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23-09-2013, 21.14.34 | #361 |
Cittadino di Camelot
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Incominciai a suonare l'arpa in modo leggero e poi iniziai a cantare.
Tu sei la persona che sognavo tanto aspettando te Solo accanto a te Il piacer dell'amore sento in me Se il mare, e la tempesta travolgerci vorrà la paura non ci prenderà prenderà Tu sei la persona che sognavo tanto aspettando te Un grande amor io sento nel cuor tutta la vita insiem, felici noi sarem Tu sei la persona che sognavo tanto aspettando te Solo accanto a te Il piacer dell'amore sento in me Se il mare, e la tempesta travolgerci vorrà la paura non ci prenderà prenderà Tu sei la persona che sognavo tanto aspettando te Un grande amor io sento nel cuor tutta la vita insiem, felici noi sarem
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
23-09-2013, 21.23.44 | #362 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eilonwy aveva appena terminato di intonare il suo melodioso e dolce canto, che qualcosa accadde nella sala.
“Messer Accio!” Urlò Francesco de' Binardi entrato nella sala. “Ora mi ascolterete!” “Voi?” Andandogli incontro Nicolò. “Voi qui? Come osate entrare a casa mia! Vi ho già detto che non abbiamo nulla da dirci!” “Invece mi ascolterete!” Gridò il giovane mercante. “Non avete le garanzie per quel prestito!” Sentenziò Nicolò. “Ne ho parlato anche con vostro padre! E ora fuori di qui o vi farò arrestare!” “Al diavolo!” Con rabbia Francesco. “Capitano!” Chiamò Nicolò. Jacopo allora si alzò di scatto e raggiunse il banchiere. “State indietro.” Intimò poi al giovane mercante. “Non sto parlando con voi!” Fece questi. “Ma sto parlando io a voi.” Con occhi di ghiaccio Jacopo. Francesco allora, con gesto disperato, estrasse un pugnale e lo puntò contro il capitano. Ma questi, rapidissimo, prese la spada e colpì la mano del mercante, per poi passarla da palmo a palmo. “Maledetti...” accasciandosi a terra per il dolore Francesco. “Vi avverto...” mormorò Jacopo “... un'altra minaccia a messer Accio e vi farò arrestare... un altro tentativo di aggredirmi e domani regoleremo il tutto nel giardino Boboliano.” “Non mi fate paura...” a denti stretti Francesco, che tentò poi di alzarsi. Ma subito una mano gli afferrò il braccio, tirandolo via. “Cosa volete?” Voltandosi il mercante. “Non vi basta ciò che avete avuto?” Fissandolo Altafonte. “Volete continuare a provocare il miglior spadaccino di Sygma?” “Chi siete?” “Tornatevene da vostro padre...” “Andate al diavolo anche voi!” “Idiota...” mormorò Altafonte “... tornate da vostro padre...” e restò a fissarlo con i suoi occhi azzurri “... tornate da lui... ha solo voi ormai...” “Solo me?” Stupito Francesco. “Come lo sapete? Chi siete?” “Andatevene, vi dico...” con tono perentorio il cavaliere, per poi spingerlo via. I servitori del banchiere allora lo presero e lo misero alla porta. “Non è successo nulla, signori...” fece Nicolò “... riprendiamo pure a divertirci...” e rise.
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23-09-2013, 21.26.20 | #363 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Azable fissò Altea.
“Si, rientrerò...” disse “... ma voi cos'avete? Mi sembrate seccata... è accaduto qualcosa? Temete forse che ci scoprano? Non avete nulla da temere... io non ho mai fallito un colpo... nessun gendarme potrà mai scoprirmi... neanche quel capitano... ruberò il quadro e sarò da tutti riconosciuto come il più grande ladro di tutti i tempi...” con tono trionfale lui “... appena vi sentirete meglio, mi troverete dentro... a dopo...” e rientrò. Ma non passarono neanche pochi istanti che accadde qualcosa. Dalla sala Altea cominciò ad udire delle grida molto forti. Fracesco de' Binardi era riuscito ad entrare, gettando il caos fra gli invitati.
