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12-10-2012, 21.33.24 | #291 |
Cittadino di Camelot
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Non ti preoccupare la pagherà cara per quello che ti a fatto te lo prometto dissi guardando il mio amico in faccia poi mi girai e domandai dovè il capitano ???devo parlagli urgentemente e mi incamminai per uscire e andare nei suoi alloggi dentro di me si era creata una rabbia furiosa odio dovevo fargliela pagare a quel maledetto strinsi i denti per calmarmi ma non riuscivo
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fabrizio |
12-10-2012, 22.11.35 | #292 |
Cittadino di Camelot
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Alle ultime parole del mozzo rabbrividii...era vero, in quel libricino aleggiavano ancora gli spiriti di quei pirati, e le parole del mozzo erano misteriose. Capii conoscesse tutto su quella storia o leggenda, ma non negava che ciò che vi era scritto potesse essere vero.
Sorrisi quando rispose a tono ad Odette.."Infatti...siete una oppressione Odette. Prometto che lo nasconderò in un luogo segreto, e ne farò buon uso, d'altronde sono solo curiosa di leggere ciò che successe, non ho mica intenzione di imbarcarmi alla ricerca di una Isola sconosciuta e un Tesoro nascosto" e presi Odette per un braccio sorridendole e rassicurandola.."Ora andiamo, si sta facendo tardi...e ricorda che dobbiamo andare in una sartoria, i miei genitori sanno che dovevo prendere dei vestiti e poi...si voglio fare felice mio padre e presentarmi al meglio davanti al Governatore...se questo per lui..è l'unica soddisfazione che sono in grado di dargli." Il mio viso si rabbuiò per un attimo ma poi mi scrollai di dosso quella improvvisa tristezza che mi attanagliava il cuore. "E poi come mi insegna la mia cara e buona Odette..una dama da marito deve sempre essere presentabile, la occasione può sempre essere dietro l'angolo" era quasi una sorta di suo motto, salutai il mozzo e scesi di nuovo verso il borgo di Santa Lucia.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-10-2012, 01.56.33 | #293 |
Cittadino di Camelot
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Non badai molto alle parole di mio padre, alle sue preoccupazioni per l'arrivo del nonno a Las Baias... immaginavo che la pensasse in quel modo e ne ero tutt'altro che sorpresa.
Fu quell'ultimo discorso, invece, a stupirmi... Sollevai gli occhi a quelle parole e li puntai su mio padre, restando per qualche momento a fissarlo in silenzio... fissai lui, poi le sguardo speranzoso di mia madre... "Padre, lascia che ti spieghi..." "Spiegarmi? Spiegarmi che cosa, Talia?" gridó "Devi essere pazza... si, ecco cosa: pazza!" "Padre, ti prego..." "Silenzio! Non ascolteró un'altra parola!" Nella stanza caló il silenzio più assoluto, rotto soltanto dal tintinnare nervoso del l'anello di mio padre sul cristallo del bicchiere che stringeva convulsamente... Fu silenzio per lunghi minuti... io avevo gli occhi pieni di lacrime represse a fatica... infine il nonno, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sospiró. "Philip, calmati!" disse, con la più impassibile delle espressioni sul viso "Questa tua collera è fuori luogo, credimi! Stai esagerando!" Philip si voltó e fissó suo padre con la più terribile delle espressioni stampata in volto... "Tu..." ringhiò "Tu! So perfettamente che la colpa è tua, sei tu che hai riempito la testa di mia figlia di frottole e bugie... l'hai plagiata, le hai fatto il lavaggio del cervello..." "Questo è ridicolo!" ribatté Arkwin. "No che non lo è! E guarda dove siamo giunti... guarda! Torno, e che cosa trovo? Trovo che... che..." "Che ha trovato un amico!" concluse Arkwin per lui "Il che è perfettamente normale per una ragazza della sua età!" "Sarà normale da dove provieni tu!" sbottó mio padre. "È normale ovunque, Philip! E per giunta posso dire che il giovanotto in questione è anche molto in gamba!" "È inglese, dannazione!" urló mio padre "È un dannato, sporco, stramaledetto inglese... ti dice niente questo?" Arkwin sbuffó. "Oh, certo... a te questo non importa, vero? Anzi..." esitó, vibrante di rabbia "Ma ora sono qui io, per fortuna. E ti garantisco che Talia non lo vedrà più!" "Philip..." inizió il nonno. "Papà!" protestai io "Papà no! Io non voglio... Tu... tu devi ascoltarmi!" "Silenzio!" ci zittì "Questa è la mia ultima parola. E... Talia, anticipiamo la partenza: salperemo domani! Va' a prepararti!" Battei le palpebre e mi sforzai di mettere quel ricordo da parte... "Uno spadaccino spagnolo, padre? Non capisco!" mormorai.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
13-10-2012, 02.46.26 | #294 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea e Odette, salutato il mozzo, ritornarono al borgo e cercarono una sartoria in cui acquistare un vestito.
