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14-03-2016, 09.12.52 | #41 |
Cittadino di Camelot
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Sir Guisgard...quasi quasi mi farei aiutare da Voi nel personaggio...se è così intrigante.
Quel negozio di pegni è affascinante..posso annusare il profumo dell' antico ed esotico mentre da una ampolla fuoriesce un odore di cannella, zenzero e raffinati fiori esotici..che sia un elisir? Magari di quelli che ti portano in posti fiabeschi o nientemeno nelle Isole Felici. E come protagonista di un romanzo di Amore mi imbatto in un libro impolverato, difficile leggerne il nome. Lo apro curiosamente e leggo di notti stellate..di un uomo coraggioso,misterioso, affascinante e speciale capace di mille avventure ma alla ricerca di qualcosa...e una donna bella, misteriosa e dall' aria dolce ma con un grande coraggio dentro di sé...Un Amore che nasce tormentato...poi leggo i loro nomi ..Ardea e Cramelide. E davanti allo specchio, per magia, vedo quella scena, Milord, dove in una notte stellata lui si è rivelato e lei è fuggita per non metterlo in pericolo e mi chiedo se Altea sarebbe fuggita oppure avrebbe sfidato il Destino. Ed, ovviamente, mi metto alla ricerca del manifesto del Gdr.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
14-03-2016, 12.51.43 | #42 |
Cittadino di Camelot
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Milord, mi immagino già questo piccolo, polveroso e sorprendente negozio e spero di trovare al più presto il manifesto, così scoprirò qualche informazione in più sul nuovo GdR
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
15-03-2016, 01.26.11 | #43 |
Disattivato
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Mentre la porta si apre, il suono leggero di un campanello invade l'aria.
Il vecchietto dietro il bancone alza appena lo sguardo per osservarmi, ma lo distoglie poco dopo, tornando a concentrarsi su delle carte impolverate. C'è uno strano odore, quasi un profumo inconfondibile di legno e carta. Ed è strano, se ci penso, dato che in quel piccolo negozio sono raccolti oggetti di ogni tipo. Comincio a guardarmi attorno, incuriosita, lasciando lo sguardo vagare tra le cose più strane e speciali che quello strano scrigno racchiude. Ho portato un pegno con me, un pegno a cui sono molto legata. È un pugnale, col manico un corno di capriolo. Ricordo di averlo sognato per anni, in una vita passata, ricordo che quel pugnale rappresentava i miei sogni, il mio passato. Poi lo trovai, a bordo di una nave volante, ma non trovai solo quello: ritrovai anche lui. Ora quel pugnale racconta una storia, una storia di quelle che fa battere il cuore al solo pensiero. Eppure è lontana, non è che un ricordo. Quel pugnale racchiude i miei sogni, e io sono qui proprio per conoscerne di nuovi. Per scovare emozioni tra gli scaffali impolverati e le cassettiere stracolme. Chissà... Chissà se troverò qualcosa di degno. Ma la ricerca è affascinante di per sé, così lascio che mi trasporti, che mi guidi tenendomi per mano in quel piccolo negozio tanto speciale. Deve esserlo, se racchiude i nostri sogni. Mi guardo attorno, sfiorando delicatamente alcuni oggetti particolarmente affascinanti. Alcuni sono libri, che avvicino al viso per leggerne il titolo e sentirne il profumo. Altri sono curiosi e inspiegabili, eppure intriganti: un cappello, una piccola borsa in cuoio ricamata, un braccialetto con incise delle iniziali. C'è davvero di tutto in questo negozio, penso con un sorriso mente la mia mano meccanicamente raccoglie un pugnale intarsiato, molto più elaborato di quello semplice che giace nella mia borsa. Ha un'incisione, mi soffermo a leggerla, anche se non è la cosa che più mi colpisce. C'è un nastro di seta bianco annodato all'elsa di quel pugnale. Allora mi fermo ad immaginare la storia che si porta dietro. Una storia che mi parla di avventure, di amore, di segreti inconfessabili e gesta eroiche. Chissà se sarà l'oggetto che porterò con me, penso guardandomi attorno. Magari c'è dell'altro nascosto tra gli scaffali, magari qualcosa capace di sorprendermi, di emozionarmi. Qualcosa di nascosto agli occhi degli altri, qualcosa che aspetta solo il mio sguardo. E chissà che alla fine non sia lui a trovare me. |
15-03-2016, 01.42.30 | #44 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Anche io, vagando tra i vecchi e preziosi libri conservati su una mensola di quel negozio ho trovato qualcosa.
