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22-09-2013, 20.19.42 | #331 |
Cittadino di Camelot
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La cosa non mi convinceva......io mi ero confessata...e lui che trovasse la strada in maniera indolore.....mica ero matta......" Padre Teodoro....io mi sono confessata...Padre Anselmo per avermi mandata a voi un motivo ce l'aveva.....e voi cosa mi chiedete ?......di suicidarmi....se io esco da quella porta e li vado a denunciare,io firmo la mia condanna...perchè se quelli evadono ancora....sapete quale sarà il loro prossimo obiettivo ? Cercare me e i miei ragazzi.......mi spiace per nostro Signore...non sarò una buona Cristiana.....ma io non ci penso proprio a denunciare quei tre.........teneteli a bada....sarà molto più semplice.....intanto io potrò andare a svolgere il mio compito....."........feci il segno della Croce al Crocifisso....mi inchinai a Fra Teodoro..ed andai a d aprire la porta, sarei voluta rimanere una notte per riposare, ma non era importante.......baci ed abbracci....un posto lo avrei trovato....sarei andata prima alla Chiesa dove veniva custodito il quadro......
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22-09-2013, 21.40.09 | #332 |
Cittadino di Camelot
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Il Cavaliere d'Altafonte era tutto ciò che desideravo.
Mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio, passare piu' tempo con lui. Così forse mi avrebbe ricambiata in amore e forse in un futuro ci saremmo sposati. Aveva tutto: bellezza esteriore ed interiore, signorilità, intelligenza, simpatia, forza d'animo e probabilmente forza fisica, maturità, magia e ricchezza. Lui cercava moglie? Ebbene lo avrei accontentato. Gli avrei dato tutto se mi avesse ricambiato, persino la mia stessa vita. Era deciso lo avrei conquistato in tutti i modi. Nessuna me lo avrebbe portato via. Per rompere il ghiaccio a tavola dissi:"Ditemi, caro Cavaliere d'Altafonte, a voi in cosa vi piace dilettarvi?" dissi in modo suadente.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 22-09-2013 alle ore 23.19.49. |
23-09-2013, 01.25.39 | #333 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Simone sorrise a Clio.
“Forse non rammentate più il mio volto, milady...” disse “... eppure io sono stato un anno, presso la corte di vostro padre, in veste di ambasciatore di Sygma a Crysa... e non ho faticato molto a riconoscervi... devo dire, però, anche grazie all'allora maniscalco reale che vi ha trovata qui a Sygma... per questo vi ho mostrato quel documento. Ma, come detto, non vi chiedo di credere alle mie parole. Credete piuttosto ai vostri occhi. Infatti vi ho invitata al Castello di Sonio, dove è rinchiuso vostro fratello. Così vi renderete conto voi stessa che queste sono le sue ultime ore da uomo vivo. Se invece volete rinchiudervi nella vostra discutibile convinzione che io stia mentendo, benissimo, non vi è alcun problema. Vuol dire che andrete a pregare sulla sua fossa. E visto che questa discussione sembra lasciarvi del tutto indifferente, credo allora che tornerò a gustarmi questa festa. Naturalmente, qualora vi torni l'amore per vostro fratello, io sarò sempre disponibile a voler trattare con voi come detto in precedenza. Ma vi avverto che le condizione per un patto tra noi saranno limitate a questa sera. Approfittatene dunque, milady... perchè quando questa festa sarà terminata, ed io tornerò a casa mia, non ci saranno più possibilità di intesa tra noi. E allora” i suoi occhi si piantarono in quelli di lei “vi giuro sulla mia stessa carica che nessuno strapperà vostro fratello alla morte.” Restò a fissarla per alcuni istanti, poi le sorrise e fece per allontanarsi.
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23-09-2013, 01.32.19 | #334 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Aspettate...” disse Padre Teodoro ad Elisabeth “... è vero, nessuno vi può obbligare a denunciare quei tre... ma siete stata voi a condurli qui... avete fatto entrare tre lupi fra gli agnelli... e ora? Ora ve ne lavate le mani, pensando che una confessione possa risolvere tutto. Essere Cristiani non vuol dire solo pregare, figliola... vuol dire saper riconoscere il Bene dal male... e operare perchè il secondo non prevalga sul primo... io non posso tradire il segreto della confessione... dunque non denuncerò quei tre... voi volete andarvene ora? E sia... ma sappiate che ora siete loro complice... anche se involontariamente... ma lo siete... e forse fuggendo metterete in salvo i vostri bambini... ma lasciando in pericolo molti altri...” e restò a fissarla.
