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15-10-2012, 19.19.20 | #311 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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“Sinceramente” disse sottovoce Odette ad Altea “ignoro se il governatore sia o meno sposato...” si voltò poi verso la padrona della sartoria “... perdonate, milady, è solo sciocca curiosità femminile... ma ditemi, il governatore è sposato?”
“Oh, no.” Scuotendo il capo la donna. “Sua eccellenza non è sposato... anzi, è un ottimo partito, visto che è ricco e potente...” accennò un vago sorriso “... si dice, ma badate sono solo pettegolezzi, che possegga una rendita vitalizia di circa diecimila Fiorini all'anno... senza dimenticare, poi, che la sua carica gli consente di soggiornare in quel favoloso palazzo... si, sua eccellenza ha il fascino che contraddistingue tutti gli uomini ricchi e potenti.” In quel momento arrivò madame Truasson. “Dobbiamo confezionare un abito per milady.” Disse la padrona della sartoria alla nuova arrivata. “Benissimo...” disse madame Truasson fissando Altea “... dobbiamo abbinare il tutto al colorito della vostra pelle, ai vostri occhi ed al colore dei vostri capelli... ditemi, avete qualche richiesta particolare? Volete mettere in risalto un aspetto particolare della vostra persona, milady?” Chiese alla ragazza.
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15-10-2012, 19.29.42 | #312 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“State calma, milady...” disse quell'uomo ad Elisabeth “... non siamo dei criminali noi...” indicando se stesso ed il suo compagno “... il vero briccone era l'uomo che avete aiutato a fuggire... io mi chiamo Brizzon e questi è il mio socio Yllio... siamo cacciatori di taglie... l'uomo che è entrato qui l'altra notte è un contrabbandiere ricercato dalla flotta inglese. Il suo nome è Storm Ruppen, un dannato prussiano fuggito dalla prigione sull'isola di Gaetz e ora datosi alla macchia in questi mari... ma arrivo subito al punto, milady... vogliamo da parte vostra che ci descriviate quel bastardo, perchè noi ne ignoriamo l'aspetto... aiutateci a catturarlo ed io lascerò andare la vostra domestica, oltre a darvi una parte della taglia. Accettate?”
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15-10-2012, 19.41.04 | #313 |
Disattivato
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Sventolai la mano destra davanti a me :"non devi prendermi alla lettera, intendevo dire che ti avrei aiutato lasciandoti il colpo di grazia, e su questo ci siamo intese, mi pare" dissi con un sorriso :" sembra un buon piano, potrebbe funzionare" aggiunsi pensierosa:" tuttavia bada che dovrà essere ubriaco, e io fingere di esserlo perché lui crede che il mio amato non mi rivorrà se mi mette le mani addosso. Ma a questo non è un gran problema, in realtà , gli uomini sono facilmente corruttibili" Dydas sorrise con me.
"Dimmi piuttosto, hai considerato che quand'anche riuscissimo a ucciderlo dovremo comunque fare i conti con i suoi scagnozzi? Che hai in mente per loro? Ti ricordo che c'è una specie di taglia sulla mia testa, e ci sarà anche sulla tua quando si saprà che hai ucciso il Gufo Nero!" Conclusi osservandola seria. |
15-10-2012, 19.46.38 | #314 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Sciocco marinaio...” disse con disprezzo il capitano Sumond nel fissare Cavaliere25 “... come osi venire qui e criticare gli ordini del tuo comandante? E poi parli di formaggio? Quale formaggio? Io non ne so niente! Ma non temere... dici di avere avuto un torto? Benissimo, ci penserò io a ristabilire la giustizia allora...” si alzò in piedi “... signor Great!”
Un attimo dopo arrivò l'ufficiale. “Avete chiamato, signore?” “Si...” annuendo Sumond “... questo marinaio ha osato muovere insinuazioni verso il suo capitano... sarà punito anche lui con venticinque frustate! Così imparerà a portare rispetto al comandante! Tutto l'equipaggio assisterà alla punizione!” Così, Cavaliere25 fu portato in coperta e davanti a tutti, legato ad una grata, venne punito come ordinato da Sumond. Una dopo l'altra quelle frustate si accanirono contro la sua schiena, flagellandone le carni. Lo schiocco della frusta era divenuta ormai la musica preferita del capitano Sumond, accompagnata da un grido di dolore ed un gemito di sofferenza. “Ricorda, Cavaliere25...” mormorò il marinaio che lo frustava “... non sono io che ti frusto... sto solo obbedendo agli ordini... rammentalo, non sono io il tuo carnefice...” Alla fine, martoriato dal gatto a nove code, finita la punizione Cavaliere25 fu portato giù ed affidato alle cure del dottor Musmot. “Su giovanotto...” mormorò il medico un po' brillo “... non è niente di che... vedrai, domani starai meglio... se invece ti avessero amputato una gamba, allora si che avresti sofferto... fidati. A me fu amputata nel 38... al largo del Madagascar... ero stato colpito da un moschetto aragonese... già!” Andato via il dottore, Rynos, Emas e Fidan si avvicinarono al povero Cavaliere25. “Tutto bene, amico mio?” Domandò Rynos.
