03-02-2014, 19.26.53 | #651 |
Cittadino di Camelot
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Eravamo proprio arrivati nel piccolo borgo, che pareva come addormentato.
Poi mi accorsi degli occhi degli abitanti stupiti che mi osservavano, li guardavo uno ad uno..perchè quegli sguardi..certo ero una forestiera e la curiosità in quei piccoli borghi era molta, ma il loro sguardo aveva un che di enigmatico. Udii una voce alle mie spalle e sussultai...era una donna anziana e pronunciò delle parole alquanto inquietanti e seguii il suo sguardo verso il maniero solitario che si ergeva. Rimasi un attimo turbata, osservai sia lei che i due villani e mi rivolsi alla donna "Ditemi il motivo e pregherò il buon Signore..di cosa dovrei stare attenta?".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
03-02-2014, 19.27.47 | #652 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I due esseri salutarono Eilonwy, ma lady Galatea li congedò con un gesto della mano.
“Non sono reali” disse “ma solo due visioni. E' facile ingannare le menti semplici. Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare...” aggiunse preoccupata la fata “... la donna vista in sogno da Eilonwy potrebbe essere la strega che ha imposto su di te la maledizione?” Chiese al merlo parlante. “Nel sogno della ragazza” rispose il merlo “il volto della donna era coperto da un velo. Tuttavia la presenza di quel giovane cavaliere dilegua ogni mio dubbio. Si, si trattava della strega Isolde.” “Chi era quel cavaliere?” Domandò Galatea. “E' suo figlio.” Fece il merlo. “Nato da una innaturale unione tra la strega ed uno sciacallo.” “E' orribile!” Esclamò Coco. “E quel suo figlio” mormorò il merlo “è la cosa più preziosa che la strega possiede.” “E' chiaro” fece Galatea “che solo lei può scogliere le vostre maledizioni. Fu lei a renderti un merlo” fissando l'uccello “e sempre lei ha sconfiggere lo stregone che ti rese metà sirena.” Rivolgendosi poi ad Eilonwy. “Dunque bisogna trovarla e fare in modo che sciolga i due oscuri sortilegi.”
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03-02-2014, 19.37.42 | #653 |
Disattivato
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Uscii ritemprata dal palazzo.
Il giorno aveva ormai lasciato il posto alla sera, e una dolce brezza invernale mi scompigliava i capelli. Mi addentrai nel giardino, un passo alla volta, assaporando il profumo dei fiori. Giunsi così davanti ad un bivio, in realtà, dovevo andare in entrambe le direzioni, dovevo solo scegliere l’ordine. Non fu per nulla difficile, svoltai a destra, addentrandomi nel boschetto dove giocavo da bambina. Dopo qualche passo mi trovai di fronte ad un’antica costruzione, imponente ma intima: il tempio di famiglia. Il fuco di due bracieri nella cella illuminava la grande navata centrale, adornata da colonne affusolate. Il profumo dell’incenso rendeva l’aria carica di attesa e devozione. Avanzai, un passo alla volta, verso la cella. Era lì che avevo vegliato prima di ricevere solennemente le armi, istintivamente, sfiorai dolcemente il collo, ricordando la collata di quel giorno lontano. Come se fosse possibile dimenticare un momento tanto atteso. Ecco chi ero: un soldato, un guerriero, un cavaliere, un ufficiale, e una donna sì, certo, anche quello, ma soltanto dopo. Le divinità rappresentate erano più che altro dei militari, e le mensole erano riempite dagli ex-voto dei miei antenati. Una volta percorsa l’intera navata mi fermai, ad osservare l’imponente statua della signora di Atene, la mia protettrice, era bellissima, si diceva che avesse addirittura dei secoli. La Dea era raffigurata armata, fiera, con uno sguardo che sembrava potesse leggerti nell’anima. Bruciai l’incenso mentre mormoravo una preghiera per il giorno successivo. Invocai la benedizione degli dei sulla mia spada, e su quel piccolo pugnale che avrei tenuto nascosto negli stivali, da usare solo in caso di sconfitta. “Rendi forte il mio spirito, salde le membra, saggia la mano che maneggia la spada, felino l’intuito, lucida la mente..” pregai. Alzai gli occhi sulla statua della dea, ma lei non era umana, non poteva vivere il mio conflitto. Non mi aveva mai abbandonato, mi aveva seguito passo dopo passo. Ma i miti insegnano che gli eccessi vengono puniti, non si può essere devoti ad una divinità e trascurarne un’altra. Io potevo, certo, ero una fanciulla. Ma per quanto ancora mi sarebbe stato concesso? Dopo aver completato il mio consueto giro di offerte agli dei guerrieri, uscii dal tempio. Era giunto il momento di attraversare il giardino. Da quanto tempo non visitavo il ninfeo? Quando svoltai l’angolo e lo vidi restai incantata. I giochi d’acqua erano visibili anche nella pallida luce della luna appena sorta, rallegrati da fiori colorati. Al centro della fontana, si trovava una splendida statua, che mio nonno raccontava essere la copia di una molto più antica, con una storia da raccontare. Alzai lo sguardo su di lei. “Ho tardato, lo so.. Mi stavi aspettando..” sorrisi “Sapevo che prima o dopo saresti venuta da me..” Alzai lo sguardo verso il cielo, e mormorai la mia prima, vera, preghiera ad Afrodite. Pregai affinché l’uniforme che indossavo non mi impedisse di amare, o di essere amata. Pregai, affinché riuscissi a trovare l’equilibrio tra il soldato e la donna. Lasciai il palazzo di mio padre poco dopo, avvolta in un lungo mantello con cappuccio che celava completamente la mia uniforme. Raggiunsi così la casetta dove avevo lasciato il principe Karel. Infondo, non era troppo tardi per una visita. Ultima modifica di Clio : 03-02-2014 alle ore 23.16.44. Motivo: Erroraccio storico.. |
03-02-2014, 20.28.38 | #654 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pioveva forte.
