08-10-2015, 18.50.05 | #6391 |
Cittadino di Camelot
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Mi irrigidii subito coprendomi attentamente le spalle con uno scialle alla vista di quei due soldati. Dovevo essere estremamente attenta, la situazione poteva diventare pericolosa, davvero pericolosa.
- Buonasera - mormorai senza guardarli e poi rimasi un attimo in silenzio. Che cosa potevo dire senza rischiare nulla. - Non vi ho mai visti da queste parti... Siete stranieri vero? Ora vi chiedo scusa ma devo tornare a casa, si sta facendo tardi e ormai si staranno preoccupando per me-
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08-10-2015, 18.54.36 | #6392 |
Cittadino di Camelot
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Il buio era a suo favore, poichè in quel modo non avrebbe potuto affogare negli occhi di Guisgard, ne far vedere le sue gote arrossate. Sorriso quando sentì la mano dell'uomo stringere la sua e riscaldarla da quel gelo.
Disse che gli piaceva quando parlava in francese e che pure il suono della sua voce era cosa bella d'ascoltare ed ella avrebbe voluto, a quel punto, farsi imprigionare nelle sue iridi, ma il buio non glielo permetteva e si disse che forse era meglio così. Le offrì rifugio sotto il mantello. A quel punto Marwel si bloccò e temette di non riuscire più a respirare; non era mai stata tanto vicina ad un uomo come nelle ultime ore e ora quest'ultimo le chiedeva di condividere il giaciglio. Certo, era sicuramente pura gentilezza verso una ragazza che tremava dal freddo, ma ella era così giovane e il suo cuore batteva più velocemente per ogni minima cosa, proprio come stava facendo in quel momento. Nessun rumore spezzava il silenzio di quella pericolosa mattina a Bocca della Selva, solo il suono dei loro respiri. Marwel si avvicinò lentamente a Guisgard e si accucciò sotto il suo mantello; era impacciata e non sapeva bene come muoversi per non fargli del male. Con il calore del mantello e quello dell'uomo a scaldarle il corpo, la stanchezza e il sonno mancato bussarono alla sua porta ed ella non potè far altro che accoglierli e lasciarsi andare. Appoggiò il capo sulla spalla di Guisgard, chiuse le palpebre e sussurrò "Je ne pense pas que je peux vous laisser aller...". Fu quasi una frase detta nel dormiveglia, come se non controllasse le sue parole, ma al posto suo fosse il cuore a farlo. Qualunque cosa fosse successa, era certa che sarebbe rimasta ferita.
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L'amore non ha un senso, l'amore non ha nome, l'amore bagna gli occhi, l'amore scalda il cuore... L'amore batte i denti, l'amore non ha ragione. L'amore è così grande da sembrarti indefinito, da lasciarti senza fiato, il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato. |
08-10-2015, 19.02.39 | #6393 |
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Stavo per perdere la pazienza.
Non che ne avessi in realtà, pensai con un mezzo sorriso. Infondo non era la prima volta che mi davano della pazza, ci ero abituata. L'altro uomo invece comprese. Non sapevo di chi parlava ma sorrisi e annuii. Era vero, avrei fatto qualunque cosa per trovarlo. Poi restai piacevolmente colpita dalle parole di Jean, era la prima volta che qualcuno mi si rivolgeva in quel modo, scorgendo prima il soldato e poi la donna. Annuii, sorridendo piano. "Vi ringrazio.." dissi, gravemente. Così salii sul cavallo, con un dolore atroce alla gamba che non mostrai sul mio viso. Come i gladiatori dell'arena, avevo imparato a non mostrare mai il dolore, a soffrire senza emettere un suono. Così, insieme ai nostri nuovi compagni di viaggio, la ricerca riprese. E forse sarà stato il sole, o il fatto di non dover camminare, ma per la prima volta in quella notte nutrii un po' di speranza. |
08-10-2015, 19.11.33 | #6394 |
Cittadino di Camelot
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Raggiungemmo la casa, ma questa era vuota e sottosopra.
