24-03-2011, 23.09.56 | #41 |
Cittadino di Camelot
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Fermento e chiacchiericcio distolsero Lady Dafne dai suoi tristi pensieri.
Quasi senza accorgersene uscì dalla sua casa e si incamminò verso la via principale dove un corteo di cavalieri con i loro cavalli iniziava a sfilare. "Il Duca!" pensò "forse è a lui che devo chiedere che fine ha fatto mio marito, tutti gli altri mi dicono che è morto. Non è vero! Il mio Friederich sarà sicuramente con il Duca!". E intanto Dafne cercò di farsi largo tra la folla per aggrapparsi a quell'ultima speranza!
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
25-03-2011, 00.11.36 | #42 |
Cittadino di Camelot
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"Dite ai vostri uomini di abbassare le armi... son pur solo una donzella..." sussurrai ironica, scostando gentilmente la punta delle alabarde con la mano nuda e muovendo qualche passo verso il Lord.
Una volta in prossimità mi inchinai e lo guardai fisso negli occhi, cercando di leggervi dentro. Colsi del turbamento, chiaramente avevo interrotto un incontro importante. "Milord, sono Melisendra, l'incantatrice. Le lunghe peripezie che mi hanno condotto a Camelot sembrano intrecciarsi con le vostre attuali disavventure. Ebbene, mio signore, giacchè non amo girare troppo intorno alle questioni vi dirò che nulla so delle vostre scaramucce territoriali e degli intrighi politici che gravano su Capomazda, ma sono intreressata a un uomo... il cavaliere che cavalca con lo stendardo del gufo nero... ho ragione di credere che davvero si siano spalancati i cancelli dell'Aldilà, poichè ero convinta che non fosse più su questa terra da diverso tempo... qualunque cosa lo abbia tenuto in vita grava su di voi come una minaccia." Fissai bene lo sguardo nei suoi occhi... non batteva ciglio. Continuai. "So molto bene che le creature della mia specie non brillano per credibilità... siamo un genere raro... e so che oltre ogni dubbio le voci sulle mie origini mi precedono... è vero: sono frutto delle arti oscure, ma ho rinnegato quella strada e vivo secondo le regole degli uomini." Potevo sentire la tensione crescere a quelle parole e lo sguardo del chierico scrutarmi di sottecchi. Avanzai ancora di qualche passo e gli girai intorno... dacchè ricordavo il mio vecchio signore mi aveva sempre messa in guardia dai chierici... ero incuriosita di averne uno così in prossimità, ma rivolsi nuovamente il mio sguardo al nobile signore che mi stava innanzi. "Vengo al vostro cospetto, Lord Astalate, per offrirvi i miei servigi...poiché io conosco bene l'animo oscuro di Le Gouf e l'incanto della sua armatura, oso sperare che non sprecherete tale opportunità per timore di fidarvi di me." Mi fermai di fronte al suo sguardo concentrato. Mi stava studiando, almeno tanto quanto io avevo studiato lui. Gli sorrisi e mi inchinai nuovamente.
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25-03-2011, 01.21.32 | #43 |
Cittadino di Camelot
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Quando giunsi nell’ampio cortile del palazzo, nonostante il fremito che mi scuoteva l’anima, non potei non notare subito l’ansioso fermento che dominava la scena...
