04-03-2013, 21.42.34 | #311 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Sono voluta partire con te, Altea...” disse Vivian “... ed ora non voglio certo tornare indietro. E poi quel Fiore mi intriga... possibile che sia così prezioso?”
In quel momento il ponte levatoio del castello si abbassò e le due ragazze furono fatte entrare. Una servitrice le accompagnò alla loro stanza. “La cena sarà servita fra mezz'ora.” Sorridendo. “Voi a Camelot, come tutte le terre del Nord, siete abituati a pasti serviti presto. Ma qui, più a Sud, vi sono le antiche abitudini dell'aristocrazia normanna. Dopo mangiato sua signoria ha disposto uno spettacolo per i suoi ospiti.” Ed uscì. Poco dopo la cena fu servita. Alla fine di questa fu chiesto alle due ragazze se avessero o meno intenzione di raggiungere il teatro per lo spettacolo. “Oh, si!” Esclamò Vivian. “andiamoci, Altea!”
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04-03-2013, 21.49.59 | #312 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio così diede il bacio promesso a Mamyon.
E a quella scena tutti i presenti applaudirono. Il cavaliere, però, dopo quel bacio, lasciò per un istante i suoi occhi a fissare quelli chiusi di Clio. E poi, con gesto improvviso, prese per i fianchi la ragazza e la fece scendere sulla sua sella. Tutti ne restarono meravigliati. “Eh, voi...” disse Lucius sorpreso “... come osate...” Ma Subito Mamyon rise e spronò il suo cavallo, che cominciò così a galoppare attorno allo spiazzo. Tutti gli spettatori allora inneggiarono a quel cavaliere e alla sua madrina. “Beh...” Mormorò Mamyon fissando Clio “... il giro d'onore spetta alla madrina, non pensate? E poi guardate la gente come vi saluta!” Sorrideva. “Quanto agli altri quattro cavalieri” aggiunse con tono sicuro “sono stati solo fortunati che il regolamento non richiedesse un unico vincitore. Uno però, da quanto si è visto, forse neanche sopravviverà alla giostra.” I due continuavano a passare in rassegna davanti ai padiglioni, mentre la folla li applaudiva. “Contenta per questo doveroso giro di campo?” Domandò poi a Clio. “Io però credo che quel premio meriti altro contesto, non credete? Voglio dire... un bacio, qui davanti a tutti... quando invece questa città offre tanti bellissimi posti in cui raccogliere quel pegno... soprattutto ora che si approssima la sera... sapete che da queste parti vi sono molte leggende? E alcune narrano di grandi amanti ed amori immortali...” e le fece l'occhiolino.
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04-03-2013, 22.17.57 | #313 |
Cittadino di Camelot
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Ero veramente stremata..dopo un bagno profumato e un cambio d'abito ci dirigemmo verso la sala da pranzo e notammo che gli altri ospiti non erano ancora ritornati.."Davvero?" dissi alla serva "noi del Nord mangiamo presto? Allora ci abitueremo alle vostre abitudini...certo siamo ansiose di vedere quello spettacolo".
Io e Vivian eravamo in preda alla curiosità e finimmo presto la cena e fummo accolte nel teatro ma prima avvertii una giovane serva, la quale era sempre stata benevola con noi..."Milady..avvisatemi se verranno dei Marescialli di Campo di Sua Signoria a darmi notizie....sulla salute di mio cugino, Guisgard." Vivian era eccitata...non capivo se per il bel cavaliere oppure per lo spettacolo ma preferii non addentrarmi in altri quesiti visto la giornata piuttosto impegnativa e ci sedemmo per goderci in pace finalmente uno spettacolo....che cosa mai avrebbero rappresentato?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
04-03-2013, 23.00.47 | #314 |
Cittadino di Camelot
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La festa delle mele......non ne avevo mai sentito parlare......" vi sono grata per avvermi informata signore "........." Elina allora potremo mangiare tutte le mele che vorremo.......ti ricordi le mele con lo zucchero che faceva mia madre...........me ne dava sempre una quandosentiva che ero triste......andiamo verso il castello...il torneo lo abbiamo perso ormai...ci diranno chi sara il fortunato....." pochi passi ed una anziana donna mi fermo' leggeva il futuro.....la mia mano permezzo taddeo......." volete la mano per leggere il mio futuro ? Plsso darvela ma posso pagarvi........dicendo che c'e' solo dolore e niente altro.......ma se cio ' vi appaga ecco e' vostra" e cosi' davanti allo sguardo di Elina voltai il mio palmo.......
