28-03-2013, 08.57.28 | #671 |
Cittadino di Camelot
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All'improvviso iniziarono sinistri rumori che mi fecero gelare il sangue. C'era qualcuno che stava scavando,poi rida di bambini ora degli adulti.
Mi voltai in direzione del cimitero ma a causa del buio non ero in grado di scorgere molto. Allora decisi di tornare li per capire l'origine di quei suoni macabri. Mossi qualche passo trascinando i miei animali che erano restii ad avvicinarsi al campo santo. Più mivavvicinavo più riuscivo a udire distintamente le diverse voci. Notai che tutte tendevano a essere gutturali e roche, anche quelle di fanciullo. Giunta al muretto perimetrale mi nascosi dietro un albero. In quella posizione però non vedevo altre che ombre sfocate così risolsi di arrampicarmi sperando che tra le fronte avessi avuto una visuale migliore.
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28-03-2013, 11.39.22 | #672 |
Disattivato
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Non volevo credere a quelle parole. Davvero mi ero fidata di un uomo tanto meschino?
Alzai il braccio destro di scatto e lo colpii al volto con tutta la forza che avevo. "...Come osi parlarmi in questo modo?" dissi poi, carica di rabbia "...con chi credi di avere a che fare? Non sono una sgualdrina da quattro soldi, e nemmeno la figlia di un commerciante.. sono la futura marchesa di Restoiry... ed esistono leggi molto severe sul rapimento di un membro della nobiltà, da dove vengo io.. certo, non siamo a Camelot.. ma non sono così sicura che qui le cose siano tanto diverse.. l' hai detto tu stesso.. borghesia, plebe.. secondo te, una donna borghese indosserebbe un abito con seta finissima e oro? Andiamo.. non dire sciocchezze.. si può sapere che ti è saltato in mente? Cosa dirà l'Arconte quando saprà che mi stai impedendo di compiere la missione che mi ha affidato? Non ti è venuto in mente che sono sotto la sua protezione? Ma si può sapere che ti è preso?". Scossi la testa, mentre le sue parole continuavano a tormentarmi "Certo che sai proprio come sedurre una donna eh.." continuai ironica "..La tua compagna.. la tua schiava... santo cielo non sarò niente del genere..." mi avvicinai a lui e lo fissai negli occhi, cercando di trovarvi una spiegazione a quel cambiamento così repentino, che mi appariva così insensato. "...No, avrei voluto essere tua moglie..." dissi piano "..quello sì.. essere tua, di mia volontà per sempre... quando mi hai proibito di parlare del mio matrimonio.. te lo ricordi? io.. io speravo che mi volessi per te..." abbassai lo sguardo "...che razza di idiota sono stata...". Eppure il mio animo era combattuto e diviso. Una parte di me, infatti, voleva urlare contro di lui, colpirlo, insultarlo. Un'altra invece, per quanto ferita e disperata, avrebbe voluto rifugiarsi tra le sue braccia, chiudere gli occhi e scoprire che quello era soltanto un brutto incubo, come quelli che popolavano le mie notti. E mi odiavo terribilmente per questo, mi odiavo per essermi fidata di un uomo che mi stava trattando nel peggiore dei modi, e odiavo quel sentimento che non potevo fare a meno di provare. Mi avvicinai e gli presi il viso tra le mani "...Mamyon.. Mamyon.. hai davvero mentito per tutto questo tempo? Dov'è finito l'uomo che mi parlava con dolcezza, che mi ha difeso davanti all'arconte, che ha giurato di proteggermi per sempre? Non posso essermelo immaginato... Sono stata così cieca da scambiare un brigante senza onore per un valoroso cavaliere? E' questo che mi stai dicendo? E' questo che vuoi?" lasciai che la tristezza prendesse il posto della rabbia e parlai dolcemente "..Perchè Mamyon.. perchè? Ti ho detto che sarei tornata e mi hai mandato via.. io volevo stare con te.. volevo essere tua.... e tua soltanto, per sempre.. avrei fatto carte false per te.. avrei affrontato l'ira di mio padre... ma, se mi volevi bastava