15-09-2011, 06.52.37 | #271 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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De Jeon fissò con sguardo indagatore Gaynor dopo le sue parole.
“Certo che ti ritengo all’altezza.” Disse Missan alla giovane. “Hai tutto per riuscire in questa impresa… astuzia, intelligenza, senso pratico e fascino… le donne come te, un tempo, o le si prendeva nelle proprie fila, oppure si eliminavano.” E un sorriso indefinito sorse sul suo volto. “E sia.” Avvicinandosi alla porta De Jeon. “Tutto è deciso dunque. Partirete al più presto per l’Inghilterra. E’ tutto, repubblicani.” Missan allora condusse Gaynor nel suo ufficio, dove stava ad attenderli un terzo personaggio. “Sei qui da molto, repubblicano Marcien?” Domandò Missan. “In verità si…” mormorò Marcien “… non che mi lagni di avervi atteso, ma, sapete, la mia povera Clementine, mia moglie, attende il mio ritorno perché da sola non riesce a portare avanti la nostra attività…” “Hai un’attività?” Chiese Missan. “Pensavo vivessi in ristrettezze economiche.” “In verità non è nulla di che…” “Eccoti la somma pattuita per averci aiutato a catturare l’ex duchessa di Beuchamps.” “Oh, grazie, repubblicano.” Sorridendo con avidità Marcien. “Ma ho solo fatto il mio dovere… del resto quegli sporchi aristocratici devono pagare per le loro colpe…” “Dalla somma però va tolta la metà.” “Come sarebbe?” “L’ex duchessa Melisendra Du Blois è fuggita.” Rispose Missan. “E non ha pagato il suo debito alla giustizia ed al popolo.” “Ma io vi ho consegnato quella donna!” Protestò Mercien. “Che colpa ne ho io se poi i vostri soldati non sono riusciti a sorvegliarla?” “Oggi è il tuo giorno fortunato, Marcien…” sorridendo Missan “… voglio proporti un lavoretto che, se dovesse riuscire, risolverebbe ogni tuo problema…” “Che lavoro?” “Verrai con noi per raccogliere un fiore.” “Un fiore?” “Si, un fiore particolare, unico…” mormorò Missan “… tanto ambito, quanto letale… un fiore che cresce soltanto in Inghilterra…” “In Inghilterra?” Ripeté Mercien. “Ma è troppo lontano. Dovrei poi lasciare da sola mia moglie.” “Però al tuo ritorno non avresti più alcun pensiero…” fissandolo Missan “... nessun problema da affrontare, nessun sacrificio da sostenere… sono certo che tua moglie te ne sarà grata…” “Di quale fiore state parlando?” “Di un giglio… un giglio verde…” “Allora sono vere le storie che si sentono in giro!” “E’ deciso.” Sentenziò Missan. “Domani io, la repubblicana Gaynor e tu” guardando Mercien “partiremo per l’Inghilterra a caccia del misterioso Giglio Verde…”
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15-09-2011, 16.22.21 | #272 |
Cittadino di Camelot
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La conversazione a tavola era molto serena e tra i commensali regnavano i sorrisi.
Notai lord Carrinton quanto era affascinato da lady Melisendra, chi non lo era, una dama cosi fine nei modi di porsi e nella sua eleganza era difficile che passasse inosservata. Lord Tudor aveva scelto bene i suoi ospiti, questo era stato sempre un suo pregio..ad ogni ricevimento riusciva sempre a creare la giusta atmosfera . Per non parlare di ser Guiscard, il suoi argomenti erano sempre motivo di risata e gioia per tutti. Seguivo con attenzione i loro discorsi, senza interrompere, ascoltavo dei loro viaggi, di questo famoso "Giglio verde" di cui per la prima volta avevo sentito parlare...non osavo chiedere spiegazioni per non sembrare inopportuna... In fondo alla sala vidi Yalem che mi sorrideva , quasi avesse notato in me un certo senso di disagio . Se stavo cosi bene a tavola con loro, perchè non vedevo l'ora che questo interminabile pranzo volgesse al termine?