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23-09-2013, 03.25.44 | #335 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Capitolo IV: Mirabole
“La sola differenza era che quel giorno si sarebbe esibito col nome che meglio si addiceva al suo personaggio. E di fronte allo specchio, Scaramouche si inchinò al proprio riflesso.” (Rafael Sabatini, Scaramouche) Le pareti bianche, foderate con tessuti dal raro panneggio e dalle screziature auree, accoglievano, per poi frastagliare e riflette ovunque, i mille e più bagliori che dalle candele filtravano poi attraverso i cristalli di Boemia, i vetri di Murano e gli intarsi sulle specchiere, sulle sedie e lungo gli sfarzosi mobili della sala. Le note del valzer attraversavano la sala, traendone atmosfera d'altri tempi, facendo poi volteggiare abiti, gioielli e sguardi che si perdevano in quei balli fatti di bellezza e fasto. La tavola era imbandita a festa, con pietanze preparate con straordinaria maestria ed elisir colorati e dall'esotico aroma, il tutto servito da valletti abbigliati sfarzosamente. Gli invitati avevano quasi tutti preso posto e ormai la cena stava per cominciare. A quello sguardo di Talia, che non ammetteva repliche, Jacopo salutò Azable e si congedò da lui. Con sua moglie allora raggiunsero la tavola e presero posto fra gli altri invitati. Nel vederli arrivare e sedersi, il Cavaliere di Altafonte restò per un attimo a fissarli. Poi, rispondendo ad un cenno col capo di Jacopo, si alzò, salutò con un lieve inchino ed attese che Talia si accomodasse. Prese allora il suo calice e fece come a voler brindare. “Alla bellezza” disse sorridendo “delle dame di questa terra di poeti ed artisti... e di come noi poveri mortali ne siamo affascinati...” “Siete un adulatore nato, milord!” Esclamò divertita Silvia. “Un simulatore di galanteria da cui ogni dama dovrebbe ben guardarsi!” “Mi ritenete così pericoloso, milady?” “Non so...” fissandolo Silvia “... ditemelo voi... devo?” “Oh, ma è lo schiavo” rispose Altafonte “che deve temere gli umori della sua padrona.” “Dubito” fece Silvia “che esista una donna in grado di potersi vantare come vostra padrona, milord!” “Mai, milady, come stasera ho più padrone di quante non ne trovò Teseo fra le Amazzoni.” Sorridendo il cavaliere. “E invero, posso dire, non rinuncerei a questa mia cattività per nulla al mondo.” “Allora siete disposto ad esaudire ogni mia richiesta?” Chiese Silvia. “Non potrei oppormi a questo, milady.” “Allora rivelateci da dove nasce la vostra ricchezza, cavaliere!” “La vostra richiesta è dunque solo questa?” Ridendo Altafonte. “Sono fortunato allora... fortunato, quasi, come il nostro capitano...” guardando prima Jacopo e poi Talia. Il sentiero sul sonnolento colle nel Petroniano, a poche miglia dalla via per Barberio dell'Elsa, si inerpicava fin sulla vetta, sulla quale sorgeva la bella cappellina. Quel poco di nobiltà che ora restava a quel luogo veniva ormai solo dalla caratteristica forma di quella cappellina, piuttosto che dall'austerità e dal silenzio di qualche antica muratura lasciata in balia di sterpi e rovi. Lei aveva già montato la sua tela e sistemato i suoi pennelli. Si chinò allora per prendere un fiore, ma quello perse subito due petali. “Mi chiedo” disse all'improvviso lui, apparendo alle spalle di uno dei cipressi “cosa tu ci possa trovare in un posto come questo... è silenzioso, solitario... quasi malinconico...” Lei si voltò di scatto. “Dovevi rivelare la tua presenza...” infastidita. “Non pensavo di spaventarti.” Sorridendo lui. “Non mi hai spaventata.” “Cosa stai dipingendo?” “Il paesaggio...” rispose lei, tornando a fissare la sua tela “... adoro questo luogo...” “Io non ci vivrei neanche da fantasma...” fece lui “... anzi, credo che qui ce ne siano già abbastanza di fantasmi...” “Dovresti tacere” quasi sprezzante lei “su cose che non conosci...” “Davvero, signorina so tutto io?” Sarcastico lui. “Forse dovresti tornartene dalle tue parti” sbottò lei “visto che non apprezzi le nostre terre...” Lui rise e si avvicinò alla ragazza. Prese quel fiore e i suoi petali caduti per poi stringerlo nel suo pugno. Ci soffiò sopra, le fece l'occhiolino e le mostrò allora il fiore ormai intatto. “Magia...” mormorò e si lasciò cadere ai piedi di quel cipresso, per poi