16-05-2016, 16.58.46 | #371 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti. Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. Ogni vivente dia lode al Signore. Alleluia" (Salmo 150) Avator e Giaccos restarono muti, come sull'orlo della follia davanti a quell'incredibile scena. Perchè la follia giunge per il troppo dolore o l'irrefrenabile felicità. E tale fu la felicità quando compresero che davanti ai loro occhi non vi era un miraggio, né un'illusione e neanche una visione. Cramelide era viva ed era tornata. Era dunque salva. In un attimo le strade si riempirono della più variegata umanità. Chi cantava, chi gridava felice, che piangeva, chi rideva e chi pregava ringraziando Dio. Una calca immane circondò il corteo dei giovani e del cavaliere con la ragazza ed il suo scudiero. Tutti si ammassavano nel tentativo di avvicinarsi e di toccarlo ed i più lontani anche solo di vederlo. Forse per comprendere chi fosse davvero quel cavaliere. Ammesso lo fosse davvero, molti si chiedevano in quel festoso delirio. Un uomo poteva mai aver computo tale impresa? Un'impresa negata ed ignota a tanti cuori umani che avevano pulsato da così tanti secoli, da sembrare solo frutto dell'ingegno di un poeta o dell'incanto del demonio? Ma forse quell'impresa era davvero tutto ciò, visto che sarà cantata da poeti come monito a tutti gli uomini e verrà ricordata eternamente dal demonio come segno e vanto della potenza Taddeide su tutte le forze del male. Era dunque un cavaliere? Un uomo mortale come tanti? Chi era allora l'artefice di tanto eroismo? Così tra la folla si cominciò a gridare al miracolo. Qualcuno credeva che sotto la bardatura di quell'uomo vi fosse il mitico Re Scorpione redivivo, che già secoli prima aveva liberato quelle terre imponendo su di esse la civiltà. Altri persino il nome dell'Arcangelo Michele inneggiarono, convinti che fosse lui a celarsi sotto le umane fattezze di quel cavaliere. Ma Ardea era un uomo. Si, perchè solo un uomo poteva guardare così una donna. E lui, nonostante la gloria terrena e la fama immortale tra i suoi simili che quell'impresa gli stava donando, non aveva in realtà altro sguardo e altro interesse se non per la bellissima Cramelide che si stringeva sul suo petto intimorita e commossa per la felicità che il popolo liberava attorno a loro. Alla finestra allora, davanti a tutto ciò, Avator e Giaccos si abbracciarono e piansero ognuno nelle braccia dell'altro. E restarono così tutto il tempo, fino a quando il cavaliere arrivò davanti al portone del castello, con il popolo tutto ai suoi piedi. A quel punto Avator, sorretto da Giaccos, tanta erano infatti le felicità e la commozione che gli impedivano quasi di camminare, uscì dal castello. “Milord...” disse Ardea scendendo con Cramelide dalla sella del fido Arante “... ho liberato vostra figlia e la vostra terra in nome del duca Taddeo e per Grazia di Dio.” Avator allora si staccò da suo figlio ed avanzò verso il cavaliere e la giovane. E la strinse forte. Poi si inginocchiò davanti ad Ardea. “No, milord...” alzandolo da terra il cavaliere “... solo davanti a Dio bisogna prostrarsi.” Allora commosso Avator abbracciò con vigore il Taddeide, tra l'esultanza di tutto il popolo di Acerna.
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16-05-2016, 17.21.56 | #372 |
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Un bellissimo finale..è vero..chissà se Ardea era dotato di qualche dote data in dono, particolare o forse era l' Amore stesso.
Una cosa è certa, lui era un uomo..coraggioso e dagli alti valori amorosi e cavallereschi..e Cramelide era una donna fortunata poichè trovò un uomo da amarlo in modo epico.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
17-05-2016, 17.18.29 | #373 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Non è affatto il finale, milady!
Anzi, il difficile arriva ora per il nostro eroe...
