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25-11-2010, 03.26.39 | #641 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Nello stesso momento, nel covo degli Atari, Guisgard ed il nano Gila si aggiravano attenti a non farsi scoprire.
"Dove stiamo andando?" Chiese Guisgard. "Verso un'uscita che dovrebbe essere poco sorvegliata." Rispose il nano. "Seguimi." "Va bene." "Non vedo l'ora di uscire da questo mattatoio." Mormorò Gila. "I lamenti di quelle disperate mi lacerano l'anima..." "Un momento..." si fermò Guisgard "... vuoi dire che ci sono delle ragazze qui? Ancora vive?" "Ci sono, ma non so se sono ancora vive..." rispose il nano "... se i supplizi per loro sono già cominciati, allora noi possiamo fare ben poco..." "Dobbiamo comunque tentare di liberare quelle che sono ancora in vita!" "Ma sei pazzo? Sarebbe un suicidio! Loro custodiscono con attenzione le loro martiri!" Esclamò il nano. "Sei rimasto in silenzio per anni" replicò Guisgard "ed ora che hai la possibilità di riscattarti fai il vigliacco? Se vuoi scappare allora fallo da solo! Io cercherò quelle ragazze e tenterò di liberarle!" "E va bene..." disse il nano "... ma ora calmati, Gwinashamil..." "Come mi hai chiamato?" Domandò incuriosito Guisgard. "Gwinashamil." Rispose il nano. "E' un eroe eponimo della mitologia di noi nani. Un guerriero testa calda e rissoso, ma con un gran cuore. Insomma, ti somiglia in tutto e per tutto." "Bah, preferisco gli eroi dei poemi cavallereschi, io." Replicò Guisgard. "Tipo, non so, Erec, Tristano, Lancillotto..." "Sono dei cavalieri?" Chiese Gila. "Si. Il fiore della cavalleria!" "Ed io chi potrei essere?" Domandò il nano. "Se tu sei un cavaliere, io voglio essere il tuo fedele aiutante e scudiero! Conosci qualcuno adatto a me?" "Vediamo... beh, mi viene in mente Morgante, lo scudiero di Orlando." E poi scoppiò a ridere. "Perchè ridi ora?" Chiese il nano. "Perchè Morgante era un gigante, mentre tu sei un nano!" "Ah, si, divertente... ma dimmi di questo Morgante..." "Era un gigante infedele, che Orlando convertì e ne fece il suo scudiero." Rispose Guisgard. "E sia. Mi piace. Io sarò Morgante e tu Orlando." Sentenziò il nano. "Va bene, ma ora diamoci una mossa." Disse Guisgard tornando serio. "Io vado a liberare le ragazze prigioniere. Tu sei con me?" "Certo, altrimenti finiresti col perderti qui dentro." Rispose il nano. "Forse abbiamo tempo... loro hanno una nuova preda e probabilmente cominceranno a torturare lei... così forse ci saranno meno uomini a sorvegliare le altre." "Una nuova preda?" Chiese Guisgard. "Chi è? L'hai vista?" "Si, l'ho veduta mentre la rinchiudevano." Rispose il nano. "Credo si tratti di qualche nobile dama. L'ho compreso dalla loro soddisfazione per averla catturata." "Una nobile dama?" Ripeté Guisgard. "E sai dove l'hanno rinchiusa?" "Dimenticala... sarà sorvegliata a vista... purtroppo possiamo far ben poco per lei... concentriamoci dunque sulle altre, cercando di liberarne il più possibile." Disse Gila.
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25-11-2010, 03.28.46 | #642 |
Cittadino di Camelot
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Morven guardò Gonzaga con evidente sollievo, quindi il suo sguardo tornò a fissarsi, pungente, su Bumin.
"Preferisco condurla con me in luoghi perigliosi, piuttosto che saperla sola lontana dalla mia spada!", rispose di rimando, quasi senza ragionare. L'istintiva diffidenza che gli aveva provocato quell'uomo cresceva ad ogni istante. Non gli piaceva il suo sguardo, non gli piaceva il suo tono e soprattutto non gli piaceva il suo modo di fare, tra l'arrogante e il paternale, che mescolava finta cortesia a manifesto disprezzo. L'unica cosa cui Morven riusciva a pensare in quel momento era come liberarsi di quella fastidiosa presenza al più presto. "Tenete," disse infine, porgendo a quell'uomo una delle sue spade corte "prendete questa. Fuori da qui c'è il mio cavallo. Usatelo per andare in salvo fino a Cartignone. E credetemi, signore, questa è l'ultima delle cortesie che posso concedere ad un uomo che mi ha paragonato al suo stalliere! E adesso prendete la via del ritorno. Non ho interesse a discorrere oltre con voi! Andate, e che Dio vi assista!" Con quelle parole si scostò ancor più da Bumin, e si fece da presso a Gonzaga, quasi facendole scudo con il suo corpo, e in quella posizione guardinga attese di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa di quell'uomo bizzarro.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
25-11-2010, 03.57.47 | #643 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Bumin fissò con attenzione Morven.