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15-10-2012, 19.50.29 | #315 |
Cittadino di Camelot
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Il Governatore non era sposato..sperai i miei genitori non avessero strane intenzioni.
Arrivò Madame Truasson e mi scruto' da capo a piedi..non si poteva negare era donna di grande classe. "Direi di esaltare il mio chiaro incarnato e i miei occhi che dal verde si confondono al nocciola. Avrei pensato a un arancio..voi che ne pensate..ma non troppo pomposo ". Poi accarezzandomi i capelli aggiunsi "E pure esaltino i miei lunghi capelli dorati".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 15-10-2012 alle ore 20.51.27. |
15-10-2012, 19.53.36 | #316 |
Cittadino di Camelot
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Si dissi con un filo di voce non vi preoccupate non è niente di grave continuai a dire e ogni tanto stringevo i denti dal dolore di quelle frustate quel maledetto non si ferma davanti a nulla dissi guardando i miei compagni mi sa tanto che abbiamo sbagliato ad imbarcarci in sta nave e cercai di trovare una posizione per non sentire male ma era impossibile voi non parlate e seguite sempre gli ordini se no finite come me e lui indicando il mio amico accanto e restai in silenzio
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fabrizio |
15-10-2012, 19.54.16 | #317 |
Cittadino di Camelot
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Dopo aver salutato Fhael e essergli dato appuntamento per il mattino seguente, entrai nella locanda.
Mi diressi nella mia stanza per preparare i mie bagagli, dopodiché scesi nelle sala da pranzo per consumare finalmente un pasto caldo e una bella birra. Finito di mangiare, decisi di fare una passeggiata nei dintorni prima di andare a dormire...
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15-10-2012, 19.56.15 | #318 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non temere.” Disse Dydas a Clio. “Ho un piano per tutto. Ho già sistemato alcuni barili di pece nella cantina di questa locanda. Appena ucciso il capitano, correrò a dar loro fuoco, lasciando tutti questi dannati in una trappola di fiamme e morte. Il fuoco attirerà i pirati rimasti sul galeone e mentre correranno a vedere l'accaduto, io e te fuggiremo con una lancia nascosta nel molo Est del porto. Con un po' di fortuna raggiungeremo Las Baias e saremo salve. Cosa ne dici?”
Nello stesso momento, a Las Baias, si discuteva su come agire. Guidaux stava in piedi, fisso davanti a quella finestra, senza dire nulla. Quegli attimi sembrarono eterni a Gurenaiz. “Signore...” disse finalmente il capitano. “Si, sfrutteremo la situazione a nostra favore.” Mormorò l'ammiraglio, come se finalmente avesse trovato una soluzione dopo un lungo ragionamento. “Trasformeremo questa nostra posizione di svantaggio, in un vantaggio decisivo.” “In che modo, signore?” “Approfitteremo dell'incontro per riscattare quella ragazza” rispose l'ammiraglio “e cattureremo quel dannato pirata. Eliminare il famigerato Gufo Nero non solo sarà una straordinaria vittoria nella nostra guerra alla pirateria, ma rappresenterà un'incredibile trionfo propagandistico contro inglesi e spagnoli.” “Signore, con tutto il dovuto rispetto, ma io non permetterò che la vita di quella ragazza sia messa in pericolo.” Disse Gurenaiz. “Volete forse agire di testa vostra, capitano?” Voltandosi a fissarlo Guidaux. “Dico solo che...” “Voi siete un mio ufficiale” lo interruppe l'ammiraglio “e come tale esigo la vostra obbedienza.” “Cosa ordinate dunque?” “Fate preparare una nave” disse Guidaux “ma senza armi in bella vista. E anche gli uomini a bordo devono essere solo marinai, con al massimo tre soldati come vostre guardie del corpo. Non voglio che i pirati si insospettiscano... del resto devono credere ad un semplice scambio...” sorrise “... nella stiva, invece, nasconderemo altri soldati, armati di tutto punto, con mortai e polvere da sparo. Quando quei bucanieri si sentiranno al sicuro, entreremo in azione.” “Signore, vi rammento che è la vita della mia futura sposa ad essere in ballo.” Fece Gurenaiz. “State tranquillo, capitano.” Tornando a fissare il mare Guidaux. “Vi assicuro che la vostra amata non correrà alcun rischio. Dopotutto voi sarete lì a guidare l'intera operazione. Ora andate e fate preparare la nave. Si avvicina il giorno della scadenza.” “Si, signore!” Esclamò Gurenaiz. Ed uscì, lasciando l'ammiraglio a guardare con un ghigno le maestose nuvole, rese vermiglie dal Sole morente, che naufragavano verso l'orizzonte lontano.