La campagna appariva velata dall'umidità e tutto sembrava come incantato. Una piccola luce guidò Clio attraverso quel sentiero, fino alla villa. E lo vide. Karel era sulla staccionata, sotto un porticato di legno, attorno al quale si intrecciavano salici. Il principe era intento a dipingere qualcosa su una tela. Ma poi, all'improvviso, si voltò verso la campagna. Come se avesse avvertito qualcosa. Forse una sensazione. E la vide. Si alzò allora di scatto e preso il suo mantello corse verso di lei. La raggiunse ed avvolse entrambi con quella cappa. “Allora è vero...” disse mentre le gocce di pioggia scendevano sui loro volti “... quando si dipinge qualcosa verso il crepuscolo, poi davvero la vedi comparire innanzi a te...”
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03-02-2014, 20.31.16 | #655 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quella vecchia fissò altea e poi le accarezzò il volto teneramente.
“Che Dio vi risparmi...” disse la vecchia “... che ci perdoni tutti...” “Avanti, vecchia!” Esclamò uno dei villani. “Togliti di mezzo! Vuoi farci bagnare sotto questa dannata pioggia?” E condussero Altea presso una locanda del posto. “Non badate a quella vecchia, milady...” fece uno dei due villani all'avventuriera “... è pazza e fa così con ogni straniero che giunge nel borgo.”
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03-02-2014, 20.49.31 | #656 |
Disattivato
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Per poco non mi mancò il fiato, venne verso di me, sotto la pioggia, smontai da cavallo e me lo ritrovai davanti.
Senza che potessi dire alcunché mi coprì col suo mantello, nonostante avessi il mio. Era così vicino che potevo sentire il suo respiro, vedevo le gocce che gli accarezzavano il viso, e avrei voluto seguirle ad una ad una. “Stavate dipingendo…. me?” chiesi stupita, sgranando gli occhi nei suoi. “Io..” mormorai, ma le parole mi morirono in gola. Avrei dovuto dirgli che ci saremmo presi un accidente lì fuori, che dovevamo rientrare. Ma non riuscii a dire niente, restai immobile, incurante della pioggia e del freddo, quel mantello teneva anche fin troppo caldo. O era il mio corpo ad andare a fuoco? Non mi importava. Avrei voluto vivere quell’istante all’infinito. “Domani mi batterò in duello..” dissi, finalmente. Cosa volevo dirgli? Che c’era la possibilità che non mi vedesse più? No, non avevo paura di quel mercenario. E fare la vittima non era nel mio stile. Allora cosa? Come si parla ad un uomo quando ci si sente così vulnerabili? Come parlano le donne normali agli uomini? Avevo sentito una conversazione tra le mie cugine, parlavano di sotterfugi e trucchetti da usare coi cavalieri. Ma io non ne conoscevo, e forse non ne sarei stata capace. Così, decisi di dire la pura verità. “Non c’è altro posto in cui vorrei essere stasera…” mormorai, con gli occhi nei suoi, ricordando le sue stesse parole. Ultima modifica di Clio : 03-02-2014 alle ore 23.58.00. |
03-02-2014, 22.43.34 | #657 |
Cittadino di Camelot
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Cercai di abbracciare Chirone e Draco, ma alla fine, con mio stupore, Lady Galatea disse che erano delle semplici visioni.
Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! Tre volte dietro a loro le mani avvinsi, e tante mi tornai con esse al petto. "Sì, avete ragione Milady! L' unico modo è trovare questa Strega Isolde. Deve essere davvero potente se è riuscita a prendere un po' dell' oscuro potere di Slathnir. Anche se, comunque, è pur sempre una Strega Nera!......Sapete una cosa? Adesso ho capito come è andata!.....Slathnir era lo Stregone Nero piu' potente, ma Isolde gli ha rubato, per invidia e per bramosia di potere, alcuni suoi poteri. Dopo aver sottratto i poteri di costui, ha trasformato il principe in merlo. Contemporaneamente, Slathnir, dopo avermi vista, ha chiesto al Maligno di ridargli i poteri perduti e di rinforzarli. Così il negromante mi ha maledetta e ha conquistato e razziato il Regno del Cristallo di Azarath!" pronunciai con serietà. Dopo aver detto ciò guardai a uno a uno tutti i presenti per aver qualche segno di approvazione. Poi, chiesi a Lady Galatea: "Milady, potrei, per favore, oggi andare visitare un po' il centro di Afravalone? Ne approfitterò anche per andarmi a fare confessare nella Cattedrale principale!".
