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20-10-2010, 21.16.31 | #281 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
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Guardai Belvan e dissi sarà prudente signore innoltrarsi nel bosco? non sappiamo cio che ci attenderà poi guardai Morven e dissi sapete cio che state facendo spero e lo guardai serio poi mi gurdai intorno tutto era silenzioso e pensai che strano posto che è questo e mi misi sulla difensiva.
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fabrizio |
20-10-2010, 23.13.41 | #282 | |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 18-08-2010
Residenza: Puglia
Messaggi: 158
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Citazione:
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Come away, O human child! To the waters and the wild With a faery, hand in hand, For the world's more full of weeping than you can understand. |
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21-10-2010, 01.59.21 | #283 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Febo, pian piano, cominciò a scendere presso il vilaggio dei nani.
"Battermi per una fata?" Ripetè vagamente imbarazzato Icarion. "Ecco... immagino di sì, se fosse in pericolo o se qualcuno le mancherebbe di rispetto..." E quando Febo raggiunse la sommità della grande torre del vilaggio, i tre furono in grado di scorgere quanto accadeva per le strade. Elisabeth era circondata dai piccoli abitanti del posto. "Io ho sempre pensato" prese a dire Icarion "che i nani fossero troppo bellicosi. Non mi fido molto di loro. E non credo che qui troveremo cavalieri..." Ma, sebbene il giovane principe non avesse altro pensiero che quello di trovare il suo misterioso cavaliere, Empi era troppo presa da ciò che sentiva in quel bosco. Qualcosa di oscuro, di malefico e primordiale. E forse, quello sperduto villaggio di nani, proprio nel cuore del bosco, poteva sapere molte cose a rigurado.
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21-10-2010, 02.38.13 | #284 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel frattempo, in un punto ignoto del bosco, Llamrei era completamente alla mercè dei suoi rapitori.
Con una grossa fune, dall'apertura nel soffitto, si calarono nella cella alcuni di quei misteriosi uomini. Due di loro tolsero le catene che tenevano i polsi della povera martire accanto a Llamrei e la portarono via. La ragazza, cominciò a farfugliare qualcosa, come in preda ad un vivo terrore, arrivando ad aggrapparsi ad una ciocca dei capelli di Llamrei. Ma era allo stremo delle forze, a causa delle indicibili sofferenze alle quali era stata sottoposta ed i suoi torturatori non ebbero difficoltà a condurla via. Gli altri uomini calati nella cella invece circondarono Llamrei. Ed alle imprecazioni della fiera dama di Camelot, uno di essi la schiaffeggiò con forza. "Placa il tuo ardore ed il tuo veleno, donna..." disse colui che l'aveva colpita "... tra poco conoscerai la vera sofferenza ed il vero dolore... invocherai allora la morte e per questo sarai dannata in eterno..." Nello stesso istante, poco lontano dalla cella, qualcuno parlava di Llamrei. "La donna giunta da Camelot è nelle nostre mani, signore..." "Bene..." rispose senza voltarsi il misterioso capo di quegli uomini tatuati "... fino a quando facevamo scempio di povere ed insignificanti ragazze di queste terre dimenticate nessuno sembrava degnarsi di noi... ma ora che tra le nostre vittime ci sarà una nobile dama di Camelot, il vescovo, il re e persino Roma cominceranno a temere gli Atari e la loro divina rivelazione..."
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21-10-2010, 02.59.23 | #285 |
Cittadino di Camelot
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"Ecco, è questo il posto"
Fu l'unico, laconico commento con cui Morven annunciò il loro arrivo nella radura. Non aveva parlato per tutto quel tempo. Dal momento in cui avevano lasciato le mura della città la sua attenzione era stata focalizzata nel ritrovare nella sua memoria traccia di quel percorso che li avrebbe condotti a quel luogo. Si era accorto ben presto di ricordarlo perfettamente, ma questo fatto non gli fu di grande consolazione. Man mano che penetravano nel bosco e si avvicinavano a quella radura, infatti, una strana, pesante atmosfera cominciò a pesargli sul capo, sul cuore... come un respiro ansioso e turbato, un sibilo soffocato, un'ombra di pianto... Cavaliere25 gli fu accanto con il suo cavallo e lo guardò serio. "Sapete cio che state facendo, spero...", mormorò. Morven gli ricambiò lo sguardo... se lo sapeva? In verità no. Ma non c'era nessuno lì a cui comunicare quell'angoscia, quindi era persino inutile provarla. Gli rivolse un sorriso costruito, calmo e sicuro. "Certo che lo so..." rispose. Quindi smontò da cavallo, e cominciò a perlustrare la radura... nei sui occhi, ad ogni metro, rivedeva le scene illuminate dalla luna... il colpo di spada, il sangue sull'erba, il cavaliere che si piegava gentilmente... qui, è successo qui... e qui stava la ragazza... gli occhi gli caddero allora su un albero cavo, a pochi passi da lui. Andò in quella direzione e cominciò ad esaminare quel tronco... un piccolo lembo di stoffa chiara era rimasto impigliato tra le punte della corteccia... paura... violenza... disperazione... Morven lo staccò delicatamente tenendolo tra due dita. Quindi, senza una parola, andò verso la cavalcatura di Belven e gli tese quel lembo lacerato. "Tenete, questo è di certo appartenuto all'abito di quella fanciulla...è rimasto impigliato in quel tronco"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
21-10-2010, 03.02.47 | #286 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le strade di Cartignone.