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05-03-2013, 00.51.18 | #315 |
Disattivato
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Subito rimasi paralizzata quando sentii Mamyon afferrarmi per i fianchi, aprii gli occhi di colpo, incapace di dire qualunque cosa.
Sentii la voce di Lucius protestare, ma mi apparve terribilmente lontana. Mi ritrovai così in sella al destriero del cavaliere, gettato al galoppo nello spiazzo. Lo stupore svanì a poco a poco, ascoltando la risata e le parole di Mamyon, guardando la folla che applaudiva al suo passaggio. E, infine, mi tranquillizzai e ripresi a sorridere, mi appoggiai leggermente al cavaliere, sebbene non temessi affatto di cadere, non ero abituata ad essere portata in sella in quel modo. "..Sono la madrina più invidiata a quanto pare, Milord..." alzando lo sguardo verso il suo viso "... vi ringrazio di questo giro d'onore, Sir Mamyon.. ma vi conviene portarmi presto indietro o a Lucius verrà un infarto.." ridendo. Ero rimasta turbata, tuttavia dalle ultime parole del cavaliere. ".. Beh, mi spiace Milord.." continuai poi con un viso vagamente offeso "..se non volevate quel bacio potevate scansarvi o fermarmi..". Ma quell'espressione non durò a lungo e ripresi a sorridere: "..dite che vi sono scenari più adatti per un simile pegno? Oh, non ne dubito.. quel poco che ho visto di questa città mi è parso subito incantevole.. tuttavia.." senza smettere di sorridere "... il torneo ormai è finito.. voi avete mantenuto la vostra parola io la mia... come vi conquisterete un nuovo bacio? Perchè devo informarvi che non è affatto mia abitudine stare sola con cavalieri sconosciuti.." scossi la testa "..nemmeno con quelli valorosi..". Sentivo il cuore battere forte, potevo sentire il suo respiro e i battiti del suo cuore. Mai nella mia vita mi ero avvicinata così tanto ad un uomo, a parte Lucius, ovviamente, ma non lo consideravo esattamente come tale. "...Eppure sono una grande appassionata di miti e leggende, sapete? Ne conosco molti, e bramo di conoscerne sempre di nuovi..." risi "...mi chiedo se riuscireste a stupirmi..". Sospirai. Te ne pentirai.. come puoi fidarti di lui.. non lo conosci nemmeno! Scacciai quei pensieri, chiudendo e riaprendo gli occhi. Alzai, nuovamente lo sguardo a cercare gli occhi di Mamyon. "..Bene, nobile cavaliere.. vi concederò di mostrarmi gli splendidi angoli che possiede questa città che non conosco.. come, d'altro canto, non conosco voi..". Poi, una luce mi attraversò la mente. "..Ho trovato.. Stasera mi racconterete di voi, della vostra terra e delle vostre imprese..e se vi giudicherò abbastanza valoroso avrete un nuovo bacio, nella cornice da voi scelta.." sorrisi nuovamente. "...Che ve ne pare?" restai con lo sguardo fisso nel suo per un momento poi, aggrottai la fronte come se avessi dimenticato di dire una cosa importantissima. "..Naturalmente non verrò sola.. Lucius ha il compito di vegliare su di me e io non ho alcuna intenzione di fare a meno di lui..". |
05-03-2013, 01.50.50 | #316 | |
Cittadino di Camelot
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Fissavo in silenzio la mia immagine riflessa nello specchio, riflettendo...
