29-04-2011, 02.35.59 | #561 | |
Cittadino di Camelot
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Avevo sempre avuto un carattere abbastanza deciso e raramente mi concedevo il lusso di tornare sulle mie decisioni o di modificare un’opinione... eppure in quel momento ogni mia singola certezza vacillò. In quel momento, con una forza come mai prima, il castello dei miei preconcetti tremò pericolosamente.
‘...chiedermi perdono...’? ‘...qualsiasi cosa mi abbia fatto...’? mi domandai... ‘qualsiasi cosa’? Era in piedi dietro di me, ma io non avevo il coraggio di voltarmi a guardarlo, non avevo il coraggio di muovermi, quasi non avevo neanche il coraggio di respirare... e mi sorpresi a chiedermi chi accidenti fosse quell’uomo che mi stava parlando! Ma proprio in quel momento entrò Izar... Citazione:
E poi, improvvisamente, qualcosa si accese da qualche parte nella mia testa e rammentai il messaggio di Melisendra, il suo avvertimento... e capii che forse tutto il resto poteva aspettare, ma non il ducato, non più... agii quindi d’istinto: mi mossi in fretta e riafferrai la manica di mio marito un istante prima che uscisse dalla sala... “Aspetta!” dissi “C’è una cosa che devi sapere, prima! Ho saputo... ti prego non chiedermi come... ma ho saputo che è intenzione di Cimarow attaccarci durante o subito dopo la tua incoronazione a duca! Pare possa contare su enormi arieti capaci di far tremare la Porta dei Leoni, oltre che sull’esercito di cui sappiamo!” osservai una breve pausa, poi lasciai andare il suo braccio e soggiunsi “Buona fortuna, milord!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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29-04-2011, 02.36.52 | #562 |
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Sobbalzai, quasi mi scivolò la coppa di mano.
La appoggiai rapidamente e lasciai che il nero mantello ci avvolgesse. La mia testa era un frenetico riflettere, un incontrollabile viavai di pensieri che si accavallavano. Mi conficcai le unghie nel palmo della mano e mi tranquillizzai. Impossibile. Se avesse avuto qualche sospetto non avrebbe esitato a impormi di parlare. Gouf non era una persona paziente e nemmeno un abile diplomatico. Attaccava sempre in modo diretto. Fin troppo diretto. Sospirai, come se fossi stata ancora assonnata. "Là fuori, certo... qui dentro invece c'è calore e quiete..." sussurrai. "Spero fosse un sogno piacevole... non mi piacerebbe aver attirato incubi nel tuo letto, Gouf..." scherzai. Mi sentivo uno scricciolo sotto quel mantello, appoggiata a lui. Lo guardai negli occhi e sorrisi. C'era una velata malinconia nel suo sguardo. Il temporale si era placato. "La quiete dopo la tempesta...", accarezzai la sua guancia e azzardai "qualcosa ti affligge?" Mi appoggiai a lui e ascoltai il suo respiro. La stoffa del mantello mi pizzicava la guancia, ma non avevo più freddo.
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29-04-2011, 02.48.03 | #563 |
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L'uomo respirava a stento. Restò disteso, ancora semi immerso nel fango dal quale Finiwell l'aveva tirato fuori. Stava immobile, come se dovesse recuperare le forze.
Mentre anche Finiwell al suo fianco sembrava dover riprendere fiato, Morrigan guardò con attenzione colui che avevano salvato. Se avesse avuto la certezza di essersi solamente imbattuta in un povero viandante sfortunato, Morrigan avrebbe avuto pena di lui e della sua sorte. Ma il pensiero che quell'uomo potesse essere un bieco traditore della sua patria e del suo signore, le metteva addosso una rabbia irrefrenabile. Così, senza nemmeno preoccuparsi della rudezza del suo gesto, si chinò verso l'uomo, l'afferrò per la collotta e gli tirò su il capo. "Guardatelo, Finiwell!" esclamò, diretta al suo compagno "Lo riconoscete?"
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29-04-2011, 02.59.08 | #564 |
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“Come avete avuto queste informazioni, milady? Rispondete, vi prego.” Disse Izar fissando Talia.
Poi guardò il suo signore, forse per comprenderne i pensieri. “Vi prego, milady…” continuò “… chi vi ha rivelato quelle notizie?” Icarius invece la fissava in silenzio. “Mia signora…” di nuovo Izar “… cosa ci nascondete? Ditecelo, in nome del Cielo!” "Vuoi forse dirmi qualcosa, Talia? Io ti ascolto, dimmi..." mormorò Icarius senza distogliere il suo sguardo da quello di lei.
