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29-10-2010, 20.12.11 | #401 |
Cittadino di Camelot
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Messaggi: 690
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"Non avevo mai notato quanto fascino avesse la foresta durante il tramonto. Mi è sempre piaciuto fare lunghe camminate in riva la fiume, osservando quanto di più bello la natura possa offrire. una piccola casa ?...chissà quale animo nobile vi dimora, meglio che dia forza al mio passo o arriverò a casa a notte fonda".
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 29-10-2010 alle ore 20.31.09. |
29-10-2010, 20.19.32 | #402 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
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Intanto, in un luogo dimenticato e maledetto, nel cuore più profondo del bosco, Llamrei e la fanciulla impaurita erano incatenate in una desolata cella.
Le parole di Llamrei sembravano aver tranquillizzato la giovane. Sorrise alle parole della dama di Camelot e poggiò il capo sull'umida parete. "Sapete..." disse "... mi ricordate mia sorella... ella si è sempre presa cura di me, quando nostra madre era troppo impegnata nei campi ad aiutare nostro padre... se io ero triste, malinconica o preoccupata lei mi prendeva la mano e mi raccontava qualche storia... talvolta invece accennava ai suoi sogni... quello di incontrare un grande amore, magari un nobile cavaliere, che la conducesse nel suo meraviglioso castello... e quei sogni diventavano anche i miei..."
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29-10-2010, 20.50.33 | #403 |
Cittadino di Camelot
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"Si... credo ai sogni..."
Così gli aveva risposto il cavaliere. E in quel momento l'animo di Morven si era come quetato, come quello di un bambino che abbraccia le gonne della madre dopo un profondo spavento. Sorrise, intimamente consolato al pensiero di avere forse trovato la giusta persona per quella confessione che tanto gli premeva. Il saggio cavaliere non aveva riso delle sue idee... non lo aveva guardato con stupore nè con scherno... il vecchio cavaliere sapeva cosa fossero i sogni... li aveva avuti, li aveva accarezzati, e nonostante la tristezza che albergava in lui, non li aveva persi del tutto... uno solo, gliene restava uno solo, di sogno... ma era il massimo sogno cui avesse mai potuto aspirare! Morven lo guardò intensamente, e pensò in quel momento che quello stesso sguardo, quel momento di confidenza, quel calore avrebbe voluto destinarli ad un altro uomo... avrebbe voluto condividere con suo padre quel momento.. ma suo padre era distante, chiuso nelle proprie convinzioni e schiavo delle opinioni dei suoi stolti consiglieri. E Morven pensò allora che non avrebbe rinunciato alla possibilità che il destino gli stava fornendo di avere quelle risposte che aveva sempre cercato, e se anche non se il soccorso non sarebbe venuto, come aveva sempre immaginato, dalle labbra di un genitore, gli sarebbe comunque giunto da un uomo degno di essere insignito del nobile titolo di cavaliere. "Mio signore..." disse, guardandolo allora con uno sguardo che mescolava fiducia e speranza "parlatemi di quell'oggetto che sta prendendo vita tra le vostre mani! Ho bisogno di comprendere il mio sogno, ho bisogno di aggiungere ogni possibile tassello al mio mosaico, affinchè la mia strada mi sia rivelata con giustezza e con precisione. Parlatemi di quell'oggetto e di ciò che esso rappresenta per voi... e vedrò se davvero quella visione ha un senso anche per me e per il mio destino!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
29-10-2010, 21.00.32 | #404 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel frattempo, in un'ala del palazzo di Cartignone, lontano da occhi indiscreti, alcuni cavalieri parlavano fra loro.
"Chi è quel Belven?" Chiese sir Bumin a Dukey. "Uno dei cavalieri inviati dal vescovo." Rispose questi. "Comanda lui la compagnia." "E' stato lui ha liberare la fanciulla nel bosco e ad uccidere uno degli uomini?" Domando ancora Bumin. "No, non è stato lui." Rispose Dukey. "E' stato un altro... quel maledetto cavaliere a cui stavo per dare una lezione quella sera quando giungeste voi!" Bumin restò in sielenzio a riflettere. "Se è riuscito a salvare quella fanciulla da solo" disse dopo alcuni istanti "allora va preso con cautela..." "Posso batterlo quando voglio!" Esclamò Dukey. "Per ora non è questa la nostra priorità... ci sono ordini per noi?" Chiese Bumin. "Per ora no... ma credo che stasera il capo vorrà parlarci." "Bene... vedremo cosa vorrà dirci..."