I cavalieri, con in testa il capitano Monteguard, si stavano schierando in fretta proprio di fronte all’ingresso. Decine di paggi erano stati fatti sistemare a destra e a sinistra dell’alto e pesante portone del palazzo, oltre il quale potevo gettare appena un occhio alla strada cittadina, già gremita di persone. Io presi lentamente a scendere l’ampia scala, unico accesso dal cortile ai piani superiori, studiando con attenzione ognuno dei volti che i miei occhi incrociavano... c’era aspettativa in molti visi, apprensione in alcuni e timore in altri, ma in tutti mi parve di leggere una vivace curiosità. Mi chiesi cosa avessero potuto vedere nel mio, se qualcuno avesse voluto osservarlo anche solo per un attimo... eppure, forse, il mio viso in quel momento sarebbe stato il più difficile da decifrare! Scesi, dunque, tutta la scala e solo alla fine mi fermai, immobile, in piedi sull’ultimo gradino... Pascal, che mi aveva seguita fino lì, si acquattò al mio fianco e prese a mugolare sommessamente con uno strano verso, un ringhio quasi, simile ad un risentito brontolio... “Basta, Pascal!” mormorai, in un sussurro appena percettibile “Smettila!” Mi strinsi, allora, nello scialle e rimasi in attesa, con gli occhi fissi sul portone dal quale da un momento all’altro il nuovo duca doveva entrare... E di momento in momento il cuore prese a battermi sempre più forte, tanto che temevo quasi quei cavalieri potessero udirlo.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
25-03-2011, 02.04.59 | #44 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La carrozza correva rapida attraverso la vasta campagna, resa luminosa dalla pioggia caduta per tutto il giorno.
Una leggera foschia, come un delicato velo, pareva levarsi piano piano da quel verdeggiante manto, mentre un intenso profumo di campo invadeva l’aria. “La morte di lord Rauger ha gettato tutto il ducato nel caos.” Disse Izar. “Già e quel traditore di Cimarow ha subito approfittato della situazione!” Gli fece eco il fedele August. L’uomo che stava seduto di fronte ai due ascoltava quasi svogliato le loro parole. “Milord, ora tutto dipende da voi!” Esclamò Izar. “Il popolo ha bisogno di una guida e solo voi potete sostenere le grandi prove che ci attendono!” “Vedremo…” mormorò quasi con indifferenza l’uomo. “Ma, piuttosto… cosa cerca lord Cimarow? Terre? Denaro? Potere?” “Vuole Capomazda, milord!” Rispose August. “Sa che dopo la morte del duca il ducato è debole!” “Non sapevo che possedesse armate in grado di attaccare le terre del suo signore.” “Quel dannato dispone di una forza bellica davvero temibile, milord!” “August, vuoi dirmi che altri baroni si sono uniti a lui?” Chiese l’uomo. “No, nessuno ha osato mettersi contro di noi…” rispose August “… non ancora almeno…” “Allora da dove deriva questa sua forza?” “Quel maledetto ha assoldato dei mercenari… la Legione degli Imperiali!” “Mai sentiti…” “Sembra siano dei guerrieri formidabili.” “Appena giunti a Capomazda” intervenne ad interromperli Izar il filosofo “ci sarà subito la vostra nomina, mio signore… è inutile attendere ancora… la presenza di un nuovo Arciduca farà di certo comprendere alle armate di Cimarow che il nostro ducato è tutt’altro che in ginocchio!” “E… le ricchezze di Capomazda?” Chiese all’improvviso l’uomo. “Quelle appartengono alla stirpe” rispose Izar “e quindi a voi, che siete l’ultimo dei Taddei, milord.” “Chi le custodisce?” “Sono sotto il controllo dell’abate Ravus, il confessore di vostro zio. L’intero tesoro della stirpe è conservato nella Cappella della Santa Vergine.” L’uomo sorrise compiaciuto. “Eccoci giunti, milord.” Disse August. La carrozza così fu fatta entrare nel palazzo. Ad attenderla vi erano i cavalieri con il loro capitano, Monteguard, alcuni baroni, servi e servitori, lady Actea de Taddei ed ovviamente lady Talia. E quando la porta della carrozza si aprì le trombe squillarono e un araldo cominciò a recitare: “Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore! Il prediletto del Cielo… il campione della Cristianità e vassallo della Chiesa! Il prescelto di San Michele… il primo cavaliere del regno, l’eroico!” Allora tutti i cavalieri, al segnale di Monteguard, alzarono le lance. “Sua eccellenza… lord Icarius de Taddei, signore delle terre e delle genti di Capomazda!” Annunciò l’araldo. E dalla carrozza scese l’erede del ducato che dal freddo azzurro dei suoi occhi lanciò uno sguardo indecifrabile su tutti loro.
