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01-11-2010, 01.55.01 | #421 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Nella biblioteca di Cartignone, si decideva sul da farsi.
Llamrei era scompasrsa ormai da giorni nel bosco e la stessa sorte sembrava essere accaduta a Morven ed al nano Goldblum, che si era appena unito alla compagnia di Belven. Frigoros però aveva acconsentito alla richiesta di Belven e concesse al cavaliere di organizzare una nuova spedizione per cercare i dispersi nel bosco. "Ottimo!" Esclamò il Cappellano, nell'udire le parole di Arowhena. "Vi ringrazio, milady..." disse Belven alla donna. Poco dopo il cavaliere era già presso le truppe, per scegliere volontari da portare con sè. "Siamo anche noi dei vostri, messere!" Disse Dukey avvicinandosi a Belven. "Del resto Carlignone è la nostra città e ci sembra giusto partecipare. Questi è sir Bumin" indicando il cavaliere che gli stava accanto "ed è appena ritornato a Cartignone. Ci sarà di valido aiuto." "Bene, sono lieto di avervi con noi." Rispose Belven. "E' bene chiarire" intervenne Bumin "che non vi saranno capi o comandanti tra noi, messere... e se anche ci fossero, non sarete certo voi a dare ordini. Siete forestiero qui a Cartignone... ricordatelo sempre." "Cavaliere..." rispose Belven "... non mi interessa essere il capo, nè dare ordini... ciò che mi preme è recuperare lady Llamrei e i miei uomini superstiti... il resto per me non conta..." I due cavalieri si fissarono a lungo, come a volersi studiare. E Bumin rispose con un ghigno a Belven. Poco dopo, Belven, Arowhena, Cavaliere25, Bumin e dukey, scortati da alcuni cavalieri di Cartignone, partirono alla volta del misterioso bosco. E quell'arcano e primordiale mondo sembrava proprio attendere il loro arrivo, mentre il Sole di mezzogiorno faceva nascere sinistri colori tra la sua lussureggiante e selvaggia vegetazione.
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01-11-2010, 02.19.26 | #422 |
Cittadino di Camelot
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Osservai per un momento il cavaliere...
“Io vi avrei supplicato di seguirmi?” chiesi dopo un istante “Avete uno strano concetto di supplica, temo! E comunque...” soggiunsi, con un ampio sorriso “Lungi da me insinuare che possiate esser spaventato da due miseri topolini, sir... non oserei mai...” Un sorriso sarcastico mi si allargò quando lui si voltò stizzito, e in silenzio lo seguii. Attraversammo alcuni ambienti bui, fino a giungere in una sala dalla quale si udiva una sorta di lenta litania... come un coro di molte voci. Non replicai alla sua insinuazione sul ‘salvarmi di nuovo’, limitandomi a lanciargli un’occhiataccia... e tuttavia ogni pensiero in merito fu spazzato via dalla mia mente quando giungemmo nella sala successiva. Pietrificata dall’orrore mi schiacciai dietro una colonna, inclinandomi appena per osservare la scena: centinaia di candele illuminavano uno spazio relativamente ampio, molti uomini con il corpo dipinto da misteriosi segni intonavano una lenta canzone della quale non comprendevo le parole, una sorta di altare si trovava proprio al centro della sala e su di esso... rabbrividii... su di esso era legata una ragazza, visibilmente terrorizzata. Distolsi gli occhi da quella tremante figura e sobbalzai per la sorpresa quando vidi la donna che era legata alla colonna più vicina all’altare... Afferrai convulsamente il braccio del cavaliere vicino a me... “Llamrei...” mormorai al suo orecchio, con la voce che mi tremava “La donna legata alla colonna è lady Llamrei, un membro della compagnia di Camelot! Ha lasciato Cartignone un giorno prima di me! E poi c’è un’altra delle ragazze scomparse... Dobbiamo fare qualcosa!” Un attimo dopo un movimento in fondo alla sala e l’intensificarsi del coro di voci dei presenti attrasse la mia attenzione... mi volai, chiedendomi inconsciamente se davvero volevo vedere che altro c’era!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
01-11-2010, 02.30.26 | #423 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, nella casa di Luois, nel cuore del bosco, una fanciulla era da poco giunta.