"Che siano stati presi da qualcuno? Ma non lo credo possibile, in quanto Icarius non e` un fuggiasco e spero non lo fosse nemmeno la donna che lp ha curato..." dissi pensierosa "A meno che qualcuno non sia arrivato dopo e loro erano gia` andati via" voltandomi verso di loro. Mi guardai in giro e notai l'occorrente per le medjcazioni e vari prodltti che anche io a volte avevo utilizzato. "Se sono andati via, non credo abbiano percorso molta strada, con Icarius ferito..."
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08-10-2015, 19.19.21 | #6395 |
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I due soldati mostrarono un ghigno a Dacey.
“Non preoccuparti...” disse uno di quelli “... ti accompagneremo noi a casa...” ridendo. “E se prima ci divertissimo un po'?” L'altro soldato. “Non capita tutti i giorni di imbattersi in una morettina così bella...” con tono lascivo. “Idiota...” mormorò l'altro “... dobbiamo condurla subito dal capitano... sai bene che punizione tocca a chi gli disubbidisce...”
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08-10-2015, 19.24.43 | #6396 |
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Increspai il labbro sentendo un disagio crescente per quella situazione.
- Come ho detto mi aspettano a casa... Sono sicura che troverete altre ragazze con cui divertirvi signore- Erano in due, erano armati ed io avevo solo un pugnale. Tuttavia non potevo lasciare che mi prendessero, se avessero scoperto la mia vera identità poi sarebbe stata la fine. Mi chiesi dove fosse finito Dension ma sapevo che in quel momento potevo contare solo sulle mie forze. Se sarei stata abbastanza tenace, coraggiosa e spietata, probabilmente lo avrei scoperto presto. Sapevo che non mi sarei lasciata prendere e che avrei agito, avrei estratto il mio pugnale contro di loro se necessario.
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08-10-2015, 19.29.29 | #6397 |
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Sebbene imbarazzata ed impacciata, Marwel raggiunse Guisgard sotto quel mantello e si appoggiò a lui, quai intimorita di potergli fa male.
Ma l'uomo la accolse sul suo petto, senza avvertire dolore alcuno, quasi fosse il fiore più leggero e delicato del mondo. Poi coprì entrambi con il mantello, mentre lei appoggiò il capo sulla spalla di lui e subito dopo cadde addormentata. Ma un istante prima che la stanchezza la facesse abbandonare alla magia incantata del sonno, la giovane sussurrò qualche parole in francese. Parole che Guisgard ripetè nella sua mente, nel tentativo di svelarne il significato. Infine poggiò anch'egli il capo contro la parete fredda di quel rifugiò e cercò di rilassarsi, sebbene cosciente di dover restare a vegliare su loro due. Allora a fargli compagnia ci furono il delicato respiro di lei e le carezze dei suoi lunghi capelli biondi che scendevano sul petto di lui. Era una delicata mattinata d'Autunno e la campagna si destava dorata tra i manti di foglie secche che ammantavano i sentieri lungo il corso del ruscello vicino. La piccola casa, all'ombra di alcuni alti faggi e protetta dal vento di ponente grazie ai robusti castagni che lambivano lo spiazzo, si mostrava un rifugio tranquillo lungo quello scorcio di felice e vecchia Francia. Era un'abitazione piccola ma accogliente, curata con devozione, dal tetto di tegole e i rampicanti che rivestivano l'intonaco bianco. Insomma era una delle tante casette che si possono vedere ancora oggi lungo le strette stradine che dal Carcassonne corrono verso la Linguadoca ed il Rossiglione. Marwel era davanti al piccolo pozzo, con il fresco alito della campagna che gonfiava i suoi lunghi capelli biodi. Ad un tratto si voltò di scatto e vide giungere un cavaliere. Il trotto del suo cavallo era docile e si avvicina alla casa della ragazza. Ed infine lo riconobbe. L'uomo a cavallo era Guisgard. Allora come una bambina gli corse incontro, gettando a terra il secchio e lasciandosi andare quasi sospinta dal vento. Ma poi, ad un tratto, tutto mutò. La campagna si fece scura e si trovò tra le stradine di un paese desolato ed avvilito. Il rintocco lento della campana scandiva il passo austero di un corteo funebre, dove tre bare venivano portate in spalla da alcuni uomini, mentre delle anziane seguivano la processione recitando il Santo Rosario. “Era così giovane e bello...” disse in lacrime una donna “... che fine orribile...” “Lo sapeva...” fece un'altra donna “... non doveva innamorarsi... non doveva...” E Marwel si svegliò all'istante da quell'inquietante sogno. Era ancora col capo sulla spalla di Guisgard, avvolta dal buio del rifugio.
