|
|
|
Strumenti discussione |
28-10-2010, 21.24.10 | #381 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Il fuoco che ardeva accanto all'incudine illuminava con vigore la piccola cella.
Le ombre di Morven e del suo misterioso salvatore si proiettavano su quelle irregolari pareti, danzando quasi al suono della vivacità del fuoco. L'uomo allora lasciò l'oggetto che teneva fra le mani, sebbene saldamente ancorato all'incudine, voltandosi verso il suo ospite. "Siete ancora stanco..." disse "... e questa cella, con la sua aria pesante, non fa certo bene al vostro stato. Torniamo accanto al camino..." Un attimo dopo i due sorseggiavano un caldo e benefico infuso davanti al focolare. "Il mio nome è Louis de Orfard..." cominciò a dire "... provengo da una terra lontana e sconosciuta in questi luoghi... una terra che per nobiltà e splendore oscurerebbe cento Camelot e i cui cavalieri farebbero indietreggiare il fiore della cavalleria di Britannia... Afragolignone è il suo nome... abbandonai il mio reame in seguito ad una lunga malattia che mi impedì di esercitare il mio ruolo di cavaliere... giunsi qui dopo un lungo viaggio, nel quale persi mia moglie per gli stenti e le difficoltà incontrate..." oggi il bosco è la mia dimora e la solitudine la mia sola compagna..." Si avvicinò allora al camino e vi gettò sopra altra legna. "L'oggetto di cui mi domandavate" aggiunse "era un dono per mia moglie... ma fui maldestro nel forgiarlo... tanto che ella non riuscì mai a vederlo ultimato..." E mentre raccontava tutto ciò, il ricordo dell'amata moglie raggiuse il suo cuore.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
28-10-2010, 21.37.02 | #382 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Intanto, nel bosco, Belven e Cavaliere25 si erano ritrovati.
"Certo che dobbiamo cercarli!" Disse il capitano. "Ma stavolta cerca di restarmi vicino!" I due così cominciarono a perlustrare la zona. Vagarono un pò per il bosco, cercando tracce dei loro compagni, senza però trovare nulla. Ad un tratto, per un colpo di fortuna, ritrovarono uno dei loro cavalli, fuggito in seguito alla confusione dell'agguato che li aveva sorpresi. "E' inutile..." disse Belven "... sembra siano spariti nel cuore di questo oscuro bosco... meglio ritornare a Cartignone... torneremo a cercarli insieme a rinforzi che chiederemo a lord Frigoros e col favore del nuovo giorno." E ritornarono a Cartignone.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
28-10-2010, 21.39.15 | #383 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
|
speriamo di ritrovarli dissi guardando Belvan spero non gli sia accaduto nulla e se li hanno catturati dissi guardandolo fisso negli occhi non sapremo mai dove li avranno portati e aspettai un suo cenno
__________________
fabrizio |
28-10-2010, 21.58.56 | #384 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Nel frattempo, in un punto imprecisato nel sottosuolo del bosco, due audaci figure si avventuravano verso l'ignoto.
Guisgard sorrise davanti all'orgoglio di Talia. Poi, si avvicinò alla ragazza. "Sono segni strani..." disse fissando i disegni che lei aveva trovato "... credo siano molto antichi... di certo non appartengono alla cultura normanna... e nemmeno sassone direi... probabilmente sono di origine pagana... celtica suppongo..." Li osservò con più attenzione, sebbene la poca luce rendeva il tutto molto difficile. "Sembra che raffigurino dei personaggi intenti in un qualche rito sacrificale... e le vittime non mi sembrano essere pecore o capretti..." Fissò per un attimo Talia e poi il luogo in cui si trovavano. E una velata inquietudine gli attraversò lo sguardo. "E' meglio incamminarci e capire dove siamo finiti..." E quando furono fuori da quell'antro si ritrovarono davanti un lungo corridoio, illuminato sulle pareti da un'infinità di candele. "Ma che posto è mai questo?" Mormorò Guisgard.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
28-10-2010, 22.38.13 | #385 |
Dama
Registrazione: 23-03-2007
Messaggi: 3,842
|
|
28-10-2010, 22.42.09 | #386 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 21-08-2010
Messaggi: 596
|
Morven restò a lungo in silenzio, ad ascoltare.