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 15-09-2011 alle ore 19.42.26. |
15-09-2011, 17.09.07 | #273 |
Cittadino di Camelot
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Dopo aver sparecchiato la tavola, tolsi il mantello....misi le scodelle nell'acqua, e cominicia a lavarle.....Monsieur....aveva un dolcissimo accento provenzale, ricordava i prati fioriti della Provenza.....ma alla parola vino, feci cadere una scodella a terra.....interrompendo quel profumato pensiero.....il braccio comincio' a bruciarmi e istintivamente posi la mano su un segno che portavo sin dalla nascita....Era un Giglio !!....Sentii il mio patrigno urlare con la voce impastata dal vino, " Sarai la nostra sverntura con quel segno sul braccio, stupida bambina finirai sul rogo.....sei figlia del demonio....."...e con violenza mi strofinava il braccio finche' quel fiore si colorava di quel rosso rubino che e' il sangue e col passare dei giorni....i lividi lo facevano sembrare verde...Il Giglio verde.......con gli occhi lucidi mi voltai di scatto, osservavo il bicchiere che quell'uomo mi offriva per poter vivere meglio una notte di stanchezza e stenti......" La mia non e' una congreca.....siamo una piccola comunita', non seguiamo la religione che voi conoscete,per noi c'e' un unico Creatore dell'universo, rispettiamo tutto cio' che e' perfezione e giubilo, le regole che regolano l'universo sono il nostro motivo di vita, non abbiamo metalli ne' quelli esterni che adornano il nostro corpo ne' quelli dell'anima.......non abbiamo divieti se non quello che l'animo stesso.....parlando all'uomo di conoscenza vieta......il vino...il vino e' vita !!! Ma vi prego se potete, evitate di bere, quello che il vino puo' cancellare dalla vostra mente ora....ve lo riversera' sul cuore domani........vi ho parlato di me...perche' non mi dite qualcosa di voi.......se dobbiamo condividere lo stesso tetto, possiamo parlare sino a quando la stanchezza non si impossera' di noi e poi lasceremo che il sonno culli i nostri pensieri...la luce del giorno ci mostrera' la via da seguire !!.....Presi dalle sue mani la coppa e ne versai il contenuto all'interno della bottiglia, aveva ragione, in quel momento era un liquido prezioso....non doveva esser sprecato !!.....il Giglio mi dava un senso di enorme calore e mi resi conto che non avevo dato luce all'ape del libro.....andai alla mia sacca e uscii il libro..." Vi dispiace se accendo qualche candela ? c'e' poca luce qui....." Accesi cosi' tre candele e vi posi vicino il libro....cercavo di essere piu' normale possibile.....sino a quando il Giglio non bruciava piu' e potei udire lo sbattere delle ali dell' ape....aveva ripreso energia........ Raccolsi il mio vestito e mi sedetti su una panca difronte a Monsieur....." Bene......ve ne prego....non so nulla di voi...."
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15-09-2011, 19.38.38 | #274 |
Cittadino di Camelot
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Entrai nella Locanda "Le due Rose".. Era un postaccio.. Pieno di uomini armati fino ai denti.. Camminai a testa bassa fino al bancone.. Dietro di esso c'era una ragazza bellissima.. La figlia del proprietario credo.. Aveva lunghi capelli corvini.. Fisico snelo e slancitao.. Un paio di occhi nerissimi.. Mi misi a fissarla un pò troppo e se ne accorse..
<<Scusate sapete dirmi dov'è Sir Hagus?>> ma la ragzza fuggì.. L'avevo spaventata? Eppure non sono così brutto.. Chiesi a qualcun altro..Ma nessuno mi dava retta.. O erano indaffarati o erano ubriachi.. Scocciato e infastidito salii su un tavolo e urlai <<SIR HAGUS é QUI?>> Tutti gli sguardi si concentrarono su di me.. Compresi quelli della ragazza.. Dopo pensai che non era stato prudente fare quella cavolata.. Ma ormai non si poteva tornare indietro.. Sir Hagus era lì o no?
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15-09-2011, 20.07.34 | #275 | |
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Citazione:
Sono convinta che da questa storia non trarremo niente di buono, la sensazione di disagio che provo è troppo forte, si disse Gaynor. D'improvviso si ricordò di una cosa che doveva mostrare a Missan e della quale si era dimenticata fino a quel momento. Aspettò che l'amico finisse di parlare con Mercien, poi lo condusse fuori dalla stanza. Aprì un involucro che teneva legato alla cintura e gliene mostrò il contenuto: "Durante l'ultima catalogazione dei beni che abbiamo confiscato, ho trovato questo e mi chiedevo se fosse possibile tenerlo per me... lo trovo meraviglioso...". Si trattava di un pugnale d'argento con zaffiri incastonati sull'elsa finemente lavorata, certamente opera di un abile artigiano.
