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26-01-2012, 03.34.21 | #381 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Il valletto gettò solo qualche fugace occhiata alla ragazza.
Sembrava indifferente. Fissò di nuovo la strada dalla finestrella della carrozza, per poi tornare a guardare la nuova schiava del suo padrone. “Si…” annuì “… andiamo a casa. Nella tua nuova casa.” Il bosco, dalla carrozza, appariva muto e meraviglioso. L’aria era pulita e fredda, mentre i raggi del Sole, come dardi di luce, filtravano attraverso la boscaglia, quasi ad illuminare il sentiero che la carrozza stava seguendo. “Qual è il tuo nome?” Domandò poi alla ragazza. “E di quale terra sei originaria? Sei pagana o Cristiana?” La fissò allora da capo a piedi. “Sei stata catturata o venduta da qualcuno? Appartenevi già ad un padrone?”
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26-01-2012, 04.06.04 | #382 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, immersa nei suoi pensieri, fissava le calme acque del Calars.
Le vedeva scorrere ed evaporare, illuminarsi sotto il Sole ed incresparsi al passaggio del Carrozzone. In certi punti l’acqua era quasi trasparente, al punto da mostrare forme e sembianza che parevano emergere dal fondale, mentre in altre zone appariva vischiosa e addensata di foglie e fango, come se volesse celare un mondo sconosciuto inabissatosi in un lontano e dimenticato passato. Ad un tratto, tra i caldi fumi che uscivano dal fiume, Altea vide qualcosa in lontananza. Due vaste pareti rocciose concentriche, simili a due cinte murarie, emergevano dal fiume e racchiudevano quel passaggio. La lussureggiante vegetazione che circondava il fiume, impossibilitata ad espandersi oltre a causa di quelle pareti di pietra, aveva cominciato a crescere in altezza, finendo per ricoprire totalmente quella fortificazione naturale. Al centro di quelle pareti pietrificate si apriva un titanico passaggio, in tutto simile ad una ciclopica porta, nel quale giungeva, tra i caldi vapori e il gorgoglio delle acque, un meraviglioso arcobaleno.
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26-01-2012, 04.14.31 | #383 |
Cittadino di Camelot
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La carrozza prese una buca e io sobbalzai. Er diffidente verso quel mezzo di trasporto che mi impediva di vedere il mondo esterno e sembrava procedere in modo del tutto precario, ora rallentando e ora accelerando, sobbalzando e dandomi degli scossoni inaspettati.
Riflettei un attimo sulle domande che mi erano state poste. "Mi hanno presa... ieri... vicino alla spiaggia, dove il fiume torna al Blu. Io vengo da lì. Lì ci sono le mie sorelle." Mi schiarii la voce. "Non ho un nome... nessuno mi ha mai chiamata. Non avevo bisogno di un nome, prima... quando ero libera." Iniziavano a venirmi le parole. "Ma molto tempo fa... c'era un uomo che mentre risaliva il fiume cantava canzoni antiche e dolcissime, così lo accompagnammo... e ce n'era una che amavo. Parlava di una donna e il suo nome era..." Quel giovane bardo, lo ricordavo benissimo. Era partito dalla foce del fiume su una chiatta e aveva invocato la protezione delle acque. Così noi lo seguimmo, mentre cantava e suonava la sua musica. Lo avevamo seguito per giorni e ci eravamo spinte ben oltre i luoghi in cui eravamo solite giocare. Iniziavamo a credere che potesse addirittura vederci, oltre che presagire la nostra presenza al suo fianco. Ero certa che, guardando attraverso il velo dell'acqua, avesse visto il mio volto. Poi un'ombra cadde su quel viaggio gioioso. Le mie sorelle fuggirono, mentre il giovane si spingeva sempre più lontano e il pericolo si faceva sempre più imminente. Rimasi su una roccia, seduta ad aspettare il suo ritorno. Dopo qualche giorno, mentre mi specchiavo nell'aurora, vidi un corpo affiorare dall'acqua, spinto dalla corrente. Noi non avevamo lacrime, quindi non potei piangerlo. Lo abbracciai con le mie braccia d'acqua e lo cullai fino a quando non trovai un canneto in cui riporlo, ululando insieme al vento la mia malinconia. Tornai in me. "Melisendra" mormorai, improvvisamente triste. "Puoi chiamarmi Melisendra."
