30-12-2014, 02.48.43 | #3111 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Allora facciamo un patto...” disse Guisgard a Clio, prima di sporgersi a guardare in basso “... fammi una domanda ed io ti risponderò senza alcun giro di parole... promesso...” sorridendo.
Il carretto intanto era arrivato molto vicino alla fiancata del vascello e a bordo, come detto, vi erano due individui, uno anziano e l'altro giovane. Avevano caricato sul carretto diversi pezzi di statue lignee, rozzamente scolpite e qualcuna con un accenno di colorazione. “Pensi troveremo presto lavoro, zio?” Chiese il giovane all'anziano. “Ma certo.” Annuì questi. “Dopotutto, grazie al Cielo, siamo in terre Cristiane. Cristiane autentiche, intendo. Insomma, abitate da timorosi uomini che non solo si professano credenti, ma che di fatto si comportano come tali.” “Guarda questa nave, zio...” il giovane indicando la Santa Caterina ormeggiata “... hai visto la prua?” Facendo segno dove vi era la polena del vascello, che raffigurava Santa Caterina. “Si, ho visto...” fissando la nave l'anziano “... saranno di certo stranieri...”
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30-12-2014, 03.13.53 | #3112 |
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"Una domanda..." Ripetei, incredula "Accidenti dovrò sceglierla bene...".
Me ne vennero in mente cento, o forse una soltanto, che però non avrei mai avuto il coraggio di dire. Ci pensai, col cuore in gola. Era inutile fare mille ipotesi, sapevo esattamente cosa chiedergli. "Te l'avevo già fatta, in realtà... Giorni fa... Ma tu non hai riposto... Hai detto che avevo frainteso, che mi avresti spiegato, ma non l'hai mai fatto.. Ora puoi..." Sentivo il cuore scoppiare, ma nonostante il terrore e l'imbarazzo alzai gli occhi su di lui, sostenendo il suo sguardo, con i miei occhi colmi di terrore e speranza "È me che vuoi... Veramente?" Cercando di tenere la voce il più ferma possibile. |
30-12-2014, 03.31.43 | #3113 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard restò un attimo senza fine a fissare Clio negli occhi.
I suoi azzurri, inquieti e luminosi, in quelli chiarissimi, quasi trasparenti, di lei. Allora con un gesto impercettibile si avvicinò ancor più al suo viso. La sua mano sfiorò i biondi capelli della piratessa, quasi perdendosi tra i riflessi e i bagliori che lo scintillio del Sole riflesso sulle acque davano a quelle lunghe ciocche, per poi scendere con una carezza sul volto della ragazza, scivolando su quella pelle d'alabastro fino al suo collo. E fu allora che chinò appena il capo verso di lei e la baciò. Descrivere un bacio è la cosa più difficile per qualsiasi narratore. Persino per un sognatore, che è abituato ad immaginarlo, a desiderarlo. Allora vi parlerò solo delle labbra di lui e di ciò che trovarono. Baciare Clio era come un soffio d'Autunno. La Primavera era per le dame di corte, con i suoi profumi ed i suoi colori. L'Autunno invece è un attimo, tra l'Estate e l'Inverno. L'Autunno è la Natura che si cela, che si chiude, ma poi alla fine, un attimo prima di addormentarsi, si desta e dona tutta se stessa. L'Autunno sono i colori malinconici dei pomeriggi, il silenzio nostalgico della sera e l'incanto chiaro di tramonti freschi. L'Autunno porta con se ancora i sogni dell'Estate, ma già contiene la magia dell'Inverno. L'Autunno è un crepuscolo tra le stagioni. E' come un libro. Baciare Clio è come aprire quel libro e sfogliarlo piano. E la labbra di Guisgard assaporarono a lungo quelle della ragazza. E piano la sua mano scese lungo i fianchi di lei, mentre la sua bocca non smetteva di cogliere il respiro da quella della piratessa. “Come risposta...” disse piano poi lui, staccandosi appena dalle labbra di lei “... come risposta basta a tutte le tue domande?” “Ehm...” ad un tratto una voce. Guisgard si voltò di scatto. “Chiedo scusa...” mormorò Afiel “... ma ci sono due persone che chiedono di te...” “Due persone?” Ripetè il capitano. “Si, giunte con un carretto...” annuì Afiel.