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23-09-2013, 21.30.00 | #364 |
Cittadino di Camelot
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A quello spettacolo corsi verso mio zio.
"Zio? Che sta succedendo? Chi è quell'uomo? Che cosa vuole?" dissi preoccupata poi mi rivolsi al Cavaliere "Voi come fate a conoscerlo?". Guardai il Cavaliere con preoccupazione e con occhi supplicanti.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 23-09-2013 alle ore 21.37.55. |
23-09-2013, 21.45.34 | #365 |
Cittadino di Camelot
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Zitta ascoltai le grandi parole di gloria di Azable...il miglior colpo e il ladro più famoso di tutti i tempi..sicuramente io non sarei diventata la migliore ladra di tutti i tempi.
Azable ritornò in sala ma fui destata da delle grida nella sala...mi avvicinai e vidi la scena..quell'uomo doveva essere colui che gridava nel giardino per entrare, ma perchè trattarlo in quel modo? Il mio sguardo vagava tra quell'uomo e il Capitano Jacopo dè Gufoni che lo ferì a una mano..e poi vidi il Cavaliere di Altafonte che pure lo allontanò..non capii se per astio o per metterlo al sicuro sentendo le sue parole. "Cosa sta succedendo a quell'uomo?" chiesi avvicinandomi ad Altafonte...sembrava quasi lo conoscesse.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-09-2013, 22.24.51 | #366 |
Disattivato
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Fu come se mille lame mi trafiggessero il petto.
La Repubblica... La Repubblica... Crysa è caduta.. Mio padre... Cosa gli hanno fatto? Solo l'abbraccio di Roberto mi tenne ancorata a terra. Avrei voluto correre, urlare, sfogare la mia rabbia su un muro fino a far sanguinare le nocche. Era finita. Non sarei mai più tornata a casa mia, non esisteva più casa mia. Restai stretta a lui per un tempo che mi parve comunque troppo breve, la sua presenza mi dava quel tanto di sicurezza che mi serviva per respirare. Piansi calde lacrime, finché non ne ebbi più. Per la prima volta in vita mia, mi sentii fragile e indifesa. Alzai lentamente lo sguardo, senza abbandonare quell'abbraccio. Tentai di parlare, ma non ci riuscii. Non dovevo più piangere, non potevo essere debole. Ero rimasta solo io, era una responsabilità troppo grande per una ragazza. Cercai i pensare, ma i ricordi dei luoghi che avevo amato continuavano a susseguirsi nella mia mente. "Clio.. Clio.." una voce si alzò tra il frastuono del cortile. Mi voltai, cercandolo tra la folla, ma quando lo scorsi, era lontano di pochi metri. "Sono qui.." gridai. Allungò il passo e mi raggiunse, abbracciandomi forte. "Cosa credevi, siciagurato? Che sarei partita senza salutarti?" dissi, sforzandomi di scherzare. Restammo stretti in quell'abbraccio per lunghi istanti. Lui si staccò e ma restò a guardarmi con le guance rigate dalle lacrime. Gli porsi un fazzoletto, lui lo prese e mi guardò con aria divertita. "Non dirlo in giro, eh.." "Non sia mai che si sappia che il principe Diomede ha un cuore.." risi. "Allora è vero.. te ne vai.." "Non ho avuto scelta, sai che rimarrei..". Lui mi strinse le spalle "..No.. sei un'incosciente.. hai già rischiato di morire una volta.. ha fatto bene a metterti in salvo.." Mi sfiorò la guancia con la mano "..sta' attenta ragazzina.. Abbi cura di te.. diventa donna.. vivi.. anche per me..". "Diomede, maledizione, non dire così..". Ma lui non mi ascoltò "..sappi.." cercando invano di trattenere le lacrime "..sappi che qualunque uomo mi presenterai non mi andrà bene.. non sarà mai abbastanza..". Non riuscii più a trattenere le lacrime. "Vuoi vedermi morire zitella?" scherzai. "No, ragazzina.. fammi fare il fratello geloso, su.. voglio solo saperti felice.. lontano da questo inferno..". "Non dire così, Diomede, questa è casa nostra..". Lui annuii "Lo so.. per questo fa così male..". D'un tratto, il suo sguardo si fece corrucciato. "Ehi, ma quella è la mia spada.." indicando la spada di nostro padre. "Già.." dissi, con aria di scuse "...non ancora, in realtà... Nostro padre non vuole che la trovino..". Annuì "Trattamela