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17-05-2016, 17.21.00 | #374 |
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Esatto..vi è il cavaliere misterioso se non erro
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30-05-2016, 17.21.13 | #375 |
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“Nessuna contesa terrena, giusta o ingiusta, contro qualsiasi avversario mi ha visto sconfitto. Eppure nelle Cose Sacre so che fallirei, poiché ho un peso sul cuore.”
(Il libro di bianco di Rhydderch) Avator, ripresosi dalla commozione, fece celebrare una messa solenne per ringraziare il Cielo e proclamò sette giorni di festa in tutta la contrada. Allora banchetti e giostre animarono i giorni a seguire, con concessioni di pane, vino ed olio al popolo. Molti servi furono poi liberati dalla gleba e importanti donazioni Avator concesse alla cattedrale ed al vescovo come somma gratitudine per quel miracolo. Furono dunque giorni spensierati, fatti di lunghe passeggiate nei giardini del castello e lungo il camminamento merlato per Ardea e Cramelide. Lui le narrava spesso di grandi storie, fatte di eroiche imprese ed Amori immortali. E lei sognava. Sognava una vita fatta di quelle cose, fatta di Gioia. E non riusciva ad immaginare quella stessa vita senza quel cavaliere accanto a sé. Tutti coloro che li vedevano insieme pensavano che non fosse mai esistita, né in vita, né nei romanzi, una coppia più bella e felice di quella. Per questo l'intera contrada attendeva impaziente che Ardea dichiarasse quell'Amore che a tutti sembrava naturale ed immenso. Che quel nobile cavaliere chiedesse la mano della giovane a suo padre. Ma non accadde. Trascorsero i giorni ed Ardea mai pretese promesse eterne da Cramelide, né chiese la mano di lei ad Avator. E ciò gettò la ragazza nello sconforto. Di giorno restava sveglia in attesa di quelle parole così sognate, ma sempre inutilmente e di notte pregava per udirle col nuovo Sole. Anche Avator si accorse di ciò e ne parlò con suo figlio Giaccos. “Padre...” disse il musico “... è vero, anche io e tutto il popolo attendiamo che quel cavaliere si dichiari apertamente, poiché nessuno qui dubita che egli ami tua figlia e mia sorella come nessun uomo abbia amato mai una donna prima di oggi. Tuttavia non possiamo obbligarlo. Gli siamo debitori in tutto. Egli però è tanto retto e saggio che mai causerebbe peccato.” “Lo penso anche io.” Annuì Avator. “Dunque” Giaccos “se egli tarda oppure evita di dichiararsi allora un motivo deve esserci. Ne sono certo.” “Quale dunque?” Dubbioso Avator. “Forse un voto? Un giuramento?” “Non lo so, padre mio.” “Però” mormorò Avator “noi non possiamo permettere che Cramelide soffra. Ha già sofferto troppo in vita sua. Convocherò il cavaliere e sarò franco con lui. Se egli non intende chiedere in sposa mia figlia, allora che vada via. Altrimenti la ragazza morirà di dolore.” “Credo sia giusto ciò.” Annuì Giaccos. “Ed anche Ardea lo comprenderà.” “Si.” Sedendosi Avator. “Eppure mi piange il cuore... quale motivo può celarsi nel cuore di uomo da impedirgli di essere felice? Perchè è palese che lui ami Cramelide.” “Spesso i grandi uomini” rivelò Giaccos “conservano nel cuore segreti e dolori ignoti ed incomprensibili. Si farà la Volontà di Dio.” “Si, sarà fatta la Sua Volontà.” Fissandolo Avator.
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30-05-2016, 17.27.21 | #376 |
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Chissa cosa impedisce ad Ardea di aprirsi con Cramelide, anche perchè se non sbaglio i Taddei non furono colpiti dalla "Gioia" a quel periodo.
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30-05-2016, 17.48.32 | #377 |
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Vedremo a breve, se Dio vorrà...
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30-05-2016, 17.54.32 | #378 |
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L'attesa sarà piacevole, come sempre....