"Disturbare?" Ripeté Luois sorridendo alle parole di Gonzaga. "E cosa? In questa casa non vi è festa o gioco ormai da anni... l'unica cosa che potreste interrompere è la solitidine di un vecchio cavaliere a cui non è rimasto altro che vivere sospirando di ricordi tanto lontani quanto ormai perduti..." Si avvicinò al fuoco e vi gettò sopra altra legna. "E così..." aggiunse "... avete avuto un degno abate come maestro... anche io, anni fa, conobbi un chierico che mi fu maestro e amico... è un grande dono quello che avete avuto, milady... specialmente in questi tristi tempi in cui la Fede è vista come nemica da molta gente in preda al demone dell'illusione..." Poi, alzando il capo, si accorse di Morven sulla soglia. "Venite, cavaliere..." disse "... nell'altra stanza non vi è nulla che possa in qualche modo interessarvi... vi starete chiedendo del perchè non siate riuscito a sollevare quella spada, immagino... non è un sortilegio, ma la cosa più naturale del mondo, credo... un cane o anche un falco che perdono il proprio padrone spesso si lasciano morire anch'essi... e una spada, in fondo, non è meno fedele di un animale..."
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01-11-2010, 03.02.24 | #424 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, nel sottosuolo del bosco, in un luogo dimenticato e maledetto, Guisgard e Talia fissavano quell'incredibile cerimonia che assumeva sempre più i tratti di un sacrificio, tanto sacrilego, quanto feroce.
"State giù o ci scopriranno!" Disse Guisgard a Talia. Poi, dopo alcuni istanti, continuò: "Ecco, volevate vedere il volto di chi rapiva le ragazze facendone delle martiri... eccovi accontentata... e devo dire che questo è davvero un gran bel problema..." aggiunse guardandosi intorno, come a cercare di comprendere chi fossero quegli uomini dall'architettura del loro delirante tempio. Ad un tratto però l'attenzione dei due fuattratta dalle porte in fondo alla sala che si aprivano, sotto l'incedere della litania che recitavano tutti quei fanatici. Ed una misteriosa ed inquietante figura apparve sulla soglia di quella porta. Guisgard e Talia erano troppo distanti per vedere bene quella figura che avanzava verso l'altare, accolta ed accompagnata dall'eccitazione e dal delirio dei suoi devoti discepoli. E quando raggiunse l'altare, con un cenno zittì tutti i suoi fedeli. "Miei devoti..." gridò "... il sangue, la carne ed il dolore di questa prescelta sancirà la sacralità della nostra missione... e dopo di lei toccherà a questa nobile donna..." continuò fissando Llamrei "... ed allora i nostri nemici comprenderanno davvero qual'è la nostra forza!" E tutti esultarono a quelle parole. E poi, ad un segnale del loro capo, alcuni di loro si avvicinarono alla ragazza sull'altare, che per la paura sembrava aver perso la forza per urlare e cominciarono a spogliarla, per poi disegnare strani segni sul suo corpo. Tutto questo sotto gli occhi del loro demoniaco maestro.
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01-11-2010, 10.17.25 | #425 |
Cittadino di Camelot
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Guardai i miei amici del gruppo e dissi ora la cosa piu importate da fare è cercare la damigella Llamrei in quel maledetto bosco mentre dicevo quello guardavo i cavalieri che ci stavano scortarono nel bosco non mi fidavo di nessuno quindi stavo molto attento hai loro movimenti e discorsi.
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fabrizio |
01-11-2010, 11.25.32 | #426 |
Cittadino di Camelot
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Sentendo l'invito del cavaliere, Morven entrò nella stanza, con passo titubante. Era ancora scosso dalla visione che aveva appena avuto nel momento in cui aveva toccato la spada, e la stranezza del luogo e dell'occasione non lo aiutavano certo a comprendere meglio ciò che gli stava accadendo.
