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27-10-2010, 12.54.44 | #361 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
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Segui Morven nella direzione che mi fu indicata e continuando a scoccare frecce feci da scudo a Morven standogli col le spalle dietro le sue e guardando attentamente dove erano quei maledetti sanguinari la stanchezza si stava facendo sentire ma cercavo di resistere il piu a lungo possibile.
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fabrizio |
27-10-2010, 18.53.50 | #362 |
Cittadino di Camelot
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Vidi qualcosa in fondo ai suoi occhi, vidi una luce diversa attraversarli per un momento e, proprio in quel momento, mi parve lontano da lì... non sapevo a cosa o a chi avesse pensato, ma in quell’istante compresi che il mio non era il solo animo inquieto lì... e quando tornai a guardarlo fu, per qualche ragione, con occhi nuovi.
“Se non troveremo niente...” risposi con un mezzo sorriso ironico alla sua ultima, seria affermazione “...del che dubito, vi prometto che farò comunque in modo di riportarvi fuori da questo bosco tutto intero!” Misi allora il pugnale di nuovo al suo posto e mi voltai per riprendere la via che stavo percorrendo prima del suo arrivo. Avevo fatto neanche dieci passi quando, colta da un pensiero improvviso, mi bloccai e mi voltai a guardarlo: “Oh, e...” dissi, lanciandogli un’occhiata divertita e vagamente maliziosa “per favore, cercate di camminare più silenziosamente, ché se fate tutta la confusione che avete fatto venendo qui, ci sentiranno arrivare con un giorno d’anticipo!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
28-10-2010, 01.45.45 | #363 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel bosco infuriava la sanguinosa battaglia.
Secondo gli ordini di Belven, i cavalieri superstiti, Morven, Goldblum e Cavaliere25, cominciarono a lasciare il punto in cui si stava combattendo. Ma il giovane arciere, non obbedendo alle indicazioni di Belven, aveva seguito Morven, per poi perderlo di vista. Cavaliere25 si ritrovò così disperso in mezzo a quella verdeggiante macchia. Non sentiva più i suoini della battaglia e le grida dei combattenti. Tutto sembrava tacere. Anche il bosco si era ammutolito. Ed in quell'irreale silenzio, il giovane arciere cominciò a percepire un'insopportabile inquietudine. Poi, ad un tratto, udì dei rumori. Prima confusi e lontani, poi sempre più chiari e vicini. Qualcuno o qualcosa si stava avvicinando a lui.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
28-10-2010, 01.53.35 | #364 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il fuoco.
Caldo e rassicurante consumava la legna adagiata nel camino, proiettando inquiete ombre sulle pareti di quell'austera stanza. Pian piano Morven cominciò a svegliarsi. Il silenzio di quel luogo trasmetteva pace e tranquillità. Il cavaliere cominciò ad osservare ciò che lo circondava, fino a scorgere una misteriosa figura seduta davanti al camino che gli dava le spalle. Stava con un coltello incidendo un pezzo di legno. "Vi siete risvegliato..." disse, senza voltarsi verso Morven "... avevate perso i sensi..."
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28-10-2010, 02.14.09 | #365 |
Cittadino di Camelot
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Il primo tra i sensi a risvegliarsi fu l'udito... lo schioccare del legno, il crepitare della fiamma, il suono ritmico e deciso di una lama che incide una superficie...
