02-07-2012, 02.22.50 | #2601 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ad un tratto, mentre Elisabeth, Cristansen e Vivian attendevano la sentenza, alcuni soldati giunsero nella cella.
Presero Cristansen per riportarlo in aula e fecero segno alla maga di seguirli. Tornati tutti in aula, finalmente fu letta la sentenza. “Messer Cristansen...” cominciò il cancelliere “... questa corte vi riconosce colpevole di alto tradimento nei confronti del regno e sancisce la vostra condanna a morte mediante decapitazione. Che Iddio Onnipotente abbia pietà di voi.” A quelle parole, Vivian lanciò un urlo. In quel momento si alzò la regina. “Messer Cristansen...” fissando l'imputato “... voi avete servito questo regno con onore, lealtà e devozione, anteponendo i suoi interessi anche a voi stesso. Ingiusto sarebbe dunque ripagarvi ora con la morte. Tuttavia resta l'onta del vostro comportamento. Col potere che però Dio Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente ci ha concesso, noi annulliamo la sentenza di questa corte, mutandola in esilio. Abbandonerete dunque oggi stesso Tylesia per non farvi mai più ritorno.” “Ma, maestà!” Alzandosi Berengario. “Perchè annullate la sentenza di questa corte? Ci avete insegnato che la legge è uguale per tutti... anche per Vostra Maestà!” “La sentenza è stata pronunciata.” Disse la regina. “E noi abbiamo già parlato.” E si ritirò. “Papà, sei salvo!” Gridò Vivian. “Si, figlia mia...” mormorò Cristansen “... anche se l'esilio è peggiore della morte...”
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02-07-2012, 02.37.15 | #2602 |
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Lilith così, col suo nuovo abbigliamento, raggiunse il mulino.
E appena entrò al suo interno, un senso di angoscia la prese. Poi, ad un tratto, qualcosa scricchiolò sotto i suoi piedi. Era una botola legata con un semplice filo di ferro, dunque facile da aprire. E proprio in quel momento, la ragazza udì strani rumori provenire da lì sotto. Nella caverna scoperta da Parsifal e dai mercanti, intanto, erano emerse tante e bellissime armi. Il giovane apprendista di Redentos sembrava molto interessato a quegli splendidi oggetti. All'improvviso, però, Parsifal fu colpito alla testa e perse i sensi. Strane e confuse immagini attraversarono allora il suo sonno, fino a quando si svegliò, con un gran mal di testa. Si trovava ancora in quella caverna colma di armi, da solo, ed era stato legato con delle robuste corde. Queste erano state anche bagnate e ad ogni movimento del cavaliere diventavano sempre più strette,rendendo la loro presa insopportabile.
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02-07-2012, 02.48.49 | #2603 |
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Cavaliere25, così, obbedendo al capitano Hautier, cominciò a fare i piegamenti sotto gli occhi di tutti gli altri arruolati.
“Avanti, lavativo!” Disse Hautier. “Voglio vederti sputare sudore da ogni poro! Avanti! E piegati fino in fondo!” Rise. “E quando hai terminato, voglio vederti correre per dici volte attorno al cortile!” “Speriamo che Cavaliere25 non perda la testa...” mormorò sottovoce Tieste, rivolgendosi a Pilidor. “Già, o quel capitano lo farà arrestare...” rispose questi.
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02-07-2012, 03.04.23 | #2604 |
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“Un re despota...” disse quell'uomo fissando Altea “... ne siete davvero convinta, milady? Conoscete dunque il sovrano di queste terre? Avete avuto contatti diretti con lui? O forse vi basate su ciò che avete udito in giro sul suo conto? Io credo che parlare senza conoscere i fatti sia segno di pochezza e stoltezza. Venite qui, ignorando tutto di questo luogo, eppure non esitate a far vostro il giudizio udito in strada da chissà quali gaglioffi.”
“Allora diteci voi la verità sul re di questa città, messere.” Mormorò Fyellon. “Vi darò solo un consiglio...” fece l'uomo “... andate via e dimenticate questa città.”
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02-07-2012, 03.18.27 | #2605 |
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Ascoltai il cavaliere ribattere, in modo scontroso e insolente, ma preferii non commentare..ascoltando poi le sue ultime parole mi rivolsi a Fyellon.."Avete visto? E' ciò che dico io andiamocene da qua, a noi non interessa la storia di questa città e soprattutto del suo re" e lanciai una occhiataccia al misterioso uomo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
02-07-2012, 04.11.24 | #2606 |
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Umans sorrise a quelle parole di Talia e mostrò poi un lieve inchino.