Come una sorta di diario privato, un piccolo e consumato taccuino dalla copertina di cuoio e dalle interminabili annotazioni fin sui margini di ogni sua pagina... "Nell'apprestarmi a narrare le vicissitudini che hanno portato al mio allontanamento dal monastero e alla mia cacciata dal Clero, mi rendo conto che proprio questi fatti gettano ombre e dubbi sulla mia moralità e sulla mia salute mentale. Il mio nome un tempo era Giorgio e fin dalla mia infanzia sono stato un sognatore, un visionario. Colto al punto da non dovermi più preoccupare di frequentare con i miei compagni la scuola ed inadatto per temperamento ed intelletto ad un normale mestiere di bottega agli ordini di mastri o maestri, ho sempre vissuto in terre che non appartengono a questo mondo. Ho trascorso l'adolescenza e la giovinezza tra le ammuffite pagine di codici dimenticati da tempo e da libri ignoti ai più, fra i boschi che circondavano il villaggio dove sono nato cresciuto. Dubito che ciò che ho letto in quelle pagine, o visto in quei boschi certe notti dopo lunghi e tetri crepuscoli sia ciò che leggono o vedono molti dei miei simili. Ma di questo è saggio tacere per non confermare ciò che molti dei miei ex confratelli vanno in giro a mormorare sulla mia salute mentale e sulla mia integrità morale. Ho raccontato di essere evaso da questo mondo, ma mai ho detto di esserci riuscito da solo. Nessun essere umano può farlo, poichè non siamo nati per essere soli. E a chi manca la compagnia dei vivi, cercherà quella di chi non lo è più. Poco fuori dal mio villaggio, dove il bosco si riveste di muschio e si racchiude tra alberi dai tronchi grotteschi ed i rami contorti, ho concepito le mie prime fantasticherie. Molte cose ho veduto laggiù e tante altre ho udito, ma non dirò nulla se non dell'antica fossa sconsacrata delle megere di Taurin. Folli e dimenticate donne rinchiuse decenni prima in questa sorta di cripta sotterranea, simile ad una pagana e sacrilega fossa scavata nella terra e ricoperta di sterpi e rovi. L'idea di entrare in quella tomba non mi abbandonava mai. Intere giornate ed interminabili notti mi vedevano fremere, ansimare, gemere per quell'ossessivo bisogno, come se qualcosa mi attirasse in quel luogo, quasi ci fosse un antico e maledetto legame fra me e quelle sfortunate vestali di tempi perduti. Così, vinto dall'irrefrenabile e illogica volontà di attraversare quel passaggio tra il giorno e la notte, tra la terra e l'Oltretomba, una sera, dopo l'ultimo rintocco di campana, quando i Vespri furono conclusi e tutti gli altri monaci rinchiusi nelle loro celle a pregare per sfuggire alle tentazioni più miserevole della condizione umana, lasciai il convento e mi addentrai nel bosco. Tutto era sinistro, cupo, maledetto intorno a me e forse io stesso ne facevo ormai parte. E quando finalmente entrai in quella tomba mi sentii preso da una sorta di incantesimo. Umidità ed oscurità regnavano in quell'Ade di ombre e silenzio. Non vi erano lapidi, nè nomi incisi sul terreno. Solo loculi ora divenuti tane di ratti e di serpi. E dopo un attimo di irrazionale euforia provai l'intenso impulso di chinarmi e giacere in uno di quei loculi. Uscì da quella tomba solo alla grigia ed impalpabile luce dell'alba. Tornato al convento, i miei mattinieri e penitenti confratelli mi gettavano strane occhiate, stupiti e forse indignati di scorgere i segni delle gozzoviglie notturne su uno che conoscevano sobrio, solitario e taciturno. Da quel momento frequentai la tomba ogni Sabato notte, diventando testimone di cose che non potevo svelare. La mia dizione fu il primo aspetto di me che mutò. Tutti i miei confratelli notarono subito la parlata arcaica e complessa che avevo acquisito. La mia lingua, prima incerta, sconcia e silenziosa ora motteggiava con l'arguzia di un Petronio, la sicurezza di un Demostene ed il sarcasmo cinico di un Erasmo. Mostravo un'erudizione straordinaria e del tutto aliena alle conoscenze scolastiche dei chierici del tempo. E fu all'incirca allo stesso tempo che maturo' in me, quasi inatteso ed inspiegabile, l'attuale disprezzo e l'istintiva insofferenza verso ogni forma di religione, soprattutto il Cattolicesimo"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
15-03-2016, 12.57.45 | #45 |
Cittadino di Camelot
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Con il libro in mano odo, per incanto, una voce narrare..come una eco disperata di un incanto, di riti e di un tormento di un animo irrequieto...rapito da arcane figure.