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30-12-2014, 03.58.31 | #3114 |
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Altea cercò un prete per confessarsi, ma quella chiesa sembrava completamente chiusa e nessuno pareva aggirarsi in quel Sacro Luogo.
Anche Irko, Pepe, Miseria e Lainos, si avvicinarono all'edificio, cercando di capire se vi fosse qualcuno nei paraggi. Ma non vi era anima viva. “Ehi, venite a vedere qui...” disse improvvisamente Miseria agli altri “... presto...” “Cosa c'è?” Chiese Pepe. “Guardate là...” indicando Miseria la porta della chiesa. Stava infatti, proprio sopra la porta serrata, un grosso Crocifisso disegnato sulla muratura, molto semplice e spoglio di qualsiasi raffigurazione e ornamento. E sotto vi erano incise queste parole: “E' Lui che dovremmo adorare e non questo legno.” “Ma cosa significherà mai?” Domandò Irko. “Mah, non ho la minima idea...” mormorò Miseria.
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30-12-2014, 15.42.33 | #3115 |
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Mi guardavo attorno e la voce di Miseria mi porto' dove vi erano gli altri..lessi la scritta e vidi il disegno..tutti erano perplessi.
Mi schiarii la voce.."Questa è una chiesa circa del 1000..a tre navate..solitamente non sono ricche ma la loro bellezza sta nella architettura..forse per questo non è aperta, essendo antica si apre solo per cerimonie solenni..forse" dissi piegando la testa da un lato..."La frase ... dipende da chi l'ha scritta e Chi sia questo Lui..io da cattolica lo interpreto come dire che noi dovremmo avere il Signore nel cuore e animo sempre..e non solo pensare a lui solo quando vediamo un crocifisso. Ma perché non scrivere il nome del Signore ma Lui?". Mi guardai attorno per vedere se vi era qualche altro indizio.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
30-12-2014, 15.52.43 | #3116 |
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Tremavo, nella trepidante attesa delle sue parole.
Parole che avevo sognato, desiderato, immaginato da sempre. Oppure quelle che avevo temuto a tal punto da metterci tutto quel tempo a dirgli ciò che provavo. Parole che, in un caso o nell'altro, mi avrebbero liberato da quello stato di incertezza in cui annaspavo. Più restava in silenzio, e più il cuore accelerava. Chiusi gli occhi per un momento alla sua carezza, e li riaprii in tempo per vederlo avvicinarsi piano. E poi quel bacio, così magistralmente descritto. Un bacio capace di sciogliere il terrore e nutrire la speranza. Un bacio a cui mi abbandonai, stringendolo a me, quasi avessi paura di perderlo. Un bacio fatto di sogni, desideri, emozioni. Alla fine le sue parole. Per un lungo istante non riuscii a parlare, incredula. "Dipende.." Mormorai poi, alzando gli occhi su di lui "Devo prenderlo come un si?" Sussurrai, con un sorriso, avvicinandomi a lui "Oppure è un modo tanto subdolo quanto meraviglioso per evitare di darmi una risposta schietta, senza giri di parole?" Scossi appena la testa "Meno male che avevi promesso..." In un sussurro, per poi sospirare. Ma se era un sì, allora perché non dirlo? Gli costava così tanto darmi una risposta? Probabilmente era colpa mia, non avrei dovuto chiedere, ma quell'incertezza mi consumava. Poi arrivò Alfiel, e indietreggiai di un passo. Alzai di nuovo lo sguardo su Guisgard e sorrisi "Non farli aspettare...". |
30-12-2014, 17.26.21 | #3117 |
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Burmid era il cattivo gusto fatto persona........ma ovviamente questo lui lo sapeva....." Quindi io sarei diversa perchè sono la moglie di De Gur.....però..magari e' un ragionamento che per voi avrà una sua logica....a questo punto Burmid...se ogni essere umano ha un suo prezzo..perchè alla fine tutti possiamo essere conquistati dal vile denaro....qual'e' il vostro prezzo ?.....mi piacerebbe saperlo, anche perchè io penso che voi amiate tanto il denaro che magari se torcessi il collo alla vostra gabbianella, ovviamente pagando, non vi dispiacerebbe neanche un po'.......Questo Guisgard non lo conosco.....ma a quanto pare gode della fedeltà di due donne....della sua ciurma...ha un battello volante ...diciamo che alla resa dei conti , ha molto piu' di voi......perdonatemi se sono stata brusca con voi.....ma non amo non dire cio' che penso......".......Mi alzai dalla sedia ...resi lo scialle a Marangel e sorrisi.....".....Vedete..io..sono il frutto della Morte...loro sono quello della vita......volevano accompagnarmi sino a bordo.....infondo glielo devo..mi hanno ritrovato sulla riva del Lagno...e mi hanno rimessa in piedi...quindi..se non vi dispiace, saliro' con loro sul carro' e vi seguiremo........spero di raggiungere presto...il mio amato marito...ho capito che avete fretta a salpare....".....
