03-11-2015, 10.03.15 | #461 |
Cittadino di Camelot
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L'ospedale militare era anche peggio di come se l'era immaginato. Non faceva caldo come in quello in cui avevano ricoverato Benji e non c'era la dolce Suor Ologna ad attenderla con uno dei suoi calorosi sorrisi.
I soldati l'accompagnarono fino ad un certo punto, poi ella capì che chi doveva riceverla, un certo Capitano Goz, era impegnato in quel momento e lei avrebbe dovuto attendere. Si sentiva a disagio in mezzo a così tanti uomini che, a detta sua, non vedevano molte donne chiusi lassù. Uno di loro le si avvicinò e cominciò a farle delle avance che Marwel trovò disgustose e fuori luogo. Ma l'apice del disgusto venne sfiorata quando le chiese se avesse "il fuoco dentro". Lo sguardo della ragazza avrebbe divertito non poco Betty, ed erano tutt'altro che gioiosi o ironici. Fece un passo indietro per allontanarsi dal soldato e disse: "Mi dispiace soldato, credo che voi e io non saremmo mai compatibili."
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L'amore non ha un senso, l'amore non ha nome, l'amore bagna gli occhi, l'amore scalda il cuore... L'amore batte i denti, l'amore non ha ragione. L'amore è così grande da sembrarti indefinito, da lasciarti senza fiato, il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato. |
03-11-2015, 15.58.37 | #462 |
Cittadino di Camelot
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Alle parole di Rodian guardai la Luna..quel viso tondo ed etereo che sembrava osservarci..."Non dovete angustiarvi, avete fatto il possibile e potevate morire pure voi." Ma in quel momento mi sorse un dubbio..mi ero svegliata ma il fiume dove era..i rottami del velivolo? Altea, smettila con questa diffidenza.
"Quindi mi porterete al sicuro...posso sapere quale meta ha predestinato mio nonno? Prima non la volevo sapere..ma vista la situazione...immagino nella nostra dimora a Capomazda". Lo guardai perplessa..erano anni non ci tornavo ovvero da quando la mia vera madre morì quando avevo solo 15 anni. Ella era una nobile capomazdese, un po' fuori le righe, amica fidata dei duca ma non imparentata..per mia fortuna. Dopo la sua morte non volli più tornare laggiù..passavamo le nostre estati vivacemente e troppi ricordi mi portavano a lei in quella enorme dimora...e altri che solo col tempo avevo capito..sorrisi con una smorfia "Ricordo vi era un ragazzino insopportabile, impertinente, sfacciato..lo detestavo..aveva a che fare coi duca..Non so che cosa ne è di lui, ma Dio mi scampi nel rivederlo. Sosteneva io ero inferiore a loro e tutta Cherval". Era il caso di lasciare il mio orgoglio e aspettai di sapere la nostra destinazione..in fondo nemmeno conoscevo Rodian.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
03-11-2015, 16.26.04 | #463 |
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Seguii Goz nel saloon, ma mi guardai bene dall'andare al suo tavolo.
In quelle occasioni preferivo sempre lasciare i gradi da parte e stare in mezzo ai miei uomini, e alle mie donne. Li cercai con lo sguardo al solito posto, e sorrisi vedendo che Estea e Anty erano già lì, in effetti non avevo avuto modo di parlare con loro per tutto il giorno. Non erano state coinvolte nelle ultime operazioni perché avevano da fare altrove. Così, ordinai una birra ambrata e mi sedetti con loro. C'eravamo proprio tutti quella sera. Elas, ragazzo dalla faccia pulita e i riccioli scuri, che era sicuramente il più versatile della compagnia, imbattibile sia con l'aereo che nel combattimento corpo a corpo, agile e veloce, eppure forte tanto da tener testa da sempre a un bestione come Dimos, dal carattere leale e sincero. Kostor, rozzo e gretto ma incredibilmente genuino e vero, il più libertino della compagnia, non c'era donna che si lasciasse scappare, per poi raccontare a tutti com'erano andate le cose, combattente instancabile e tuttofare. Dimos, grande e grosso capace di farmi sentire un fuscello quando si trattava di portate a terra lottatorie, dal sorriso sincero la battuta facile e la voglia di vivere la vita con leggerezza, un cecchino formidabile. Qurt era quello a cui nessuno avrebbe dato due lire, prima di arruolarsi era architetto e molti pensavano che la legione non fosse posto per lui, col passare degli anni però, ha superato molti in coraggio, abilità e costanza. Geris era la mascotte del gruppo: due occhioni azzurri, capelli biondi modi gentili, poco più che vent'anni e un discreto suolo di ammiratrici. A differenza di Kostor non va a sbandierare in giro gli affari suoi, ma non si fa certo mancare le distrazioni, letale ed efficace quando c'è da combattere, ottimo pugile tra l'altro. Sillor