bene.. mi raccomando.." "Ci rivedremo.. in questa vita o nell'altra.." sussurrai. Lui annui, e mi strinse nuovamente. Eravamo stati inseparabili, fin da bambini, era come lasciare lì una parte di me. "Abbi cura di Crysa.. e del nostro popolo.." sorrisi "..fatti onore.. fa' onore al nostro nome..". Lui rise. "Che c'è?" chiesi, accennando un sorriso. "Spartana fino alla fine eh... la mia piccola amazzone..". "Amazzoni a Sparta.. andiamo bene.." risi "..comunque, non lo so sai.. fanno tutte.." inizai a dire. "Una brutta fine, si lo so.. " mi interruppe lui, ridendo "...ti tocca essere soltanto te stessa... impaziente, insopportabile, impertinente, irascibile..". "Iniziano tutte per I?" lo interruppi io. Dal fondo del cortile, qualcuno lo chiamò a gran voce. "Devi andare.. e io anche.." dissi, con infinita tristezza. Lui allargò le braccia "..beh, a me la bella morte, a te le buone nozze.. Sarebbe presuntuoso volere entrambi, non credi?". Annuii, incapace di parlare. Quante volte avevamo letto i miti sognando gli eroi di cui raccontavano. Ci abbracciammo una terza volta, ma quando lo chiamarono di nuovo, ci allontanammo. Non riuscivamo più a non pensare, a sdrammatizzare, era il momento più difficile di tutta la nostra vita, persino peggio di Castel Fiorito. "Addio, Clio.." sussurrò, con voce spezzata "...ti voglio bene... te ne vorrò sempre..". "Anch'io fratello mio.. Addio..." mormorai "..Addio..". Una lacrima solitaria mi attraversò il viso. Mi imposi di calmarmi. "Voglio vederlo... " dissi, con la voce più ferma di quanto mi aspettassi "Voglio sapere perché non è rimasto su Crysa.. Io sono sul continente da tre giorni.. Quando sono partita la battaglia non aveva ancora avuto inizio.. Diomede era lì, pronto a respingere le truppe nemiche... Come ha fatto ad arrivare prima di me a Sygma, legarsi con dei nobili, ed essere arrestato? E poi, non si usano i processi in questa città? Se avesse disertato e fosse partito insieme a me di nascosto, allora sarebbe qui anche lui da tre giorni.. Mettiamo anche che l'abbiamo arrestato il giorno stesso.. Lo uccidono immediatamente? Se questo è essere liberali, me ne guarderò bene..." Guardai Roberto "..voglio vederlo.. Voglio sapere... Possibile che il palazzo sia caduto nel giro di qualche minuto? Avrei sentito gli spari dalla nave.." Guardai un punto lontano "..possibile che si possano cancellare mille anni di storia, in una manciata di ore?". Presi un profondo respiro, e mi spostai di un passo. Pulii con un fazzoletto la giacca di Roberto "..il tuo bel vestito.. Mi dispiace.." Cercando di sorridere. "Non ho più una casa, né una terra, e nemmeno una famiglia.. ma non posso semplicemente dimenticare e andare avanti.. Se hanno arrestato Diomede in quattro e quattr'otto, nemmeno io sono al sicuro... Sarà rimasta una corte in Europa... Non posso dimenticare il nome che porto..". Cercai di concentrarmi, cacciai le lacrime in fondo, dove nessuno le avrebbe viste. Il mio futuro non era impellente come problema, Diomede stava per essere giustiziato. Mi asciugai il viso e tornai impassibile. Dovevo essere forte, come lo ero sempre stata. "Allora dimmi, secondo te.. Perché propormi un patto?" chiesi "..Continuo a non capire cosa ci guadagni il viceprocuratore... Perchè sarebbe disposto a lasciarlo andare se le sue accuse sono così gravi.. ha detto che non gli importa se sia colpevole o innocente, vuole solo qualcuno sul patibolo, chiunque.. per soddisfare la folla.. per il bene dello stato.. " scossi la testa "...Che devo fare? Non posso prendere un uomo innocente e sostituirlo con Diomede solo perchè lui è mio fratello.. è un abominio..". Mi strinsi nuovamente a lui, appoggiando la testa sulla sua spalle. Non ero mai stata tanto fragile, dovevo riprendermi presto. Alzai nuovamente il viso, guardando Roberto negli occhi "..verrai con me in quel castello? Devo almeno vederlo un'utima volta.." sussurrai. |
24-09-2013, 02.17.47 | #367 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth così, lasciato il convento, si diresse verso la capitale e in breve raggiunse il centro.