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30-12-2014, 17.40.39 | #3118 |
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Altea e gli altri restarono a fissare la Croce e quella misteriosa scritta, senza riuscire a trovare una spiegazione soddisfacente.
Poi, ad un tratto, Pepe li chiamò. Egli aveva cominciato a vagare nello spiazzo che precedeva la chiesa e scrutando oltre il Sacro Edificio, aveva visto qualcosa. “Venite a vedere presto...” disse agli altri. Tutti lo raggiunsero ed ai loro occhi si mostrò ciò che aveva visto Pepe. Alle spalle della chiesa, lungo il corso del fiume, sorgeva, su una vasta piana, una monumentale città, dalle grandiose guglie, dai sontuosi palazzi, dalle alte torri che arrivavano quasi a lambire le base nubi e dalle gigantesche ed antiche mura che la racchiudevano.
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30-12-2014, 17.48.45 | #3119 |
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Burmid sorrise ad Elisabeth e si voltò.
Ma un attimo dopo, rapido e silenzioso, il mercenario sguainò la sua spada e con abile gesto la puntò alla gola della donna. “Potete essere la moglie di un capitano, di un ammiraglio, persino del duca o di qualsiasi nobile o prelato di questo porco e sudicio mondo” disse con occhi gelidi “ma se oserete ancora parlare così della mia Matiz io vi taglierò la gola come si fa con una qualsiasi donna da strada... non dimenticatelo mai...” restò a fissarla ancora, per poi scoppiare a ridere “... ora rimettiamoci in marcia, signori...” ai suoi uomini “... madama Elisabeth, come da lei stesso disposto, ci seguirà sul carro dei suoi due amici... hihihihihihi...” Poco dopo il gruppo lasciò la locanda, diretto verso il porto.
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30-12-2014, 17.53.09 | #3120 |
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Arrivò Afiel e impedì a Guisgard di rispondere a Clio.
Il capitano allora annuì al suo fidato compagno e lo seguì. Sulla nave erano saliti i due individui, l'anziano ed il giovane, giunti con il loro carretto. “Sono il capitano del vascello.” Disse Guisgard ai due nuovi arrivati. “Volevate parlarmi?” “Si, capitano...” annuì il vecchio “... ecco, in verità il mio era più un consiglio...” “Di che genere?” Chiese il capitano. “Ecco...” farfugliò l'anziano “... in pratica...” “Vi ascolto.” “Ecco...” mormorò l'uomo “... in questa terre... noi, io e mio nipote, veniamo proprio da qui, dalla città più importante... e posso dirvi, anzi, consigliarvi di andarvene...” “Per quale motivo?” Fissandolo Guisgard. “Non sono forse ospitali le persone qui?” “Oh, no...” scuotendo il capo l'anziano “... lo sono molto invece.” “Allora vi è una qualche guerra che rende insicure queste lande?” “No, vi è un unico popolo e non vi sono nemici che opprimono...” “Forse non hanno Fede e sono nemici della Chiesa?” “Sono fedeli e devoti quanto me e mio nipote devo dire...” disse il vecchio “... ma in un certo senso è questo il problema...” “La Fede, se vera, non è mai un problema.” Fece il presunto Taddeide. “Il problema invece potrebbe essere la vostra nave, capitano.” “La mia nave?” Ripetè Guisgard. “Spiegatevi meglio.” “La polena...” “Cos'ha la polena del mio vascello?” “L'immagine che ritrae...” “E' Santa Caterina.” “Lo so...” il vecchio a lui. “Insomma, parlate...” indispettito il capitano. “Sono forse protestanti o roba del genere?” Chiese Chiò. “Peggio in un certo senso...” rispose l'anziano. “Cosa può essere peggio?” Perplesso Chiò. “Miscredenti allora?” Il vecchio fissò tutti loro in modo enigmatico.
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