“Vi ringrazio, milady.” Disse. “E quanto al nostro Ammazzasette...” fissando poi Guisgard “... beh, voi lo conoscete meglio di me e quindi ben potete immaginare quanto mi sia costato il tenerlo a bada!” E rise di gusto. “Ma davvero?” Mormorò Guisgard. “E così sarei io quello da tenere a bada, eh? Sta bene!” Esclamò. “Allora la prossima volta me ne starò a bere in una locanda, magari anche in buona compagnia.” Sorrise. “Così, sarò certo di restare fuori dai guai.” “Il nostro cavaliere è un tantino suscettibile!” Sempre ridendo Umans. Guisgard e Talia, così, si allontanarono. E quando furono presso il luogo in cui avevano lasciato Sheylon, lui chiese a lei di chiamare la loro tigre. “Oh, ma no!” Fece Guisgard. “Quando cerchi qualcosa, allora devi chiamarla con forza e decisione! Devi volerla con tutta te stessa! Stai chiamando un animale che le tribù Asthù del Gange venerano come l'incarnazione di grandi eroi e che i fachiri ariani invocano per scacciare i demoni!” Sorrise. “Avanti... concentrati, altrimenti Sheylon non verrà...” Ma proprio in quel momento, interrompendolo, rapido e silenzioso, Sheylon li raggiunse con un poderoso balzo. Quell'apparizione fu così improvvisa che anche Peogora e Luthien furono colte di sorpresa. “Ehi, che modi sono questi!” Disse Guisgard alla sua tigre. “Da quando in qua smentisci il tuo padrone?” Sheylon però, quasi incurante, si avvicinò a Talia e alzandosi su due zampe cominciò a farle le coccole con la testa. “Vabbè...” guardando in alto Guisgard “... oggi sono tutti contro di me... e sia, direi di andare adesso...” Ripresero così il loro cammino, tra le pendici dei due monti che racchiudevano Faycus. I due cavalli procedevano l'uno accanto all'altro, mentre la tigre li seguiva qualche passo più indietro. “E' inutile che ora mi guardi...” disse Guisgard alla tigre “... io e te non siamo più amici, ecco.” La tigre rispose con un brontolio. Guisgard allora la fissò e sorrise. “In effetti” rivolgendosi poi a Talia “non è molto comune vedere da queste parti un animale come Sheylon. Un giorno ti racconterò di come ci siamo incontrati.” Ma proprio in quel momento, davanti a loro apparve una piccola chiesa. Era in costruzione e dunque in molte parti si mostrava ancora incompleta.
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02-07-2012, 10.52.46 | #2607 |
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iniziavo a innervosirmi ma non potevo perdere il controllo ho rischiavo la galera dovevo fargli vedere io a quello sbruffone di un capitano che non vinceva lui facendo in quel modo e continuai senza dire una parola mentre guardavo i miei amici con sguardo fisso
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fabrizio |
02-07-2012, 16.36.39 | #2608 |
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Ritrovare Sheylon fu un piacere ed un sollievo, sorrisi quando mi si avvicinò e gli carezzai piano la testa... poi riprendemmo a cavalcare verso i monti.
Guisgard era allegro: parlava, scherzava, rideva... non dissi niente in merito, e tuttavia sentirlo così sereno e di buonumore mi rendeva ogni momento più felice. “Oh...” sorrisi a quelle sue ultime parole, ignorando il brontolio sordo di Sheylon “Oh, si... ti prego! Sono più che certa che sarà una storia a dir poco avvincente...” Sospirai appena, poi, ed il mio sorriso si allargò sensibilmente... “Anche se...” soggiunsi più piano, in tono vagamente divertito “Dubito sinceramente che voi due concorderete su quale sia la versione corretta di quella storia... su chi è stato a salvare chi, ad esempio... o su chi bada a chi, o chi ha preso con sé chi...” Ma proprio in quel momento mi parve che la strada che stavamo percorrendo si facesse un poco più piana e, quasi nello stesso momento, sentii Luthien diminuire impercettibilmente l’andatura... perciò tacqui. “Dove siamo?” domandai allora a Guisgard.
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02-07-2012, 18.10.49 | #2609 |
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“Siamo davanti ad una chiesa in costruzione, credo...” disse Guisgard a Talia “... però sembra non ci sia nessuno...”