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 04-02-2014 alle ore 00.50.30. |
03-02-2014, 22.58.22 | #658 |
Cittadino di Camelot
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Quella leggera carezza del viso e il volto della donna...cosi caritatevole..io le credevo..nel suo volto vi era la verità..."Starò attenta..bisogna avere una grande Fede" risposi.
Poi quei due villani la scacciarono in malo modo..."Ma che modi" risposi mentre giungemmo in una locanda "prima ammazzate il mio cavallo e poi trattate cosi una donna anziana. Comunque, io domani mattina andrò via da qui..vedo vi è una strada per uscire dal borgo, trascorrerò solo la notte e, gentilmente, vi chiedo di procurarmi un cavallo per domani mattina all' Alba..ci troveremo qui..naturalmente ho i soldi per pagarlo". Entrai e chiesi all' oste, gentilmente, di portarmi alcuni vestiti asciutti, della acqua calda per un bagno ristoratore e anche di portarmi una zuppa calda..avrei mangiato in camera. Entrai nella angusta camera assegnatami...era proprio buia e accesi una candela sul tavolo e accesi il camino, mi affacciai alla finestra, dava proprio su quell' angusto maniero...chissà chi era il proprietario. Mentre aspettavo mi stesi un attimo sul letto e mi addormentai leggermente per la stanchezza.. La gente si affollava in chiesa per la santa protezione con le candele incrociate...il giorno prima vi era stata già la Candelora e quindi la benedizione delle candele e tratti gli auspici per l'uscita dall' Inverno o meno. Infatti alcuni anziani discutevano animatamente per questo guardando il Cielo. Vidi una donna..aveva una candela in mano e versava la cera su dell' acqua e mi avvicinai.."cosa vedete da quel responso..cosa vedete su me?" Ella guardò la bacinella e mi osservò attentamente.."Dunque?" Non parlava.. "In questo luogo solo guardate e non parlate" dissi e rividi nella stanza la anziana donna.."Fai attenzione figliola mia" prendendomi il viso. Mi svegliai di soprassalto..era qualcuno che bussava alla porta dicendomi aveva portato tutto ciò che avevo richiesto ed andai ad aprire la porta.
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04-02-2014, 01.33.52 | #659 |
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Altea fu così condotta nella sua stanza, dove riuscì a riposare un pochino.
Al pianterreno, intanto, il locandiere e sua figlia Pelien erano intenti a parlare con i due villani. “Ebbene, diteci...” disse il locandiere ai due “... dove avete trovato quella donna?” “Era nella foresta.” Rispose uno dei due villani. “Il suo cavallo era finito con una zampa in una tagliola. L'abbiamo abbattuto e condotto poi qui la donna.” “E' bionda” fece l'oste “e con occhi chiari. E' bella.” “Si, molto.” Annuì il villano. “Fortuna che quella vecchia pazza non è riuscita a spaventarla!” Esclamò l'altro villano. “Una donna così non è facile da trovare. Siamo stati davvero fortunati.” “Si, vero.” Mormorò il locandiere. Poi comandò sua figlia Pelien di portare gli abiti asciutti ad Altea. La ragazza allora salì in camera dell'avventuriera. Bussò e quella aprì la porta. Pelien posò così i vestiti asciutti sul letto. “Milady...” fissandola poi “... dovete lasciare questo luogo...” a bassa voce la ragazza “... e prima di domattina all'alba... ne va della vostra...” “Pelien!” Chiamò all'improvviso suo padre dal pianterreno. “Ho bisogno di te in cucina! Sbrigati!” La ragazza allora uscì dalla stanza e raggiunse la cucina.
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04-02-2014, 01.51.20 | #660 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Karen non disse nulla a quelle parole di Clio.
Restò con i suoi occhi in quelli di lei. Fu un lungo istante. Un istante indefinito. E poi, con un gesto tanto dolce quanto improvviso, Karen portò le sue mani sul viso di lei e la baciò. E nel baciarla le mani di lui scivolarono lungo il collo di lei e poi sulle sue spalle, facendo cadere a terra il mantello che fino ad un momento prima li riparava dall'incessante pioggia. Poi la prese in braccio e la portò dentro, adagiandola accanto al camino acceso. E qui la baciò ancora. “Un duello...” disse piano, mentre la legna ardeva nel focolare “... che duello? Dimmi contro chi e lo combatterò al posto tuo... dopotutto ho rischiato la tua collera con questo bacio, no? E forse potrei andare oltre stasera se non mi fermi... credi dunque che possa temere qualcosa in questo momento? No, nulla... neanche il mondo intero...” e la strinse a sè, in un tenero abbraccio.
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