prendere la sua ocarina. “Qui, tempo fa, sorgeva una grande e ricca città...” mormorò lei “... una città che oggi non esiste più...” Lui smise di suonare e cominciò a fissarla. “Venne distrutta a causa della sua ambizione” continuò lei “e da allora nessuno osa più costruire su questo colle... fatta eccezione per la piccola Cappella di San Michele...” aveva iniziato a dipingere “... la gente di quella città, però, sentendo la fine vicina e intenzionata a non lasciare le sue ricchezze al re di Sygma, decise la notte prima della distruzione di far uscire il suo immenso tesoro dalla città... nascondendolo poi da qualche parte qui intorno... nessuno però è mai riuscito a trovarlo...” Lui ascoltò senza dire nulla e quando lei finì di raccontare solo un profondo silenzio avvolse quel luogo. “Forse la malinconia...” quasi sussurrando lei “... è l'unica cosa che sentono i fantasmi...” I lunghi capelli chiari scesero così sul suo volto, quasi a volerne celare lo stato d'animo. Lui allora si alzò e si avvicinò alla tela. Le posò sulla mano il fiore che aveva accomodato e delicatamente poi spostò quei capelli dal suo volto, restando a fissarla. Per un istante i loro occhi si unirono. Poi lui la baciò. E solo quello schiaffo ruppe, per un momento, il silenzio di quel luogo. “Perchè l'hai fatto?” Gridò lei con rabbia. “Perchè? E corse via. Lui allora restò a guardarla andare via, per poi tirare fuori da una tasca i petali che aveva finto di ricomporre sul fiore... “La magia” continuò Altafone “non è differente dalla ricchezza... qualcuno afferma che entrambe hanno origini diaboliche... come ho accumulato la mia ricchezza? Semplice... come Faust ho venduto la mia anima al diavolo...” “Oh, voi amate troppo prendervi gioco di noi, milord!” Scuotendo il capo Silvia. Altafonte allora sorseggiò altro vino. Un servitore del banchiere poi gli si avvicinò, porgendogli, con discrezione, il biglietto di Altea. Lui lo aprì e vi gettò un'occhiata veloce. Lo richiuse, lo ripose in una tasca e poi fissò Altea sorridendole. “Brindo ora ai veri cavalieri” alzando ancora il suo calice “e alle dame in pericolo che loro amano salvare...” sorseggiò ancora “... in cosa mi piace dilettarmi, damigella?” Rivolgendosi poi a Eilonwy. “Beh, in verità, amo le cose più piacevoli della vita... adoro il gioco... il buon cibo... il vino pregiato... le arti... e naturalmente la bellezza in tutte le sue forme... e voi” sorridendo alla fanciulla “ne siete uno straordinario e vivace modello... e se dovessi paragonarvi ad un'eroina di qualche poema, non esiterei a descrivervi come la mitica principessa Arianna...” e le mostrò un lieve inchino col capo.
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23-09-2013, 11.17.30 | #336 |
Cittadino di Camelot
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"Siete un adulatore nato. Così mi fate arrossire come un papavero. Ebbene a me piace dilettarmi con la lettura, la scherma, il tiro con l'arco, il disegno, la cucina e ovviamente con il canto e la musica".
Ti prego Signore, fai in modo che mi chieda di cantare.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 23-09-2013 alle ore 14.32.15. |
23-09-2013, 11.33.53 | #337 |
Cittadino di Camelot
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Tornai sui miei passi.....certo non ero nobile....ne di grande cultura......ma la strada forgia in maniera diversa.....non amavo essere intimidita, fosse pure un uomo della chiesa......." Voi Padre...non avete compreso.......io non vi sto chiedendo di denunciare i Tre monaci...se ne andranno al piu' presto prendendo la loro strada..........vi ho solo avvertito di tenere a bada i tre monaci........voi...non siete delle belle donne da stuprare...siete poveri ..questa e' la vostra regola.....a voi non hanno nulla da chiedere.........e se non si insospettiscono staranno buoni buoni.............io nella mia vita ho dovuto pensare a me stessa, egoismo lo chiamereste voi...sopravvivenza la chiamerei io......quando avevo fame....mi hanno lasciato marcire sulle scale di una Chiesa dove i preti avevano mangiato a sazietà....e le donne erano sazie di tutto....quello che ho creato l'ho creato da me e grazie a Padre Anselmo......quindi non fatemi la predica......non e' affar mio..."......ero veramente furiosa...