Mi guardo attorno, vi è gente..tutti frementi per questa nuova storia. Mi avvicino al banco dell' omino dei pegni e in cambio del libro dono una pergamena. Egli la apre e rimane senza parole.."Ma questo è un originale..è un atto notarile dove una bambina appena nata, la duchessa Altea de Bastian, viene data in sposa al futuro Duca di Capomazda scomparso ed è firmato proprio dal Duca Taddeo l' Austero e altri nobili e il duca Mandus de Bastian, sygmese leale a Capomazda". Mi scruta e prende un diario.."Aspettate, questo me lo ha dato una serva..siete voi..avete una corona in testa e un anello di fidanzamento". Lo blocco subito scuotendo il capo.."Era illusione..mi hanno illusa fin da bambina di poterlo sposare..l'ho sognato e immaginato e poi quando l' ho visto era più bello ancora perchè ne conobbi tutti i risvolti del suo carattere, sia positivi e negativi..ma egli non mi amava". Egli si fa da parte e mi mostra una pagina del diario. Una delle tante scritte dopo il ritorno da quel viaggio e prima lui sparisse in circostanze strane.."Quel ballo mascherato fu indimenticabile, lo cercavo ovunque ma lui era ben celato il viso e forse ballava con una delle belle dame. Uggiosamente andai nelle mie stanze e poco dopo sentii bussare alla porta, era una delle serve e mi portava furtiva un biglietto, se ne andò e lessi avidamente il contenuto e corsi verso la sua camera come un fantasma tra le ombre di quel corridoio pieno di statue. Aprii piano la maniglia ed entrai e lo vidi li ad aspettarmi.."Sei qui..Duca..pensavo ti fossi dimenticato di me" ridendo. Lui non rispose, le maschere a celare i nostri volti, la sua mano prese la mia gettandomi d'impeto tra le sue braccia, i nostri respiri vicini. La sua mano a sfiorare il collo, le nude spalle fino ai lacci..il vestito di seta cadde lentamente, scivolando sulla diafana pelle.." Lo richiusi.."Volete farmi del male? E' un pugnale...non mi ha mai amata..ha fatto bene quella serva a sottrarmelo. Poggiai il diario e sopra l' atto notarile mentre una lacrima scivolava. L' omino andò nel retrobottega e tornò con una scatolina e aprendola vidi due fedi nuziali.."Milady voi sareste disposta a sposare un uomo su cui incombe una pesante maledizione?". "Se parlate di lui..si..l' ho dimostrato mi sembra...anima e corpo". Egli sorrise annuendo "Allora voi mi avete donato una Promessa ma io vi dono il simbolo vero della Promessa tra un uomo e una donna" e se ne andò. Presi il libro e quella scatolina e mi sedetti perplessa di fronte a un baule pieno di abiti sontuosi...chissà se avrei udito una nuova voce misteriosa narrare qualcosa della nuova storia, o qualche indizio.
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16-03-2016, 01.40.00 | #46 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel negozio di pegni un uomo anziano dall'aria bonaria entra e mostra ai due commessi dietro il bancone un vecchio libro dalla copertina sbiadita e le pagine ingiallite.
“Salve...” dice “... ho portato questo vecchio libro che presi tempo addietro sulla bancarella di un mercatino... non so di cosa parli perchè non l'ho mai letto e non ho idea neanche di quanto possa valere. Ma mi sembra abbastanza vecchio e le illustrazioni all'interno sono molto belle... quindi immagino possa avere un certo valore... o meglio, lo spero.” Ridendo. “Si, in effetti sembra molto vecchio...” osservandolo uno dei due commessi “... però le condizioni non sono granchè buone... noto che è una prima edizione e ciò ne aumenta di molto il valore... inoltre le illustrazioni sono state realizzate da un artista molto in voga all'inizio del secolo scorso... ecco, dietro c'è una postilla... dice che inizialmente era un romanzo d'appendice e che solo successivamente i suoi capitoli sono stati raccolti in questo libro...” “E quanto vale?” Chiede l'anziano. “Beh, non è facile a dirsi...” mormora il primo commesso “... ti spiace se chiamo un esperto per fargli dare un'occhiata? Magari così sapremo qualcosa in più su questo libro e poi naturalmente anche il suo valore.” “Certo.” Annuisce l'anziano. Da piccolo ero solito dividere i romanzi d'Amore e d'avventura in due grandi categorie: storie del mare e del cielo, oppure storie della terra. In verità questa distinzione la lessi in un libro che spiegava come i grandi romanzieri optassero sempre per questa scelta prima di cominciare a raccontare qualcosa. I romanzi della prima categoria sono quelli di tipo itinerante, ossia che si basano su un viaggio che attraverso vari luoghi porta poi alla scoperta di un tesoro. Quelli invece della seconda categoria sono i romanzi di tipo statico, cioè che incentrano tutta la loro trama in un luogo ben specifico, con lo scopo spesso di liberarlo da qualche minaccia o riassettarne l'equilibrio in qualche modo scosso. Anche tutti i nostri Gdr fatti fino ad ora soddisfano questa grande dicotomia. Ed ora vi chiedo, futuri giocatori e sognatori, come vi piacerebbe vivere il nuovo Gdr? Come una storia del mare e del cielo, oppure come una storia di terra?