Avanzò dunque verso il centro della sala, e i suoi occhi, per tutto quel tratto, si fissarono curiosi sulla figura della nuova arrivata. Morven la studiò con attenzione. Ormai, si disse, avrebbe dovuto cominciare ad abituarsi agli eventi inspiegabili e alle apparizioni improvvise! Giunto che fu di fronte alla fanciulla, si inchinò gentilmente di fronte a lei. "Vi chiedo perdono, milady... fui scortese ad entrare senza porgervi il mio saluto" Si levò, la fissò un istante negli occhi... aveva occhi buoni, vivi e semplici insieme. Forse ci si poteva fidare di lei... "Io sono Morven de Cassis, e come voi anche io sono ospite di questa casa e della gentilezza di sir Louis" Nel pronunciare quel nome, tacque di colpo e inavvertitamente gli occhi si posarono su quelli dell'anziano cavaliere. Per un istante gli mancò il fiato e temette di non riuscire a reggere lo sguardo che l'altro uomo gli aveva rivolto. Uno sguardo diretto, aperto, leale, mentre invece la mente di Morven si era di nuovo chiusa, e le parole si erano ritirate in se stesse. Era passato quel momento in cui pensava di poter aprire il suo cuore a quell'uomo. Era passato ed era andato via senza che egli ne potesse cogliere i frutti. Nella mente gli risuonavano stranamente le parole di Louis... "Vi starete chiedendo del perchè non siate riuscito a sollevare quella spada, immagino"... ma lui l'aveva sollevata, quella spada! Perchè il cavaliere gli aveva rivolto quella frase? Cosa lo rendeva così sicuro che egli avesse tentato quell'impresa? E cosa invece lo rendeva così sicuro che non vi fosse riuscito? Ma io ci sono riuscito! Non era un sogno... per un istante, anche solo per un istante, quella spada è stata nelle mie mani! Si domandò se non avesse dovuto dire la verità al cavaliere, sconfessando la sua sicura affermazione, ma non ne ebbe il coraggio, e decise che avrebbe atteso ancora, di conoscere o di vedere qualcosa di più, prima di rivelare a Louis di aver tenuto in mano quell'arma... d'altra parte, forse non era nemmeno vero... forse non è stato che un attimo... una singolare coincidenza che potrebbe non ripetersi mai più! "Avete detto il vero, mio buon signore" disse quindi, rivolto al cavaliere "La spada appartiene al suo padrone, ed essa non gli sopravvive... muore sul suo corpo e si spezza come il suo cuore... è un'estenzione del suo braccio, e per questo se abbandonata a se stessa non può sopravvivere!" Poi tornò a guardare la ragazza e le sorrise gentilmente. "Ma forse questi fatti d'armi non interessano la nostra graziosa ospite. Lasciamo andare questi argomenti, e discorriamo piuttosto di qualcosa di più lieto! Credo che questo possa essere per noi il modo migliore per ripagarvi del vostro buon cuore e della vostra accoglienza, sir Louis!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
01-11-2010, 11.40.49 | #427 |
Cittadino di Camelot
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Risposi al suo saluto con capo chino, cosi mi avevano insegnato i monaci dell'abazia , il rispetto per le persone sconosciute. Sollevando il capo non feci a meno di notare il suo sgardo, fiero e nobile , ma con un velo di tristezza che nascondevano la luce dei suoi occhi. Di certo avevano brillato in un tempo passato, ma ora quella luce piano piano si stava spegnendo. Non era mia abbitudine fare domande , per questo stetti in silenzio, seduta accanto al camino , lasciando i due cavalieri ai loro discorsi. Intanto fuori all'improviso inizio a piovere e se prima non sarebbe stato prudente continuare il mio cammino , adesso lo sarebbe stato ancora meno. Stando seduta accanto al fuoco, non potei fare a meno di ritornare indietro con la mia mente , a quando vivevo nell'abazia , lontana da pericoli e false parole.Dove tutto aveva un significato , dove ad ogni mia domanda esisteva una risposta. L'abazia era meta di numerosi pellegrini , che arrivavano da ogni parte del regno e tra questi anche cavalieri che per qualsiasi motivo , anche il più disperato, chiedevano aiuto ai monaci, famosi per la loro antica conoscenza su ogni mistero della vita. Ed io stavo là, protetta da tutto e da tutti, cercando di raccogliere e conservare tutto ciò che mi veniva insegnato,in un bagaglio di esperienza , da portare con me il giorno che avessi deciso di lasciare il monastero. Mentre la mia mente era immersa in un tempo passato, lo scivolare di un tronco dal fuoco destò la mia mente riportandola alla realtà.
