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11-07-2012, 03.02.18 | #2721 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Il servitore rispose con un ghigno a quello sguardo di sfida di Altea.
Subito dopo, i tre si incamminarono verso il castello. Giunsero al maniero poco dopo e immediatamente Acerno corse nella sala del trono, facendo segno ad Altea di seguirlo. Lì trovarono lady Armelia. “Vedo che sei tornato...” disse fissando Acerno “... i tuoi piaceri al fiume sono dunque stati così brevi?” Lanciando poi un'occhiata ad Altea. “Mi è stato riferito che è ritornato quell'uomo...” fece il re. “Sono stata io a farlo chiamare.” Lo interruppe lei. “E' l'unico che può salvare mio figlio.” “E' anche mio figlio!” “Davvero?” Fissandolo lei. “Eppure a te non sembra preoccupare troppo la sua sorte... visto il modo in cui trascorri il tuo tempo...” e guardò di nuovo Altea. “Di cosa ti lamenti?” Replicò lui. “Sei tu che hai deciso di chiuderti in quella stanza che sembra essere ora un santuario! Se tu non fossi così fredda...” “A me è indifferente cosa fai.” Lo interruppe di nuovo lei. “A me interessa solo di mio figlio.” “Già!” Esclamò lui. “Questa la verità! Per te esiste solo il bambino!” “Sono sua madre!” “Ma sei anche mia moglie!” “Basta!” Gridò lei. “Basta, ti odio! Ti odio! Perchè quel serpente non ha morso te? Perchè il mio bambino e non te? Vorrei vederti morto! Morto!” “Un giorno accadrà...” mormorò lui, per poi uscire dalla sala.
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11-07-2012, 03.26.01 | #2722 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'uomo fissò Talia ed annuì.
Poi, ascoltando ancora la ragazza, alzò gli occhi verso la strada che si apriva davanti a loro. “Gioia Antica” disse “è abitata da due razze diverse ed opposte, che si dividono quella terra sin dalla fondazione della città.” “Razze opposte?” Ripeté Guisgard. “Che volete dire? Che vi abitano due differenti etnie? E in cosa differiscono? Nel colore della pelle? Nelle tradizioni? O forse nel proprio Credo?” “Fissandoli” rispose l'uomo “non notereste differenze. Hanno aspetto comune, come noi e come tutti coloro che abitano questi luoghi. Le vere differenze sono interiori. La popolazione di Gioia Antica si divide in due razze... una di veritieri ed una di mentitori.” “Come sarebbe?” Incuriosito Guisgard. “Gli uomini di una razza” spiegò l'uomo “dicono sempre e solo la verità, mentre quelli dell'altra razza mentono costantemente e spudoratamente.” “E come è possibile riconoscerli?” Chiese il cavaliere. “Insomma... avranno dei tratti distintivi...” “Si sa solo” rispose l'uomo del pozzo “che una razza veste sempre di rosso e un'altra sempre di verde. Ma nessuno sa dire quale colore indichi i veritieri e quale i mentitori.” “Che assurdità!” Esclamò Guisgard. “Credete?” Fissandolo l'uomo. “Gioia Antica non è una città comune... nessuno, fra quelli partiti a cercarla, è mai tornato per raccontarla e descriverla... si sa solo che sorge, ammesso che esista davvero, sulla via che corre lungo il confine Settentrionale del ducato... idealmente, come una strada che lega questa terra ad un'altra terra...” “Quale?” “Sygma...” disse l'uomo. “Perchè tutti la cercano?” “Perchè Gioia Antica non è una città come le altre.” Rispose l'uomo. “Essa rappresenta la più alta metafora della vita con i suoi opposti... il mondo è diviso nella Gioia e nella tristezza, nel bianco e nel nero, nel Bene e nel Male... non esistono altre condizioni per l'umana natura... chi vi dice di essere sereno o tranquillo in realtà è solo prossimo ad uno di quei due stati universali... la tranquillità o è rassegnazione, o preludio alla Gioia o alla tristezza... questo è il mondo nella sua assoluta ed immutabile condizione... e Gioia Antica, con i suoi opposti, riesce a ritrarre il mondo in maniera perfetta...” Guisgard allora si voltò a fissare la strada, avvertendo un senso di inquietudine e smarrimento. Poi si avvicinò a Talia. “Cosa ne pensi, Gioia?” Sussurrò. “Non credo ci sia molta scelta... tu cosa vuoi fare? Ti senti di proseguire?”
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11-07-2012, 12.00.54 | #2723 |
Cittadino di Camelot
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hei amico mio dissi guardando il falco come stai? hai visto quanti avvoltoi che ci sono mi sa che sta per succedere qualcosa qui tu cosa ne pensi?
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fabrizio |
11-07-2012, 14.34.15 | #2724 |
Cittadino di Camelot
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Arrivammo subito al maniero e il re mi fece segno di seguirlo nella sala reale, dove vi era lady Armelia ad aspettarlo inquieta e nervosa. Notavo gli sguardi accusatori della bellissima donna..già nulla è come appare, e l'apparenza inganna e mi infastidiva essere oggetto di sguardi e pensieri accusatori mentre loro non conoscevano la mia persona.