Occorreva un abito elegante, visto che Altea doveva presentarsi con i suoi genitori davanti al governatore, ossia davanti all'uomo che rappresentava il governo olandese nel Nuovo Mondo. Trovatala, le due donna vi entrarono e subito cominciarono a guardarsi intorno. Sete pregiate, dalle tinte esotiche e dai riflessi simili a cromature, facevano bella mostra sugli scaffali e sulle mensole. Mantelline ornate con fili d'oro, guanti ricamati alla moda di Francia e baltei che assumevano, asseconda della luce del giorno, richiami perlati, d'agata, zaffiro e cobalto. E poi ancora cappellini, corsetti, fascette, scialli e stole, tutte che richiamano le ultime tendenze della moda Europea. “Salute a voi, signore...” disse una donna, avvicinandosi ad Altea e ad Odette “... in cosa posso esservi utile?”
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13-10-2012, 03.18.05 | #295 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Oh, si, cara.” Disse la madre di Talia con vivo entusiasmo. “In verità non è uno spadaccino come può essere inteso dalle nostre parti. In Europa dico. Oh, cara, è un uomo estremamente affascinante! E'... come dire...” voltandosi verso suo marito “... in realtà è spagnolo di nascita, ma è praticamente cresciuto in giro per il mondo... devi conoscerlo, pare abbia visitato paesi lontanissimi e sconosciuti, come le Indie, il Borneo, la Cina, persino il Giappone! Ora è al servizio del Vicerè ed è la sua guardia del corpo!”
“Va bene così, Maria.” Mormorò Philip. “Lo conoscerà di persona lei stessa.” Fissò Talia. “Preparati per domattina... partiremo molto presto per Balunga.” Si alzò per ritirarsi. “Ah, Talia...” voltandosi di nuovo verso di lei “... i rapporti tra la Compagnia e gli spagnoli dipendono da come sapremo ingraziarci la corte del Viceré... voglio che tu domani sia gentile ed educata... buonanotte.” Ed uscì. “Oh, Talia!” Esclamò sua madre. “Quando lo vedrai...” sorrise “... ma è tardi, meglio andare a letto. A domani. Buonanotte.” Nell'altra parte della villa, intanto, il vecchio Arkwin era ancora sveglio e seduto su una sedia davanti alla finestra fissava il meraviglioso golfo di Las Baias. Con lui vi era Passapour e come ogni sera, prima che i due si coricassero, trascorreva del tempo a leggere qualcosa o solo a conversare con il suo capo. “Ho udito quel nome da vostro figlio” disse “mentre passeggiavo nel giardino... Balunga... del resto era naturale... prima o poi la Compagnia doveva cercare contatti con gli spagnoli... il problema è ora capire come agirà il governatore e quando farà entrare in azione la sua spia che si nasconde tra i fedelissimi del Vicerè...” In quel momento il vecchio Arkwin con un impercettibile movimento degli occhi chiamò a sé il fedele Passapour. Questi gli si avvicinò e chinandosi ascoltò i bisbigli dell'olandese. “Ne siete certo?” Stupito il servitore. “La spia è già penetrata nella corte del Vicerè? Chi vi ha dato questa informazione?” Ma un emblematico sguardo di Arkwin placò, per il momento, la curiosità di Passapour. “Si, avete ragione...” annuì “... abbiamo altro a cui pensare ora...”
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13-10-2012, 04.36.17 | #296 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 era deciso.