Cercò di scrutarne i pensieri ed i sentimenti. "E sia..." disse "... non mi lasciate molta scelta... del resto sono ferito e non posso indugiare oltre in questo luogo... inoltre una nobile dama di Cartignone è nelle mani di quegli uomini... tornerò perciò in città per avere dei soldati... anche se temo sia ormai troppo tardi per quella ragazza... accetto quindi l'offerta che mi fate... indicatemi dove si trova il vostro cavallo... ma badate che ci ritroveremo molto presto..." Osservò poi Gonzaga ed un ghigno sorse sul suo volto.
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25-11-2010, 04.17.08 | #644 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, nei meandri sconosciuti del bosco, gli Atari si apprestavano al prossimo sacrificio di purificazione.
"Il maestro è dovuto andar via, ma quando tornerà avrà luogo il rituale in cui comincerà il supplizio della dama di Cartignone." Disse uno degli uomini tatuati ai suoi confratelli. "Nel frattempo ha dato ordine di preparare la ragazza." "Cosa dobbiamo fare?" Chiese un altro di loro. "Il maestro vuole che le vengano tagliati i capelli, per poi inviarli alla corte di Cartignone, come monito per ogni altra resistenza verso di noi." A quelle parole, soddisfazione ed esaltazione si diffusero fra quei fanatici. "Presto, due fra voi si rechino nella cella della ragazza per attuare il volere del nostro maestro." "Tagliare i capelli di quella ragazza" cominciò a dire un altro fra loro "sarà un piacere senza pari... vedere il suoi occhi in preda alla paura, mentre la mia lama affonda nei suoi bellissimi capelli chiari, mi manderà in estasi..." "Ben detto, fratello!" Esclamò uno che gli stava accanto. "Adoro quando torturo queste disgraziate... sentire la loro paura e poi il loro dolore... ah, amo questo genere di cose!" "Basta con le chiacchiere, il maestro presto sarà di ritorno e vorrà che tutto sia pronto! Due di voi dunque si rechino dalla ragazza." E scelti, due fra quegli uomini si avviarono nella cella di Talia, per cominciare i loro malvagi rituali.
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25-11-2010, 11.54.08 | #645 |
Cittadino di Camelot
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mi misi dietro al cespuglio e guardai oltre quello e vidi dei nani poi girandomi verso belven dissi amico mio ma sono dei nani che stanno andando a lavorare che facciamo? usciamo fuori e cerchiamo aiuto da loro ho aspettiamo che vadino via ? aspettai una sua risposta mentre guardavo quegli strani individui
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fabrizio |
25-11-2010, 17.58.36 | #646 |
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Non mi piaceva per nulla quello sguardo, non prometteva nulla di buono. " A volte penso ..ma chi me lo ha fatto fare , stavo cosi bene nella mia piccola casetta"" pensai tra me e me cercando una qualsiasi immagine innanzi a me, pur di evitare quel gelido sguardo di questo perfetto sconosciuto.
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
26-11-2010, 02.12.54 | #647 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Belven osservò quei nani che allegri attraversavano quelle terre.
"Beh, non mi sembra abbiano un'aria bellicosa..." mormorò il cavliere, guardando Arowhena e Cavaliere25. Si fece allora avanti, abbandonando il cespuglio dietro il quale si era noscosto con i suoi compagni. "Ehi..." attirando l'attenizone di quei nani "... salute a voi, miei piccoli amici..." E i nani, arrestandosi, lo fissarono incuriositi. "Chi siete voi?" Chiese quello che sembrava essere il capogruppo. "Sono un cavaliere ed il mio nome è Belven" si presentò il cavaliere "e questi sono i miei compagni di ventura..." indicando Arowhena e Cavaliere25. "E' raro trovare qualcuno in questo bosco..." disse il capogruppo dei nani "...soprattutto dopo quegli strani..." e si zittì all'improvviso. Belven notò quel tentennamento, ma fece nulla di niente. "Eravamo sulle tracce di alcuni nostri compagni dispersi in questi selvaggi luoghi..." spiegò "... ma i nostri cavalli sono fuggiti ed ora non sappiamo come uscire da questo bosco... si approssima la notte e ci chiedevamo se potevate offrirci ospitalità fino a domattina..." I nani si scambiarono strane occhiate, sorpresi da quella richiesta e comiciarono a discutere tra loro. "Non so se sia il caso di portarli con noi al villaggio..." mormorò il capogruppo. "Del resto non possiamo lasciarli qui, la notte è vicina..." disse un altro nano. E ragionarono fra loro di questa cosa. "E sia..." rispose alla fine il capogruppo ai tre eroi "... verrete con noi al nostro villaggio... lì potrete trascorrervi la notte. Ed i nani condussero Belven, Arowhena e Cavaliere25 al loro villaggio.