Poi aprì gli occhi... la penombra lo avvolgeva, e i corpi flessuosi delle lingue di fuoco si disegnavano sul soffitto, proiettandosi e danzando davanti al suo sguardo, reso ancora incerto da quel mancamento... "Vi siete risvegliato..." disse allora una misteriosa figura seduta al camino, senza nemmeno voltarsi verso Morven "... avevate perso i sensi..." A quelle parole, Morven saltò su. Fissò la figura davanti a lui, poi passò uno sguardo su se stesso. Aveva ancora indosso la propria armatura, ma passandosi le mani lungo i fianchi, subito si avvide che era stato disarmato, e che non indossava più il cinturone cui era solito affibbiare le due spade. Questa evidenza lo rese inquieto, così come lo inquietava il fatto che il suo ospite continuasse a nascondergli il suo volto. ... Chi era quella misteriosa figura? Cosa era accaduto dopo la battaglia? Dove si trovava? E dove di trovavano i suoi compagni? Erano essi ancora in vita? E Goldblum?... Questi e tanti altri interrogativi gli arrivarono alla mente come una pioggia di dardi lanciati su una schiera nemica. Fissò una volta ancora l'immobile e silenziosa figura, come se solo da quella fonte potesse giungergli quella conoscenza. "Dove mi trovo?" riuscì a chiedere, infine, con voce ancora confusa "E perchè sono qui? Cosa è accaduto nel bosco?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
28-10-2010, 02.22.33 | #366 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Sole si era ormai levato dal suo giaciglio d'Oriente.
Il bosco sembrava ora aprirsi al passaggio dei due, che venivano quasi inghiottiti da quel lussureggiante e selvaggio scenario. "Io cercherò di essere più silenzioso..." disse sarcastico Guisgard a Talia, mentre cercava di riconoscere l'angusto sentiero che a fatica si apriva tra gli sterpi e i rovi "... e voi conservate un pò del veleno della vostra lingua, in modo da poterne intingere dentro le frecce che avete con voi... almeno avremo a nostro favore un'arma letale!" Proseguirono ancora verso ovest, fino a quando trovarono una vecchia e diroccata costruzione. "Sembra sia stata una chiesa un tempo..." osservò Guisgard, avvicinandosi alla porta di quell'edificio. Questa però era bloccata da due pesanti assi di legno inchiodate ad x. "State indietro..." disse poi a Talia. Cominciò allora, con la sua spada, a picchiare sui chiodi che tenevano unite le assi. E quando furono allentati, raccolto un grosso ramo, prese a battere contro le assi, fino a spaccarle. Poi, con un calcio sfondò facilmente la debole porta della chiesetta. L'aria all'interno della costruzione era viziata e pesante, mentre la polvere dominava ovunque. La luce, dalla porta sfondata, potè finalmente penetrare nella chiesetta, cominciando ad illuminarne l'interno. Era in pessime condizioni e la piccola navatella era quasi bloccata da ciò che restava delle panche in legno e delle statue raffiguranti alcuni santi. Guisgard e Talia si guardarono intorno. Ad un tratto il cavaliere fece segno alla ragazza di guardare verso l'abside. "Questa chiesa è stata sconsacrata..." mormorò Guisgard segnandosi e indicandole una grande croce capovolta proprio sopra l'altare.
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28-10-2010, 02.39.45 | #367 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il fuoco continuava a consumare la legna, rendendo la brace sempre più ardente e calda.
"Siete a casa mia, cavaliere." Disse la misteriosa figura, smettendo di incidere il pezzo di legno che aveva in mano. "Vi ho trovato nel bosco, senza conoscenza. Non so cosa sia accaduto di preciso, questo dovreste dirmelo voi..." Si alzò e finalmente si voltò verso il suo ospite. Era un uomo anziano, ma di stazza robusta. Aveva lunghi capelli bianchi che, scendendo lungo il viso, arrivavano a mischiarsi con la folta barba anch'essa bianchissima. Il viso era rugoso ma mostrava ancora lineamenti decisi e ben fatti, mentre gli occhi chiarissimi davano alla sua espressione un inquieto fascino.
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28-10-2010, 02.57.50 | #368 |
Cittadino di Camelot
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Morven per un istante restò rapito dallo sguardo di quell'uomo, dall'intera aura di grandezza che da lui emanava.
