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#641 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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“Milady...” disse quell'uomo ad Altea “... il mio nome è Ermiano e sono il servitore del Cavaliere di Altafonte... il luogo in cui vi trovate è la sua casa... vi hanno trovata senza conoscenza alcune guardie davanti al portone... vi hanno portata dentro ed il cavaliere ha disposto ogni cosa per accudirvi, asciugarvi e farvi riposare...” prese allora una vestaglia di ciniglia finemente ricamata “... indossate questa... vi terrà calda...” dandole la vestaglia “... naturalmente per qualsiasi vostro bisogno o richiesta, chiedete pure a me, milady...” e mostrò un lieve inchino.
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#642 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Zurigo
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"Buongiorno e benvenuti!" dissi con cortesia e facendo un leggero inchino.
Non vedevo l'ora che incominciassero le ricerche. Dovevo ricordarmi (come se me ne potessi scordare) che, questo pomeriggio, dovevo recarmi per gli allenamenti dal Cavaliere d'Altafonte. Mi sentivo veramente in forma quella mattina. Avevo dormito come un ghiro e mi ero svegliata come un gallo. Di fronte a me c'erano due uomini. Uno dagli abiti e dal portamento distinto, l'altro alto e robusto, dai modi rozzi e dall'espressione accigliata.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy ![]() ![]() ![]() |
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#643 |
Disattivato
Registrazione: 16-09-2012
Residenza: Mediolanvm
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Mi voltai nel sentirlo arrivare, ero uscita in veranda per vedere il cielo, ormai privo di nuvole ma colmo di stelle.
Sorrisi, nell'udire quelle parole sussurrate, parole che avevano il potere di illuminare il viso e riscaldare il cuore. Un brivido leggero mi attraversò, e sentii i battiti accelerare appena. Tuttavia, restai in silenzio. Le parole e le sensazioni si mescolavano nella mia mente, ma non le pronunciai, temendo di divenire vulnerabile. Dovevo lasciare quel velo che ci separava, non potevo, semplicemente, dire quello che pensavo. Ed era una tortura. Ma era necessario, lui era sposato e io potevo avere ancora qualche speranza di sposarmi, non c'era futuro per noi, come non c'era mai stato. Lo sapevamo bene, anche se solo i nostri occhi avevano affrontato un tale argomento, le parole e i gesti erano molto più disciplinati. Dovevo seppellire quelle sensazioni e quei pensieri o avrei solo peggiorato la situazione. Quando poi sfiorò la mia mano in un lieve bacio, trattenni appena il fiato, i miei occhi restarono incatenati ai suoi, e temetti che potesse davvero leggermi dentro. Sorrisi, e il mio sorriso fu l'unica risposta a quelle parole, ma ugualmente espressivo. "Buonanotte.." Sussurrai poi. Lo guardai andare via, finché non sparì dalla mia vista, svoltando in un corridoio che portava alla sua stanza. Restai a passeggiare per un poco, cercando di non pensare alle parole di Roberto, allo sguardo che mi aveva rivolto e di concentrarmi invece su Mirabole. Alla fine, mi ritirai sospirando, raggiungendo la mia stanza. La notte trascorse quieta e la mattina dopo mi svegliai, notando con piacere che il sole era tornato a risplendere, indossai un bellissimo abito, non troppo sfarzoso, ma adatto ad una gita in campagna, osai nuovamente indossare un cappellino all'europea, pensando che mi avrebbe protetto dal sole. Mi acconciai i capelli e scesi dove una carrozza già ci aspettava. "Buongiorno, cugino..." Dissi sorridendo "..dormito bene? Una splendida giornata per andare in campagna..". |
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#644 |
Cittadino di Camelot
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Velv la vedeva a suo modo e non mi andava di fare discussioni........" No andro' a letto...non faccio parte dei vostri piani, spero propio, che li troviate in fretta ed ognuno di noi prenda la propia strada........"........aprii la porta che mi fu assegnata ...e mi sedetti sul letto...le lenzuola erano pulite......e anche lo stanza lo era...........spartana...ma c'era quel che bastava...mi affaccia alla finestrella....e osservai il passaggio delle carrozze.......immaginando....posti stupendi.......Immaginando.....ma non era il mio mondo e non potevo immaginarlo a me bastava quanto possedevo...e risi..tra me e me....non possedevo nulla......mi sciacquai le mani ed il volto.....mi avvinai al letto e mi sedetti su con un balzo........ecco.....ora avrei dormito...e domani magari..era solo un brutto sogno
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#645 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Ignota ai più
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A quelle parole, inattese, chinai appena la testa, sorridendo lievemente... un sorriso amaro...