Voleva incontrare il capitano. Si incamminò verso gli alloggi degli ufficiali, ma prima di arrivarci incontrò il suo amico Emas. “Cavaliere25...” disse fissandolo “... cosa ci fai qui? Dove sei diretto?” Nel frattempo, Austus era sul ponte, mentre il canto di alcuni marinai di vedetta si confondeva con il melodico scivolare delle onde del mare contro lo scafo della Santa Rita. “Austus...” disse Guisgard avvicinandosi al Guardiamarina “... sei qui... cosa c'è? Nostalgia di casa?” “Guisgard...” sorridendo Austus “... no, non è vera e propria nostalgia... non so, per me questo è il primo incarico su una nave e mi fa una strana sensazione sapere che mancherò da casa per molto tempo...” fissò le vele che si gonfiavano al vento “... ma mi piace tutto questo... notti così belle, la nave che scorre leggera sulle acque... e poi il canto di questi marinai... nulla può fiaccarli, poiché essi vivono per il mare...” “Basta con questa lagna!” Urlò all'improvviso il capitano Sumond verso i marinai che cantavano, prima di scendere nella sua cabina. “Vi voglio vigili e silenziosi!” E si chiuse in cabina. “Sembra far di tutto per avvilire l'equipaggio.” Scuotendo il capo Guisgard. “Forse detesta chi è felice...” “Ma non può inaridire lo spirito di questi uomini.” Disse Austus. “Nemmeno con le frustate.” Fissò poi Guisgard. “Quel marinaio che lui ha fatto punire...” “Parliamo d'altro, per favore.” Lo interruppe Guisgard. “E' il capitano e ogni nostro commento è del tutto superfluo.” “Tu cosa pensi?” “Cosa dovrei pensare?” Fissandolo Guisgard. “La mia opinione è del tutto irrilevante.” “Parli da ufficiale, è naturale.” Mormorò il Guardiamarina. “E da uomo?” “Se vuoi saperlo” rispose il tenente “come marinaio è un asso, ma come uomo è una frana. Sfortunatamente per noi dobbiamo attenerci al suo essere capitano.” Austus sorrise. “Perchè ti sei arruolato in marina, Guisgard?” “E' difficile da dirsi...” fissando il mare e il cielo Guisgard “... forse per notti come queste, per le sensazioni che possono darti... forse per contare le infinite stelle di un simile cielo, o immaginare dove giunge la scia della Luna oltre l'orizzonte... a casa avevamo nell'androne un grosso dipinto... ricordo che vi era raffigurato un mare tempestoso ed una ragazza che da una scogliera guardava l'orizzonte... io restavo per ore a fissare quel quadro, chiedendomi chi fosse quella ragazza e chi stesse aspettando... forse suo padre, forse suo fratello... o magari il suo amato... e cercavo di figurarmi il suo ritorno ed il loro incontro...” Quella voce proveniva dalla scogliera. In principio gli era parso come il fruscio del mare, o il sibilo delicato del vento fra i fiori. Ma poi si accorse che vi era un qualcosa di melodico e decise di seguirlo. Vide allora la sagoma di una grande casa proprio a picco sul mare. Si avvicinò, trovando come alleato il buio della sera e senza che nessuno lo vedesse arrivò sotto ad una piccola finestra illuminata. Ora poteva udirla chiaramente: era la voce di una ragazza. Guisgard allora sorrise e sedutosi restò ad ascoltarla. Ad un tratto qualcuno si affacciò dalla finestra, forse per vedere il mare, o forse solo per assaporare la dolce aria di quella sera. E guardando in giù quella ragazza si accorse di lui. “Che bel cappellino, sir!” Esclamò divertita. “Oh, cosa?” Fece Guisgard. “Ah, questo!” Togliendosi il basco. “Oh, è il basco che regolarmente indossano i cadetti Guardiamarina!” “E di grazia” sorridendo lei “cosa cerca un futuro Guardiamarina sotto la mia finestra? Vi siete forse perso? Guardate che il mare è laggiù, non qui!” “In verità...” alzandosi da terra Guisgard “... è stato un canto a condurmi qui...” “Un canto?” “Si...” annuì lui “... un canto meraviglioso ed una voce paradisiaca... ho creduto appartenesse ad una sirena, tanto era bello...” “E cercate qui la vostra sirena?” “Oh, no...” sorridendo lui “... l'avete detto voi poco fa, rammentate? Il mare è laggiù, non qui e le sirene vivono in acqua.” “Già.” “Mi sembra dunque ovvio che non era una sirena a cantare” disse lui “a meno che non abbia mutato la sua coda con un bel paio di gambe. Sapete, pare sia possibile? Usano fare così le sirene quando si innamorano di un uomo.” “Mi spiace per voi, Guardiamarina...” fece lei “... ma qui non troverete sirene innamorate.” “Beh, eppure qualcuno sarà pur stato a cantare” fissandola lui “e temo che non andrò via da qui fino a quando non avrò trovato quella voce. A chi potrebbe appartenere secondo voi?” Sorridendo lui. “A mia nonna, milord!” Esclamò lei. “Era lei che cantava poco fa!” “Allora potreste chiamarla, per favore?” Divertito lui. “Vorrei parlarle.” “Per dirle cosa?” “Che mi sono perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei...” facendole l'occhiolino lui. “Milord, io non so che razza di ufficiale voi siate” scuotendo il capo lei “ma posso dirvi che siete un valente Don Giovanni. E con questo vi auguro una serena notte!” “Già, il loro incontro...” sussurrò Guisgard, mentre il vento sembrava portarsi via quel lontano ricordo “... e non riesco ad immaginare, stanotte come allora, una fortuna più grande di trovare quella ragazza ad attendere il mio ritorno...” e fissò il luccichio, lontano e sognante, di tutte quelle infinite stelle che animavo quello sterminato cielo sul mare.