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25-03-2011, 02.22.03 | #45 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso istante, nel castello di sir Astalate era avvenuto qualcosa di strano.
Tutti restarono turbati dalle parole della misteriosa Melisendra. “Un’incantatrice? Che cosa significa questo? Potrebbe essere una spia, milord!” Disse Ravus. “Aspettate, monsignore…” cercando di calmarlo Astalate “… il Cavaliere del Gufo? Ho sentito parlare di un formidabile combattente, bardato di nero e con l’effige di un gufo… ma perché venite a dirci queste cose? Cosa centra quel misterioso cavaliere con i disordini accaduti a Capomazda? E voi chi siete veramente?”
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25-03-2011, 03.27.33 | #46 |
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Sospirai.
"Chi sono non posso dirvelo, poiché non ricordo nulla della mia vita prima della cattura e della lunga prigionia. Prigionia durante la quale mi macchiai di azioni che vorrei non aver commesso, al servizio di un mago, ma non posso cancellare il passato, dunque cerco la redenzione, riparando ai miei errori." Un velo di tristezza mi fece tremare la voce. "Vissi abbastanza a lungo tra coloro che si dilettano di oscuri artifici e inganni da conoscerne le mosse... Non vi domandate per quale motivo un drappello di cavalieri ha fatto strage dei vostri soldati senza colpo ferire? Da quel che ricordo il Cavaliere del Gufo aveva scoperto un metallo incantato che non si scalfisce... non con la spada, nemmeno con arti magiche... il mio padrone, preoccupato che il Cavaliere potesse rivoltarglisi contro, mi ingiunse di usare le mie arti e ucciderlo. E così feci... la mia vita o la sua... non ebbi scelta, non ebbi mai scelta... lo lasciai esanime, dopo avergli rubato l'ultimo respiro, nelle sale del suo maniero. Ancora non so spiegarmi come possa essere sopravvissuto, ma così è stato." Ricordai di averlo sentito aggrapparsi a me, lottare disperatamente per la vita, mentre il suo respiro si faceva più debole contro la mia bocca. Ero quasi certa di essere stata letale. "Non posso dirvi altro, milord, so solo che se le voci sono vere e questo medesimo uomo è ora a capo dei mercenari, allora vi trovate di fronte un temibile avversario... affrontarlo in campo aperto vi varrà solo un'altra strage di uomini." Il chierico mi guardava con diffidenza. "Non posso convincervi che non sono una spia se non affidandovi queste informazioni...e vi posso dire che i vostri nemici sarebbero lieti di uccidermi o, che io possa piuttosto morire, rimandarmi in catene dal mio padrone." Prospettiva davvero esaltante, ma in quel momento la mia vita era nelle loro mani. Non avrei avuto le forze necessarie per oppormi a una cattura. Non mi restava altro che attendere la risposta del Lord.
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25-03-2011, 03.58.29 | #47 |
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“Cos’altro dobbiamo udire da questa donna?” Disse Ravus. “Se non è una spia è una strega! E sono certo che è stato il nostro nemico ad averla inviata a noi!”
Astalate rifletteva in silenzio. “Milord, fate qualcosa!” Lo esortò il chierico. “Come siete a conoscenza di fatti che riguardano la guerra di Capomazda?” Chiese Astalate a Melisendra. “E chi è questo vostro padrone?” “Ella ne è l’amante, milord!” Intervenne Ravus. “E sarà sicuramente una relazione sacrilega e perversa! Imprigionatela o sarà la nostra rovina, temo!” “Non siate impulsivo, monsignore… è vero, molte cose appaiono strane anche a me… ma vi è del buono in ciò che dice questa donna…”
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25-03-2011, 07.12.40 | #48 |
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"Stai zitto!" Lo richiamò l'altro. "Come al solito parli troppo!"