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 01-11-2010 alle ore 15.32.20. |
01-11-2010, 18.20.08 | #428 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Louis ascoltò con attenzione le parole di Morven.
E quelle parole, inevitabilmente lo riportarono indietro con la mente. Il cielo si era di colpo coperto, divenendo grigio, mentre un forte vento da est cominciò a soffiare sul bosco. Il giorno volgeva ormai alla fine e questo rese ancor più buio quel tormentato ed inquieto cielo. Luois si perse a guardare la viva fiamma che si consumava nel camino. "Si, le spade sono fortunate..." mormorò "... non sopravvivono ai loro padroni... invece a me anche questo è stato negato..." Restò un'attimo in silenzio, poi come destatosi all'improvviso riprese a parlare: "Tra poco ci siederemo a tavola... cavaliere..." rivolgendosi a Morven "... vi prego, voi che siete giovane e bello, a differenza mia che invece appaio vecchio e stanco, ormai alieno alle regole della cortesia, fate compagnia alla nostra giovane dama... quanto a me, approfitterò del tempo che ci separa dalla nostra cena per terminare un lavoro che ormai si prolunga da tempo... e di tempo io, per Grazia di Dio, non ne ho più tanto..." aggiunse. Poi si si recò nella stanza dell'incudine e riprese a lavorare sulla spada di sua moglie. Era incrostata e tentava di pulirla, ma il tutto risultava complicato in quanto il vecchio cavaliere, per un qualche misterioso motivo, non sollevava la spada da quella fredda incudine.
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01-11-2010, 19.00.59 | #429 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, in un'altra parte del bosco, Belven e gli altri avevano già cominciato a cercare tracce dei dispersi.
"In questo bosco" disse Belven masticando rabbia "cercare una traccia è come fare lo stesso con un ago in un pagliaio." Si guardò attorno ed aggiunse: "Restare uniti servirà a poco, temo... dovremmo separarci in almeno due gruppi... voi due, cavalieri..." rivolgendosi a Bumin e a Dukey "... prendete alcuni uomini e perlustrate verso est... io, lady Arowhena e Cavaliere25, con un altro paio di cavalieri, setacceremo invece la zona del bosco verso ovest." "Cavaliere..." rispose Bumin "... già vi dissi che non accetteremo ordini da voi... e nemmeno disposizioni..." "Non erano ordini i miei, ma solo consigli sul da farsi..." replicò Belven "... ciò che ho detto non era dettato da una gerarchia tra noi, ma solo dal buon senso... se però voi, messere, avete un'idea migliore, beh, qui siamo tutti orecchi... a me di darvi ordini non interessa, ciò che voglio è ritrovare i miei compagni spariti in questo maledetto bosco." Bumini lo fissò senza rispondere altro e quando Belven terminò di parlare, rivolgendosi a Dukey disse: "Andiamo verso est, quindi... il nostro amico sembra avere le idee chiare... e spero per lui che abbia avuto ragione." E si incamminarono nella direzione indicata in precedenza da Belven. "E sia, non perdiamo altro tempo... seguitemi!" Ordinò poi Belven al suo gruppo. Proseguirono per un breve tratto, quando dei versi attirarono la loro attenzione. Due grossi molossi si stavano avventando l'uno sull'altro, con violenza e ferocia. Ma il gruppo, senza badarci, proseguì per la sua strada. E poco più avanti altri rumori li destarono dalla loro ricerca. In una piccola radura irregolare, infatti, due cavalieri, con corazze ed armati fino ai denti, si stavano sfidando con impeto e determinazione, come se li animasse un odio assoluto l'uno per l'altro.
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01-11-2010, 19.02.47 | #430 |
Cittadino di Camelot
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Mi sentii tremendamente in imbarazzo per la mia presenza , cosi per sdebitarmi , decisi di preparare con le mie stesse mani una modesta cena cosi da ringraziare i due messeri per avermi ospitato.
Mi avvicinai alla cucina e cercando qualcosa che potesse fare al caso mio, preparai una minestra con del farro e qualche verdura. Trovai del buon pane che misi a scaldare sul fuoco e qualche fettina di lardo che stesi sulle fette di pane caldo. Trovai anche del buon vino e cosi dopo aver apparecchiata la tavola aspettai il loro arrivo.
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