Si era lasciato cadere su una pelle e aveva appoggiato la schiena contro una delle colonne che, decorando la parete, delimitavano la bocca del grande camino, dentro il quale il fuoco affettuoso danzava, riscaldando la stanza e avvolgendo con la sua luce i due uomini. In una mano reggeva una tazza, quasi con negligenza, appoggiando il braccio al ginocchio che aveva piegato verso il petto. L'altra gamba, quella ferita, l'aveva lasciata invece distesa e rilassata, nel tentativo di far scomparire definitivamente il dolore in quell'abbandono e nel riposo di quella notte che si stendeva davanti a loro. Notte lucente, come lo è ogni notte di rivelazione... lunga notte, e felice, come tutte le notti in cui due spiriti, per le indiscutibilli decisioni del fato e per le perfette combinazioni del cosmo, si incontrano, e ad un tratto, senza un'apparente ragione, iniziano a dialogare... Ascoltò avidamente la storia di quel cavaliere. Quando questi giunse a narrargli della moglie, Morven iniziò a scrutarlo con particolare interesse. Il giovane non aveva mai provato, fino a quel momento, nè le gioie nè i dolori dell'Amore vero. L'Amore era per lui un concetto vago... un desiderio inappagato, il sogno di qualcosa da cercare e da trovare, il tratto sfocato di un volto, il sapore sfuggente di un frutto che non aveva ancora avuto il tempo di gustare nel modo giusto... l'Amore, quello che lui conosceva, era solo quello cantato dai menestrelli e dai poeti nella grande sala del palazzo di suo padre... un Amore fatto in rima per i sogni delle dame e le vanterie dei cavalieri... altro Morven non conosceva! E d'improvviso, al ricordo di quella sala, e delle feste, e dei cantori, il giovane si fece d'un tratto immensamente triste. I suoi occhi si velarono di malinconia e le sue ciglia si abbassarono a celare quello sguardo. Fissò ostinatamente il contenuto della tazza, e solo dopo un lungo tratto, si accorse che la stanza era avvolta nel silenzio e Louis de Orfard aveva terminato la sua storia. Sollevò di nuovo il viso, a guardarlo. Il vecchio fissava il fuoco, e aveva negli occhi un'espressione persa, lontana, come se se stesse seguendo una scena, una voce, un ricordo. Morven lo fissò con ancor più attenzione... sì, in quegli occhi c'era la forma e il colore di lei, di quella donna tanto amata e tanto rimpianta... è questa la vera essenza dell'Amore? In quel momento desiderò trovare qualche parola di conforto per quell'uomo, ma per quanto cercasse dentro di sè, non riusciva a trovarne alcuna. Erano entrambi due animi appesantiti da un ricordo del passato, e sebbene la radice della loro malinconia fosse profondamente diversa, tuttavia quel dolore era lo stesso. Quel dolore, quella notte, li univa e li rendeva fratelli, al di là delle evidenti differenze di origine, di anni, di esperienza, di vita. E così Morven, comprendendo che non avrebbe potuto dir nulla che non fosse meno che banale su un argomento che non conosceva affatto, pensò che più giusto sarebbe stato, in quel momento, condividere con quell'uomo uno dei suoi segreti. "Quell'oggetto che lavorate ... " iniziò a dire, con voce titubante, chiedendosi ancora se fosse o meno il caso di confidare a qualcuno quel pensiero che aveva giurato a se stesso di mantenere segreto " ... vi prego di perdonarmi, se mai nella mia espressione potrete mai trovare offesa a voi o al ricordo di vostra moglie... ma... quell'oggetto... io non ne conosco il motivo nè ritengo che le mie parole abbiano senso alcuno per un orecchio mortale... ma io l'ho già veduto!" Prese fiato, si fermò un attimo a scurtare il viso dell'uomo, timoroso di un'avversa reazione a quel suo bizzarro discorso. Ma vedendo che questi non lo aveva interrotto, e piuttosto aveva volto i suoi occhi verso di lui e lo fissava attento, Morven si fece coraggio e continuò: "Ciò che ho visto sulla vostra incudine non è che la sagoma informe di ciò che ho veduto, eppure al primo sguardo qualcosa risuonò nella mia testa... un'immagine familiare, di qualcosa che già si conosce... sempre che possa essere accettabile l'idea di conoscere qualcosa che si è visto solamente..." e qui esitò di nuovo "... che si è visto solamente nei propri sogni!"
