16-03-2017, 17.03.59 | #3131 |
Cittadino di Camelot
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Ci ho provato gusto, milord 😁
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
27-03-2017, 19.41.17 | #3132 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Posso dirlo senza timore di essere smentito: il professor Gheorge Ordifren rappresentava, anzi simboleggiava fra noi un qualcosa di speciale, fuori dal comune, quasi un qualcosa al di là del Bene e del male.
Non che io ora voglia paragonarlo ad uno dei grandi della storia. Tutto in lui sembrava fatto apposta per attirare l'attenzione, l'ammirazione ed in parte la soggezione dei suoi simili. Ciò che mi colpiva di lui, al di là dell'aspetto esteriore, era l'amare così tanto il suo status di perseguitato, di proscritto, di ateo e miscredente, nemico giurato della Chiesa e di ogni forma di Religiosità. In questa sua condizione c'era una sorta di splendore classicheggiante, ma anche decadente, che lo aveva reso come un illuminato in fuga, innalzandolo poi nella sua stressa condizione ed opinione su un piedistallo idealistico ed idealizzato, monumento al suo amor proprio di uomo e di scienziato. Come il protagonista del celebre romanzo I viaggi di Gulliver che, dopo essere naufragato nel paese del Lillipuziani, uomini dalla statura di due pollici, talmente abituato a considerarsi un gigante fra loro, vive questa convinzione anche per le strade di Londra tra la gente comune. E questa abitudine, questa tendenza, proprio come per Gulliver, aveva condotto anche il professor Ordifren alla medesima persuasione di superiorità rispetto ai suoi simili. Ma da cosa, vi chiederete, giunge una tale convinzione? Una così sublime considerazione di se stesso? Da dove è dunque tornato il professor Ordifren per sentirsi un gigante in mezzo a noi? Cosa hanno visto i suoi occhi e cosa ha contemplato la sua mente, da vedere ora se stesso come un vate dell'intero genere umano? Un liberatore dal giogo della Religione, dell'etica, della morale e di ogni forma di costrizione e superstizione?” Con queste parole il grande disegnatore e fumettista Lellus Mazzumoto fa descrivere il Dottor Ordifren da uno dei suoi adepti. Scienziato di fama mondiale, geniale e visionario, dalle conoscenze ed i poteri inimmaginabili, Ordifren è forse il cattivo per antonomasia, nonché il più acerrimo nemico di Guisgard. Le sue origini sono spesso misteriose, salvo varie storie in cui si accennano vaghi aspetti biografici. Entrò in Seminario giovanissimo, per poi rinnegare ogni aspetto della Religiosità e dedicarsi agli studi tecnici e scientifici. Alcune delle sue celebri massime così recitano: “Solo frequentando la Chiesa si può arrivare a conoscerla davvero e dunque a disprezzarla!” “La vera e sola religione è la matematica, il resto solo superstizione. Per questo la Religione è la matematica dei poveri di spirito.” “Credo in un solo dio, la Natura, Madre onnipotente, generatrice del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.” Non è ben chiara l'origine dei suoi grandi e terrificanti poteri, ma il tutto spinge a credere che gli derivino da un tacito ed involontario patto con un demone. Paradossale spiegazione questa, visto che il Dottor Ordifren nega in maniera assoluta l'esistenza del soprannaturale. Il geniale Mazzumoto, nei suoi fumetti, pone invece l'accento su come ogni anima dannata, pur ancora in vita, destinata agli Inferi è comunque, volontariamente o no, sotto l'influsso diabolico e dunque il demonio può liberamente adoperare l'anima in questione per i suoi scopi. E' lo stesso Mazzumoto a raccontare in una sua storia a fumetti l'incontro tra il Dottor Ordifren ed il demonio, celato sotto gli abiti di un innocuo antiquario, che dietro la risoluzione di un enigma concede al folle scienziato poteri inimmaginabili. Così recita l'enigma del diabolico antiquario: “Dimmi qual'è la parola misteriosa secondo queste indicazioni... 1) Può essere tagliata, ma non da chi sta fermo. 2) Può essere vocale, ma non consonante. 3) Si trova sulla viola, ma non sulla margherita. 4) Anagrammandola si ottiene una struttura rocciosa.” La rivista “Genius”, la più autorevole e popolare per quanto riguarda il fumetto e l'animazione Afragolinonese, ha collocato il Dottor Ordifren al primo posto nella classifica dei più grandi cattivi mai comparsi. E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere il diabolico enigma come fatto dal Dottor Ordifren? (Il Dottor Ordifren nella bottega dell'antiquario)
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27-03-2017, 19.50.31 | #3133 |
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Il dottor Ordifren...quale vecchia conoscenza a cui purtroppo Altea è stata in contatto senza farsi influenzare.