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15-10-2012, 20.10.10 | #319 |
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Cheyenne, uscita attorno all'albergo, riuscì a godersi la magia di quella sera, resa limpida e fresca dal vento che aveva cominciato a soffiare da Occidente.
Il crepuscolo era ormai svanito e le prime stelle iniziavano a luccicare nel cielo incantato. Le sere in quei luoghi possedevano qualcosa di stregato. Gli ultimi rumori del borgo che pian piano si spegneva, si mischiavano ai suoni che provenivano dal porto vicino. Un canto non distante, lento e un po' malinconico, si diffuse nell'aria, forse ad opera di un marinaio o di un pescatore. Ad un tratto Cheyenne udì dei rumori. Ma era tutto buio e non vide nulla. Eppure era certa di aver sentito qualcosa. “Va da lei, Gon...” mormorò una figura nascosta poco distante e attenta a non farsi scorgere dalla ragazza “... su, obbedisci... come se fosse la tua padrona...” E all'improvviso dal buio sbucò fuori la scimmietta, correndo con agilità fino in braccio a Cheyenne, facendole poi le coccole.
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15-10-2012, 20.41.48 | #320 |
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La famiglia di Philip fu così condotta all'interno del palazzo, fino ad una grande terrazza abbellita da piante esotiche, dai colori tropicali e i profumi paradisiaci.
Un attimo dopo, annunciato da due servitori di colore, si presentò a tutti loro il Viceré in persona. “Signori...” disse Musan, che neanche per un istante aveva tolto il suo sguardo da Talia “... sua altezza Gozian de Masser, Viceré spagnolo di Balunga.” “E' un onore per me, maestà.” Mostrando un lieve inchino Philip. “Vi porgo il saluto a nome della Compagnia delle Flagee Occidentali e a quello mio e della mia famiglia... mia moglie Maria e mia figlia Talia.” “Ed è mio piacere accogliervi tutti qui, amici miei.” Sorridendo il Viceré. “In verità stavo per mettermi a tavola e dunque siete obbligati, con mia somma felicità, ad unirvi con me e con il mio fedele Musan.” “Accettiamo con gioia, maestà.” Sorridendo Philip. Così, condotti all'interno, in una grande e vasta sala, con pesanti e pregiati tessuti purpurei a rivestire le pareti, tende di gran lusso ad ornare le finestre e preziosi mobili d'ebano e di sandalo, intarsiati di madreperla, corallo e oro, a riempire ogni spazio, presero posto a tavola. Philip e sua moglie furono fatti accomodare accanto al Vicerè, mentre Musan prese posto vicino a Talia. “Vostra figlia è deliziosa...” fece Gozian “... davvero incantevole. Ora comprendo perchè desti tanta meraviglia negli indigeni di queste terre.” “Si...” annuendo Philip “... ma sua altezza ben sa che in queste terre una bellezza pallida e bionda attrae con facilità l'attenzione dei nativi.” “La bellezza” intervenne Musan “è sempre tale, in qualsiasi angolo del mondo giunga a splendere.” Fissò ancora Talia. “Analopel... mai nome fu più adatto a descrivere qualcosa...” “In realtà” disse Philip “non amo molto le usanze dei nativi e quell'epiteto dato a mia figlia...” “Ah...” mormorò il Viceré “... forse ignorate che il nostro Musan è per metà Flegeese...” “Perdonate, per un attimo l'avevo dimenticato...” “Perchè non amate i nativi?” Domandò Musan. “Parlavo delle loro usanze” rispose Philip “non di loro come individui. Sono dell'idea che è nostro dovere cercare di civilizzare queste terre.” “Tutto ciò che viene imposto” guardandolo Musan “non è mai profondamente giusto, signore...” “Già...” fece il Viceré “... ma prima di civilizzare queste terre, bisognerà riappacificare olandesi, spagnoli e inglesi...senza dimenticare poi di ripulire questi mari dai pirati... un vero flagello...” “Si, verissimo.” Annuì Philip. “Ma ai pirati ci penseremo noi.” Disse Musan. “Si, perchè il nostro valente cacciatore” sorridendo il Viceré “è qui, oltre che per difendermi, per dare la caccia a tutti i predoni di questi mari. Egli possiede un vantaggio rispetto ai tanti ufficiali olandesi, spagnoli e inglesi impegnati nella guerra contro la pirateria... nessuno, infatti, conosce come lui queste acque... è un predatore e i corsari saranno le sue prede.” “Ma credo che le nostre signore si siano annoiate già abbastanza a causa di questi discorsi.” Fece Musan. “Meglio trovare argomenti più piacevoli...” fissò Talia “... siete d'accordo, Analopel?”
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