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29-10-2010, 21.27.48 | #405 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nella casa di Louis, Morven era stato colpito da quell'oggetto a cui il cavaliere stava lavorando.
"Quell'oggetto di cui domandate" disse Louis "non sta prendendo vita... per un semplice motivo... ha già vita propria... l'ha avuta quando fu consegnata alla sua padrona...mia moglie..." Si avvicinò ancor più al camino e continuò a dire: "Io, oltre alle virtù cavalleresche, ebbi anche un altro dono dal Cielo... quello di forgiare armi formidabili... e prima di intraprendere questo viaggio verso un mondo ancora selvaggio come la Britannia, decisi di donare a mia moglie un'arma con la quale difendersi, qual'ora mi fosse accaduto qualcosa... ed allora forgiai una spada adatta alla delicatezza di una donna, ma capace di tenere testa a qualsiasi arma impugnata da un uomo..." Fece segno a Morven di seguirlo ed entrambi giunsero nella stanzetta dell'incudine. "Ecco..." indicò Louis "... quesa è l'arma appartenuta a mia moglie Adelasia... quando lei morì, decisi di spezzarla... ma ogni mio tentativo fu vano... la sua lama resistette ad ogni mio sforzo... alla fine allora decisi di lasciarla a marcire qui dentro... il calcare, la ruggine e l'umidità l'hanno resa come la vedi ora..." Infatti, davanti a loro sull'incudine, giaceva una spada incrostata ed abbandonata a se stessa. Ma nonostante tutto, tradiva ancora la sua perfezione e la magistrale cura con cui era stata forgiata.
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29-10-2010, 23.23.29 | #406 |
Cittadino di Camelot
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La notte ormai era giùnta e il bosco era immerso sotto un manto nero ricoperto di stelle.Non sarebbe stato prudente attraversarlo ora, non per una dama senza cavallo e senza nessun tipo di arma. Non sapevo che fare, conoscevo solo la parte del bosco che ero solita frequentare nelle mie passeggiate , e quella in cui stavo non era proprio a me conosciuta. Quella piccola casa aveva attirato la mia attenzione , non sapevo di chi potesse essere , ma poteva forse essermi d'aiuto. Mi avvicinai in silenzio, senti delle risate amichevoli, ebbi un po di timore nel bussare ,allora pensai di dare una piccola occhiata al di la della finestra ed ecco che vidi seduti ad una tavola due cavalieri, che parlavano amichevolmente tra loro. Forse non sarebbe stato un gesto prudente bussare a quella porta e pensando questo feci un passo indietro sbattendo distrattamente su un pezzo di legno appoggiato allo stipite della porta. Fu in quel momento che la porta si spalancò e vidi che mi si presentò davanti un uomo . A quella vista mi impaurì e restando immobile risposi" scusatemi messere , non volevo creare problemi, sono ladyGonzaga , purtroppo la notte mi ha colto all'improvviso in questa parte del bosco a me sconosciuto.Ho visto una piccola luce e ho pensato di venire a chiedere un cavallo per poter attraversare più velocemente il bosco e arrivare a casa mia. Vi prometto che sarà mio dovere ricondurvelo a casa". A queste mie parole mi guardò e senza dire nessuna parola mi invitò ad entrare.
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 30-10-2010 alle ore 10.32.03. |
30-10-2010, 01.05.34 | #407 |
Cittadino di Camelot
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Non obbiettai alle sue parole... sebbene pensassi che, se fossimo stati scoperti da dei nemici in quel luogo, che tra noi fossimo vicini o lontani non avrebbe fatto alcuna differenza. Ad ogni modo feci ciò che mi era stato detto: rimasi accanto a lui, indietro appena di mezzo passo e, pur camminando, continuavo a tener d’occhio anche la via che avevamo già percorso...