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16-03-2016, 01.46.38 | #47 |
Cittadino di Camelot
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Molto interessante Milord questa distinzione fatta fra questi due tipi di romanzi.
Beh, ho sempre pensato, leggendo, fin da piccola, che non ci fosse niente di più avventuroso che scoprire dei posti nuovi e i segreti che nascondono, essendo cresciuta ad esempio con i romanzi di Salgari o Giulio Verne, quindi scelgo senza indugio la prima categoria
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16-03-2016, 02.21.37 | #48 |
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Adoro le storie.
Ho sempre amato ascoltarle, inventarle, sognarle. E questo negozio sembra pieno di storie, storie magiche, storie romantiche, storie ancora da raccontare. Storie.. familiari. Si trovano anche queste in un vecchio negozio di pegni, che vive di ricordi, dopotutto. Storie che hai vissuto e che ti scaldano il cuore. Storie che conosci bene, di cui conosci ogni dettaglio, perché l'hai scritto tu. Eppure è strano, perché quella che sento è ben diversa dalla storia che conosco. Forse si tratta di altro, sì, dev'essere così. Perché io so bene, meglio di chiunque altro quanto lui l'amasse, quanto il suo cuore le appartenesse, a dispetto di tutto. Chiunque affermi il contrario, non lo conosceva quanto me. So che quella Casetta nella brughiera era tutto il loro mondo, so che anche nello splendore del suo palazzo era lì che correvano i suoi pensieri. So che solo tra quelle mura passava notti d'Amore. So che non l'avrebbe mai tradita. Nemmeno una notte, nemmeno un bacio. Quindi forse mi sono sbagliata, forse mi sono confusa. Succede, dopotutto. Perché che senso avrebbe modificare una storia d'Amore così preziosa? Forse è un'altra storia, con altri personaggi, altri nomi, altri luoghi. Sì, dev'essere così. Sicuramente non è quella che ho vissuto, e che occupa un posto speciale nel mio cuore. Perché quella resta lì, intatta, nella mente e nel cuore di chi l'ha vissuta. E per ogni dubbio, sfogliare le sue pagine una volta ancora. Poi ci sono le storie nuove, interessanti, storie capaci di catturarti e trasportarti in un altro mondo. Un mondo cupo, come un fitto bosco velato di una pallida luce lunare. Un mondo che cela segreti oscuri, eppure affascinanti, celati dalla nuda terra. Una storia che lascia col fiato sospeso. Ma qui abbiamo ben più di una storia, abbiamo una scelta. Una scelta interessante, da non prendere alla leggera. Romanzi di mare e di cielo contro romanzi di terra. Non è una scelta facile. Allora chiudo gli occhi, prendo un profondo respiro, e immagino. Dalla brezza sul mio viso, che lo accarezza dolcemente ma con vigore, dal profumo salmastro e dal rumore inconfondibile di onde che si infrangono su una chiglia, sono quasi certa di essere su una nave. Non so quale sia, né dove sia diretta. Ma a questo punto ho la risposta alla vostra domanda, milord. Romanzo di mare e di cielo. |
16-03-2016, 08.28.27 | #49 |
Cittadino di Camelot
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Come fan di Indiana Jones, appunto, e grande lettrice del genere stesso..sognatrice sempre in cerca di nuovi tesori..sicuramente quello di mare e cielo.
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16-03-2016, 16.32.52 | #50 |
Cittadino di Camelot
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Messaggi: 3,502
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Devo concordare con la maggioranza delle lady che si sono già espresse.
In effetti l'idea del viaggio mi sembra ottima per sviluppare una trama intrigante e dare libero sfogo alla fantasia. Inoltre si adatterebbe meglio al personaggio che vorrei che fosse Dacey questa volta.
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan |
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