Mi misi in un angolo, cercavo Fyellon con lo sguardo ma fui distratta dalle urla e liti del re e della regina..faceva davvero male vederli cosi. Tutto per una serpe..il simbolo della malvagità e del pettegolezzo. Il re usci dalla stanza arrabbiato auspicando la sua morte come la desiderava la regina e mi avvicinai ad ella "Lady Armelia, vi posso assicurare che vi ho portato rispetto e nulla successe col re, non avrei mai potuto offendere la vostra persona e il vostro onore, anzi il re vosto marito da quel che ho capito, parlando, vi ama follemente, e credetemi soffre pure lui per tutto questo" speravo ella mi credesse, volevo aiutarla a salvare il principino "Ma ditemi, il servitore ha detto è giunto al castello un uomo che forse può guarire il piccolo? Di chi si tratta, è possibile parlare con lui?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
11-07-2012, 17.01.39 | #2725 | |
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Ascoltai le parole dell’uomo in silenzio, le domande di Guisgard e le sue risposte, quell’allusione a Sygma e poi la sua spiegazione sulla natura della popolazione di Gioia Antica... due razze, due diverse indoli e ciò che quell’uomo definiva ‘la più alta metafora della vita’...
Non ero d’accordo con lui: niente di tanto assoluto poteva essere considerato paradigma della vita reale, pensavo... E tuttavia non dissi niente. Citazione:
Per un istante spostai gli occhi in avanti, nel tentativo non di vedere ma di percepire ciò che ci aspettava... eppure era difficile, la mia mente era come oscurata da un fitto muro di nebbia... Sospirai preoccupata, ma poi tornai a sorridere... “Io dico di proseguire!” mormorai allora “Quest’uomo non è neanche sicuro che questa misteriosa città esista davvero... e quand’anche fosse... beh, io so che niente di male potrà mai accadere finché siamo insieme, Guisgard! Assolutamente niente!”
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11-07-2012, 18.50.42 | #2726 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard annuì a quelle parole di Talia.
“Si, non abbiamo poi molta scelta...” disse “... dunque è inutile attardarci ancora... meglio partire subito.” Si voltò allora verso quell'uomo. “Vi ringrazio delle vostre indicazioni, messere.” L'uomo sorrise. “Noi proseguiamo.” Continuò il cavaliere. “Che Dio vi assista, ragazzi.” Disse l'uomo, per poi andare via e svanire nella boscaglia. Guisgard e Talia, allora ripartirono, seguiti da Sheylon. Ripresero la strada, che dopo alcune miglia diventò sentiero, cominciando a serpeggiare tra i pendii scoscesi di quei monti addormentati. Ad un certo punto in lontananza apparve un alto monte, che dominava l'intera zona con la sua solennità e sulle cui pendici apparivano strani e misteriosi bagliori. E in quel momento una raffica di vento, breve ma intensa, soffiò tutt'intorno. “Il sentiero va in direzione di quel monte d'avanti a noi...” indicò Guisgard a Talia “... sembra una direzione obbligata...” fissò allora Sheylon che tradiva nervosismo “... sta buono, Sheylon...” Ripresero allora il cammino. Ad un certo punto, sulla strada apparve una figura. Era a cavallo di un ronzino dal colore paglierino e strimpellava una rotta. “Ehi, menestrello!” Chiamò Guisgard. Quello alzò gli occhi e li fissò. “Dove giunge questo sentiero?” “Siete già giunti.” “E dove?” “Seguitemi.” Disse il menestrello. Il sentiero in quel punto svoltava tra fitti alberi incentrati e attraversato quel punto apparve una locanda sul sentiero, sulla cui porta pendeva un'insegna di legno sulla quale c'era scritto “La Lucciola”.
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11-07-2012, 19.33.24 | #2727 | |
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Procedemmo su quella strada per qualche tempo... lo scalpiccio dei nostri cavalli ed il pesante ma felpato passo di Sheylon era tutto ciò che si udiva intorno a noi... quasi ci trovassimo in un luogo fuori dal tempo... quasi fossimo rimasti soli al mondo...
Ed una strana sensazione iniziò a farsi largo nella mia mente, allora... una sensazione di disagio che si intensificava ad ogni passo... tentai di attribuire quella situazione al nervosismo crescente di Sheylon, che Guisgard tentava invano di arginare, ma dentro di me sapevo che non era così... dentro di me sapevo che quella sensazione non dipendeva da Sheylon, anche se probabilmente la tigre avvertiva la mia stessa atmosfera insolita intorno a noi e questo lo rendeva guardingo e agitato. Sorrisi ed annuii alle parole di Guisgard... “La strada sale verso un monte?” mormorai “Molto bene... la cittadina di cui parlavano non può essere tanto lontana, dunque! Sono stanca, sai... e non vedo l’ora di arrivare!” Aumentammo leggermente l’andatura, dunque... la strada continuava a salire incessantemente ed anche Luthien e Peogora presto iniziarono a tradire affaticamento... Citazione:
“Non capisco...” sussurrai a Guisgard, accostando molto il mio cavallo al suo “Non capisco! Dove siamo?”