Era una sera fresca e asciutta, chiara di stelle e con le stradine della città illuminate dai lampioni che ne seguivano il corso, finendo per riflettere il loro alone luminoso sulle acque del fiume. La città ormai era quasi addormentata, con la sola eccezione delle grandi case nobiliari ancora illuminate e vive. E l'unico posto ancora aperto che Elisabeth trovò, fu una locanda sulla cui facciata oscillava un'insegna con scritto sopra: “Locanda del Ponte”
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24-09-2013, 02.34.08 | #368 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Roberto restò per un attimo in silenzio a quella richiesta di Clio.
“Massi...” disse infine “... certo che ti accompagnerò al castello... ci andremo domattina stessa... magari chiederò a messer Pietro di avvertire suo figlio della nostra visita...” fissò l'immensità della notte “... non so cosa dirti su tutto ciò... fino a quando non ascolterai il viceprocuratore non possiamo farci un'idea precisa di questa storia...” Ma proprio in quel momento i due avvertirono le grida che provenivano dalla sala. Era il mercante Francesco de' Binardi che era riuscito ad entrare. “Andiamo a vedere, Clio...” fece Roberto, per poi prenderla per mano e correre dentro. E così assistettero a tutta la scena, fino a quando Francesco fu fatto uscire dal palazzo.
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24-09-2013, 02.51.17 | #369 | |
Cittadino di Camelot
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Lady Eilonwy cantò, suonando l’arpa, e nella sala calò il silenzio intorno alla sua voce.
Poi, ad un tratto, accadde qualcosa. La porta d’ingresso si spalancò e qualcuno piombò dentro come una furia... Francesco Binardi si precipitò verso Nicolò Accio, gridava, era fuori di sé... Francesco Binardi... erano anni che non lo vedevo: da quando il nonno non c’era più e nessuno si occupava ormai di mediare tra le due fazioni di Sygma, i Binardi non erano più molto ben visti in città... e poi, pensai... poi, certo, c’era stata quell’altra cosa... quel fatto... mi incupii a quel pensiero. Alle ulteriori grida di Francesco e all’invocazione di Accio, Jacopo scattò in piedi... istintivamente tentai di trattenerlo per un braccio, ma lui si era già precipitato sui due e si era frapposto tra il banchiere ed il mercante... ero spaventata: Francesco non avrebbe potuto niente contro Jacopo... nessuno in città poteva niente contro Jacopo... stavo per dire qualcosa, quindi, quando accadde qualche altra cosa. Vidi il cavaliere di Altafonte alzarsi rapido e accostarsi a Francesco Binardi, afferrarlo per un braccio e tirarlo malamente in piedi, dopo di che lo vidi strattonarlo verso la porta... lo vidi parlare con Francesco e fissarlo con quei suoi occhi chiari... non potevo udire cosa diceva ma non fu necessario: fu l’atteggiamento con cui fece ciò che fece a colpirmi... il modo in cui guardò Francesco, il modo in cui lo sollevò e lo strattonò via... mi mancò l’aria e, d’istinto, mi alzai in piedi... mi girava la testa, forte... non potevo credere a ciò che avevo visto... non l’avrei mai creduto se non lo avessi visto... e, anche se sembrava una follia, ora ne ero certa... ora sapevo dare un nome a quel senso di disagio che provavo... ne ero certa, anche se non avrei saputo spiegarlo. Ma per quelle cose non c’era bisogno di spiegazione, non c’era bisogno di prove concrete... per quelle cose bastavano le sensazioni! Citazione:
Mi accorsi dunque che ero in piedi, le mani ancora appoggiate sul tavolo e le ginocchia che vacillavano appena... i miei occhi erano fissi su... sul Cavaliere di Altafonte, incapaci di guardare altrove... tremavo. Poi, d’un tratto, sentii che la tensione era troppa... troppa la confusione che avevo nella testa... distolsi di volontà il mio sguardo da quello di Altafonte, dunque, e, voltandomi, uscii dalla sala senza voltarmi indietro, a passo svelto... quasi di corsa, quasi in fuga... mentre tutti si alzavano da tavola o discutevano l’accaduto, varcai l’alta porta di vetro e mi ritrovai sul terrazzo, da qui scesi nel giardino degli Accio... camminai svelta tra le siepi, allontanandomi dal palazzo finché non udii più neanche una voce provenire dalla grande sala... e qui, nel silenzio più totale, alla luce solo della luna piena, mi fermai, appoggiandomi al bordo di una piccola fontana di marmo, e chiusi gli occhi, serrandoli forte.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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24-09-2013, 03.25.10 | #370 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non preoccuparti, Eilonwy...” disse Nicolò a sua nipote “... non è successo nulla... era solo una faccenda di lavoro che peraltro si è già conclusa... avanti, torna a cantare...” guardò poi gli invitati “... su, signori... riprendete a festeggiare... è stato solo un malinteso...” fece allora un cenno ai musici e subito riprese la musica per un nuovo ballo.
Altafonte, intanto, era rimasto a fissare la porta attraverso la quale i servitori del banchiere avevano fatto uscire Francesco. Lo sguardo del cavaliere era inquieto, ma anche impenetrabile ed enigmatico. Un attimo dopo a lui si avvicinarono prima Eilonwy, poi Altea. “Credo fosse solo un disperato...” rivolgendosi alle due “... uno dei tanti miserabili che la sfortuna ha abbandonato...” il suo tono era basso, lo sguardo cupo “... io conoscerlo, damigella?” Fissando poi Eilonwy. “Vi sbagliate. Sono giunto da pochissimo in questo stato e oltre vostro zio, incontrato per affari, non conoscevo nessun altro prima di questa festa.” Tornò a sorridere. “Avanti, amiche mie, non angustiatevi con queste faccende che poco sono adatte alla vostra bellezza... e poi avete sentito, no? La festa è ripresa...” ma c'era qualcosa nella sua voce, nell'espressione del viso e nello sguardo. Qualcosa che quel sorriso di circostanza solo a stento riusciva a mascherare. Ma proprio in quel momento qualcuno si avvicinò a loro tre. “Credo di poter dire” disse Jacopo “che quell'uomo vi debba la vita.” “Davvero?” Sorridendo Altafonte. “E perchè mai, capitano?” “Perchè se avesse continuato a minacciare” rispose Jacopo “gli avrei chiesto soddisfazione, temo.” “Andiamo, capitano, è solo un mercante, oltretutto disperato...” sarcastico il cavaliere “... e se anche vi avesse dato soddisfazione, quanto poteva durare un simile duello? Neanche il fastidio di estrarre la spada...” “L'onore è l'onore, caro cavaliere.” “E voi siete un uomo d'onore, vero?” “L'avete detto, milord.” Con tono fermo Jacopo. “Allora, forse, temo di avervi rovinato la contesa, capitano.” Ironico Altafonte. “Precisamente, milord.” Annuì il capitano. “Non temete...” sorridendo ancora Altafonte “... sono certo che ci saranno altre occasioni per voi e per la vostra infallibile lama...” “Oh, ne sono certo, milord.” Agitando la sua spada Jacopo. “Ora perdonatemi...” mormorò il cavaliere “... ma tutta questa agitazione mi ha dato noia... temo di aver bisogno d'aria fresca... capitano...” con un lieve inchino “... care dame...” salutando poi Altea ed Eilonwy. E dopo aver scambiato un altro sguardo col capitano, Altafonte lasciò la sala. Poco dopo, un servitore, consegnò ad Altea un bigliettino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 24-09-2013 alle ore 20.00.07. |
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