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16-09-2011, 00.17.40 | #276 |
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"Piacere di conoscervi messer Lyo, vi ringrazio per la vostra gentilezza. Sapete, la nobildonna che mi ospita è solo presa in pettegolezzi di corte con le sue nobili amiche. Mi farebbe molto piacere vedere il Belvedere, anche se mio padre, che era un cavaliere reale, mi insegnò che non si entra in un palazzo senza invito del nobile che vi abita. Siete certo che Lord Tudor accolga con piacere questa visita? Voi lo conoscete di persona? Sono nelle vostre mani, ma vi avviso che non voglio incorrere in pasticci" risposi con la solita durezza, e subito pensai che ero davvero incorreggibile con questo carattere mentre il giovane Lyo dimostrava molta gentilezza.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-09-2011, 01.57.55 | #277 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nella locanda tutti si voltarono a fissare Daniel.
“Forse quel ragazzo cerca voi, milord.” Disse un uomo che sedeva ad un tavolo insieme ad altre tre persone. “Potevi far suonare le campane della chiesa del villaggio, ragazzo.” Sorridendo uno dei tre. “Così potevano sentirti fino a Camelot.” E tutti risero. “Tranquillo, non hai più bisogno di urlare…” continuò l’uomo, per poi terminare il suo boccale “… hai trovato colui che cercavi. Sono io sir Hagus.” Alzandosi in piedi. “Immagino ti abbiano mandato dal Belvedere. Avanti, possiamo andare. Signori, grazie per la compagnia.” Salutando i presenti. “Alla prossima, se Dio vorrà.” Così Hagus e Daniel raggiunsero il carretto e ripartirono verso il Belvedere. “Sai, ragazzo…” fissandolo Hagus durante il tragitto “… la tua faccia non mi è nuova… ma non ricordo dove… massi!” Esclamò all’improvviso. “Ora ricordo! Proprio al palazzo di lord Tudor! Nelle scuderie, per la precisione! Ma… eri in catene… ora invece sei vestito come un degno scudiero… hai forse trovato un cavaliere che ti ha preso al suo servizio, ragazzo?”
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16-09-2011, 03.00.05 | #278 |
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Il misterioso uomo fissò con attenzione e curiosità Elisabeth.
E allo stesso modo guardava quelle tre candele accese vicino a quel libro. Restò perplesso davanti a quella scena, ma tuttavia non fece domande. “E’ vero, quel vino è prezioso” disse alla donna “ma non è detto che domani saremo tanto fortunati da poterne bere ancora, madame. Nel paese domina il caos. Qualcosa di innaturale si è impossessato della sua popolazione. Chi aveva promesso di guidarlo fuori dalla miseria e dagli stenti si sta ora scontrando con una ferocia ed un odio senza precedenti.” Continuò quell’uomo. “I Ginestrini vogliono schiacciare i Pomerini per avere in mano il totale controllo della neonata repubblica. Tutti gli ordini sociali si sono battuti in questa lotta fratricida… il principe e i nobili nell’aristocrazia, i chierici nel Clero, i borghesi nei Pomerini, operai e contadini nei Ginestrini.” Scosse il capo. “Tutti contro tutti…” mormorò. Chi era davvero quel flemmatico francese che aveva salvato e poi condotta con sé Elisabeth? Robusto, tra il castano chiaro ed il biondo, dai lineamenti aristocratici e dalla pelle bianchissima, gli occhi, come detto in precedenza, grigi, attenti, le labbra beffarde e sottili. Poteva essere qualsiasi cosa. Un gentiluomo dai nobili principi e dai modi gentili, forse in fuga per qualche motivo dalla sua terra natia, oppure un avventuriero giunto in quei luoghi perché attratto dalla possibilità di facili guadagni in seguito allo scoppio della rivoluzione. Magari era invece un chierico travestito da borghese per nascondersi tra la gente, o un aristocratico in procinto di scappare via da quelle turbolente terre. I suoi abiti non erano sontuosi, ma i suoi modi tradivano una disinvolta eleganza. Inoltre il suo parlare era saldo, sicuro, preciso e prudente, segno di una solida cultura. Questa descrizione può non dirvi nulla, amici lettori, ma è molto più di quanto Elisabeth udì dalla sua voce. “Volete sapere di me?” Fissandola. “E a che pro, madame? Viviamo in tempi tristi, dove tutto può essere usato contro di noi. La legge è sottoposta alla libertà. Una libertà senza freni, senza regole e quindi capace solo di generare caos. Il bene dell’individuo viene dopo quello della collettività. In questi controsensi, in queste assurdità si muovono le nostre figure, madame.” Mormorò, portandosi alla bocca un rametto di qualche insolita essenza. “Figure tragiche, spinte dagli umori degli eventi. Questo siamo. Vi dissi niente domande tra noi…” si alzò, avvicinandosi ad un’umile brandina. “Ecco, dormirete qui…” disse accomodando alla meglio quel giaciglio “… e non temete, madame… non ho toccato vino e dunque conservo intatte le mie facoltà… così non avrete nulla da temere…” Raggiunse allora un angolo della stanza, dove sistemò due vecchie sedie, per poggiarvi poi sopra una coperta. “Io dormirò qui, madame…” coricandosi come poteva su quell’improvvisata cuccetta “… cercate di riposare ora… domani, a Dio piacendo, ci attenderà una lunga giornata… buonanotte…” e si voltò dall’altra parte, dando le spalle, forse per pudore, forse per rispetto, ad Elisabeth e lasciandola perplessa nell'inquieto silenzio di quella notte.