l’ombra... che cosa significava? perché non proiettavo più alcuna ombra? quell’immagine di stregoneria... rividi le due donne nella mia mente e sentii le loro parole... stregoneria... Inspirai, e quasi mi costrinsi a chiudere gli occhi e a distogliere la mente a quei pensieri... c’era una spiegazione, mi dissi ad un tratto. C’era una spiegazione perfettamente logica per quella particolarità, mi ripetei fermamente. Mi osservai ancora nello specchio, in silenzio, ma quella spiegazione non venne alla mia mente. Infine, quasi spazientita, volsi le spalle allo specchio e mi allontanai di qualche passo, evitando caparbiamente di guardare il muro alla mia sinistra, del tutto orfano della mia ombra. Mi accostai alla chaise longue e qui mi rifugiai, allungando le gambe e sforzandomi di rilassarmi... Citazione:
Il mio sguardo era lontano, tuttavia... perso ormai in quei pensieri che mi tormentavano la mente con mille e più domande senza soluzione... Fu l’incertezza nella donna di fronte a me a destarmi di nuovo... “Benissimo, Marijeta...” ripetei lentamente “E’ molto tardi, adesso, e credo che sia bene che tu vada a riposare un po’... va’ pure nella tua stanza, non necessito di altro.” Neanche la vidi inchinarsi ed uscire, tanto la mia mente era lontana... e vagò per un po’, la mia mente... vagò rincorrendo sensazioni antiche e ricordi d’infanzia così vaghi da risultare quasi inafferrabili... vagò... finché, stanca, si ridestò e tornò presente. Doveva essere molto tardi, ormai, ed intorno a me era il silenzio più totale... ogni suono e rumore si era spento nel castello, completamente addormentato. Fui colta, allora, da un acuto senso di irrequietezza, quasi da una iperattività... la mia mente aveva vagato così lontano che il mio corpo, adesso, esigeva il suo tributo... mi alzai, dunque, e mi aggirai per qualche tempo per la stanza, senza che i miei piedi nudi producessero alcun rumore sul pavimento, quasi fossi solo un fantasma... mi accostai alla finestra, poi tornai verso il letto, raggiunsi lo specchio, poi l’ampio tavolo in fondo... infine... sentendo che, se non fossi uscita da lì e non avessi camminato un po’ per il castello per schiarirmi le idee, sarei impazzita... afferrai un piccolo candelabro ed uscii silenziosamente dalle mie stanze.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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05-03-2013, 02.25.01 | #317 |
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Quel vecchio sorrise a Parsifal e con un cenno del capo lo salutò. “Salute a voi, messere.” Disse. “In verità questo carro mi da abbastanza noie. Devo portarlo fino alla cripta laggiù. Un tempo non richiedeva molto sforzo, ma ora la mia età avanzata rende più difficoltoso il tutto. E vi sarei grato per il vostro aiuto.”
Così, il vecchio e Parsifal spinsero il carro fino alla cripta. Ma un dosso nel terreno fece sussultare il carretto e scivolare via il telo che lo copriva. Allora si mostrò il contenuto agli occhi di Parsifal. Erano tantissimi crani ammassati l'uno sull'altro. Il vecchio lasciò infine il carro nella cripta e lo ricoprì di nuovo col telone. “Per ringraziarvi dell'aiuto” fissando Parsifal “permettetemi di invitarvi a mangiare con me. E badate che non accetto rifiuti.” Così lo fece entrare nella sua piccola dimora, che si trovava alle spalle della cappella del cimitero. I due mangiarono del pane con del formaggio e sorseggiarono un buon vino. Infine si scaldarono accanto ad un braciere ardente. “Sono il custode di questo cimitero” fece il vecchio “e ormai sono anni che faccio questo mestiere. Sono abituato al silenzio e all'oblio. E forse per questo non mi spaventa la morte. Voi perchè siete in viaggio, amico mio?” Quella stanza era particolare. Era un ambiente rettangolare, ricavato da una parete divisoria dell'adiacente cappella. E sulla parete grande vi erano ancora strani affreschi, forse di un'epoca precedente. Vi erano strane ed inquietanti immagini. E molte di essere sembravano raffigurazioni ed allegorie della morte, del peccato e della caduta nell'abisso.
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05-03-2013, 02.34.26 | #318 |
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La zingara prese così la mano di Elisabeth e cominciò a leggere il futuro della donna.
“Vedo molta nebbia...” disse “... nebbia che non si scioglie al Sole... nebbia densa che avvolge e confonde... e vedo strane forze attorno a voi... forze che assumono volti umani... anzi, no... quasi... quasi bestiali... e poi ancora... vedo... vedo un viaggio... un viaggio lontano... un castello imprendibile... le cui vette svettano al di là dell'orizzonte... e vedo... vedo anche delle figure... sono fatte d'ombra... ombre che nascono lontano dalla luce... e... e... una di essa mi ha visto...” e lanciò un grido, lasciando di colpo la mano di Elisabeth. “Tornate a casa, milady...” mormorò visibilmente impressionata “... tornate a casa e riposatevi... dimenticando ciò che ho detto...” “Cosa avete visto?” Chiese Elina alla zingara. “Nulla...” scuotendo il capo questa “... nulla... andate a casa e dimenticate questo incontro...” “Ecco il vostro mezzo Taddeo...” mostrandole la moneta Elina. “Non voglio niente...” fissandola la zingara “... andate a casa...” e andò via.