Si sarebbe detto un nobile per il portamento fiero, o un cavaliere per il fisico perfetto che ancora conservava e per quel lampo di ardimento che gli accendeva lo sguardo. Era imponente, severo e insieme cortese, e Morven non potè sottrarsi al fascino del suo sguardo che lo scrutava profondamente, come se avesse dovuto imporre la sincerità alle sue risposte. E cosi, irrazionalmente, senza nemmeno conoscere l'identità di colui che gli stava dinnanzi, e se fosse egl amico o nemico, Morven seguì il proprio istinto e, chinando appena il capo in un sospiro triste, cominciò: "Siamo stati attaccati nel bosco, io e i miei compagni... tanti, troppi... uomini strani, non cavalieri, piombati su di noi con l'inganno... e con la sete di sangue negli occhi... una sete di sangue che non era di uomini, ma di bestie! Io non so chi fossero, nè cosa li abbia spinti ad una tale, scellerata violenza... mi sono trovato in difficoltà, separato infine dai miei compagni... mi sono difeso... devo averli uccisi, o almeno spinti alla fuga... ma questo è tutto ciò che ricordo, signore, prima che i miei occhi si chiudessero..." Poi abbassò il capo e tacque, perchè il pensiero di quella scena che aveva rievocato lo aveva reso immensamente triste e insieme rabbioso.
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28-10-2010, 03.08.15 | #369 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'uomo ascoltò Morven senza tradire alcuna emozione.
Almeno esteriormente. Si chinò verso il camino e mise altra legna sul fuoco. "Accanto a voi non c'era nessuno..." prese a dire "... nè amici, nè nemici... forse solo madonna Morte, spaventata dal mio arrivo..." aggiunse divertito. Riempì allora una ciotola con brodo e carne, porgendola poi a Morven. "Mangiate... questo vi rimetterà in forze. Versò del vino in una coppa e la offrì al cavaliere. "Ora perdonatemi, ma ho da fare..." riprese a dire "... voi mangiate e poi cercate di riposare..." E poco dopo che fu uscito dalla stanza, Morven cominciò a sentire degli strani rumori. Come se qualcuno stesse raschiando e pulendo qualcosa di metallico.
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28-10-2010, 03.29.46 | #370 |
Cittadino di Camelot
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Il giovane prese la ciotola dalle mani dell'uomo e iniziò a consumarne il contenuto avidamente. Si accorse solo allora di essere digiuno da molto tempo e di quanto il suo fisico avesse bisogno di quel nutrimento.
Guardò quell'uomo uscire dalla stanza e prese a bere il contenuto della coppa. Era rimasto solo, e nel silenzio iniziò lentamente a ragionare. Che strano uomo era quello! Morven realizzò in quell'istante di non avergli nemmeno domandato il nome, nè di aver chiesto in quale luogo si trovassero. L'emozione che gli era salita alla gola al ricordo dello scontro e al pensiero del destino incerto dei suoi compagni gli avevano cancellato la mente quelle curiosità, che tuttavia ritornarono prepotenti in quel momento. Fu allora che Morven cominciò a sentire degli strani rumori, come se qualcuno stesse raschiando e pulendo qualcosa di metallico. Si domandò di cosa si trattasse, e istintivamente si mise in allarme. Quell'uomo aveva un aspetto così fiero e uno sguardo così saggio, che il giovane mai avrebbe potuto pensare alcun male... ma viviamo in tempi stravolti e dissennati, dove il male si cela sotto ogni forma, e dove l'onore comincia a perdere il profumo e la consistenza... Cercò attornò a sè, sui mobili attigui, traccia delle sue spade, ma non le scorse da nessuna parte. Provò allora ad alzarsi in piedi, e un forte dolore gli colse la gamba e per un attimo gli tolse il fiato. Morven cercò di ricordare dove e in che modo si fosse ferito, ma non riuscì a rammentarlo. Tuttavia, si disse, quella ferita di certo non era così grave, poichè dopo pochi minuti si era già abituato a muoversi, seppure con qualche incertezza, sulla gamba dolorante. Così, cercando di produrre il minimo rumore possibile, si mosse verso la porta da cui l'uomo era uscito, aprì l'uscio con attenzione e, seguendo quel rumore stridente e metallico, cercò l'uomo con lo sguardo... finchè non lo vide,e l'uomo era tanto immerso nelle sue operazioni da non notarlo. Così Morven, nascosto dietro lo stipite di una porta prese a spialo con attenzione sempre crescente.
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