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13-10-2012, 05.21.06 | #297 |
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Giunti al porto Fhael mi mostrò la barca con cui avremmo intrapreso il nostro viaggio.
Non avendo esperienza di imbarcazioni, non potevo dare un giudizio tecnico sulle varie componenti della nave e sul loro funzionamento ma, con il mio giudizio da profana non potevo non ammirare la splendida linea formata dal corpo della barca, il possente legno magistralmente usato per creare gli alberi dai quali si issavano grosse vele di un bianco immacolato. Il mio sguardo venne poi catturato, alla fine della prua, dalla polena a forma di sirena. La parte di donna era finemente scolpita,il volto aveva dei fini lineamenti e i capelli scuri parevano svolazzare per davvero. La parte animale, ovvero la coda di pesce, era invece fatta in maniera più rozza,forse per simboleggiare la supremaziona dell' uomo, che possiede la ragione, contro l' animale. Il nome era posto verso poppa ed era inciso con lettere dorate, che conferivano come un' origine di tipo orientale. " Che significa il nome dalla vostra nave, signor Fhael? É per caso un nome di origine straniera? O a semplicemente un legame con voi?"
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13-10-2012, 10.19.29 | #298 |
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Sto andando a parlare con il capitano dissi quello che a fatto al nostro amico non mi è andata giu lo a quasi fatto ammazzare continuai a dire devo sistemare la questione in un modo o in un altro quindi non mi fermare ora vai dal nostro amico e vedi come sta dissi tutto serio e prosegui il mio cammino
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fabrizio |
13-10-2012, 19.54.52 | #299 |
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Entrate nella sartoria una gentile dama ci venne incontro..mi guardavo attorno, era un tripudio di colori tra stoffe, cappellini, scialli, ombrellini e vari altri vestimenti.
"I miei omaggi milady, vedete dovrete aiutarmi poiché solitamente dove abitavo prima era il sarto a propormi i nuovi migliori arrivi proprio recandosi a casa nostra, del Duca Fletcher. Infatti dobbiamo recarci a fare visita al nuovo Governatore olandese e dovrete fare del vostro meglio..avrei pensato qualcosa su un arancio tenue visto la varietà di colori di questa Isola..che ne pensate?E se mi soddisferete vi commissionero ' pure uno color dell'Iris, uno color smeraldo e uno bianco pieno di merletti." Detestavo queste incombenze, per me la immagine esteriore non era tutto ecco perche'mi annoiavo a tutte quelle feste di aristocratici e alti borghesi che invece i miei genitori adoravano frequentare, era tutto talmente frivolo. Osservai Odette.. "Dimenticavo..un bel vestito anche per la mia balia. "
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 13-10-2012 alle ore 20.06.28. |
14-10-2012, 20.55.04 | #300 |
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Rimasi immobile ed in silenzio mentre, prima mio padre e poi mia madre, uscivano dalla stanza.
Gentile ed educata, aveva detto papà... non lo ero sempre? Le mie mani si strinsero a pugno a quel pensiero... già, perché io sapevo cosa intendeva mio padre con quelle parole... sapevo ció che temeva... E poi c'era mia madre... lei desiderava 'sistemarmi' fin da quando eravamo arrivati a Las Baias... fin da quando mi aveva vista fissare malinconicamente il mare ed aveva capito che il mio pensiero era ancora in Olanda, era ancora con lui... erano passati due anni da allora ed io avevo sabotato ogni suo tentativo di trovarmi un marito. Esitai... chiedendomi se quello spagnolo sarebbe stato l'ennesimo tentativo di mia madre per me, mio malgrado. Poi sospirai... perché in fondo la verità era che non mi importava delle loro intenzioni né dei loro piani. La veritá era che, nonostante tutto, nonostante potesse sembrare sciocco, il mio cuore era ancora con lui... era chissà dove... Lentamente, tristemente, mi voltai e mi diressi verso la mia stanza... Quella seguente sarebbe stata una lunga giornata, pensai.
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