27-03-2013, 02.18.43 | #651 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mamyon fissò Clio.
E restò a fissarla fino a quando la ragazza non scomparve nella strada. “Andiamo, milord...” disse uno dei soldati al cavaliere “... bisogna portare quesi uomini in prigione e fare rapporto dell'accaduto a sua signoria.” “Si, arrivo...” mormorò Mamyon. E tornò con i soldati al Palazzo Reale. Clio, nel frattempo, era arrivata al castello dell'Arconte Meccanico. La ragazza era decisa ad intraprendere il suo viaggio, in cerca del misterioso Fiore. E mentre era nella sua stanza a preparare le sue cose, qualcuno bussò. Era una servitrice e le consegnò un biglietto. Il biglietto recava queste parole: “Ho importanti notizie sul tuo amico. Se vuoi conoscerle recati al boschetto presso le mura poco prima dell'alba. Mi troverai ad attenderti. E vieni sola. Un amico.”
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27-03-2013, 02.43.43 | #652 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Altezza, se posso permettermi...” disse Marijeta a Talia “... quel cavaliere non mi ispira buone sensazioni... non so, ma ho ragione di credere che sia una testa calda, un tipo scostante e arrogante... uno di quelli che risultano insofferenti ad ogni tipo di regola... e non credo sua signoria si fidi molto di lui... tipi come quello sono senza onore, senza patria e senza valori... sapete, ho sentito alcune servitrici parlare di lui... pare frequenti luoghi non certo degni e donne di malaffare...”
“Davvero dicono questo di me?” All'improvviso una voce alle loro spalle. “E dire che sono così carine e gentili quelle servitrici!” Sorridendo Guisgard. “Mi sorridono spesso! Ma forse è colpa mia... si, forse dovrei dedicare loro più attenzioni... eh, si... credo proprio di si...” e rise di gusto. Marijeta si voltò di scatto. “Cavaliere...” fissandolo “... non potete entrare qui senza essere convocato!”
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27-03-2013, 08.05.17 | #653 |
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Il locandiere si posizionò e io ebbi appena il tempo di chiederli da bere che entrò nella locanda un nuovo avventore che subito si rivolse all'uomo dietro il bancone.
Sembravano conoscersi. Mi guardai intorno e notai dei segni alla parete. Guardando meglio scoprii che erano delle croci, scalfite sul muro da una lama, probabilmente di pugnale o coltello. Incuriosita mi rivolsi al locandiere"Scusate signore, vorrei prendere una stanza per la notte e mettere il mio cavallo all'asciutto. Eh,ehm, perdonate la mia curiosità, che cosa significano quei strani segni sulle pareti?"
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27-03-2013, 09.21.03 | #654 |
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Ringraziai la servitrice e mi sedetti su una poltrona a leggere il biglietto.
Corrucciai la fronte. Un amico? Chi poteva essere? Eppure, non avevo un punto di partenza e forse quel messaggio poteva fornirmene uno. Guardai fuori dalla finestra, avevo ancora un po' di tempo prima dell'alba. Sentivo la stanchezza impossessarsi di me. "...vieni sola..." Sussurrai, ironica "... E con chi dovrei venire? Sono sola ormai... Ma non per questo mi fermerò....". Preparai i bagagli in fretta e mi coricai per qualche ora. Sapevo che mi sarei svegliata dopo poco, erano anni che non dormivo una notte intera. E infatti, dopo poche ore, mi svegliai di soprassalto, madida di sudore, con le mani strette al collo dove , poco prima, erano strette pesanti catene. Chiusi gli occhi, cercando di dimenticare la testa di Leonard che rotolava ai miei piedi. Questa notte, avevo sognato la scure. Cercai di calmarmi, sarebbe stato troppo facile pensare a Mamyon, al suo sguardo, al suo bacio, ma sapevo che mi sarei fatta del male da sola. Infondo, avevo fatto quegli incubi molte notti prima di incontrarlo. Così, pensai a Lucius, alla sua risata, ai nostri pomeriggi passati insieme mentre i miei genitori mi credevano chiusa nella mia stanza. Quella dolce serenità mi calmò. Mi alzai, mi preparai con calma, dato che la notte era ancora buia e calma, e dopo poco fui pronta. Avevo indossato un abito semplice e comodo, preferendo passare inosservata, per quanto possibile. Mi buttai sulle spalle il mantello e raccolsi la mia sacca da viaggio. Rivolsi un ultimo sguardo a quella stanza, non potevo portare con me tutti i bagagli, ma ciò che lasciavo erano cianfrusaglie senza importanza, facilmente comprabili, i miei tesori li portavo con me. Uscii, silenziosamente, dal palazzo e mi diressi verso il luogo dell'appuntamento. Contrariamente a quanto pensassi, non fu difficile trovarlo. Una volta arrivata, abbassai il cappuccio del mantello e mi guardai intorno, facendo mille congetture sull'identità di quel misterioso "amico". |
27-03-2013, 09.26.01 | #655 |
Cittadino di Camelot
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Ringraziai la chiromante e rimasi immobile mentre altre persone passavano davanti per farsi leggere il futuro.."Già!" pensai "ha detto il vero, sembra. Ho da intraprendere il viaggio, il mistero rimane la Torre ovvero se è la meta o le vicessitudini del viaggio? E chi sarà mai questo cavaliere? Si scoprirà solo andando avanti con coraggio."