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05-03-2013, 02.52.08 | #319 |
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La servitrice annuì a quelle parole di Altea. “Si, milady...” disse “... appena giungeranno notizie su vostro cugino vi informerò.”
Lei e Vivian furono poi condotte nel piccolo teatro del castello, per assistere allo spettacolo offerto dall'Arconte Meccanico ai suoi ospiti. Altea e Vivian presero così posto in una piccola saletta, davanti ad un palco racchiuso da una grossa tenda color porpora. E iniziò lo spettacolo. Sulla scena apparve un ballerino, col volto dipinto ed una calzamaglia aderente e variegata di più colori. Un attimo dopo sul palco si mostrò un musico. Suonava una cetra e cominciò così a recitare: “Questa è la cupa storia dei nobili Taddei e della terribile maledizione che da secoli li tormenta. Le maledizioni hanno molte origini... possono nascere da una colpa... possono essere imposte da una strega o da un mago... possono essere il tormento di uno spettro o la persecuzione di un demone... ma qualunque sia l'origine di quella maledizione, essa toglie agli aristocratici signori di Capomazda la cosa più bella, ciò che spinge gli uomini a vivere... la Gioia.” Il ballerino continuava con le sue malinconiche movenze, sempre al suono della cetra. Quella rappresentazione era infatti una sorta di pantomima. “E il nome di quella maledizione” continuò il musico “nasce da ciò che essa nega... ed è chiamata così la Gioia dei Taddei...” Sul palco, allora, alle spalle del musico e del ballerino, cominciarono ad uscire strani personaggi. Attraversavano la scena ed uscivano dall'altra parte. Senza dire e fare nulla. Sembravano figure allegoriche e ciascuno aveva in mano un fiore. La Purezza un giglio, la Costanza un'orchidea, la Predestinazione una rosa, la Realizzazione una margherita. Infine apparve un'altra figura. Il suo abito però non permetteva di riconoscere l'allegoria che interpretava. Ed in mano non recava alcun fiore. Ma solo un piccolo vassoio d'oro, sul quale era raccolto un mucchietto di terra.
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05-03-2013, 03.19.30 | #320 |
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Mamyon sorrise a Clio.
“Beh...” disse mentre continuava quel loro giro nello spiazzo festante “... pur di meritare un altro bacio da voi potrei persino iscrivermi ad un nuovo torneo.” E le fece l'occhiolino. “Quanto a scenari più degni, vi dirò... in verità non riesco ad immaginare un luogo degno della vostra bellezza... o forse si...” mise una mano in tasca e poi estrasse qualcosa “... la vedete questa? E' una chiave... l'ho comprata al mio arrivo a Sant'Agata di Gothia... a dire il vero mi è stata donata da un uomo che non aveva altro... a suo dire vale una fortuna... infatti pare che apra un cancelletto... e non un semplice cancelletto...” sorrise “... secondo una leggenda quel cancelletto, celato da qualche parte nella selva che circonda questa città, permette di scendere nelle segrete di quella che un tempo era una torre. E sempre secondo quella leggenda dalla torre si gettò per amore una dama. Ed ora, ogni notte, in quelle segrete avviene il suo straziante funerale. Questo fino a quando qualcuno non giungerà ad aprire quel cancelletto, permettendo così al suo fantasma di poter tornare nel regno dei morti.” Rise. “Come vedete è una giusta causa. Verrete con me a cercare quel cancelletto?” La fissò. “E sia... ho capito... verrà anche il vostro amico... così non morirà d'infarto.” Terminò così il loro giro e Mamyon riportò Clio nel padiglione, dove si trovava ancora Lucius. “Allora ci ritroveremo stasera nella piazza principale, milady.” Fece Mamyon. “E ricordate... è una giusta causa...” sorrise e galoppò via. “Stasera?” Ripetè Lucius. “Cosa intendeva dire?” Chiese a Clio.
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