10-11-2015, 01.45.54 | #641 |
Disattivato
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La battaglia non poteva essere finita.
No, non ora, devo ancora abbattere quel maledetto aereo, pensai. Quell'aereo che si era portato via il sorriso di Geris, il suo sguardo pulito. Ma mi sbagliavo, i caccia, soddisfatti forse, se ne andarono lasciandoci soli in quell'angolo di cielo. Un cielo che piangeva il nostro amico. E allora realizzai quello che era successo. Sentii un dolore squarciarmi il petto, e un urlo insistere perché lo liberassi. Ma non potevo lasciarmi andare, i miei gradi mi obbligavano a portare a termine la missione. Li odiai, in quel momento. Vorrei dire che ci si abitua a perdere un fratello, ma non è così. Ogni volta fa male, come se con lui fosse precipitata una parte di noi. Ancora ricordavo la battaglia in cui Neko era caduto. E ogni volta che mi tornava in mente mi appariva surreale. Ricordavo ancora il rombo del suo motore, la scarica di colpi che l'avevano colpito. Le sue parole, il suo addio. Il mio sguardo che seguiva la sagoma sparire sotto di noi. Il fuoco. Eppure non soffrii come mi sarei aspettata, non sentii il cuore dilaniato perché era talmente a pezzi dall'essere incapace di nutrire emozioni. Ero rimasta così, apatica e catatonica per mesi dopo il giorno in cui gli avevo confessato il mio amore. Anche se l'avevo riabbracciato dicendogli che ci avrei provato, che avrei provato a stargli accanto e far finta di niente, ero cambiata. Ero insensibile e apatica, sempre in prima fila per le missioni più rischiose. Aspettavo, aspettavo che la Morte si ricordasse di me e venisse a prendermi, che l'adrenalina del combattimento mi rendesse viva. Camminavo, mangiavo, combattevo, ma era come se il mio cuore non battesse. Dunque non riuscii neanche a soffrire più di tanto per la sua morte, non riuscivo a provare niente in quel periodo. Erano stati poi i ragazzi della squadriglia a riportarmi alla vita. Loro certo non potevano rattoppare il mio cuore, ma il loro affetto, la loro vicinanza e complicità mi avevano fatto rinascere e guarire del tutto. Anche se il mio cuore continuava ad essere a pezzi, almeno riuscivo a provare emozioni. Cosa che maledissi in quel momento, mentre il dolore mi attraversava. Un dolore genuino e chiaro, come lo era lui. La voce di Kostor mi riportò alla realtà, avrei voluto andare con lui, piantare lì tutto e andare dal mio fratellino là sotto, il cui sorriso non avrei più rivisto. Ma avevo una squadriglia da portare a casa. "Qurt.." chiamai via radio "Aiutalo.." ordinai. Un ordine che sarebbe pesato poco al pilota, dato che tra tutti era quello più legato a Geris, sapevo che non avrebbe avuto il coraggio di chiederlo, ma anche che desiderava andare con Kostor. "Riportate Geris alla base, voi due.." dissi "Lo onoreremo come merita.." mormorai, mentre sentivo ormai le lacrime rigarmi le guance. "Andiamo ragazzi.." dissi agli altri "Torniamo alla base.." dissi soltanto, voltando il mio aereo. Il prezzo di quella missione era stato troppo alto. "Ma non finisce qui.." dissi, contenendo a stento la rabbia. Non vedevo l'ora di scendere da quell'aereo, prendere a pugni qualunque cosa mi si parasse davanti, e bere fino a dimenticare. |
10-11-2015, 17.56.38 | #642 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si, avete ragione.” Disse Leones a Dacey. “Siamo tutti nella stessa barca e remare contro non gioverà a nessuno di noi.”
In quel momento tornò Guisgard. “Ancora a poltrire?” Il militare ai quattro. “Su, dobbiamo metterci al lavoro.” Guardò Dacey. “Ho trovato una vecchia biblioteca dall'altra parte del borgo. Sicuramente troveremo un libro di storia con cui potrete esercitarvi. Dovete saper conoscere tutti i membri della famiglia reale. Andiamo, il lavoro ci aspetta.” “Noi cosa faremo?” Chiese Leones. “Scrivete alla Gran Baronessa” rispose Guisgard “ed avvertitela che siete su una pista interessante, ma nulla di più. Non dovete in alcun modo far trapelare nulla, soprattutto riguardo a questo nostro soggiorno ad Evangelia.” “Parlate come chi teme di essere trovato da qualcuno...” fece Fines. E Guisgard si limitò a fissarlo con uno sguardo enigmatico.
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10-11-2015, 18.00.46 | #643 |
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Fermer fissò Gwen per alcuni istanti senza dire nulla.
“Forse la mia era solo una battuta...” disse infine sorridendo “... o magari una frase buttata lì, per conoscere meglio la mia assistente ed infermiera...” il sorriso era svanito “... o forse era ciò che pensavo esattamente in quel momento...” i suoi occhi erano in quelli di lei “... anche adesso ho la forte sensazione che mi stiate... tentando? E' la parola giusta?”
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10-11-2015, 18.06.29 | #644 |
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Lo ascoltavo senza abbandonare quell'espressione, fra il serio e il sorridente.