Mi guardai attorno, ancora lo spettacolo non iniziava e tra meno di un'ora dovevo incontrare Fornò, quando l'occhio cadde davanti a una bottega sulla strada...la sartoria!! Già, dovevo ritirare il vestito con la stoffa azzurra presa al mercato e dovevo presentarmi al meglio davanti all'Arconte, guardando il mio vestito sporco di terra del giardinetto su cui ero seduta. Entrai, vi era una giovane sarta e dissi dovevo ritirare quel vestito azzurro e notai un vago sorriso sul suo volto e mi presentò uno stupendo vestito di fine seta chiaro con ricami in fili d'oro..."Oh, vi state sbagliando, il mio era azzurro e se non erro con riflessi cobalto"...sentii una mano afferrarmi, mi voltai di scatto e la vidi...eterea con il suo splendore quasi di Angelo. La sarta era alle prese col lavoro e non si accorse di nulla, mi voltai di nuovo e vidi la sua veste bianca e il volto celato dal velo bianco, come una sposa..e quella stretta dolce e rassicurante. "Pensi che avrei permesso che una mia consanguinea vestisse una semplice stoffa comprata al mercato? Rammenta chi sei, sempre, e chi rappresenti!!..il conto è già pagato coi soldi di vostro padre." "Lady Anastasiya perdonatemi! Pensavo per quel viaggio servisse un vestito comodo..." mi mise un dito sulla bocca per zittirmi. "Prima devi parlare col cavaliere..e poi con l'Arconte. Ora egli è libero da incombenze sai? Cosa aspetti...e da tanto tempo che te lo dico, devi parlare con lui" disse in tono severo. "Sembra non voglia vedermi quel cavaliere, ha ignorato le mie missive" mi contorcevo le mani, ero nervosa al pensiero di vederlo "si..il frate..devo sapere come avete detto se quel frate da cui è stato istruito è quello che sto cercando..ma vi è la rappresentazione teatrale..ditemi Voi che fare.." ma sparì nel nulla. La sarta allora si avvicinò a me, indossai il vestito nuovo e uscii, nervosamente, e mi trovai di nuovo sul luogo della rappresentazione..doveva iniziare oppure no? Guardai la meridiana, era passato troppo tempo...e Fornò aspettava e avrei rischiato di non incontrare Guisgard. Mi sedetti su una panca in preda all'agitazione.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-03-2013, 10.42.10 | #656 |
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Ero affannata....credo scompigliata....avevo ancora la notte nei miei occhi....quando la porta' si apri' e vidi il volto del Dottor Orez, fu' gentile mi fece accomodare....." Sawas e' fuori dall'alba.....e io e' dall'alba che ho l'inferno nel mio cuore....una storia interessante...per chi..incomincio ad aver paura, Elina...non so dove sia, potrei dirvi che e' stata rapita nel mio incubo o forse era realta'........Elina ho la sua vita che pende al centro delle miei mani.....se sbaglio...muore...e se centro.....secondo il mio istinto morira' comunque, la persona che mi ha parlato noncredo avesse molti scrupoli..la sua parola, non vale nulla...."...raccontai al Dottore il mio sogno...." c'e' un convento fuori dalle mura..io non lo sapevo, il fetido uomo, mi ha detto di cercare Frate Nicola......e se noi andassimo incontro a sawas..magari possiamo anticipare i tempi, che ne dite....o vi prego, non guardatemi come un'allucinata...."...presi tra le miei mani le mani di Orez...e cercai di persuaderlo portandolo fuori da quella casa.....sembrava di marmo quell' ometto....." perche' state qui fermo a guardarmi ....."