è l'intellettuale del gruppo, si è unito alla legione più per studiare la tecnica militare che per desiderio di avventura, ma ciò non significa che gli sia mai mancato il coraggio né che si sia mai tirato indietro davanti ad una missione, anzi, e negli ultimi tempi è anche migliorato moltissimo come legionario tanto da meritarsi degli encomi. E poi c'erano loro: le mie splendide sorelle, Estea e Anty. Estea era la più alta tra noi, la più possente, capelli corti scuri con sfumature ramate e due grandi occhi scuri, non ricorda nemmeno perché si è arruolata nella legione, ma ormai la cosa più importante per lei siamo noi, la sua famiglia, non le importa granché di questa guerra, ma è un soldato esperto e abile, instancabile e precisa oltre che una donna speciale. Abbiamo condiviso il primo volo e quel momento ci legherà per sempre. Anty è stata la prima donna che ho conosciuto, è arrivata dopo di me ma la vita qui ci ha legato moltissimo, l'aspetto minuto la fa sembrare più piccola, sebbene sia io la più giovane delle tre, e questo aspetto ha portato molti a sottovalutarla. Mai errore fu più grande, un pilota eccezionale e una combattente nata, capelli castani a caschetto, un maschiaccio da sempre. Negli ultimi anni, quelli erano la mia famiglia e i miei gradi erano solo un proforma per i momenti ufficiali, lì, nel saloon eravamo dei pari, degli amici, dei fratelli. "Salute bellezze.." sorrisi, sedendomi accanto alle due donne "Che giornatina..." sospirai, prendendo un abbondante sorso di birra, per poi raccontare loro gli eventi salienti della giornata, compresa la chiacchierata irriverente avuta dello strano hangar. Il genere di notizie insomma che si prestano bene ad una serata leggera tra amici, con una birra in mano. "Davvero.." conclusi ridendo divertita "Non sapevo se arrabbiarmi o scoppiare a ridere.." scuotendo appena la testa. "A voi è andata meglio?". Era stata una giornata pesante, una giornata di morte, e per qualcuno poteva essere traumatico, ma noi ci eravamo talmente abituati che avevamo imparato a farci scivolare addosso le cose, anche quelle terribili. Ultima modifica di Clio : 03-11-2015 alle ore 17.38.01. |
03-11-2015, 17.29.09 | #464 |
Cittadino di Camelot
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"Sono qui per me..." mormorai "Ebbene, non deludiamoli..."
Mi avvicinai al pianoforte nero a coda che era vicino al nostro tavolo. Non furono che pochi passi, ma sufficienti a far si che gli occhi del pubblico si catalizzassero su di me. Mi sedetti sullo sgabello e cominciai a suonare le prime note di Falling in love again... Innamorarsi di nuovo... quale titolo più indicato... Il mio debutto, la sera della prima. La sala era gremita di gente, da mesi i giornali non facevano altro che parlare di me. La popolarità era arrivata improvvisa e del tutto inaspettata. Dopotutto, non ero che una ragazza di provincia, la cui notorietà si era limitata ad una fascia di miss conquistata a scuola. Ora, avevo tutti ai miei piedi, in quella sala non c'era nemmeno più un posto libero e il camerino era invaso da fiori. Eppure, l'unica persona che avrei veramente voluto non era lì. Era impossibile che non avesse sentito parlare di me... semplicemente, mi aveva cancellata con un colpo di spugna, come se non fossi mi esistita, come se non mi avesse mai giurato eterno amore. Ogni tanto mi chiamava Margherita, come la dama delle camelie... "La camelia è il nostro fiore, poiché simboleggia l'amore infinito che dura per sempre..." così mi diceva, ed io pendevo dalle sue labbra. Con rabbia relegai quel ricordo in un angolino della mia mente e cominciai a cantare, mettendo nella mia voce tutta la grinta e la passione che riuscii a trovare in me. "Falling in love again, never wanted to, what am I to do, I can't help it..."* *Innamorarmi ancora, mai voluto, cosa devo fare, non lo posso aiutare...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
03-11-2015, 18.29.54 | #465 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“No, ma vi assicuro che quando vengono mescolati poi quegli ingredienti fanno una poltiglia non bella da vedere.” Disse divertito Fermer a Gwen. “Beh, allora opteremo per quel panino e per quel bicchiere di latte.” Si voltò verso il bambino e si accorse che dormiva. “Poverino, ha avuto una giornata lunga.” Prendendolo in braccio, per poi metterlo nel lettino. “Dormirà fino a domattina.” Accarezzandogli la testolina. “A questo punto, visto che dobbiamo mangiare, perchè non qualcosa di decente? L'infermeria è vuota, il piccolo dorme beato... vi va di andare a mangiare al saloon del buon Armand? Di sicuro troveremo di meglio di quel panino.” Facendo l'occhiolino all'infermiera.
