18-04-2011, 11.44.58 | #381 |
Cittadino di Camelot
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Ora che facciamo dissi guardando Finiwell hai altri compiti da assegnarmi continuai a dire e aspettai una sua risposta
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fabrizio |
18-04-2011, 11.57.31 | #382 |
Dama
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"Si, ho il codice. Mi chiedo come possa, un vecchio manoscritto, avere un tale potere. Le parole uccidono vite, distruggono regni, causano carestie e pestilenze...per quale motivo si vuole tutto questo?"
Il corno suonò. "Ditemi Ravus, dove posso trovare rifugio? Temo che le guardie mi catturino e temo per la mia stessa incolumità.." |
18-04-2011, 12.55.17 | #383 | |
Cittadino di Camelot
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Matthias mi stringeva le braccia con forza crescente, alzai gli occhi su di lui e per un istante mi sentii di nuovo come quando, da piccoli, a Sygma, lui mi riprendeva per aver commesso qualche sciocchezza. Era sempre stato il più maturo, Matthias, e più volte si era preso cura di me... mi assecondava in ogni cosa, non si tirava mai indietro qualsiasi assurda impresa io volessi tentare, eppure non mi permetteva mai di oltrepassare il limite e riusciva sempre a riportarmi in carreggiata... sapeva scuotermi e farmi ragionare... sapeva prendermi per il verso giusto, l’aveva sempre saputo fare... per questo forse, riflettei, mio padre aveva deciso di mandare lui anche questa volta?
E anche questa volta, come sempre avevo fatto, finii mio malgrado per confessargli tutto. “Io non so che tipo d’uomo sia...” mormorai infine alla sua domanda. Scossi la testa, poi sorrisi tristemente... “Ho sempre pensato di possedere uno spirito belligerante! Non mi sono mai piegata a niente e a nessuno, ricordi? Mai, per nessun motivo! Ho sempre tirato dritta per la mia strada senza curarmi di nessuna cosa...” Sospirai appena... “Ma Capomazda mi ha cambiata! Ho lottato all’inizio, ho lottato quanto più strenuamente ho potuto... una sera...” esitai solo un istante, poi proseguii “una sera, dopo un litigio furioso, uscii e montai a cavallo: non mi importava niente di niente, volevo soltanto andarmene da qui... ma lord Rauger mi fece bloccare che già ero alle porte della città e mi fece riportare a palazzo, mi parlò e mi convinse a restare! Mi convinse che la fuga non era la via da seguire e che non sarebbe servita a niente, mi convinse che la mia presenza qui non era priva di significato... E io finii con il credergli! Ebbene, quella fu la fine della Talia che tu conoscevi. Da quella sera in avanti, ho iniziato a perdere quella capacità di oppormi... mi sentivo così sola... sola, e soltanto Pascal stava dalla mia parte. Era come lottare contro un muro di pietra, ogni giorno... vivevo qui come un’ombra, una figura cui tutti mostravano rispetto ma che non necessitava di nient’altro... e alla fine ho iniziato a sentirmi stanca, stanca di lottare, stanca di battermi per ottenere anche solo un sorriso, stanca di quegli sguardi di commiserazione che incontravo ogni giorno... E in quei giorni, come mai prima, ho sentito la tua mancanza. Ho sentito la mancanza di casa!” Un nodo mi serrava la gola e sentivo gli occhi bruciarmi... inclinai la testa e poggiai leggermente la fronte contro il suo petto, perché non mi vedesse il viso... “Nonostante questo...” ripresi dopo un istante, dopo aver inspirato forte “Nonostante tutto, io non riesco ad odiarlo... e non so perché! C’è qualcosa in lui, una sorta di dolorosa disillusione che percepisco ma che non riesco a capire affatto. E qualche volta... non lo so, Matthias, ma qualche volta mi guardava e avevo la sensazione che fosse immensamente preoccupato, come se avesse paura di qualcosa... in quei momenti si incupiva, fuggiva e, se non poteva, diventava irascibile!” Ci guardammo per un lungo momento... conoscevo la mente di Matthias, conoscevo le sue reazioni e, osservandolo, riuscivo a leggere nei suoi occhi il tumulto di pensieri che si agitava nella sua anima, riuscivo a seguirne i mutamenti e ogni pur minima variazione d’umore. Citazione:
“E’ qui!” mormorai “E’ tornato!” Senza pensarci neanche per un istante, mi voltai e presi a correre per il viale... raggiunsi la piccola porta, seminascosta nel muro e chiusa da un cancello, che separava il cortile dal giardino e da qui vidi giungere la carrozza, mentre una curiosa sensazione mi invadeva...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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18-04-2011, 18.38.47 | #384 |
Cittadino di Camelot
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Mi ero vestita di nero, e nero era pure il colore del velo calato sul mio viso. Avevo raccolto qualche fiore nel piccolo giardino che c'era dietro casa mia ed ero pronta per andare a far visita alla tomba del mio povero marito. Avevo intenzione di passare proprio per la via principale, la più frequentata, in modo che tutti potessero vedere che non ero più pazza, che non cercavo più un morto, che avevo in qualche modo accettato il mio lutto. Accettato almeno in apparenza perchè dentro di me erano ancora un fiume in piena tutte le emozioni. Presi il mio mazzolino e discesi in strada quando udii il suono inconfondibile del "corno del Duca"!
"Il Duca, è tornato..." mormorai tra me e me "Oh beh, poco mi interessa di lui ormai. Un tempo accorrevo per vedere il mio Friederich cavalcare fiero e bello al suo fianco, ma ora? Ora non c'è più nulla che mi interessi..." Ma il corteo di persone che correvano e si accalcavano verso la piazzetta del castello mi investì e mi trascinò proprio là dove non aveno intenzione di andare e, senza accorgermene, mi trovai tra il gruppo di persone che si erano piazzate davanti la carrozza di Lord Icarius. Ero lì impalata con il mazzetto di fiori in mano, tra gente che urlava e applaudiva, e io lì immobile tutta vestita di nero di certo non passavo inosservata: sembravo la morte in persona.
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire Ultima modifica di Lady Dafne : 18-04-2011 alle ore 21.10.29. |
18-04-2011, 22.15.53 | #385 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"D'accordo, accetterò la vostra proposta, però vorrei condividere il comando con qualcuno che conosca la zona..."
In quel momento si sentì il suono di un corno. "... cosa succede, cosa sta ad indicare questo corno?"
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..." Sito Web: http://digilander.libero.it/LoreG27/index.html Libreria on-line: http://www.anobii.com/people/gelo77/ |
18-04-2011, 23.27.01 | #386 |
Cittadino di Camelot
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"Che ne sarà di te? E di me? E di queste terre?"
Sfiorò appena la sua mano, con un gesto stanco. Guardò i suoi abiti, che non erano più i raffinati damaschi e le sete della dama, ma una ruvida armatura. Era l'ora in cui sarebbe andata, l'ora in cui l'avrebbe vista scomparire all'orizzonte. "Domani potrebbero accadere tante, tante cose... potresti tornare e trovarmi ormai vecchio e stanco di tutto questo" Lei sorrise, carezzandogli piano il viso, come aveva fatto tante volte da bambina. "Tu per me non sarai mai vecchio..." sussurrò. Morven chinò gli occhi, evitò il suo sguardo. "Perdonami, Morrigan... perdonami perchè in tutti questi anni non ho mai saputo curare le tue ferite" Lei gli mise un dito sulle labbra, obbligandolo a tacere. "Non dirlo... sei ho avuto un'infanzia felice, lo devo a te e alle tue cure" Lo strinse forte, con uno slancio che non aveva mai avuto, e per la prima volta in vita