" 'Conoscere meglio', dite?" Il mio cuore era come impazzito quando i suoi occhi erano nei miei. "Giusta? Dipende. Se lo pensate é perché forse qualcosa ve lo ha fatto pensare, posso sapere cosa?" sempre con gli occhi nei suoi.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
10-11-2015, 18.12.37 | #645 |
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Una biblioteca, uno dei miei luoghi preferiti. La calma, la cultura e il sapere racchiusi in una sola stanza.
Mi alzai subito con un sorriso per poi ragionare che ero una cameriera, che ne sapevo di biblioteche, quindi mi limitai ad annuire e seguire Gusigard dopo aver salutato gli altri tre. << Allora signore che faremo? Tutto il giorno rinchiusi a leggere? Fortuna che so leggere! La mia vecchia padrona odiava l'ignoranza sapete? E ha istruito tutti i suoi domestici, tutti quanti me compresa... E non per peccato di modestia ma, indovinate chi era l'allieva migliore?>> rivolsi un sorriso al militare. Non stavo raccontando una bugia completa, adattavo solo la realtà. Ero davvero la più studiosa tra le mie sorelle.
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10-11-2015, 18.13.29 | #646 |
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“Noi il capitano neanche lo abbiamo visto.” Disse Palos a Marwel.
“Già, mi chiedo che tipo sia...” fece Icarius “... non certo un militare tradizionale... è pur sempre un legionario...” In quel momento arrivarono Gaynor, Park e Zac. E la diva subito salutò la giovane dagli occhi verdi, per poi rivolgersi ad Icarius. “In verità” disse questi “non ne ho avuto il tempo... prima quel caporale e poi quell'ufficialessa ci hanno fatto capire subito l'aria che tira in questo posto... ma è vero, vi sono debitore, come lo sono con Marwel... ma forse non conviene a due ragazze di mettersi contro i legionari per prendere le difese di un cadetto.” “Oh, ma voi siete miss Gaynor, la diva del momento!” Esclamò Palos. “Cavolo, solo ora vi riconosco!”
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10-11-2015, 18.23.16 | #647 |
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"Vestita così e senza trucco è già tanto che mi abbiate riconosciuta, soldato..." risposi con un sorriso.
"In quanto a voi" rivolgendomi al cadetto dagli occhi azzurri "non mi siete debitore di nulla, l'avrei fatto per chiunque e lo rifarei altre cento volte. Odio la grettezza in ogni sua forma e di sicuro odio ancor di più chi se la prende con i più deboli..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
10-11-2015, 18.23.33 | #648 |
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“Per ora direi di incamminarci.” Disse Rodian ad Altea. “E' giorno e sfrutteremo la luce per raggiungere la stazione. Se ci dirà bene magari troveremo un mezzo di fortuna.”
“State attenti, ragazzi...” fece il vecchio cieco “... che il Cielo vi aiuti...” I due lasciarono la casa e si incamminarono verso la stazione che però era distante da lì. Altea, nonostante le difficoltà di quella situazione, era presa dai suoi vecchi ricordi e dalle sensazioni che essi lasciavano in lei. Quegli occhi azzurri ed irriverenti, il suo fare da ragazzo maledetto e tormentato, la sua insofferenze alle regole che invece erano così importanti per l'aristocrazia rendevano quella figura quasi un dolce tormento per Altea. Dov'era ora? Questo lei continuamente si chiedeva, mentre il mondo intorno a lei, il suo mondo, crollava sotto l'ombra rossa di Canabias.
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10-11-2015, 18.31.14 | #649 |
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Salutammo l' anziano uomo, feci una carezza al cane e guardandolo risposi solo.."Grazie...di esservi fidato di noi, staremo attenti ma pure voi dovete esserlo, vi fidate troppo della gente..non vorrei approffittassero di voi".
Fu così che iniziò il nostro cammino per raggiungere il Meridian Express, non capivo..continuavo a pensare a quel passato...forse non ero diversa da lui, pure io odiavo quel mondo frivolo, ma di aristocratici a modo ve ne erano..mio nonno, mio padre ne erano l' esempio. Sospirai guardando Rodian.."Dobbiamo camminare in fretta, ti seguo...penso in azioni militari forse te la cavi meglio di me...e dobbiamo fare in fretta...quei maledetti di Canabias potrebbero valicare il confine come nulla".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-11-2015, 18.32.02 | #650 |
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La squadriglia di Clio ritornava al forte.
La fabbrica era stata riconquistata ed in breve la sorveglianza privata arrestò gli scioperanti superstiti e li inviò a Città di Capomazda, in una delle tante prigioni che pullulavano di traditori, sovversivi, anarchici ed anticlericali. Il volo di ritorno fu silenzio. Un silenzio a tratti insopportabile. Avvistarono il forte ed atterrarono. E subito i meccanici li aiutarono a scendere dagli abitacoli. Saltata giù dal suo caccia, Clio trovò ad attenderla Tesua. “Conto tre caccia mancanti...” disse. Ma in quell'istante si intravidero altri due nel cielo, quello di Kostor e di Qurt. “Preparate un aeroimorchiatore...” fece Pintos. “Chi?” Chiese Tesua. “Geris...” rispose Pintos. “Com'è accaduto?” Tesua a Clio. “Sono stati gli scioperanti?”
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