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03-11-2015, 18.37.41 | #466 |
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“Comunque” disse Agian a Dacey e ai tre borghesi “credo che stiate commettendo un errore. Quella petizione salverà la vita a molte persone e riporterà la pace in questo borgo.”
“Si, la Pace Eterna.” Ad un tratto qualcuno entrando nella taverna. “Capitano!” Esclamò Leones. “Eravamo in pensiero per voi! State bene Grazie al Cielo!” “Non credo di conoscervi...” Agian a Guisgard. “Infatti, neanche io conosco voi” fece il militare “ma conosco invece le sciocchezze che stavate dicendo. La vostra petizione è il modo migliore per consegnare questo borgo ed i confini Settentrionali del paese in mano agli invasori rossi.” “Parlate di quel colore come se fosse il male in terra.” Mormorò Agian. “Infatti.” Annuì con indifferenza Guisgard. “E ora lasciateci in pace.” Guardò il taverniere. “Datemi da bere, ho la gola secca.” “Ci rivedremo presto.” Agian fissando Guisgard. “Non ci tengo.” Seccato il militare. Agian allora uscì, guardando tutti loro con uno sguardo enigmatico.
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03-11-2015, 18.37.59 | #467 |
Cittadino di Camelot
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Risi a quelle parole, poi fui intenerita dalla scena di Fermer col piccolino.
"Giá, sará distrutto..." avvicinandomi al lettino. Poi propose di andare al saloon. "Oh certo, accetto volentieri" sorridendo "Datemi solo qualche minuto per cambiarmi." Andai a cambiarmi, indossando un vestito al ginocchio, non troppo elegante, ma adatto ad una serata e tornai da Fermer. "Andiamo?" gli chiesi, sorridendo.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" Ultima modifica di Lady Gwen : 03-11-2015 alle ore 20.43.32. |
03-11-2015, 18.40.07 | #468 |
Cittadino di Camelot
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Stavo per controbattere a Again anche se sapevo che non era una buona idea quando la porta della taverna. Mi voltai e quando vidi chi era senza rendermene conto sorrisi e mi alzai in piedi.
<< Guisgard... State bene? Non siete ferito vero?>> subito tentai di sincerarmi delle sue condizioni e fui felice di vedere l'operaio allontanarsi.
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan |
03-11-2015, 18.44.54 | #469 |
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“Io gli avrei rotto il muso all'istante a quel tipo dell'hangar.” Disse Anty. “Ancora con questa storie delle battutine sulle donne in divisa? Quando sa essere banale un uomo... bah...”
“Magari aveva un bel visino e la nostra Clio ha pensato fosse un peccato romperglielo.” Bevendo Estea. “Più che su quei due tipi” fece Sullor “io mi concentrerei invece sul loro aereo. Ammesso fossero davvero i proprietari.” “Che vuoi dire?” Chiese Geris. “Semplicemente” rispose Sullor “che mi risulta difficile credere come si possa costruire un simile aereo nel bel mezzo del deserto, senza testarlo, perfezionarlo e soprattutto senza che nessuno scopra nulla. Visto che la base militare della legione è a pochi chilometri del borgo. In che cieli hanno volato per testarlo? Possibile che nessuno qui se ne sia accorto?” “In effetti...” mormorò Kostor “... la cosa è un po' strana...”
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03-11-2015, 18.54.09 | #470 |
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Fermer si voltò e vide Gwen in quel suo abito per la sera.
“Ehilà, che fascino.” Disse il giovane medico. “Ora capisco perchè le infermiere accendono le fantasie dei pazienti.” Ridendo. “Beh, allora sarò un degno cavaliere stasera” togliendosi il camice bianco ed indossando la divisa da ufficiale “e starò attento che nessuno dei legionari ci provi con voi.” Facendole l'occhiolino. La prese sottobraccio ed insieme lasciarono l'infermeria per raggiungere il saloon.
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