Un vago senso di nervosismo, infatti, mi stava affiorando dentro man mano che avanzavamo per quel corridoio... la luce tremolante delle numerosissime candele addossate alle pareti conferiva a quel luogo un aspetto quasi irreale e ciò era accentuato, se possibile, dall’assoluto silenzio che vi regnava... aguzzai le orecchie ma non fui smentita: non un suono era neanche vagamente percepibile. Sembrava una tomba. Una tomba illuminata come il palazzo di un re! “Perché prendersi la briga di accendere così tante candele in un luogo in cui nessuno dimora?” domandai, tanto piano che non ero neanche sicura il cavaliere mi avesse sentita. Gli lanciai un’occhiata e notai la sua mano inquieta sull’elsa... beh, se non altro, anche lui era nervoso, constatai.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
30-10-2010, 01.35.49 | #408 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard e Talia camminavano nervosamente in quel luogo tanto misterioso quanto sinistro.
Le candele bruciavano slenziose senza che nemmeno un alito di vento ne sfiorasse le fiamme. Le ombre del cavaliere e della ragazza si proiettavano, incerte e irregolari, lungo le pareti e silenziose seguivano le due figure in quel luogo che sembrava vittima di uno strano sortilegio. E mentre proseguivano in quel corridoio, che sembrava interminabile, i due si accorsero di alcune nicchie che ad intervalli regolari si aprivano nella parete. Guisgard le osservò con cura, senza però trovarci nulla di interessante dentro. Ad un certo punto si cominciò ad avvertire uno strano scricchiolio. Un attimo dopo, prima che i due se ne rendessero conto, una crepa si apri nel terreno battuto proprio sotto i piedi di Talia. La ragazza non ebbe il tempo di aggrapparsi a nulla che si sentì precipitare. Il suo arco cadde nel vuoto. Ma lei non seguì la sua arma, afferrata per una mano da Guisgard giusto in tempo. Il cavaliere la tirò su. "Sate bene?" Chiese. Poi fissando il buio della crepa che si era aperta cercò di scorgerne il fondo, ma l'oscurità rendeva impossibile vederci qualcosa. Prese allora una delle candele e la lasciò cadere nella crepa. Si udì un indefinito numero di squittii. La candela raggiunse il fondo e illuminò ciò che la circondava. Una sorta di piano ancor più sottorraneo c'era sotto di loro, in cui vi erano migliaia di ratti. Guisgard guardò il soffitto avvilito e disgustato. "Proprio i ratti dovevo trovarci qui dentro..." mormorò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 30-10-2010 alle ore 01.50.54. |
30-10-2010, 02.31.22 | #409 |
Cittadino di Camelot
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Fu un istante... non ebbi neanche il tempo di rendermene conto che il terreno si aprì sotto i miei piedi e io mi sentii venir meno...
Trattenni il respiro... e invece non caddi: la mia mano fu inaspettatamente stretta in quella del cavaliere e un attimo dopo mi sentii tirare di nuovo verso l'alto. "Sto bene!" mormorai alla sua richiesta, anche se non riuscivo a smettere di tremare "E... grazie! Grazie!!" Mi affacciai poi con lui sulla crepa e lo osservai gettare nel vuoto la candela... rabbrividendo incondizionatamente alla vista di tutti quei topi: se c'era una cosa che detestavo erano i topi!! E tuttavia non potei non sorridere alla sua esclamazione infelice di disgusto!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
30-10-2010, 02.45.45 | #410 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard era steso accanto alla crepa, con la testa all'insù.
"Odio i topi..." mormorò "... li detesto... con tutto me stesso..." Poi fissò Talia. "Ora come farete senza il vostro fidato arco?" Chiese sarcastico, come a voler dimenticare ciò che c'era sotto i loro piedi. "Va bene... riprendiamo a camminare... questo posto se prima mi dava il nervoso, ora mi disgusta totalmente... ce la fate a camminare o siete ancora scossa?"
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