“Io non capisco, padre Roberio...” mormorai “Non mi avete posto questa domanda quando venni a dirvi che avrei sposato Jacopo. Vi dissi che mia madre e mio padre volevano che lo sposassi, che me ne avevano pregato con insistenza e che io, infine, avevo bene o male accettato... ma voi non mi poneste questa domanda. Perché me la ponete adesso, dunque?” La mia voce, lievemente adirata, si spense... e ciò che rimase fu appena un lieve sospiro... “Io stimo Jacopo...” soggiunsi poi, pianissimo “Lo stimavo molto, credevo davvero che fosse un uomo giusto, retto... questo è ciò che so di provare per lui. Voi mi chiedete se lo amo...” esitai “Ebbene, non lo so... lo conosco da così tanto tempo che non so più se lo amo...” Scrollai le spalle... “Ma questo...” dissi pianissimo, tra me “Questo, infine, a chi importa? Non era per parlare di questo che ero venuta qui... ero venuta per parlare di... di lui...”
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#646 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Talia seguì un lungo silenzio da parte del sacerdote.
“Parlare” disse poi “di chi? Di un fantasma? Di un'ombra? Di chi vuoi parlarmi, figliola? Di un sogno o di un'illusione? Di chi vuoi parlarmi oggi? E perchè vuoi parlarmi di qualcuno che non sia tuo marito? Forse vuoi parlarmi dei morti? O dei dannati che soffrono nell'Inferno della lontananza da tutto ciò che più amano?” E la sagoma oltre la grata parve avvicinarsi a Talia, forse per guardarla meglio. “Ti ascolto...” sussurrò poi, con una voce che sembrava, per la prima volta, in balia di indefinite emozioni.
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#647 |
Cittadino di Camelot
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Afferrai la vestaglia e guardai istintivamente la tisana che era sul comodino.
Rimasi perplessa...quindi mi trovavo nella dimora del Cavaliere.."Scusatemi se sono stata brusca, ma pensavo di trovarmi chissà dove, grazie, vi chiederei di lasciarmi sola e se il vostro padrone si trova a casa vorrei parlare con lui...se sono venuta fin qui vi è un motivo importante e devo pure delle spiegazioni. Dimenticavo, se le mie vesti sono asciutte gradirei rivestirmi..grazie". Vidi il servitore uscire e indossai la vestaglia di ciniglia, la osservavo...era rifinita riccamente...presi la tisana e iniziai a sorseggiarla. Ovviamente mille dubbi passavano tra la mia mente...il suono del clavicembalo, quella figura nell'ombra con la voce di Azable che poi prese le sembianze di Madama Irene...possibile fosse tutto frutto della mia immaginazione?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#648 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Perfetta, direi.” Disse Roberto aiutando Clio a salire in carrozza. “E poi avere un'accompagnatrice così affascinante rende di sicuro più piacevole questo bucolico soggiorno che ci aspetta.”