Sembra ostico pure questo enigma, va considerato bene..
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-03-2017, 20.05.29 | #3134 |
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Spezzo il ghiacchio..."corda".
La corda può essere tagliata Vi è la corda vocale Nella viola intesa come strumento vi è una corda Anagramma: Croda che sarebbe un massiccio montuoso delle Dolomiti.
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27-03-2017, 20.24.01 | #3135 |
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Accidenti, siete stata velocissima e bravissima, milady!
La soluzione è proprio Corda! I miei più vivi complimenti, lady Altea
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27-03-2017, 20.25.14 | #3136 | |
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Grazie sir Guisgard...
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29-03-2017, 06.56.57 | #3137 |
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Di aspetto tutt'altro che piacevole, scuro come gli abitanti dell'isola da cui proviene, dai lineamenti marcati, sgraziato e con una voce bassa e sottile.
Da un tipo così nessuna donna si aspetterebbe rime e versi poetici, sensibilità e comprensione quasi come solo un animo femminile può provare. Eppure tutte queste cose non sono altro che i tratti di una maschera, confezionata ad arte e con lucidità, quella ossia utilizzata da Missar, una figura di cattivo viscida e menzognera che più volte abbiamo incontrato, con diversi anagrammi del suo nome, nei nostri Gdr. Missar ama mostrarsi così, come il ragazzo della porta accanto, sensibile, emotivamente coinvolto, comprensivo, altruista, sempre pronto ad ascoltare e consolare, insomma l'amico ideale che ognuno di noi vorrebbe incontrare ed avere. Ma tutto questo è solo una copertura, una finzione, un ruolo che Missar impersona ogni giorno ed ogni notte, celando così il suo animo, la sua vera indole, che è ben più sgradevole del suo aspetto fisico. Esperto di meccanica e custode di conoscenze profondissime, Missar, soggetto sociopatico, fuorviato da complessi di ogni sorta e falso filantropo, è del tutto incapace di vivere al di fuori del suo laboratorio e lontano dai suoi macchinari, frutto del suo genio e tecnologico sepolcro in cui si è rifugiato da sempre. Proprio questa sua incapacità di socializzare e sviluppare rapporti umani non fittizi e virtuali lo rendono altamente pericoloso, morbosamente geloso della realtà che si è costruito nel suo piccolo e miserevole mondo. Le sue prede preferite sono le donne, sensibili ed indifese di fronte all'apparente gentilezza e sensibilità che rendono Missar qualcuno di cui potersi fidare, incapace di deludere e di tradire. Egli invece è il re del tradimento. Protagonista di innumerevoli storie, Missar è un grande del fumetto dell'orrore Afragolignonese, tanto che anche il grande schermo ha più volte omaggiato la sua figura malvagia e spregevole. Secondo la leggenda il suo strabiliante laboratorio, del quale Missar è morbosamente geloso, reca un sistema di sicurezza inviolabile, basato su un impenetrabile enigma da risolvere. Solo superando l'arcano è possibile accedervi. E l'enigma così recita: "Si può visitare. Si trova in mare. Serve per misurare. Può indicare dominio. Può essere di vari tipi." La celebre rivista “Genius”, autorevole come nessun altro in fatto di fumetti, ha collocato Missar al sedicesimo posto nella classifica dei più grandi cattivi di ogni tempo. E voi, dame e cavalieri di Camelot, riuscite a risolvere l'arcano di oggi? (Il diabolico Dottor Ordifren impegnato a rimettere la testa di Missar sul suo collo)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 30-03-2017 alle ore 19.43.04. |
29-03-2017, 08.24.12 | #3138 |
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Un enigma di primo mattino...io provo con "castello".
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30-03-2017, 17.00.46 | #3139 |
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Castello, lady Altea?
Provate allora ad immaginarvi davanti alla porta del laboratorio in cui Missar passa così tante ore tra il giorno e la notte. Quel laboratorio in cui si illude di poter fabbricare una vita reale che invece non avrà mai. Castello è dunque la vostra risposta per tentare di aprire quella porta, milady? Attendiamo allora... attendiamo che scatti qualche macchinario, che si apri la serratura, che questa misteriosa combinazione sia riconosciuta per far aprire l'uscio... Ahimè, milady... la porta non si apre, dunque la vostra risposta non è quella esatta Ritentate, mi raccomando
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30-03-2017, 17.15.16 | #3140 |
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Se mi immagino davanti al laboratorio di Missar,Sir, quasi vorrei non indovinare
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