Ad un tratto Sheylon cominciò a tradire nervosismo. “Cosa succede, Sheylon?” Fissandolo Guisgard. Ma la tigre continuava a guardare la chiesa. Ad un tratto dal sacro edificio emerse una figura. Era un uomo di età avanzata, alto e di robusta corporatura. “Chi siete?” Domandò loro. “Vogliamo solo sapere che luogo è questo.” “Cercate forse qualcosa?” “Beh...” mormorò Guisgard. “Due cose non troverete qui...” lo interruppe l'uomo “... la Gioia e Sygma...” Intanto a Faycus, Ludovico De'Taddei aveva appreso della partenza di Guisgard e di Talia ed un sollievo aveva invaso il suo animo. Si era potuto così dedicare, data la sua grande passione per la caccia, a mostrare a tutti il monumentale cinghiale che era stato abbattuto durante lo scontro in cui aveva rischiato la vita. E molti abitanti di Faycus erano accorsi per vedere quello straordinario animale. Ludovico diede allora disposizioni ai suoi servi per imbalsamare il cinghiale. “Un meraviglioso animale, milord.” Disse uno dei servi. “Si, davvero straordinario.” Raggiante il taddeide. “E per questo stasera festeggeremo.” “Si, milord.” Annuendo il servo. “Ah, ecco messer Samond. Egli è uomo di cifre e saprà calcolare il valore di questa vostra preda.” “Milord!” Avvicinandosi il contabile al taddeide. “Carissimo messer Samond.” Sorridendo Ludovico. “Come va?” “Già, come va?” “Io benissimo, grazie.” Sorridendo Samond. Ludovico annuì. “Putroppo, quel furfante di Tisoon...” “Si.” “Per fortuna la caccia è andata bene.” “Si, mi sembra evidente.” Fece Ludovico. “Eh, quel messer Guisgard si è dimostrato un gran cacciatore.” “Si, si...” mormorò Samond “... uomo in gamba, uomo in gamba, messer Guisgard...” “Avete dei rimproveri o critiche da fare?” “No, assolutamente, milord.” Ludovico annuì sorridendo. “Non manca certo di iniziativa, il nostro audace bracconiere...” continuò Samond “... quel furfante di Tisoon non era ancora fuggito, che lui già ne aveva preso il posto.” “E' logico...” fece Ludovico “... l'ho assoldato per questo.” “Già, naturale...” con un ghigno Samond “... ma, mi perdoni, milord... e la sua ricompensa? Io avevo stabilito tutto, anche quanto gli spettasse... ma lui non si è mai presentato per ritirare il denaro guadagnato...” “Ah, si...” disse il taddeide “... ho provveduto io. Tutto è stato quindi regolato.” “Bene.” Annuendo Samond. “Dunque messer Guisgard vi ha fornito eccellenti scuse.” “Non scuse.” Replicò Ludovico. “Ma eccellenti motivi.” “E milord...” fissandolo Samond “... e messer Guisgard non vi ha riferito nulla circa dei suoi rapporti con alcuni cavalieri giunti da poco in città?” “E voi come conoscete questi fatti?” “Beh, passavo davanti ad un locanda” mormorò Samond “e ho udito certi discorsi di alcuni uomini... e ho pensato di riferirvi queste cose, milord...” “No, io non ne so niente.” Disse Ludovico con tono seccato, per poi andare via seguito dallo sguardo indagatore di Samond.
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02-07-2012, 19.31.30 | #2610 | |
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“Sheylon...” mormorai, abbassando appena una mano verso di lui nel tentativo di rasserenarlo e di capire che cosa lo mettesse tanto sulla difensiva...
Passò qualche attimo di preoccupazione e di attesa... poi iniziai ad avvertire anche la sorpresa ed un vago nervosismo provenienti da Guisgard... non ne capivo il motivo... tutto intorno a me era silenzio e quiete e, improvvisamente, avvertii il disagio di non poter vedere ciò che stava accadendo. Poi, ad un tratto, quella voce... Citazione:
‘La Gioia?’ mi chiesi... ‘Sygma?’ Ero stupita... e vagamente preoccupata... e poi non riuscivo a smettere di pensare, con il cuore che martellava forte, che tutto quello assomigliava davvero ad un fil rouge che tracciava il nostro cammino... La Gioia... la maledizione di cui aveva parlato la duchessa... e poi quella terra lontana, Sygma... due terre ed un unico sogno, aveva detto lady Vicenzia, due terre divise ed unite per sempre... Improvvisamente mi riscossi. Allungai una mano e sfiorai delicatamente il braccio di Guisgard, in un gesto dolce e rasserenante... poi, quasi senza pensare, smontai da cavallo. “Perdonateci, signore...” dissi, nel tono più rassicurante che possedevo, facendo qualche passo avanti “Perdonateci, non era nostra intenzione importunarvi... ma, vedete... siamo in viaggio e ci stavamo soltanto chiedendo il nome di questo luogo e se poteste darci qualche informazione circa la via da percorrere!” Esitai... poi, come attratta da quelle parole che aveva pronunciato, quasi ipnotizzata il bisogno di sapere e di capire, feci ancora un piccolo passo avanti...
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