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26-11-2010, 02.27.03 | #648 |
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Il buio nella chiesa prendeva sempre più piede, a causa del giorno che andava a spegnersi.
Bumin fissò ciò che restava delle antiche vetrate di quell'edificio e mormorò: "Il giorno sta ormai morendo e non è saggio intraprendere la via per Cartignone da solo... e visto che disponiamo di un riparo e di reciproca compagnia, sarebbe sciocco rifiutare quest'asilo..." e di nuovo quel ghigno sorse sul suo glaciale volto. Poi, fissando Goldblum, aggiunse: "Nano, procurati della legna e accendi un fuocon per la notte!" "Non prendo ordini da voi, cavaliere!" Replicò Goldblum. "Insolente e deforme!" Esclamò con velata insofferenza Bumin. "Sono ferito, ma mi basta un solo braccio per farti comprendere ciò che differenzia un cavaliere da uno scherzo di natura come te!" Goldblum lo guardò con rabbia, portando quasi la mano sulla sua spada. Bumin lo fissò, quasi attendendo una sua mossa falsa. Ma alla fine, osservando Gonzaga impaurita e turbata da quella situazione, decise, suo malgrado, di obbedire. Raccolse così della legna ed accese un fuoco per tutti loro.
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26-11-2010, 03.04.52 | #649 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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In quello stesso momento, nella cella in cui era tenuta prigioniera Talia, cominciò ad avvertirsi un rumore di passi.
Pochi istanti dopo, due di quegli uomini tatuati entrarono in quell'umida prigione. "Avanti, donna, ora comicia il bello..." disse uno di loro a Talia, mentre l'altro cominciò a ridere in maniera irritante. Uno allora raccolse i lunghi capelli della ragazza in una treccia, sfoderando dalla sua cintura un lungo ed affilato coltello, mentre l'altro teneva ferma la testa di Talia. "Si, è un peccato per la tua bellezza, ma qui nessuno verrà più ad ammirare le tue grazie!" Esclamò divertito l'uomo col coltello, mentre si apprestava a tagliare i lunghi capelli della ragazza. "Ehi, vedo che è già iniziato il divertimento!" Disse all'improvviso Gila entrando nella cella. "Sei giunto appena in tempo, nano!" Escamò l'uomo col coltello. "Ora potrai goderti lo spettacolo insieme a noi!" "Eh, sei stato sfortunato..." intervenne l'altro "... ti hanno affidato l'altro prigioniero, quel bastardo di cavaliere! Tu invece, immagino, avresti voluto accudire a questo bel bocconcino, vero?" E rise forte. "Avete proprio ragione, amici miei!" Rispose il nano. "Ma vi confesso che anche lo spettacolo di quel cavaliere torturato nel Pozzo del Supplizio non era affatto male!" "Diavolo di un nano!" Esclamò l'uomo col coltello. "Sarai pure un mezzo uomo nel fisico, ma in fatto di malvagità non sei secondo a nessuno!" "Beh, detto da voi" rispose il nano "è un gran bel complimento, amici miei!" E i due uomini risero forte. "Ora guarda qua, nano..." indicò l'uomo col coltello "... guarda come taglio i bei capelli di questa nostra ospite!" "Un momento... guardate qui!" Indicò improvvisamente il nano ai due uomini. "Cosa c'è?" "Qui, in basso..." fece segno il nano "... c'è una specie di foro nella pietra... forse qualche prigioniera per la disperazione avrà raschiato la parete..." "Dove? Indicaci il punto che non si vede nulla con questo buio pesto..." E quando i due furono chini verso la parete, qualcuno entrò rapido nella cella e li colpì alle spalle, mentre il nano fece il resto colpendoli nelle parti basse. "Ecco..." disse Guisgard osservando i due eretici a terra senza conoscenza "... non sopportavo più le loro sgradevoli risate..." "Ottimo lavoro, Guis!" Esultò il nano.
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26-11-2010, 03.16.23 | #650 |
Cittadino di Camelot
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Successe tutto rapidamente... l'arrivo di quegli uomini, le loro intenzioni... tentai di divincolarmi ma tutto era inutile, incatenata com'ero alla parete.
Poi l'ingresso del nano e, infine del cavaliere... riconobbi la voce prima ancora di vederlo in faccia, buio com'era. Sorpresa, mi misi in ginocchio e mi protesi per riuscire a riconoscerlo alla poca luce che entrava dalla porta... "Voi?" mormorai, osservandolo "Buon Dio! Buon Dio, siete vivo! Sia ringraziato il Cielo!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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