sua sentì che le guance di quell'uomo si inumidivano di pianto. In tutti quegli anni suo zio gli era sempre apparso invincibile e grande, e il solo pensiero che anche lui potesse piangere le sembrava inconcepibile. "Dove sarai domani, piccola mia? Non riesco ad immaginarti da sola... e cosa farò io, senza di te?" Le passò una mano tra i capelli. "Mi sentirò morire ogni notte sapendoti così, alla mercè di ogni pericolo..." Morrigan si staccò da quella stretta e gli sorrise. "Hai cresciuto un uccellino, e adesso deve volare..." Morven scosse il capo, non riuscendo a nascondere il suo disappunto. "Ho cresciuto un rapace... che persegue una vendetta che non dovrebbe essere sua! Morrigan, io ho combattuto contro quell'uomo, e alla fine l'ho perdonato. Avrei potuto finirlo con un colpo di spada, ma per la grazia che il Cielo ci ha dato, io l'ho lasciato andare. L'ho spogliato di ogni avere e ho ripreso ciò che avevo rubato con l'inganno, ma non ho preso la sua vita! E non dovresti farlo neanche tu!" Morrigan, a quelle parole, salì a cavallo e si mise a guardare ad Est, dove il sole cominciava piano a salire inondando di oro quella valle. "Da piccola non riuscivo mai dormire tranquilla..." disse piano ad un tratto, senza guardarlo "sognavo sempre che quell'uomo tornava e mi portava via... e l'ho sognato così tante volte, che giurai a me stessa che non avrei mai più tremato dinnanzi a lui! Così comincia a sognare di poter esser un uomo, un soldato... poter combattere come farebbe un cavaliere, fino a sfiorare la morte... trovarlo e, uccidendo lui, uccidere tutte le mie paure..." Si voltò a guardarlo, e infine sorrise, mentre il sole alle sue spalle disegnava davanti a Morven la sagoma scura della sua figura a cavallo. "... ma alla fine del sogno, io tornavo sempre... ritornavo qui! Per questo so che tornerò... tornerò, padre mio!" Morven chiuse gli occhi, assaporando quelle parole. Chinò il capo in segno di assenso. Lei non l'aveva mai chiamato a quel modo, con quell'appellativo, e che l'avesse fatto proprio in quel momento aveva caricato il suo cuore di una strana, profonda emozione. Morrigan sorrise dolcemente, mentre si perdeva in quel ricordo. I cavalli procedevano al trotto, scortando la carrozza, e lei stava placidamente al fianco di Lho lungo quel cammino. Sollevò il capo per guardarlo. Le sue ultime parole, e il tono gentile con cui le aveva pronunciate, l'avevano colpita. "Voi non siete vecchio," disse con dolcezza e ricambiandogli il sorriso "e la giovinezza ha sempre da imparare dalla saggezza. Inoltre, un uomo come voi di certo conosce bene gli uomini, ed io è di questo che ho bisogno, di trovare un uomo... un nobile francese... si chiama Saint Roche..."
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 19-04-2011 alle ore 04.47.58. |
19-04-2011, 01.49.28 | #387 |
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Monteguard fissò prima Hastatus e poi Gervan.
“Il… il suono dell’Afragolante! L’hanno ritrovato! Hanno ritrovato il duca!” Disse questi con aria quasi incredula. “Sir Hastatus, il duca è stato ritrovato!" Esclamò Monteguard. "Venite, andiamo a rendergli omaggio! Ora che lui è ritornato potremo finalmente preparare la giusta offensiva contro quei traditori!” Corsero fuori nel cortile e videro Icarius scendere dalla carrozza.
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19-04-2011, 01.52.32 | #388 |
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“Non si sa bene a quale anno risalga questo codice…” disse Ravus prendendo il codice dalle mani di Llamrei “… anche l’autore è ignoto… le uniche notizie certe lo fanno risalire all’inizio dell’era Cristiana e fu adoperato dai primi Cristiani come raccolta di riti per scacciare demoni… Le Angosce di Santa Lucia non è un libro come tutti gli altri.”