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11-07-2012, 21.10.37 | #2728 |
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“Non so dove siamo...” disse Guisgard a Talia “... tutto è mutato all'improvviso... tutto troppo presto... l'aria, il vento, il paesaggio...”
Il menestrello fece segno di seguirlo e condusse così i due in quella locanda. Una donna apparve sulla staccionata e si fermò a guardare i nuovi venuti. Davanti all'edificio vi era un piccolo spiazzo, con castagni, olmi e faggi che sventolavano i loro rami al fresco vento che giungeva dai monti e sprigionando un leggero profumo di campo. Qui alcune galline razzolavano tra il terreno e l'erba alta, mentre, poco vicini, alcuni maiali si spintonavano in un recinto pieno di fango. “Madama Plaizburg...” disse il menestrello rivolgendosi alla donna “... vi porto due nuovi clienti...” “Veramente” intervenne Guisgard “noi non siamo intenzionati a fermarci qui. Vedete, cerchiamo un posto in cui dimorare... una città magari... e solo lì poi penseremo a trovare un alloggio.” “Ci siete già, cavaliere.” Disse la donna senza scomporsi troppo. “Siamo già dove?” “Nella città che cercavate.” Rispose la donna. “Non ne troverete altre qui.” “Una città?” Ripeté Guisgard. “Si, Gioia antica.” Annuì la donna. “E lì non troverete altre locande. Vi è una sola ed è questa.” “Io non vedo nessuna città!” Esclamò Guisgard. La donna allora fece segno ai due di seguirla. Li condusse sul retro della locanda dove dominava uno straordinario scenario. Il Sole di quel tardo pomeriggio di Luglio batteva senza sosta su quella maestosa ed infinita distesa di granito lucido e levigatissimo. Questa marea vasta e scintillante saliva tra le pendici del monte, avvolgendolo come una spirale che i riverberi solari sembravano quasi animare, fino su una tenera rupe, dove sorgeva la parte alta della città, arroccata attorno ad un monumentale maniero anch'esso di purissimo granito. Cinte murarie serpeggiavano in altezza e larghezza di quella rupe, mentre slanciate torri merlate sorgevano tra chiese, case e piazze adornate con statue e monumenti. E mano mano che calava, il Sole del meriggio alternava sulle cupole e sulle guglie della città intriganti e mutevoli giochi di colori che si rincorrevano, si avvicendavano, fino a confondersi e disperdersi in infiniti riflessi screziati e variegati, che si riversavano poi dalla rupe fino a toccare quasi le lontane nuvole del cielo, generando ombre e schegge di sconosciuta meraviglia. Il sentiero che tagliava quei luoghi, d'un tratto mutò in una strada che sembrava condurre direttamente alle porte di Gioia Antica.
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11-07-2012, 21.43.12 | #2729 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Quegli avvoltoi” disse il falco a Cavaliere25 “non mi ispirano niente di buono. Non mi piacciono. Prevedo solo due possibilità per te, ragazzo... e quella che ti consiglio è di andartene da qui. E alla svelta!”
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11-07-2012, 21.55.35 | #2730 |
Cittadino di Camelot
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La donna ci condusse nella locanda ed attraverso di essa...
Guisgard aveva ragione: era cambiato tutto troppo in fretta... era cambiata l’atmosfera ed il clima, persino il vento era cessato di colpo ed a me sembrava quasi che fosse cambiata addirittura la densità dell’aria che si respirava lì... quasi come se persino l’aria in quel posto fosse appesantita... Sospirai come a voler dissimulare la tensione, mentre il disagio che avevo già iniziato a sentire lungo la strada aumentava a dismisura... Cercai la mano di Guisgard, dunque... e finalmente trovarla, e stringerla, ed intrecciare la mia alla sua, mi dette nuova forza... chiusi gli occhi e lasciai che quella mano mi guidasse attraverso la locanda fino ad uscire di nuovo fuori da una porta sul retro... Sentii la luce calda e rossastra di quel tardo pomeriggio tornare ad accarezzarmi la pelle, allora, sentii l’aria densa avvolgermi di nuovo... ma fu solo per un attimo... poi la mia attenzione fu attratta dall’evidente sorpresa che attraversò Guisgard. Sentii il suo respiro per un istante venir meno, sentii lo stupore pervaderlo e la sua mano tremare appena... non disse niente ed io non feci domande... rimasi immobile con gli occhi chiusi, assaporando ciò che ci circondava attraverso le sue sensazioni e più piccole reazioni... “Bene...” mormorai infine, con un piccolo sorriso, rompendo il silenzio “Credo che prenderemo una stanza, dopotutto!”
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