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06-06-2016, 17.03.15 | #379 |
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"Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono." (Salmo 3) Era un bel pomeriggio di Agosto e i preparativi per la festa dell'Assunzione in Cielo di Maria Vergine animavano l'intera contrada e tutto il regno. Nel caldo e soleggiato meriggio, nel giardino del castello, Cramelide era seduta all'ombra di un sicomoro, accarezzando i teneri petali dei gerani, quando vide una figura nobile e malinconica vagare tra i fiori e le piante. La giovane allora la raggiunse. “Ardea...” disse lei piano, quasi intimorita nel poter destare quella malinconica solitudine. “Cramelide...” voltandosi lui, per poi sorridere e stringerle le mani nelle sue. “Cosa darei per conoscere i tuoi pensieri...” “Non valgono così tanto...” fissandola lui. “Invece si, poiché bramo farne parte.” Triste lei. “Tu sei sempre nei miei pensieri.” “Allora le tue parole non seguono il corso di quei tuoi pensieri...” mormorò lei “... perchè mai una di esse è per me ultimamente.” “Non vedi come ti guardo?” Disse lui. “Come ti cerco?” “Allora chiedimi di lasciare tutto e di seguirti!” “Cramelide...” a capo chino il Taddeide. “Ho compreso...” “Cosa?” Chiese lui. “Era parte della tua impresa.” Fece lei. “Finita quella, nulla più ti lega a questo luogo. Neanche il mio cuore.” Lui scosse il capo e poi la condusse su una panchina di pietra, tra due rigorosi olmi. Si sedettero e lui le parlò: “Nella mia vita ho da sempre e solo vissuto come un cavaliere. La cavalleria e la cortesia sono state il mio dovere ed il mio diritto. Ho affrontato grandi e terribili imprese ed ogni duello o battaglia mi ha visto vincitore. Ma se nelle cose terrene conosco il mio valore, in quelle Spirituali so che fallirei. E l'Amore è una di Esse.” “Perchè dici questo?” Turbata Cramelide. “Perchè ho una grave colpa nel cuore...” rivelò lui “... un peccato che offende Dio e indigna gli uomini... ma non posso dirti altro... che sia solo per me il giogo di questa miseria... mio soltanto... tu hai giù sofferto troppo...” “Credi” replicò Cramelide “che il mio dolore e la mia felicità non dipendano da te, cavaliere? Se mi abbandoni sarò l'uno, se mi porti con te conoscerò l'altra.” “Cramelide...” si alzò lui avvilito “... non puoi dipendere da un uomo senza futuro...” “Che vuoi dire?” Avvicinandosi lei a lui. “Che la mia colpa è troppo grande” chiudendo gli occhi Ardea “e presto dovrò risponderne ad un austero giudice.” “Non vi può essere colpa in te, cavaliere...” appoggiando il capo sulla spalla di lui “... sono giunte ad Acerna le notizie delle tue imprese... hai liberato ogni contrada da ciò che l'affliggeva... hai ridato vita e speranza a tanta gente... non può esserci male in te, cavaliere...” “Per queste tue parole, Amore mio, che Dio ti benedica...” e la baciò. Trascorsero gran parte del pomeriggio in quel giardino, passeggiando tra fiori colorati e profumati, fontane zampillanti e alberi frondosi carichi di frutti maturi. Altro lei non chiese e lui più nulla accennò del suo Destino. Ma Cramelide seppe leggere nel cuore di quel cavaliere, comprendendo il suo dramma. Giunta sera, con gli occhi arrossati dal pianto, la ragazza raggiunse suo fratello. “Giaccos...” lei al musico “... domani Ardea partirà... lascerà Acerna per non più tornarci...” Giaccos fu sul punto di chiederle del perchè. Ma il volto della ragazza, avvilito dal pianto e sferzato dal dolore, era forse la risposta più importante. E Giaccos tacque. L'indomani Ardea e Biago si presentarono ad Avator per salutarlo e lasciare poi Acerna.
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Quale tormento lasciare la propria amata... per Amore.
Ma so che tornerà.. |
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