Istintivamente, Morrigan inarcò il sopracciglio e lanciò uno sguardo penetrante all'uomo che era stato zittito... uhmm... interessante... questa faccenda sembra fin troppo intrigante... maledetta curiosità... "Ah, Morrigan! Ricordatelo sempre... la curiosità uccise il gatto!" La bambina sgranò i grandi occhi ambrati e lo fissò dal basso. "E che importanza ha?" rispose con uno sguardo caparbio "In fondo era solo un gatto!" L'uomo sorrise gentilmente di fronte al labbro imbronciato della bambina, che lo guardava assai contrariata di essere stata sorpresa in quella marachella. Di certo si aspettava di essere sgridata per essere andata di nascosto nell'antica biblioteca. Il suo precettore le aveva proibito di andare a giocare in quel luogo. Ma inaspettatamente non giunse dall'alto alcuna punizione. L'uomo si chinò garbatamente e la prese tra le sue braccia, sollevandola come se fosse stata una bambola. "Dimmi, su... cos'è che stavi cercando?" La bambina lo fissò un istante, come indecisa se fidarsi o meno di quella proposta così amichevole. "Cercavo quel libro con tante figure... quello che guardavi l'altra sera vicino al camino" L'uomo sorrise. "E' questo che volevi vedere? Andiamo, lo guarderemo insieme!" La condusse con sè vicino allo scrittoio, la mise a sedere sulle sue gambe e con una mano prese a sfogliare il grande libro. "Guarda, Morrigan..." Con la mano le indicava il grande stemma, pieno di colori e ornato di rampanti creature fantastiche. "Questo è il simbolo della nostra famiglia, e questo..." proseguì voltando la pesante pagina di pergamena "questo è il nostro ducato, che si estende da questa collina fin qui, sul mare" Con l'indice scorreva carezzando i colori, la terra bruciata, il verde, l'azzurro. La piccola Morrigan lo seguiva rapita da quei tratti. Nella sua mente quel semplice disegno diventava lo sfondo di una favola, o lo scenario per una delle sue storie fantastiche. "Quando avrò un cavallo, lo attraverserò tutto in un minuto!" esclamò infine, soddisfatta della propria trovata. L'uomo rise, divertito. "Ti occorrerà un cavallo alato, come quello di Perseo!" Lei lo fissò serissima, con quella profonda caparbietà che mostrano spesso i bambini. "Perchè, non posso averlo anche io un Pegaso?" Lui non rispose, guardandola stranito, che se in quell'espressione avesse colto qualcosa di familiare, qualcosa di tenero e doloroso al contempo. E Morrigan, cogliendo istintivamente quello sguardo, non attese nemmeno la sua replica e concluse: "Zio Morven, io posso avere tutto quello che voglio!" Quell'immagine le passò per la testa come un lampo. Poi qualcosa la riscosse e la riportò indietro. Da un arazzo polveroso una figura si era mostrata e ora si stava facendo avanti, scoprendo il capo. Morrigan la fissò, quasi non provò stupore. Non si era sbagliata. Era lei, quella sagoma che aveva intravisto alla locanda. Suoi erano quegli occhi che l'avevano seguita, avrebbe saputo riconoscerli senza esitazione. La scrutò a lungo, senza parlare, adesso ancor più incuriosita dalla stranezza e dalla novità di quella situazione. E senza dir nulla rimase in tutto quel tempo che la donna si rivolse loro. Non conosceva con esattazza i fatti di cui ella parlava, anche se le parve di provare familiarità verso quei nomi che l'altra stava pronunciando. Samsagra mandò un debole bagliore, che solo lei riuscì a cogliere, mentre la sala si riempiva del racconto di quella donna. A quel segnale, Morrigan tese ancor più l'orecchio a quella narrazione... che