Rinchiuse allora il prezioso codice in un baule. “Non temete per la vostra incolumità…” continuò il chierico “… potete restare qui nella Cappella della Vergine. E poi perché le guardie dovrebbero arrestarvi? Siete una serva di Dio e nessuno qui a Capomazda oserà alzare un solo dito su di voi.” Il corno suonò e Ravus fece cenno alla donna di seguirlo. “Venite… vedrete il signore di Capomazda.”
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19-04-2011, 02.18.22 | #389 |
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Gouf osservò Melisendra per tutto il tempo impiegato dalle ancelle per prepararla.
Neanche per un istante sollevò il suo sguardo da lei. Quando le donne ebbero finito, con un gesto le allontanò. Posò la coppa sul tavolo e si alzò. Si avvicinò a Melisendra, accarezzando le perle che scendevano sul petto di lei, finendo per sfiorarle la morbida pelle. Poi sorrise. Un sorriso beffardo, ma anche indecifrabile. “Adoro la caccia, rammenti? Certo che lo rammenti…” disse “… e sai anche che amo mettere in mostra le mie prede, siano esse leoni, lupi, falchi o candide colombe… ma non mi danno soddisfazione… no, gli animali e gli uccelli ignorano che come loro padrone ho diritto di vita e di morte su di essi… a differenza degli uomini, invece…” In quel momento entrò un servo. “Lord Cimarow vi attende, mio signore.” “Andiamo…” mormorò Gouf a Melisendra “… e ricordalo…” afferrando con forza il suo polso “… tu non sei libera… non lo sei mai stata e non lo sarai mai…” Un attimo dopo scesero nella sala che ospitava il sontuoso banchetto dei baroni che avevano sposato il tradimento di Cimarow. “Sedetevi qui accanto a me, milady!” Disse Nyclos a Melisendra. “Siete un vero splendore… un incanto…” In quel momento Aytli mormorò qualcosa all’orecchio di Gouf e questi annuì. La donna restò poi a fissare Melisendra con uno sguardo carico di sospetto ed astio.
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19-04-2011, 03.29.28 | #390 |
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Il duca scese dalla carrozza e subito il popolo in festa lo salutò.
Molti gridavano per la felicità, qualcuno piangeva per la commozione, altri pregavano. “Milord, toccate il mio bambino!” Disse una donna dalla folla. “Milord, salvateci! La guerra ci sta affamando!” Gridò un’altra voce. “Dio sia lodato!” Esclamavano in molti. “Piccolo mio, guardalo!” Si udì nella confusione. “Guarda il tuo signore!” Le guardie facevano fatica a tenere dietro quella massa di persone, felici per aver rivisto il loro signore, ma nello stesso tempo impaurite per la sorte della loro terra. Al passaggio di Icarius, che si avvicinava all’ingresso del palazzo, tutti si inchinavano. Il duca, vagamente intimidito e palesemente imbarazzato, dispensava sorrisi a destra e a manca. “Dio sia lodato!” Esclamò Ravus andandogli incontro. “Le mie preghiere e quelle di tutto il popolo sono state esaudite! Il Primo Arcangelo del Signore non ha voltato il suo sguardo benigno dall’altra parte!” “Grazie, mio buon chierico.” Ringraziò Icarius. “Dio vi benedica, chiunque voi siate.” Ravus ammutolì e fissò Izar, che scosse il capo e fece cenno al chierico che gli avrebbe spiegato ogni cosa più tardi. “Milord, ringrazio il Cielo per questo vostro ritorno.” Avanzando Monteguard. Icarius, che finalmente stava cominciando a comprendere la gravità di quella sua amnesia, rispose solamente annuendo alle parole del capitano. Izar fece segno di affrettare il passo e giunsero finalmente davanti al palazzo. E qui, sulla porta, stava ad attenderlo Talia. “Chi è quella ragazza?” Domandò a bassa voce Icarius a Izar. “E’ lady Talia, vostra moglie.” “Ho… ho una moglie!” Esclamò Icarius, mentre si avvicinavano all’ingresso del palazzo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 21-04-2011 alle ore 02.57.05. |
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