Flegeemerone

[Guisgard]

Elv scoppiò a ridere.
"Eccoti una vodka al melone..." disse dando un bicchiere a Gwen "... con questo freddo è un ottimo mix tra gusto e tepore." Facendole l'occhiolino.



La Jeep di Altea ed Ergolin proseguì per un'altra mezz'ora, fino a giungere presso un antico monastero le cui fondamenta sembravano impresse nelle rocce frastagliate che circondavano l'alto Lagno ed i suoi bastioni sorreggevano mura che salivano maestose e robuste verso il cielo.
Come se quel luogo ai limiti della civiltà conosciuta fosse il punto d'incontro tra cielo e terra.

[Altea]

Ad un tratto su una roccia alta vidi un monastero e lo indicai ad Ergolin "Guardate quel monastero, a mio avviso quello è il posto, il luogo giusto per un eremita. E' incredibile sembra quasi sospeso, come potremmo arrivarci laggiù, vi è una strada che vi ci porta?" perplessa visto un eremita non si trovava in un posto di vie di passaggio.

[Lady Gwen]

Scossi appena la testa, mentre prendevo il bicchiere e ne bevevo un generoso sorso.
"Benedetto te..." scuotendo ancora la testa.
Mi ci sarebbe voluto più di una vodka al melone per riprendermi e di sicuro molto, molto più tempo, dopo una cosa del genere.
Come faceva a stare tranquillo?!
Io stavo qui a morire al pensiero e lui era tranquillo, rilassato e quasi divertito.

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[Guisgard]

"Non credo qui troveremo il suo eremita" disse Ergolin ad Altea "ma forse i monaci di questo monastero potranno darci informazioni utili. Vale la pena tentare."
Così la Jeep risalì lungo le rocce e raggiunse il monastero.
Era un luogo isolato quasi fuori dal Tempo.
Ergolin bussò al pesante portone e poco dopo venne ad aprire un monaco.
"Buongiorno, frate..." Ergolin.
Ma quello gli fece cenno di tacere e di seguirlo.
Così in silenzio, attraversando un ampio cortile battuto dal vento, condusse Altea e la guida all'interno di un refettorio, dove c'erano altri monaci, fino alla stanza del Priore.
"Benvenuti, figlioli." Disse questi. "Cosa vi spinge in questo luogo di silenzio e preghiera?" Chiese.

[Guisgard]

"Dai..." disse divertito Elv a Gwen "... non dirmi ti ho turbata? Altrimenti finirò per credere che un po' tieni a me!" Ridendo.

[Lady Gwen]

Lo guardai con faccia quasi scocciata e annoiata.
Poi misi su un vago sorriso stanco e sornione.
"Il tuo problema maggiore non sta nel fatto che io sia turbata, ma che tu non lo sia" replicai.
Poi mi avvicinai appena, stringendogli delicatamente il mento con due dita per farmi guardare bene negli occhi.
"E sai qual è la causa del problema?" chiesi retoricamente "Il fatto è che io ti vizio, sissignore" annuendo "Io ti vizio troppo, caro il mio campione, ti organizzo la vita, ti preparo qualunque cosa possa servirti o piacerti e tu te la godi, pensando di non avere alcun problema al mondo, giusto? Sì, giusto" risposi altrettanto retoricamente, annuendo ancora lasciando la presa sul suo mento, prima di finire il bicchiere di vodka.

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[Altea]

Seguii alla lettera le indicazioni di Ergolin ed entrammo nel monastero dove regnava pace e quiete, i monaci si dedicavano alle loro mansioni e quasi invidiavo la loro tranquillità.
In silenzio arrivammo dal Priore e alla sua domanda presi parola "Buongiorno, il mio nome è Altea, sono giunta fin qui perché sto cercando un eremita che abita sulla Foce del Lagno, a quanto io sappia deve essere bravo nelle arti marziali" speranzosa fosse la volta buona.

[Guisgard]

“Accidenti...” disse divertito Elv, per poi finire il suo bicchiere di Vodka “... oltre che segretaria vedo hai anche la stoffa della maestrina... di quelle che ti leggono dentro, che capiscono tutto e sempre.” Sarcastico. “Beh, se non volevi essere la beneficiaria del mio testamento bastava dirlo...” ironico a Gwen.

[Guisgard]

Il Priore annuì ad Altea.
“Si...” disse “... credo di sapere di chi parla...” mormorò “... sono passati molti anni... ricordo quel giorno... io ero appena arrivato in questo monastero... con il mio confratello Bernardo risalimmo verso il Lagno in cerca di frutta... e lo vedemmo... era un eremita e trasmetteva una saggezza innata... scambiammo solo poche parole... ci salutò presentandosi, per poi tornare nella sua dimora, verso la Fonte del Lagno... Nakakata... si chiamava... da allora non lo vidi più... ma spesso ho sentito parlare di lui...”

[Altea]

Ascoltai con interesse la storia e osservai Ergolin "Padre, potrebbe indicarci la via per raggiungere la sua umile dimora? E' molto importante per me, non sto giocando" in tono serio "E ditemi, cosa sente su di lui spesso?".