La vettura così partì e lasciò in breve la città. Le tenere colline che circondavano le sue mura, oltre la conca che accoglieva la capitale, subito avvolsero la carrozza. L'aria fresca, l'odore di pioggia che ancora rendeva intriso quello scenario, gli alti cipressi, le sparute abitazioni che frastagliavano quel panorama e poi quello sterminato mare di colline che si apriva fino a perdersi all'orizzonte, sul quale, tra le nuvole lontane, si stagliavano le sagome di torri e borghi che parevano quasi incantati, rapirono quasi la vettura. Alla fine, la carrozza imboccò una stradina che serpeggiava tra viti e poi andava quasi a svanire in un campo di girasoli, risalendo poi una collinetta, sulla quale sorgeva un bel casale rustico. I colori erano di un pastello chiaro, con uno steccato che circondava un ampio spiazzo, sul cui lato destro fioriva un bel giardino molto curato. Le stalle, il forno e il pozzo coperto arricchivano infine lo spazio che precedeva l'abitazione. La carrozza giunse davanti all'ingresso e subito fu accolta da alcuni cani che correvano ad abbaiare verso di essa. Poi dal casale uscì un uomo. Era magro e piccolo di statura. “Salute a voi.” Scendendo dalla carrozza Roberto ed aiutando Clio a fare altrettanto. “Sono il conte Fiosari e questa è mia cugina, lady Clio... cercavamo messer Duon...” “Io sono Censone.” Disse l'uomo. “Domestico e aiutante di messer Duon. Ora egli non è qui, ma fuori per una battuta di caccia. Potete accomodarvi ed attenderlo, signori.” Roberto annuì e con Clio seguirono Censone in casa. “Censone...” mormorò pianissimo Roberto all'orecchio di Clio “... un nome davvero appropriato...” facendole poi l'occhiolino.
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#649 |
Cittadino di Camelot
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Anche io mi accostai appena alla grata, a quelle ultime parole...
lo feci quasi involontariamente, come per riuscire a distinguere i tratti dell’uomo dall’altra parte... lo feci perché, per un istante, una folle sensazione mi aveva attraversato la mente. Ma fu solo un attimo, poi subito chinai lo sguardo. “Forse non c’è molto da dire...” mormorai “Forse il mio è davvero solo senso di colpa, come dice Francesco... uno spasmo della mia coscienza... eppure...” Esitai... “Eppure...” Eppure avevo provato un’intensa gioia nel vederlo, mi dissi. Perché si dovrebbe provare gioia nel vedere qualcuno con cui mai si è andati d’accordo? Perché avevo provato gioia e non spavento? Perché avevo tenuto il segreto sulla sua identità anziché dire subito tutto a Jacopo? Perché, infine, solo io sembravo averlo riconosciuto? Perché ci tenevo tanto? Quelli e mille altri pensieri mi vorticavano per la mente... “Eppure...” sussurrai “Eppure non faccio altro che sognare quel lontano pomeriggio alla cappellina di San Michele!”
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#650 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quella rivelazione di Talia, il sacerdote restò ancora una volta in silenzio.
“Quel pomeriggio alla Cappellina di San Michele...” disse all'improvviso “... e cosa ricordi di quel pomeriggio, figliola? L'incanto delle colline? Il silenzio di quel luogo? La paura della coscienza o il tormento del cuore? Cosa sogni? Uno schiaffo o un bacio? I suoi occhi o la sua voce?” Ad un tratto si udì la porta della chiesa aprirsi di colpo. Il sacerdote esitò, poi riprese: “La rosa è il fiore per eccellenza... è ha tanti significati, come tante sono le rose... ma in sé, nel linguaggio dei fiori, la rosa simboleggia su tutto l'Amore ed il segreto... ed il segreto è l'eterno compagno di chi ama...” la tendina del confessionale si spostò quel tanto da far passare la mano del sacerdote “... perchè chi ama in segreto vede il suo amore brillare di luce propria, poiché è lontano dagli occhi e dal cuore dell'amata... vede il suo sentimento nutrirsi solo delle proprie forze, senza certezze, ma solo di sogni e speranze...” cominciarono ad udirsi dei passi nella navata “... e un simile amore, come un fiore selvaggio, sa resistere ad ogni intemperia... chi ti ama così, ti ama da sempre... e ti amerà per sempre...” allora mostrò una rosa nella sua mano, che poi lasciò scivolare nella mano di lei. “Talia!” Chiamò all'improvviso una voce. “Talia, dove sei?” Era Jacopo e gridava nella navata. ![]()
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