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15-01-2017, 06.32.32 | #401 |
Cittadino di Camelot
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Al mio tocco non fece nè disse nulla, ma i suoi stupendi occhi neri brillarono ed erano uno spettacolo meraviglioso.
Risi appena alla sua frase. Poteva andarmi peggio. O forse no. Mi fidavo di lui. "Voi... Voi non capireste..." sussurrai, ritraendo la mano e abbassando lo sguardo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
15-01-2017, 06.33.06 | #402 |
Cittadino di Camelot
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"Credo che sia perfetto" dissi sorridendogli dolcemente. "Mi fa davvero sentire bene. È gentile e premuroso... Non sembra affatto come lo aveva descritto monsieur De Bonnet. Penso sia all'altezza" dissi stringendo una mano di mio padre.
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15-01-2017, 06.35.07 | #403 |
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“Gwen...” disse Elv, sfiorando il suo viso, in modo che lei alzasse lo sguardo su di lui “... dimmelo... dimmi tutto... sei qui, sotto la mia protezione... devi fidarti di me...”
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15-01-2017, 06.37.49 | #404 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Bene.” Disse soddisfatto il padre di Nyoko. “Comunque” aggiunse “sono tornato prima e ne possiamo approfittare per un giro in città. Vuoi? Ti porterò a fare qualche compera. Dopotutto stare troppo in casa non fa mai bene.” Annuendo.
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15-01-2017, 06.39.43 | #405 |
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Le sue parole mi illuminarono. "Mi farebbe molto piacere" dissi sorridendo alle sue parole. Non scendevo giù in città da tanto tempo ormai. Quello era un altro dei piaceri che mi era stato negato dal destino. Sorrisi emozionata all'idea e non vedevo l'ora di andarci.
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15-01-2017, 06.43.19 | #406 |
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Il padre di Nyoko fu felice di vedere entusiasta sua figlia.
Allora ordinò alle badanti di preparala ed al suo stalliere di occuparsi della carrozza. “Se vuoi” disse alla figlia “possiamo portare con noi anche quel ragazzo.”
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15-01-2017, 06.44.46 | #407 |
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Delle lacrime cominciarono a scorrere mentre lui sfiorava il mio viso, per alzarlo sul suo.
Mi fidavo, mi fidavo di lui. "Dopo che sono scappata via ho temuto di perdervi... Ho temuto di perdere l'unica persona che significhi davvero qualcosa per me ormai... Ho paura di tutto ciò che potrebbe esserci lì fuori, in quel mondo che non ricordo, nè riconosco più come mio... E se ho accettato di rimanere è stato solo per voi..." sussurrai, fra le lacrime. Poi, in un istante, mi avvicinai a lui e lo baciai. Fu un attimo, un impeto. Il tempo di gustare il suo sapore, di imprimerlo nella memoria e poi staccare appena le mie labbra dalle sue. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" Ultima modifica di Lady Gwen : 19-01-2017 alle ore 02.46.13. |
15-01-2017, 06.50.59 | #408 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quelle lacrime, poi le parole ed infine quel bacio improvviso sorpresero Elv.
Ma quando Gwen staccò le sue labbra da quelle di lui, egli afferrò la ragazza per le braccia, con impeto e virilità, come acceso e soggiogato dal sapore delle labbra di lei e la baciò ancora. Stavolta un bacio più caldo e profondo, che lo portò ad assaporare quel gusto tanto ambito e desiderato delle labbra di lei. Un bacio inquieto, appassionato, forte che fece incatenare le forti braccia di lui attorno al morbido corpo della giovane. E si baciarono a lungo, con Elv che faceva scorrere le sue mani forti e sicure lungo l'abito e le forme di lei, disegnando così nella sua mente ogni forma e grazie di quel corpo così desiderato ed eccitante.
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15-01-2017, 07.01.58 | #409 |
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Il tempo di staccare le mie labbra dalle sue, che lui mi aveva già stretta a sè, forte, baciandomi come se quello fosse stato il suo unico desiderio fino a quel momento ed io risposi, perché era stato anche il mio desiderio.
Avevo bramato le sue attenzioni, un suo sguardo, un suo bacio per tanto, troppo tempo ed ora ecco, ecco che stavo avendo ciò che avevo bramato più di ogni altra cosa al mondo. I nostri sapori si mischiavano, come il nostro profumo sul mio cuscino e il bacio diventava sempre più profondo, caldo, coinvolgente. Il mio corpo sembrava così morbido e malleabile fra le sue mani e le sue braccia. Braccia che ricordavo molto bene. Quella sera, come un tragicomico scherzo del destino, la taverna era gremita di gente, eventualità totalmente eccezionale. Infatti gli occhi di molti dei clienti erano puntati su di noi su quello strano e sconosciuto giovane uomo che discuteva con mio padre. Tutto si era arrestato nel momento in cui lo scontro dialettico fra i due era iniziato; il taverniere era rimasto immobile nell'atto di asciugare un bicchiere, clienti che avevano smesso di giocare e analizzare scrupolosamente la vincita della serata. Tutto ruotava attorno a noi. "Ti-Ti prego... Non lei... No..." implorava in lacrime, ma quello era irremovibile, insistendo a puntare i suoi occhi su di me. "Ormai ho deciso, vecchio. La prossima volta vedi di scegliere meglio i tuoi compagni di gioco" sbottò quello, alzandosi di scatto. In un istante poi mi sentii afferrare con forza. Un attimo dopo eravamo già sul suo cavallo, galoppando nella notte. A nulla erano servite le mie resistenze e il mio dimenarmi, non potevo liberarmi da quella morsa e da quelle braccia che mi tenevano stretta, salda, nè il mio nome che echeggiava nell'aria, urlato con grida soffocate da mio padre, finché tutto sparì, la taverna, le luci, la voce di mio padre e la mia libertà. Tante domande mi affollavano la mente, perché stesse succedendo a me, cosa mi aspettasse, se ne sarei mai uscita, ma avevo anche il triste presentimento che non avrei trovato mai risposta a quegli interrogativi Quel ricordo mi tornò in mente in maniera inspiegabile, senza un apparente motivo. Mi sembravano pensieri di un'altra. Non potevo essere io. Ma poi... Chi ero io? Forse, ero semplicemente la donna innamorata che ora lui stringeva fra le braccia e questo bastava a mettere a tacere tutto il resto, perché non c'era più bisogno di parole, ma di baci e di carezze. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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15-01-2017, 07.10.18 | #410 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quelle sensazioni, quelle emozioni.
Il sapore delle labbra di lui, della sua lingua, il senso di possesso delle sue mano lungo l'abito di lei, stringendo ogni sua forma. E poi quel ricordo, la paura, il rapimento, la lunga cavalcata, le mura di quel palazzo, i giorni di semilibertà e quelli di prigionia. Ma su tutto dominava quel bacio e la forte stretta di lui che la faceva sentire sua. La faceva sentire donna. Gwen era una donna fra le braccia di Elv, che continuava a baciarla, ad assaporarla. Di tanto in tanto schiudeva gli occhi e la guardava. Uno sguardo malizioso, bramoso, ammiccante, per poi richiudere gli occhi e baciarla con ancora più passione. “Torniamo nella vasca...” disse sulle labbra di lei “... in quell'acqua calda e schiumosa... io e te...” sospirò, anzi, ansimò.
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