ma voi siete pronti ad affrontarli vero signore dissi guardando la guardia quanti soldati siamo in tutto e questi feroci soldati quanti possono essere e aspettai una risposta mentre guardavo il soffitto
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fabrizio |
25-06-2012, 23.33.34 | #2546 |
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Mi avvicniai al ragazzino e mi abbasai alla sua altezza:
<<Ciao Mirna! Facciamo un patto? Se tu e la tua banda riuscite a trovare un uomo con la mia stessa corazza ma di un colore diverso vi racconterò la mia magnifica storia.. Ti va?>> Mi rivolsi mentalmente a Giada e le dissi: "Secondo te può andare?"
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26-06-2012, 01.27.38 | #2547 |
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“L'esercito di Tylesia” disse il soldato a Cavaliere25 “può vantare fino a centomila fanti corazzati ed oltre trentasettemila arcieri. A questi va poi aggiunta la cavalleria pesante. Come vedete, il nostro esercito è capace di travolgere qualsiasi nemico. Quanto ai nostri avversari, invece... in verità nessuno sa con esattezza quanti siano... alcuni dicono di averli visti sotto le mura di Tylesia in un numero non inferiore a cinquecentomila cavalieri. Altri ancora, invece, affermano che la Lacrima di Cristo vanta almeno un milione di cavalieri. E tutti pesantemente armati.”
Mirna fissò Daniel. “Un cavaliere con una corazza simile alla vostra” disse il ragazzo “ma di colore diverso? E di quale colore, cavaliere?” “Chissà...” vibrando Giada al fianco di Daniel “... potrebbe anche riuscire questa tua trovata... ma dovrai essere vigile, Daniel...”
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26-06-2012, 01.34.23 | #2548 |
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“Quel sangue” disse Fyellon ad Altea “risale alla scorsa notte, quando affrontai quegli uomini che volevano sacrificarvi. Rammentate? Purtroppo da allora non sono riuscito a lavare il mantello e i vestiti. Per questo vi sono ancora tracce di sangue.” Esitò per un momento. “Perdonatemi, Altea, se vi sono sembrato accigliato... ma, vedete, talvolta i ricordi mi assalgono e con essi il denso di colpa... non riesco a perdonarmi... dovevo essere con mio padre, quel giorno... così avrei potuto difenderlo da quel bastardo di mio fratello...”
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26-06-2012, 01.44.48 | #2549 |
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Redentos annuì e accompagnò Lilith all'interno della fattoria.
Qui si ritrovarono in un ampio cortile con al centro era un piccolo pozzo. Tanto piccolo da permettere solo ad un ragazzino di poterci entrare. Redentos si sedette all'ombra di un albero, per ripararsi dal caldo. All'improvviso Lilith udì una voce di fanciulla provenire dal piccolo pozzo. “Ehi...” disse quella voce a Lilith “... sono andati via? Quei mercanti dico... sono ancora in giro? Mi stanno cercando, sai? Vogliono catturarmi e farmi del male... ti prego, aiutami... però non rivelare a nessuno di me... non dire che mi hai sentita... ti prego, non mi abbandonare anche tu...”
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26-06-2012, 02.52.59 | #2550 |
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Elisabeth restò per un pò in quella stanza, fino a quando il rintocco di una campana la destò dai suoi pensieri.
Giunsero due soldati e la condussero in un'altra zona del palazzo. Qui la maga fu introdotta in una monumentale aula di tribunale. In fondo stava in trono la regina e tutt'intorno sedevano i suoi funzionari: chierici da un lato e aristocratici dall'altro. In mezzo all'aula, stava invece in piedi messer Cristansen. A lui si avvicinò il ministro Berengario. “Inizia il processo a messer Cristansen...” disse questi “... accusato di alto tradimento nei confronti della Corona.” “Maestà...” mormorò Cristansen “... perdonatemi, ma la prigionia mi ha fiaccato più del dovuto... potrei sedermi?” La regina fissò un soldato ed annuì. Il militare portò allora una sedia all'imputato. “Allora, si dia inizio al processo.” Disse Berengario. “Messere...” rivolgendosi a Cristansen “... perchè vi siete rifiutato di firmare l'Atto Unico varato da questo Augusto Senato, rinnegando così il vostro giuramento di fedeltà alla Corona?” “Se io avessi firmato quell'atto” rispose Cristansen “allora avrei rinnegato il mio giuramento di fedeltà.” “E perchè mai?” “Perchè quell'atto è deleterio per questo regno, molto più del terremoto che ne ha fiaccato le fondamenta.” “Ritenete dunque” fece il ministro “che non leggere più i trattati filosofici sull'amore, o non conoscere la poesia lirica amorosa sia peggio che veder crollare la propria casa o perdere i propri cari sotto le macerie?” “I mali peggiori” rispose Cristansen “sono quelli che fiaccano nell'animo. Da un terremoto si può ripartire e la storia ci insegna ciò. Ma se perdiamo la speranza e la fede per un mondo migliore, allora ci verrà meno anche la forza di voler andare avanti. E un mondo senza Amore, messer ministro, è privo di quella speranza, di quella fede e di quella forza che nutrono l'animo dio ogni uomo, spingendolo verso una vita degna di essere vissuto.” “La vostra eloquenza è nota a questa corte.” Disse Berengario. “Ma non vi salverà. Dovete attenervi alle domanda che vi vengono poste, senza ricamarci sopra parole pompose ma inutili a questo processo. Chiede perciò alla corte che le parole di messer Cristansen siano cancellate dai registri.” Si voltò di nuovo verso Cristansen. “Rispondete si o no a ciò che vi domanderò. Non una parola di più. L'Atto Unico reca la firma di sua maestà?” “Ho letto il nome della nostra regina alla fine di quel documento.” “Si o no?” Gridando il ministro. “Si...” “Quindi l'Atto Unico è volontà di sua maestà. Giusto?” “Si...” “E non accettarlo equivale a disubbidire, Giusto?” “No.” A quella risposta di Cristansen nell'aula sorse un forte mormorio. “Come sarebbe?” Fissandolo Berengario. “Se rileggete una copia del giuramento che ogni suddito presta alla Corona” rispose Cristansen “allora non vi sfuggirà il passaggio che recita così, più o meno... Ogni legge del re è sacra e legittima perchè discende dalle Leggi di Dio... nessuna legge del re andrà mai contro quelle di Dio, altrimenti, se così fosse, perderebbe ogni legittimazione e valore...” “Citatemi allora” spazientito Berengario “il passo Biblico o dei Vangeli in cui l'Amore viene visto come Legge Divina!” “Tutte le Sacre Scritture” rispose Berengario “essendo l'immagine riflessa della Creazione, non sono altro che un infinito richiamo alla parola Amore in tutte le sue forme.” “Fandonie!” Urlò Berengario. “L'amore di Dio verso le Sue creature è tutt'altra cosa dell'Amore pagano o dell'Amor Cortese! E trovo blasfemia quanto affermato da messer Cristansen! Io non ho altre domande, per ora. La parola alla difesa.”
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