__________________
"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 29-10-2010 alle ore 02.04.42. |
28-10-2010, 23.30.15 | #387 |
Viandante
Registrazione: 08-10-2010
Residenza: Al centro del mondo
Messaggi: 29
|
Arowhena sentendo i passi provenienti dalle scale, si voltò e chinò lievemente il capo in segno di saluto.
"Avete trovato qualcosa?" Chiese Frigoros ai due. "Qualcosa che ci aiuti a scacciare questo incubo?" Stava per rispondere, ma di nuovo quello strano figuro, Guxio, si era intromesso con parole pesanti ad interrompere la comunicazione tra lei ed il principe. Più volte aveva cercato di irritarla con quelle parole senza spessore che esprimevano dissenso e disgusto per la differenza di razza e di cultura, e di proposito, Arowhena aveva voluto evitare qualsiasi risposta per non abbassarsi ad un così basso livello culturale che tradiva una forte ignoranza... Ma questa volta era davvero infastidita... non si può interrompere la comunicazione per porre davanti dei muri inventati, la conoscenza prescinde dalla razza, la stima ed il rispetto per un altro essere vivente prescindono dalla differenza culturale. Ma non ebbe il tempo di rispondere. Il Cappellano non resistette e rispose prima che lei potesse prendere la parola: "Mi è stata di grande aiuto, invece." Intervenne il Cappellano. "Lady Arowhena ha il dono della conoscenza unita all'arguzia di intendere e alla sottigliezza nell'interpretare. E questi doni il buon Dio li ha concessi alla nostra dama, senza badare troppo alla sua razza, o alla cultura dalla quale proviene." A quelle parole, Arowhena guardò il suo vecchio amico con sguardo complice in segno di ringraziamento... era bella la sensazione di essere in un certo senso protetta da chi ti conosce e ti vuol bene... Socchiuse gli occhi, aprì le mani di fronte a sé e intonò una canzone: Per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta, i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte L'erba era più verde la luce era più brillante il sapore più dolce le notti di meraviglie circondati di amici la bruma cresceva all’alba l’acqua correva il fiume senza fine per sempre e sempre
__________________
La Conoscenza è Potere Ultima modifica di Arowhena : 28-10-2010 alle ore 23.41.29. |
29-10-2010, 01.25.01 | #388 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
“Già...” mormorai, voltandomi a guardarlo “Sono strani segni in un’antica lingua... un po’ come quelli tracciati sul corpo dell’uomo che avete ucciso! Che sia una coincidenza?”
Osservai i suoi occhi per un istante mentre lui osservava i disegni... vi era in essi un tumulto di sensazioni ma l’inquietudine mi parve che le sovrastasse tutte. Anche io ero inquieta ma rimasi in silenzio, limitandomi a seguirlo quando si diresse verso quella che credevo essere l’uscita dell’antro. E invece non vi era nessuna uscita... ci trovammo, al contrario, di fronte un corridoio lunghissimo. Quella storia mi piaceva sempre meno! E tuttavia eravamo lì e non c'era altro che si potesse fare... "Coraggio!" sussurrai. Facendo poi segno al cavaliere di far piano e di tenere gli occhi aperti, mi sfilai l’arco dalle spalle e incoccai una freccia, tenendola bassa di fronte a me, dopo di che iniziai ad avanzare lentamente e in assoluto silenzio.