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08-10-2015, 19.34.02 | #6398 |
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Il gruppo si rimise in cammino, portandosi dietro anche Clio e Hansiner.
Tuttavia le loro ferite erano tutt'altro che lievi, soprattutto quelle della ribelle ed il restare in sella per una buona ora cominciò presto a farsi sentire. Ad ogni passo restare dritti sul cavallo sembrava un'impresa indicibile, sebbene lei fosse abituata al sacrificio e alle sofferenze. Dopotutto era Lupo Nero. Alla fine, dopo un bel tratto, intravidero una casetta isolata. “Sarà bene controllare.” Disse Jean ad Udino. Così la raggiunsero. “Arriva qualcuno.” Cigolò Cq, mentre Gwen ragionava su ciò che era potuto accadere in quella casa prima del loro arrivo. Poco dopo gli uomini a cavallo arrivarono. E Subito Gwen riconobbe con loro Clio e Hansiner.
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08-10-2015, 19.45.14 | #6399 |
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Stare dritta era sempre più difficile, cercavo di stringere le redini, di tenere duro.
Dovevo farlo per lui. Mi starà aspettando, mi dicevo.. Sarà preoccupato per me come io lo sono per lui. Non posso deluderlo, non posso mollare, continuavo a ripetermi. Ha bisogno di me.. E io di lui... Poi intravedemmo Gwen e Cq. "Gwen.." Chiamai la ragazza "State bene che fortuna.. Avete notizie di Icarius? È tutta la notte che lo cerchiamo inutilmente..". Il cuore batteva sempre più forte, mentre paura e speranza lottavano tra loro. |
08-10-2015, 19.59.06 | #6400 |
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Quel sogno era stato così terribile e reale da svegliarla in modo brusco e con la tristezza nel cuore; trattenne a stento le lacrime e risentì le parole della donna in lacrime che diceva che non doveva innamorarsi. Sarebbe morto se il suo cuore avesse provato la gioia immensa di un amore puro? O forse, si disse Marwel, quello era stato solo un brutto sogno causato dalla serie di eventi che si erano verificati durante la notte e dall'estraneo sentimento che provava.
Come può l'amore portare morte? pensò. Avrebbe dovuto chiederlo ad Elena e Paride che con il loro amore avevano portato morte e distruzione, oppure a Tristano e Isotta, Romeo e Giulietta. Forse la morte era l'altro lato della medaglia. "Guisgard..." sussurrò la ragazza, come se avesse paura di trovarlo morto accanto a se e allora le sue ultime parole sarebbero state "Non penso che potrò lasciarvi andare", dette in una lingua che l'uomo non conosceva e allora sarebbe stato come se non le avesse dette affatto. E se davvero Guisgard avesse gli occhi chiusi non per riposare per qualche ora, ma in eterno? E così si sarebbe pentita di non averli guardati più a lungo, fino a perdere la capacità d'intendere e di volere. Alzò il capo dalla sua spalla, cercò la lanterna nell'oscurità e l'accese non appena l'ebbe sotto mano. Di nuovo il rifugio si ricoprì di una debole luce che le permise però di rivedere Guisgard e di darsi della sciocca. Sei te che non devi innamorarti di lui pensò, convinta però che ormai fosse troppo tardi e se allora la belva l'avesse uccisa, sarebbe morta contenta di aver provato quel sentimento, anche se forse per l'uomo più sbagliato del mondo. Tornò sotto il mantello e posò una mano sul suo viso, poi si avvicinò tanto da poter sentire il suo respiro sulla pelle e disse: "non innamoratevi Guisgard, a quanto pare non vi farebbe bene". Era tanto vicina al suo viso che avrebbe potuto facilmente unire le labbra con le sue, ma il terrore del sogno appena fatto era così grande da farla retrocedere di qualche centimetro e farle abbassare il capo in segno di resa.
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