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29-04-2011, 03.14.17 | #565 |
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“Questo è tutto quello che so...” risposi a mio marito con lo stesso suo tono basso e ignorando totalmente Izar “Qualcuno ha voluto confessarmi queste notizie che aveva appreso, ma non c’è altro. Semplicemente io mi fido di questa persona... tu ti fidi di me, Icarius?”
Sospirai appena, poi soggiunsi: “Ti racconterò tutto, se vorrai... ma non adesso...” lanciai appena un’occhiata a Izar “Non qui! ...Adesso hai i tuoi baroni che ti aspettano, devi andare!”
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29-04-2011, 03.16.37 | #566 |
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Gouf fissò Melisendra restando in silenzio per alcuni istanti.
“Sei diversa, Melisendra…” disse a bassa voce “… chiedi a me cosa sia ad affliggermi… ma è palese che qualcosa invece inquieta te...” Tornò a fissare il cielo sopra la brughiera. “Da piccolo ho udito una canzone da un bardo…” continuò “… recitava che madonna Morte giunge sotto forma di una bellissima donna… per ammaliare e confondere i cavalieri… solo così, cantava quel bardo, lei può vincerli… e tu, come sei giunta a me stanotte?” Chiese con un velo di malinconica inquietudine nella sua voce.
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29-04-2011, 03.34.27 | #567 |
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Finiwell prese di peso l’uomo, ancora stordito per la paura delle sabbie mobili, e lo spinse contro un albero.
“Si, è lui…” disse il cavaliere “… ed ora noi tre faremo una bella chiacchierata… allora, verme, cosa c’è sotto a tutta questa storia?” “Mi soffocate…” ansimò l’uomo. “E questo è niente!” Esclamò Finiwell. “Chi è il tuo compare? Ormai è chiaro che siete delle spie al soldo di quel cane di Cimarow! Confessa, lurida carogna!” Sul volto dell’uomo sorse un ghigno. “Ormai avete il tempo contato…” disse “… non riuscirete ad evitare la vostra rovina… e quella donna che avete mandato come spia… presto verrà scoperta!” “Bastardo…” ringhiò Finiwell “… come si arriva a quel castello? Parla, o ti farò parlare io!” L’uomo allora portò, con gesto rapido ed improvviso, la mano alla bocca e toccò con la lingua il suo anello. Un attimo dopo morì avvelenato per sua stessa mano.
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29-04-2011, 03.48.20 | #568 |
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"Non desidero essere più la Dama della Morte per nessuno..." dissi, cercando di spostare il focus della conversazione. "Qualunque cosa tu pensi, Gouf, non sono qui per ucciderti... di nuovo..." mentii. Non fino a quando il mio segreto fosse stato al sicuro e la sua Bestia quieta.
"Ho lasciato il mio passato alle spalle... quello che ero non lo sono più, non da quando ho lasciato la mia prigione..." rabbrividii. "Prego di non tornarci mai più... e di tenermi stretta la mia libertà il più a lungo possibile. Quello che desidero ora è solo questo." E trovare un modo per mettere in salvo me stessa e Uriel dal mio antico signore... e da te se necessario., pensai. "Non era mia intenzione capitare in mezzo a questa guerra, ma..." stentai a credere a quello che stavo per dire."Io..." balbettai "mi trovavo a Capomazda, quando ascoltai le chiacchiere di alcuni soldati dire che un certo Cavaliere del Gufo li aveva sconfitti... poi commisi l'imprudenza di appropriarmi di quell'insignificante bracciale e imboccai una strada che mi avrebbe portato in queste terre..." ero impazzita? Sospettai di esserlo, mentre le mie labbra intessevano questa storia incredibilmente credibile. "Non ero certa fossi tu, mi pareva impossibile, ma volli venire ad accertarmene, non so nemmeno io cosa fosse a spingermi... poi mi accorsi di essere inseguita e per poco non rischiai l'osso del collo... il resto lo conosci." Direi che avevo spostato abbastanza l'attenzione da qualunque altro genere di sospetto. Questo avrebbe dovuto soddisfare la sua curiosità. Mi scostai un po' da lui, attendendo una sua reazione, guardinga e attenta come un gatto sospettoso.
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29-04-2011, 03.57.40 | #569 |
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"Bell'affare..." commentò Morrigan, fissando con occhi indifferenti il viso dell'uomo che diventava di un rivoltante color giallastro "Non abbiamo cavato un ragno dal buco!"