dici, Samsagra? Credi che lei potrebbe condurci a... ma no, sarebbe assurdo! Il mare è pieno di pesci! Ma mentre ancora ragionava, al suo orecchio giunsero le vive proteste del chierico che aveva scortato: “Ella ne è l’amante, milord! E sarà sicuramente una relazione sacrilega e perversa! Imprigionatela o sarà la nostra rovina, temo!” “Non siate impulsivo, monsignore… "rispose il noible che chiamavano Astalate "è vero, molte cose appaiono strane anche a me… ma vi è del buono in ciò che dice questa donna…” Non ci pensò su un istante di più. Si mosse dal gruppo e si fece avanti, mettendosi davanti a quella donna a fronteggiare tutti gli altri. allargando appena le braccia quasi a farle da scudo. "Questa donna è con me" disse a quel punto, interrompendo il discorrere dei due uomini e attirandone l'attenzione "E' la mia compagna di viaggio, e posso garantire sulla sincerità delle sue parole. Ascoltate ciò che ha da dirvi, oppure lasciatela andare in pace"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
25-03-2011, 21.25.52 | #49 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il duca era giunto a Capomazda e le campane della Cappella della Santa Vergine, dove i Taddei venivano da secoli elevati al rango di Arciduchi, accompagnarono il suo ingresso, sancendo la solennità di quel momento.
Il popolo, dall’esterno del palazzo, esultava e salutava colui che credeva essere il proprio liberatore. L’intervento Divino chiamato dalle preghiere della gente del ducato. Le guardia ducale, l’elite della cavalleria capomazdese, da sempre investita del compito di proteggere la nobile stirpe dei Taddei, salutò il suo signore alzando verso il cielo le armi. Un attimo dopo, il capitano Monteguard, sciolse le fila dei suoi cavalieri ed ogni soldato tornò al proprio posto. “Ora le cose dovrebbero cambiare…” mormorò Pasuan. “Cosa intendi dire?” Chiese Finiwell. “Ti riferisci alla guerra contro Cimarow ed i suoi tirapiedi?” “Certo, a cos’altro sennò!” “Credi che l’arrivo del duca intimidirà quel traditore?” “No, questo no.” Rispose Pasuan. “Ormai hanno conquistato diverse terre e ritirarsi ora sarebbe impensabile. Anche perché, dopo ciò che ha fatto, Cimarow non potrebbe mai ottenere il perdono del duca.” “Allora cosa diavolo dovrebbe cambiare?” Domandò Finiwell. “Possibile che debba spiegarti tutto io!” Esclamò spazientito Pasuan. “Il popolo è stanco e molti baroni sfiduciati. E non è facile combattere quando non si sa per chi farlo. Ora invece che uno dei Taddei è di nuovo a Capomazda la guerra ha uno scopo.” “Sai cosa ti dico? Che non vedo l’ora di incontrare Cimarow sul campo di battaglia! Scommetti che lo infilzerò io?” “Ci sto!” Rispose Pasuan. “Il solito mese di paga?” “Stavolta scommetterei ben tre mesi di paga!” Rilanciò Finiwell. “Dopotutto ci stiamo giocando il fondoschiena di un nobile barone, qual è il nostro Cimarow! Ed io ho una gran voglia di lucidarmi gli stivali sui suoi titolati calzoni!” E rise forte. Poi, fissando Cavaliere25: “Ora cerchiamo di movimentare un po’ la situazione! Ehi, tu!” Chiamando proprio il giovane aspirante cavaliere. “Dico a te, vieni qui!”
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25-03-2011, 21.30.41 | #50 |
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sentendomi chiamare mi voltai verso la voce e mi avvicinai e dissi mi avete chiamato signore? domandai gentilmente e aspettai che quel cavaliere mi rispose chissà cosa dovrò fare pensai dentro di me
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