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16-09-2011, 03.30.10 | #279 |
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Lyo accennò un sorriso udendo quelle parole della misteriosa Altea.
“Fate bene, milady, ad essere cauta e prudente.” Disse il cavaliere. “Ma non dovete temere. Lord Tudor tiene molto ai suoi uomini e gli amici dei suoi amici sono sempre benaccetti nella sua dimora.” Scese da cavallo e tenendolo per le briglie si avvicinò alla ragazza. “Sapete che è quasi un delitto per chi vive in queste terre non conoscere il Palazzo del Belvedere? E’ forse la dimora più sontuosa che c’è da qui a Camelot. Inferiore solamente al Palazzo Reale. E’ adagiato su una verdeggiante collina che domina su un magnifico paesaggio. L’ideale per chi ama la bellezza della natura e la magia dei luoghi antichi. Allora avanti, su!” Esclamò. “Il Belvedere ci attende!” Salì in groppa al suo cavallo ed aiutò la bella Altea a fare altrettanto. “Reggetevi forte, milady.” Disse alla ragazza ben salda tra le sue braccia che, stringendo le redini del cavallo, le cingevano i fianchi. Il cavallo allora si lanciò al galoppo verso il palazzo di Lord Tudor. “Posso rivelarvi una cosa, milady?” Fece Lyo mentre cavalcavano. “Conosco benissimo dove si trova il Belvedere…” sorridendo “… ma ho finto di non saperlo, perché non avevo nessun’altra idea per avvicinarvi. Siete in collera?” Ma proprio in quel momento una strana figura comparve sulla strada, quasi a bloccare la loro corsa. Il cavallo per quell’improvvisa visione sembrò quasi volersi imbizzarrire. “Ma sei pazza, donna?” Urlò Lyo. “Sei sbucata all’improvviso sulla strada e a momenti non ti facevi travolgere dal mio cavallo in corsa!” “Vi chiedo perdono, nobile signore.” Mormorò la donna. “Sono solo una povera zingara… abbiate pietà e misericordia per questo mio povero e decadente corpo… lasciate che vi legga la mano… lo farò per una moneta, mio bel signore… così saprete cosa ha in serbo la sorte per voi e per la bella dama che vi accompagna… solo per una moneta, mio signore…”
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16-09-2011, 04.45.58 | #280 |
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La cena era terminata.
Gonzaga sentì una mano sfiorare il suo braccio. “Milady…” stupito lord Carrinton “… avete completamente ignorato le mie parole e l’invito che vi ho fatto appena uscito lord Tudor dalla sala… ditemi, ho forse in qualche modo peccato ai vostri occhi? Vi ho offesa o contraddetta? Se così è stato vi chiedo mille volte perdono. La ragione ed il torto, per me, si annullano d’innanzi a voi. Ditemi quale pegno devo pagare e pagherò… ma non negatemi la vostra considerazione, milady, o sarei, nonostante il mio blasone e le mie ricchezze, l’ultimo dei miserabili di questo regno…” e mostrò un lieve inchino alla dama “… avevo chiesto la vostra compagnia, lontano da tutti e da tutto, perché mi ero permesso, forse scioccamente, di portarvi un dono…”
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