Guardò per un istante Finiwell con disappunto. Erano stati al contempo fortunati e sfortunati. Evidentemente i piatti della Fortuna non avevano ancora deciso da quale lato pendere. "Carichiamo questa carogna su uno dei cavalli" continuò allora "e portiamolo con noi. Forse se lo appendiamo alla forca al centro della città, chi di dovere comincerà a capire che non si deve scherzare con gli uomini di Capomazda... e comunque potremo sempre parlare con qualche uomo fidato per iniziare le ricerche dei traditori" Disse questo, poi senza neanche voltarsi verso Finiwell, rimontò sul suo cavallo. Quando dal silenzio dell'altro comprese che il cavaliere era rimasto colpito dalle sue parole e dal suo tono, si girò una volta ancora verso di lui. "E se vi state chiedendo" aggiunse "come mai veder morire un uomo davanti ai miei occhi mi abbia lasciata del tutto indifferente, risparmiatevi la pena... chi tradisce non vale per me più di un insetto ... un insetto fastidioso..."
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29-04-2011, 04.01.38 | #570 |
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Icarius fissò Talia.
“Ma è assurdo!” Disse Izar ad alta voce. “Una notizia senza nessun fondamento! Come la giustificheremo ai baroni?” “Si, mi fido di te, Talia…” annuì Icarius. “Ma, milord!” “Raggiungete i baroni, Izar…” lo interruppe Icarius “… io vi seguirò fra un istante…” “Milord…” “Andate, Izar.” Il filosofo accennò un inchino ed uscì. “Temevo non andasse più via!” Disse sorridendo a sua moglie. “Il buon Izar è prudente e devoto, ma talvolta un tantino pedante! Quando vorrai parlarmi di quelle notizie io ti ascolterò… anche io ho qualcosa da rivelarti…” ritornando serio “… ora vado, mi attendono i pezzi grossi!” Non sarebbe voluto andar via, ma l’attendevano. La guardò un’ultima volta e sorrise, per poi uscire dalla biblioteca. Un attimo dopo, Icarius ed Izar percorrevano velocemente il lungo corridoio che li avrebbe condotti nella grande Sala Ducale, dove si trovavano i baroni appena giunti a Capomazda. “Avrei dovuto dirle ogni cosa…” disse Icarius. “A cosa vi riferite, milord?” “Avrei dovuto raccontare a Talia ogni cosa” mormorò Icarius “ed ero sul punto di farlo quando siete giunto nella biblioteca.” “Raccontarle ogni cosa?” Ripeté turbato il filosofo. “Milord, non vorrete forse dire…” “Si, sono stato uno sciocco e un idiota!” Si rimproverò il duca. “Lei è mia moglie, la persona con la quale dovrei condividere ogni cosa! No, voglio che lei sappia ogni cosa! Le racconterò di come ho perso ogni ricordo del mio passato!” “Mio signore…” fermandosi Izar e costringendo quasi Icarius ad imitarlo “… io comprendo che l’incidente vi abbia scosso e che ora vi sentiate confuso… ma non bisogna perdere di vista la realtà delle cose. Siete il signore di queste terre e da come saprete affrontare questa guerra e le sue difficoltà dipenderà la sopravvivenza di Capomazda e della sua gente… non siete un uomo comune e non potete permettervi di fallire… comprendo che lady Talia sia una creatura incantevole, ricca di bellezza e virtù, ma non è del nostro sangue.” I loro sguardi, a quelle parole, si fissarono l’uno nell’altro. “Ella non è di Capomazda, né di qualsiasi altro ducato, contea o baronia di Afragogna. Appartiene ad un popolo diverso dal nostro, che ci vede come conquistatori e tiranni e che molto probabilmente non vede l’ora di liberarsi di noi… se voi rivelerete questa cosa a lady Talia, lo sapranno anche a Sygma e quasi sicuramente quella terra si ribellerà al nostro potere!” “Talia è mia moglie” ribadì Icarius “e condividerà il mio stesso destino! Come accadrà anche per Capomazda e Sygma!” “Milord…” scuotendo il capo Izar “… voi siete il signore di ogni cosa qui ed io vi obbedirò sempre… ma rammentate che per fare un’unione occorre che tutte le parti lo vogliano… e questo vale sia per le unioni politiche fra regni e sovrani, sia fra uomini e donne.” A quelle parole di Izar, Icarius sentìun gran rabbia crescere dentro di sé. Ma i due furono interrotti dall’arrivo di August. “I baroni attendono, milord.” “Discuteremo dopo di quella faccenda, milord…” fece Izar “… ora dobbiamo tener testa all’inquietudine dei baroni… e da come sapremo calmarli dipenderà il futuro di tutti noi.” Un attimo dopo i tre entrarono nella sala dove li stavano attendendo i baroni.
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