Enigmi a Camelot

[Lady Gaynor]

Grazie, Lady Clio... un fiore anche per voi 🌷

Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk

[Guisgard]

Il bambino picchiava sodo.
Colpo dopo colpo, schivata dopo schivata, movimenti sempre più rapidi, esercitando ogni riflesso, modellando il proprio istinto, spingendosi oltre i propri limiti.
Sudore, fatica, determinazione, tutto sotto gli occhi immutabili e fissi del maestro, avvolti in un silenzio appagante, lambito dalla voce del bambino che ritmicamente chiamava i propri colpi e movenze, rotto solo dal gocciolio che muoveva la canna di bambù.
“Basta, maestro...” disse poi fermandosi ed accasciandosi a terra “... non ne posso più... la mano con cui stringo la spada... mi sanguina quasi...” ansimando.
“Prendi le tue cose e lascia la mia casa.” Sentenziò il piccolo maestro.
“Co... cosa?” Fissandolo il ragazzino.
“Prendi le tue cose e lascia la mia casa.” Ribadì il maestro.
“Perchè?” Incredulo lui.
“Non hai desiderio di imparare...” mormorò il saggio “... non hai determinazione, né forza di volontà... non hai equilibrio, né armonia in te...”
“Ma la mano mi fa male...” stringendo il pugno lui “... non la sento quasi più... volete che mi ferisca? Che mi rompa la mano?”
“Hai promesso” il maestro celestiale “di obbedire. L'hai fatto davanti a tuo zio. Per questo ho acconsentito ad averti qui. Ma se ora ti rifiuti di mantenere la tua promessa, allora prendi le tue cose e lascia la mia casa.” Fissandolo. “Di questo passo non vedrai mai Parusia, né sconfiggerai la Gioia dei tuoi antenati.”
Allora il ragazzino strinse con rabbia l'elsa della sua spada di legno, per poi riprendere l'allenamento contro il cavaliere di legno.
Di nuovo colpi e schivate, fendenti, stoccate, rapide e leggere, una dopo l'altra.
Non ansimava più, né chiamava i colpi con scadenza ritmica, ma gridava.
Gridava per la rabbia ed il dolore, sotto lo sguardo impassibile del maestro, fino a quando, colpito ogni braccio del cavaliere di legno, cadde a terra stravolto dal dolore, tenendosi la mano insanguinata.
Il maestro annuì lievemente e si allontanò.
Prese alcune foglie di loto e le intinse in un unguento giallastro.
Ne spalmò un po' sulla mano del giovane allievo, mentre questi piangeva per il dolore.
“Ogni guerriero ed ogni eroe” a lui il maestro “deve combattere con due tipi di nemici...” medicandolo “... quelli esterni e quelli interni... i primi possono essere abili spadaccini, tiranni, assassini, traditori, eretici... gli altri invece sono i demoni che hai nel cuore... quelli che ti perseguitano e che hanno il solo scopo di tormentarti... da questi ultimi arriva la Gioia... per impugnare Parusia ti occorre un braccio forte, rapido, allenato... ma anche un cuore puro, indomito... senza l'uno, l'altro non vale...”
“Quando...” ansimando il giovane “... quando potrò avere Parusia, maestro?”
“Quando avrai la forza di raggiungere La Fonte del Lagno” rivelò il maestro “ed estrarre Parusia dal luogo in cui è custodita...”

Questo frammento è tratto dall'antico poema epico Capomazdese “I misteri della Verde Afragolignone”, diviso in trentatré libri scritti da tredici autori differenti lungo tre secoli.
Alla fine di un lungo addestramento fisico e spirituale, il protagonista, diventato adulto, raggiungerà la leggendaria Fonte del Lagno, trovando una chiesa antichissima in cui secondo il mito è conservata la più potente spada mai forgiata, ossia Parusia.
Nella navata quattro affreschi, due per lato, scandiscono il percorso fino all'altare e dietro uno di essi è nascosta la spada:

1) Il primo raffigura Santa Caterina da Siena nell'atto di scacciare i demoni.

2) Il secondo Sant'Ambrogio che impedisce l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio il Grande.

3) Il terzo Santa Rita da Cascia che riceve la Spina sulla fronte da Gesù.

4) Il terzo San Gregorio Magno che incontra la regina Teodolinda.

Tre affreschi sono collegati fra loro da un particolare chiaro ed indiscutibile.
Uno invece non ha questo legame con gli altri ed è dunque quello dietro cui è conservata Parusia.
Quell'eroe, che risolverà l'arcano e troverà la spada, è naturalmente Guisgard del Lagno.

E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'arcano e trovare Parusia?

[Clio]

Un bellissimo racconto, milord.

Quanto all'enigma, così d'istinto, escluderei il primo pannello.
Visto che negli altri il santo o la santa incontrano una sola "persona" mentre i demoni sono sicuramente di più, dato che viene utilizzato il plurale.

[Altea]

Io direi l' intruso è San Gregorio Magno in quanto non è un santo patrono ..era un Papa e forse non ha fatto miracoli...la butto li

[Guisgard]

Ahimè, care dame, le vostre risposte sono entrambe errate

[Altea]

Ritento..l'intruso è quello si Santo Ambrogio poiché è l' unico dove non vi sia una donna e per di più Santa..Santa Caterina, Santa Rita e Santa Teodolinda. .la regina fu proclamata Santa.

[Guisgard]

Purtroppo non è la risposta esatta, milady.
E la regina longobarda Teodolinda non è venerata come Santa dalla Chiesa

[Altea]

Infatti questo mi metteva perplessità perché la Chiesa non l' ha mai ritenuta una vera Santa. Sembra facile ma non lo è..

[Altea]

Avrei tante risposte milord...ad esempio i periodi storici di due di questi santi che li pongono staccati da altre due.
Ed altro..ma devo guardare i quadri presumo..quindi direi l' ultimo di Papa Gregorio I poichè non è una immagine di un avvenimento religioso o storico..(perchè più il fatto della cacciata di Teodosio fu anche storica a mio parere).
Nell' ultimo vi è solo un semplice incontro tra Gregorio Magno e la regina Teodolinda che poi divennero alleati e grazie a questo Papa ebbe una conversione.

[Guisgard]

Ahimè, lady Altea, siete fuori strada