Ultima modifica di elisabeth : 23-09-2013 alle ore 15.48.59. |
23-09-2013, 15.41.35 | #338 |
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"Ho detto che vi credo..." Dissi con un'espressione corrucciata "..cosa vi aspettavate da me? Che mi gettassi piangendo ai vostri piedi, supplicando pietà? Sono una principessa, non una lavandaia.. Se fossi stata così debole sarei già morta.. I miei sentimenti non contano.." Sorrisi "..Dunque è lui la vostra fonte, l'uomo che, dopo avermi ospitato, ha cercato di derubarmi, ma poi non l'ha fatto sperando forse in un maggiore guadagno? Ottimo! Immagino sia venuto da voi per aiutarmi... Comunque, non temete, verrò al castello a far visita a mio fratello..".
Naturalmente non da sola, ma con una scorta adeguata...E armata... "Tornate pure a godetevi la festa, io farò altrettanto..". Intorno a noi, gli ospiti avevano preso posto per la cena, e cercai Selenia e Roberto con lo sguardo. Dopo averli individuati, voltai nuovamente lo sguardo verso Simone. "Badate, però.." Dissi alle sue spalle, in modo che mi sentisse "..che non mi è affatto sfuggito il vostro silenzio circa il vantaggio che vi porterà tutto questo..". Detto ciò, mi diressi verso il tavolo dove si trovavano i miei ospiti. "Perdonate la mia assenza, ma volevo scusarmi con il viceprocuratore.. E la conversazione si è fatta.. Come dire.. Interessante.." Lanciando un'occhiata a Roberto. Dapprima pensai di sussurrargli, ma mi resi conto che sarebbe stato poco educato. "A tal proposito, cugino.. C'è qualcosa di cui vorrei parlarti.. Stasera.. È una faccenda delicata.. Come dire.. Affari di famiglia..". Dissi candidamente, con un sorriso. |
23-09-2013, 16.01.42 | #339 |
Cittadino di Camelot
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Fingevo indifferenza e scrutavo lentamente i passi del maggiordomo...e lo vidi..avvicinarsi al Cavaliere di Altafonte.
Mi volsi verso Mirabole, per fortuna sembrava preso altrove e poi vidi Altafonte, si girò verso di me e mi sorrise e pronunciò quella frase che mi fece capire tutto..aveva letto e mi rilassai. Come fare ora per poter parlare con lui senza che altri ci vedessero? Forse aspettare la prossima pausa. Continuai a mangiare la cena silenziosamente, ascoltavo le chiacchiere, vedevo la gente sorridere..ma i pensieri erano ben altrove.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-09-2013, 16.55.45 | #340 | |
Cittadino di Camelot
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Io e Jacopo ci sedemmo a tavola proprio mentre Altafonte si alzava per quel brindisi... lo osservai mentre sollevava il calice con fare plateale, subito imitato da tutti gli uomini seduti alla tavola... tutti tranne Jacopo, che si limitò a fissarlo con uno dei suoi sguardi più indagatori, prima di sollevare compostamente anche il suo bicchiere.
Sorrisi tra me... a Jacopo, pensai, non piaceva molto il Cavaliere di Altafonte e non faceva niente per nasconderlo... a me invece causava una strana sensazione, quello straniero: mi irritava e mi incuriosiva allo stesso tempo, quel suo atteggiamento mi faceva sentire sempre il bisogno di stare sulla difensava, come fosse sempre in attacco... ed era curioso, dato che l’effetto che mi faceva quel cavaliere mi era stato causato solo da un’altra persona, prima... soltanto uno... un giovane sconsiderato scomparso tanti anni prima e che, mio malgrado, in particolar modo dalla mia visita a cavallo alla cappellina, continuava a tornarmi alla mente... Citazione:
incrociai i suoi e per un attimo fui certa di conoscerli, di averli già visti tanti anni prima... proprio quegli occhi così azzurri... fu un attimo, un momento quasi infinito, poi in fretta mi costrinsi a distogliere il mio sguardo agitato e a puntarlo in basso, davanti a me. La cena proseguì tra risa, chiacchiere e divertimento, ma io non osai più sollevare lo sguardo verso quel cavaliere.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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