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26-01-2012, 04.40.08 | #384 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il valletto ascoltò le parole di quella misteriosa ragazza.
Sembravano, a quel servitore, parole senza senso. E lui, abituato com’era ad obbedire senza discutere mai, non cercò nessun significato in ciò che quella ragazza diceva. “Bene…” mormorò tornando a guardare la foresta dalla finestrella “… Melisendra… ora hai un nome… un nome con cui presentarti al tuo nuovo padrone…” la fissò nuovamente “… ti darò un consiglio… dimentica la tua casa ed il tuo mare… dimentica le tue sorelle e tutta la tua vita… ora appartieni al mio signore e a lui solo…” La carrozza imboccò una stretto sentiero e cominciò a scendere verso una radura. Poco dopo, dalla carrozza fu possibile vedere una grande ed austera costruzione. Circondato e racchiuso da solide mura, sulle quali spuntavano ogni sorta di pianta e di arbusti conosciuti in quelle zone, apparve un antico castello. Quattro torri ne scandivano la forma e nessun uccello sembrava in grado di volare oltre la loro altezza. Ovunque, sulle murature, sventolavano stendardi neri come la pece, senza recare simboli o immagini. Appena la carrozza fu vista da coloro che montavano la guardia al castello, si udì uno squillo di tromba. Pochi istanti dopo, il ponte levatoio si abbassò, permettendo alla carrozza di entrare. Il valletto saltò con agilità da quel mezzo e fece cenno a Melisendra di seguirlo. La giovane fu condotta in una grande sala, dove stavano attendendo quattro donne dagli abiti variopinti. “Conducetela nel gineceo” ordinò il valletto “e preparatela come si conviene.” Le donne allora presero con loro Melisendra per portarla nel gineceo del padrone di quel castello.
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26-01-2012, 04.56.09 | #385 |
Cittadino di Camelot
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Mi mancò il fiato quando le pesanti porte si chiusero dietro di me.
I miei occhi non potevano credere all'immensità di quel palazzo di pietra. Pietra fredda e muta, non ridente come le rocce che conoscevo bene. Inizialmente cercai di scacciare le donne che si erano affollate intorno a me e che sembravano determinate a togliermi il mio abito, ma quando vidi una grande vasca d'acqua fumante, in mezzo a quello che chiamavano gineceo, non potei resistere e vi entrai. Provai un poco di sollievo, ma quelle donne erano decise a non lasciarmi in pace. Lasciai cadere la mia reticella e mi immersi nel bagno caldo. Chiusi gli occhi, mentre le bolle argentate uscivano dalla mia bocca e i capelli mi galleggiavano tutt'attorno. A occhi chiusi mi parve quasi di essere di nuovo libera. Poi emersi. Mi rivolsi alle donne: "Perchè sono qui? Dicono che mi hanno comprata, ma non può essere vero... chi? Chi è stato?"