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
29-10-2010, 01.55.06 | #389 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Talia aveva preso il suo arco, pronta a scoccare le frecce.
Ma Guisgard non si fidava di quel posto. "Queste candele non si sono accese da sole e chi l'ha fatto" disse fra se "non voleva certo ringraziare qualche santo per una grazia ricevuta..." osservò poi quel misterioso ed angosciante luogo con ancora più attenzione "... è un posto perfetto per una trappola... e se così fosse, la nostra fine non sarebbe diversa da quella di due topi presi in gabbia..." pensò. Ma questi suoi pensieri non li condivise con la ragazza. "Non allontanatevi troppo da me..." disse a Talia "... restatemi vicina e fate attenzione a dove mettete i piedi..." E la mano del cavaliere accarezzava costantemente l'elsa della sua spada. Anche se lo stesso Guisgard era il primo a credere che questo, in caso di attacco in quel luogo, sarebbe stato totalmente inutile.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
29-10-2010, 02.23.59 | #390 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Intanto, nel palazzo di Cartignone, Frigoros e Guxio avevano raggiunto Arowhena ed il Cappellano nella biblioteca.
"Un semplice cappellano" disse Guxio "non può certo correggere un rappresentante del clero secolare! Voi occupatevi di predicare agli ignoranti ed ai villani... la teologia invece lasciatela a chi ne ha competenza." A quelle dure parole del consigliere di Frigoros, il Cappellano rispose con un lieve e rispettoso inchino, senza dire nulla. In quel momento passi veloci ed inquieti si udirono sulle scale. "Milord, eccellenza..." esordì Belven entrando nella biblioteca e rivolgendosi al principe ed al suo consigliere "... è accaduto uno spiacevole episodio... siamo stati attaccati nel bosco da misteriosi aggressori... e purtroppo quasi tutti i miei uomini sono stati uccisi..." "Capitano..." lo interruppe Guxio "... è questo il vostro valore, dunque? Perdendo uomini come i fiori perdono al vento i propri petali? Già viviamo un dramma senza fine, alla mercè di un nemico senza volto... vedere decimate così le nostre truppe è imperdonabile!" "Avete ragione, eccellenza, me ne assumo ogni responsabilità..." "E questo cosa cambierebbe?" Replicò Guxio. "Messere... vi siete comportato come un comandante non dovrebbe fare mai... siete sopravvissuto ai vostri uomini... e questo è da vigliacchi!" Belven a quelle parole chinò il capo e provò una profonda rabbia. "Non sprechiamo il nostro ardore litigando tra di noi!" Intervenne Frigoros. "Capitano..." rivolgendosi a Belven "... avete detto che quasi tutti i vostri uomini sono morti. Quindi qualcuno è sopravvissuto?" "Non lo so ancora, milord." Rispose Belven. "Sono dispersi in quel bosco. Ecco perchè voglio chiedere altri uomini per andarli a cercare." "Altri uomini da portare al macello?" Intervenne di nuovo Guxio. Belven lo fissò senza rispondere nulla. "Si, avete ragione, capitano." Disse Frigoros. "Non possiamo abbandonare quegli uomini alla mercè di un nemico del quale ignoriamo anche la natura, se sia umana o meno. Avrete una squadriglia di cavalieri. Però vi occorre una guida. Qualcuno che conosca bene il bosco o rischierete di vagare senza meta." "Voi?" Chiese il Cappellano ad Arowhewna. "Se ricordo bene siete una buona conoscitrice del bosco. Potreste accompagnare voi i nostri cavalieri."
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
Strumenti discussione | |
|
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.53.34.