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27-03-2013, 14.31.03 | #657 | |
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Ascoltavo le parole di Marijeta, continuando a guardare fuori...
arrogante... scostante... testa calda... oh... lo era di sicuro, pensai. Eppure c’era stato nell’unico momento in cui avevo avuto davvero bisogno. E non solo questo... no... ripensai ai suoi occhi, al suo sguardo quando mi aveva raccolta e portata via da lì... avrebbe potuto lasciarmi dov’ero e, magari, farmi trovare da qualche servitrice... dopotutto ero fuori percolo, ormai, e dunque il suo compito era finito... ma non lo aveva fatto... al contrario, con il suo comportamento mi aveva tenuta al riparo da pettegolezzi e voci di palazzo, tenendo nascosta la mia debolezza e la mia paura mi aveva protetta... era stato gentile, quindi, e discreto... quello era il tipico comportamento di un uomo senza valori, mi chiedevo? Citazione:
Mi voltai, dunque, e lo vidi... se ne stava sulla porta, ridendo. Sollevai un sopracciglio e, impenetrabile, attesi che smettesse di ridere... “Marijeta ha ragione, sir...” mormorai poi, senza che la mia voce tradisse neanche minimamente quel tumulto di pensieri e sensazioni “Di grazia, dunque... cosa ci fate qui?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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27-03-2013, 19.17.14 | #658 |
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“Sto compiendo il mio dovere, altezza...” disse Guisgard a Talia, per poi avvicinarsi a lei “... sto proteggendo vostra maestà...” e con un delicato gesto della mano sollevò la spallina che era scivolata giù, lasciando scoperta la spalla della principessa “... perchè, mia signora, non basterà il protocollo di corte a tener lontano quel sicario dal vostro eremo...” sorrise sarcastico.
“Siete insolente come nessun altro!” Esclamò Marijeta. “Non vi vado a genio.” Fissandola Guisgard. “Lo so, non vi vado a genio.” E rise. “No, per niente!” Sbottò la servitrice. “Beh, sono stato assoldato per il mio valore” replicò lui “e non per la mia simpatia.” Tornò a guardare Talia. “Magari non piaccio neanche a voi, altezza, eppure non avete altra scelta... dovete fidarvi di me. Perchè nessuno in questo palazzo può proteggervi adesso. Quel sicario tornerà. Forse stanotte. E non deve trovarvi qui. Lasceremo ora questo palazzo. Vi porterò in un luogo sicuro.” “Voi siete pazzo!” Protestò Marijeta. “Ora andrò a chiamare sua signoria!” “Altezza...” fece Guisgard con i suoi occhi in quelli di Talia “... ogni istante trascorso qui è un pericolo costante per voi. Dovete lasciare questo palazzo. Se resterete ancora fra queste mura, nessun cavaliere di questa città potrà strapparvi alla morte.”
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27-03-2013, 19.24.04 | #659 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Cheyenne, il locandiere e l'altro uomo si scambiarono strani sguardi.
Come se i loro occhi fossero attraversati da una misteriosa inquietudine. Ad un tratto si udirono dei piatti cadere e poi rompersi. Era una donna che li aveva fatti cadere. “Scusatemi...” disse mentre li raccoglieva. “Lascia stare, cara...” fece il locandiere a sua moglie “... raccoglierò io i cocci...” “Tu...” avvicinandosi l'altro uomo a Cheyenne “... tu... hai spaventato la moglie del locandiere... devi andartene ora... va via...” “Si, non c'è posto per te qui, ragazza...” mormorò il locandiere. “Non...” fece la locandiera “... non potete mandarla via... non potete... è quasi notte...” “Tieniti lontana dal cimitero...” impassibile il locandiere a Cheyenne “... e che il Cielo ti assista...” “Non potete...” fissando i due la locandiera. “Avanti, vattene!” Intimò l'altro uomo a Cheyenne.
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27-03-2013, 19.33.50 | #660 |
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Clio era giunta al luogo dell'appuntamento.
Ora attendeva solo di incontrare il misterioso amico. Ad un tratto vide una sagoma apparire nel boschetto. Poi le si avvicinò. E giunto sotto la luce della Luna, Clio ne vide il volto. Era un giovane. “Salute...” disse facendole un cenno con la mano. Ma all'improvviso, Clio si sentì afferrare alle spalle, una mano le coprì la bocca e poi solo silenzio. Riprese conoscenza dopo un po'. Era in una stanza, su un lettino, con accanto una candela su un basso mobiletto. Ad un tratto la porta si aprì e qualcuno entrò. Si avvicinò alla luce della candela e mostrò il suo volto. Era Mamyon.
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