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26-01-2012, 09.26.30 | #386 |
Cittadino di Camelot
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Guardai verso l'orizzonte...davanti a me vidi due pareti rocciose stagliarsi ormai ricolme di vegetazione, sembrava un arco naturale pronto a farci passare. Ma ciò che mi affascinava di più era quell'arcobaleno dai mille colori.."E' strano pensai...un arcobaleno spunta sempre dopo una tempesta, ma tutto è calmo. Anche se fino ad ora il mio animo è stato in tempesta." Subito pensai al mio maestro, tornai verso la sua camera, sentivo le voci concitate di Isolde e Elisabeth..nulla più, entrai nella camera improvvisamente. Isolde era solo coperta da un leggero lenzuolo, ma il maestro giaceva inerte sul letto..."Maestro che vi succede? cosa è successo al maestro Lainus? Mi dica milady Isolde....se avete fatto qualcosa, stavolta chiederò io stessa a Goz di farvi scendere". La guardai con aria di sfida.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-01-2012, 09.44.29 | #387 |
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" Corpi nudi...perche' dovrebbero impressionarmi, la cosa piu' naturale del mondo mai cara....due macchine perfette....in quanto agli uomini, lo sapete Isolda, siamo sorelle...ma amiamo gli uomini in maniera diversa.....e tu lo sai perfettamente, hai avuto bisogno anche del mio per quanto la tua fame sia insaziabile...........poveretto..non sa quanto male gli hai fatto......e per quanto riguarda quel regno che tu vorresti Sorella Cara....questa volta tra me e te scorreranno fiumi di magico Sangue.......per te posso preparare un giaciglio all' inferno la tua lussuria sara' una fiamma che via sredra' per l'eterno..."...Il suo corpo stupendo e statuario.....trasudava un fetore nauseabondo come la sua anima..ma fummo interrotte da Altea..." Altea cara stavo giusto andando via e voi sarete cosi' amorevole da lasciar riposare il vostro maestro.......e lasciate stare Goz.....o sara' la prossima avventura di Isolde.......non e' vero mia cara ?......"........
Ultima modifica di elisabeth : 26-01-2012 alle ore 10.19.44. |
26-01-2012, 11.30.04 | #388 |
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Il Maestro Redentos mi concesse i suoi complimenti e la possibilità di poter parlare con il chierico. Era ancora lì..... sinceramente, avevo un pò paura dopo la reazione di quei contadini non potevo immaginare come avesse reagito....
"Mi perdoni Padre..... volevo sapere..... chi è la prottetrice di queste terre? Negli Annali ho letto di tutto, è qualche appunto narrava che Santa Caterina era molto importante per i contadini di quaggiù." "Nella mia ricerca sono incappato nel libro delle "Penitenze di Santa Caterina", sono rimasto incuriosito da questo libro solo che con l'intervento del Maestro De' Punici non ho vauto la possibilità di leggerlo.... e possibile custodirlo con la promessa di custodirlo e al termine del viaggio restituirlo nelle vostre mani?"
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
26-01-2012, 13.18.48 | #389 |
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Elisabeth cercò di placare la mia rabbia, il maestro però non rispondeva.
"Convengo con voi milady..d'altronde ognuno è libero di prendere la sua strada. Lady Isolde, sapete...prima vi proteggevo e vi ammiravo, ora non capisco il motivo, ma in voi vedo uno sguardo diverso..lo sguardo della perfidia".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-01-2012, 15.13.06 | #390 | |
Cittadino di Camelot
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Citazione:
Ma c’era qualcosa di peggio... c’era qualcosa di ben più grave e preoccupante... perché io lo conoscevo troppo bene e da fin troppo tempo per non prevedere quale sarebbe stata la sua reazione non appena avessi pronunciato quel nome... “Mi raccomando, Talia... Giudizio!” ripeté per l’ennesima volta il Maestro, montando a cavallo. Sorrisi... “Non preoccuparti!” lo rassicurai di nuovo “Me lo hai detto e ripetuto... e poi... ci sono appena poche ore di cavallo da qui all’abbazia, sarai di ritorno prima di buio... ce la caveremo fino ad allora!” Il cavaliere sospirò... “Si...” disse, come chi tenta di convincere più che altro sé stesso. Lo osservai partire al moderato trotto e svanire tra gli alberi del bosco, poi mi voltai e mi diressi verso il giardino. Il tempo passò tranquillo, io avevo scoperto nell’occuparmi dei fiori del giardino una nuova passione e i miei fratelli avevano i loro compiti da portare a termine prima del ritorno del Maestro... Poi, ad un tratto, Nestos irruppe nel mio piccolo angolo di paradiso... era visibilmente agitato, muoveva le mani tanto in fretta che non riuscivo a capire che cosa volesse dire... “Calmati...” gli dissi “Calmati, per favore! Che succede?” Ma lui non riusciva a spiegarsi... le sue mani tremavano e i suoi occhi sapevano solo trasmettermi un’urgenza cui non riuscivo a dare un nome... infine afferrò la mia mano e mi trascinò di corsa fuori dal giardino... “Nestos... aspetta...” ansimai, correndogli dietro a fatica. Ma lui non ci badò, continuava a tenermi la mano e a correre verso la radura dove il Maestro di solito li portava perché si esercitassero. E solo quando vi giungemmo, io finalmente capii a cosa era dovuta la preoccupazione di mio fratello... proprio al centro della radura, illuminati dalla luce abbacinante di mezzogiorno, c’erano due ragazzi che si stavano azzuffando. I miei occhi corsero da loro a Nestos, per poi tornare a loro... si picchiavano a testa bassa e senza risparmiarsi, si picchiavano l’un l’altro ostinatamente... “Fermi!” urlai improvvisamente, come riscuotendomi... ma nessuno dei due parve udirmi. “Fermi...” ripetei di nuovo, facendomi un po’ avanti per cercare di separarli “Fermi, vi prego... Smettetela!” Cercai di mettermi tra loro, nel tentativo di dividerli, ma non fu una bella mossa... del tutto inaspettatamente ricevetti un violento colpo al braccio che mi fece volare a terra... Gridai. “Talia!” urlò Guisgard, lasciando andare l’altro e precipitandosi verso di me. “Talia... che succede?” quasi contemporaneamente Fyellon, avvicinandosi a sua volta. “Siete forse impazziti?” mormorai, rimettendomi in piedi a fatica “Perché stavate litigando?” “Lui...” iniziò Guisgard. “No... sei stato tu!” lo interruppe Fyellon, in tono furioso... poi indicò me e soggiunse “L’hai anche colpita!” Gli occhi di Guisgard si allargarono un istante, per poi stringersi pericolosamente... “Io?” sibilò “Io non lo farei mai... Tu l’hai colpita!” “Bugiardo!” “Pallone gonfiato!” Di nuovo si lanciarono l’uno contro l’altro... ma io ero stremata... “Basta!” urlai... e il mio grido echeggiò tra gli alberi, tanto alto che li indusse a fermarsi. “Basta. Basta. Basta!” ero in piedi a pochi passi da loro, le mani strette a pugno e gli occhi lucidi, tremando “Sono stanca! Sono stanca dei vostri continui battibecchi, dei vostri litigi, sono stanca anche di vedervi sempre in punizione... sono stanca di voi! E’ inutile che litighiate, tanto non lo sapete chi di voi sia stato a colpirmi, non lo sapete perché non ci avete neanche fatto caso... non lo sapete perché vi stavate picchiando senza neanche pensare!” Lacrime di rabbia presero a rigarmi le guance: “Voi non ci provate neanche ad andare d’accordo... e non vi importa niente di chi ci capita in mezzo, di chi soffre, di chi si prende le botte per cercare di dividervi! Siete stupidi... ed egoisti! E per questo... per questo io vi odio! Vi odio tutti e due!” Li scrutai ancora per un istante, poi scappai via. Quel ricordo mi attraversò la mente, velocissimo e terribile... Chiusi gli occhi un momento, solo un momento per riprendere fiato, poi li riaprii e guardai in quelli di Guisgard... lo guardai per lunghi attimi, pregando il Cielo che desse a lui la forza necessaria a non farsi sopraffare e a me la capacità di aiutarlo a capire... Infine dischiusi le labbra e, in un sussurro appena percepibile, mormorai: “Fyellon!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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