Semibuie, illuminate solo dall'incerta Luna che, a fatica, si faceva largo dalle alte e sottili nuvole che avvolgevano quel cielo sconosciuto. Una dama, incurante dell'ora, passeggiava tra mille pensieri, propositi ed inquietudini. L'umidità scendeva lenta sui ciottoli di pietra che ricoprivano la strada, rendendoli bagnati e scivolosi. La ragazza cercava forse qualcosa in quella silenziosa sera. Volti, voci, echi, fantasmi di un lontano passato che sembravano voler tornare a confondersi col presente e forse col futuro. "Lady Talia, non dovreste vagare da sola a quest'ora per le strade deserte..." disse all'improvviso una voce "... si possono fare brutti incontri quando la città dorme... fortuna per voi che io ed i miei uomini non avevamo ancora concluso il nostro solito giro d'ispezione..." Dukey ed i suoi scagnozzi allora si avvicinarono a Talia. "Qualsiasi cosa cercavate stasera, milady..." aggiunse il cavaliere "... sono certo che potrò esservi d'aiuto..." Ed un ghigno compiaciuto sorse sul suo volto, tra gli sgradevoli sorrisi dei suoi uomini, mentre fissava Talia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 21-10-2010 alle ore 03.13.37. |
21-10-2010, 03.12.03 | #287 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Belven prese il lembo di stoffa dalle mani di Morven.
Poi, il cavaliere si guardò attorno, in cerca di qualche indizio o traccia. O forse solo di un'improbabile risposta a tutta quella misteriosa situazione. "Parlatemi di quegli uomini che aggradirono la fanciulla e che qual cavaliere affrontò..." disse rivolto a Morven "... erano simili a quello ucciso e portato a corte? E come fece a metterli in fuga quel cavaliere? Non vi sembra strano che lasciarono nelle mani di uno sconosciuto cavaliere il corpo di uno dei loro?" "Sospettate di quel cavaliere?" Chiese uno dei suoi. "Non lo so..." rispose pensieroso Belven.
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21-10-2010, 03.21.41 | #288 |
Cittadino di Camelot
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All'udire quelle parole, Morven ebbe un sussulto.
Percepì il dubbio ed il sospetto, e sapeva bene, perchè lo aveva visto accadere già in passato, come spesso la disperazione, la confusione e l'ignoranza richiedano i propri martiri. Prese tempo un istante, nel tentativo di pesare le proprie parole. Non poteva che essere sincero. "Signore, io vi confesso che non è molto quello che ho visto... ero nel bosco e ho udito rumore di lame e movimento tra la fronde, così mi sono mosso in questa direzione. Ma quando sono arrivato, non vidi che quel cavaliere che trapassava da parte a parte l'uomo che adesso giace cadavere al palazzo. Degli altri non vidi nulla... nè quanti erano, nè se furono feriti, nè da che parte scapparono..." Tacque un istante, come se cercasse di ricordare altro, quindi rialzò il viso verso Belven. "Potremmo cercare nell'erba qualche traccia di sangue, forse... se sono stati feriti, saranno corsi a rifugiarsi in qualche luogo in cui sapevano di poter ricevere cure e riparo..." Fece un'altra pausa, quindi poggiò la mano sul braccio del capitano e gli lanciò uno sguardo limpido, schietto. "Ma non sospettate di quel cavaliere, no... egli si è mosso per la giustizia, ne sono certo... ciò che ho visto con i miei stessi occhi in questa radura non mi inganna... sulla mia fede, signore... si è mosso per la giustizia, vi dico!"
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21-10-2010, 03.41.57 | #289 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Per giustizia?" Ripetè uno degli uomini di Belven. "Piuttosto, a me sembrava superbo e sprezzante quando giuse a corte quel cavaliere!"
"Ci occuperemo di lui quando torneremo a Cartignone." Disse Belven. "Ora concetriamoci e cerchiamo tracce di Llamrei. Per ora lei è la nostra unica priorità." Ad un tratto udirono dei rumori, come se qualcosa si muovesse fra la vegetazione. "Avete udito?" "Si... ma fante finta di nulla..." rispose Belven. Un attimo dopo un'ombra, rapida e silenziosa, corse tra i cespugli. "L'ho visto!" Gridò uno degli uomini di Belven. "Presto!" Ordinò questi. "E' nella radura! Coprite ogni spazio e circondatelo! Ma attenti a non farvi attaccare!"
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21-10-2010, 03.56.30 | #290 |
Cittadino di Camelot
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All'ordine di Belven, Morven corse rapido lungo una fila di alberi.
Insieme agli altri uomini, chi a destra chi a sinistra, si chiusero a tenaglia nel tentativo di bloccare, da una parte o dall'altra, quell'ombra che avevano intravisto. Quando raggiunse una postazione che gli permetteva di scorgere sia Belven, in lontananza, sia la radura di fronte a sè, Morven si acquattò tra i cespugli e cominciò ad accarezzare le sue spade... con un occhio cercava di cogliere lo spostarsi improvviso e innaturale delle fronde, con l'altro fissava il capitano, intento ad inviare loro silenziosi ordini col il gesto di una mano... attese... attese...
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