parlarne con me, mandare una missiva a Restoiry... perchè tutto questo? Perchè vuoi distruggere tutto quello che hai fatto in questi giorni, tutto quello che provo, con insulti e minacce? Ti prego.. non riesco a capire... cos'è cambiato? dicevi di volermi aiutare, che mi avresti sempre protetta... e ora.." la voce mi morì in gola "...e io che mi stavo innamorando di te... che stupida...". Sentivo il cuore battere forte, ed ogni battito era doloroso e forte. Cercavo di trattenere le lacrime, caparbiamente, non volevo che mi vedesse fragile e indifesa. Anche se, a buon diritto, lo ero. Scossi la testa "...Non ci credo che vuoi soltanto prendermi... no, non ci credo.. puoi avere tutte le donne della borghesia e della plebe che vuoi.. ." in tono canzonatorio "...perchè io? Ci sono decine di ragazze più belle e docili di me...". Ma, di nuovo, per quando tentassi di prendere le distanze, di schernirlo, il mio cuore batteva dolorosamente. "...Oh, maledizione..." dissi con rabbia, rivolta più a me che a lui "..è davvero questo che vuoi? Avermi contro la mia volontà? Allora, forza.. che aspetti?". Allungai le braccia verso di lui come se dovessero essere cinte da catene invisibili. "..Credi di spaventarmi? Sono rassegnata da anni ormai.. Tu solo avresti potuto avere molto di più, ma hai preferito rovinare tutto... quindi.. così, tu o chiunque altro non fa differenza.. Avanti.." continuai fissandolo negli occhi "...almeno potrò odiarti, finalmente.. perchè non so se sia peggio sentirti parlare così o rendermi conto di provare un sentimento per un uomo meschino e senza onore..". E sostenni il suo sguardo, fieramente. |
28-03-2013, 11.40.36 | #673 |
Cittadino di Camelot
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Alla vista di quello che stava avvenendo mi arrabbiai e non poco, mi alzai...quella commedia era sfortunata, come la maledizione che narrava.
Mi alzai senza pensarci, ero già in ritardo e Fornò non doveva aspettare...ma era strano come quella Gioia dei Taddei ruotava sulla mia vita, appena arrivata al maniero avrei aperto quel libro che recava il suo nome. Presi di fretta la via verso il Palazzo Reale e con quei pensieri in testa non mi accorsi che ero proprio arrivata di fronte al Palazzo Reale e quasi stavo sbattendo contro Fornò.."Oh milord, scusate la irruenza del mio passo, ero di fretta, avete già chiesto udienza con l' Arconte?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 28-03-2013 alle ore 19.39.57. |
28-03-2013, 17.16.36 | #674 |
Cittadino di Camelot
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Trovai Marijeta nel cortile, mi porse il mantello ed io lo indossai, calandomi il cappuccio sopra la testa.
Poi salii in carrozza e partimmo. “Oh, insomma, Marijeta...” mormorai dopo qualche momento “Puoi smetterla di guardarmi con quest’aria di rimprovero, ormai! Tanto non tornerò sulla mia decisione!” Le lanciai un’occhiata obliqua... “E’ un fatto che per già due volte hanno tentato di uccidermi, da quando siamo a Sant’Agata... ed io non ho alcuna intenzione di stare ad aspettare che finalmente ci riescano! E poi...” lentamente i miei occhi si spostarono in avanti e scrutarono il cavaliere che, seduto in cassetta, conduceva la carrozza... lo osservarono per lunghi minuti... “E poi...” ripresi a dire, ma più piano, quasi sovrappensiero “Qualsiasi cosa tu, l’Arconte, il capitano possiate dire... io... io sento di potermi fidare di quel cavaliere!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
28-03-2013, 17.41.24 | #675 |
Cittadino di Camelot
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Trovai comprensione in Orez, e preso cio' che ci sarebbe servito partimmo per la volta del monastero.....il viaggio sul calesse, fu veloce, presa da mille sentimenti ero nervosa..." Mi spiace Orez, mi spiace davvero....ma dovremmo accorciare i tempi..spero che voimi comprendiate.."......non so se fu cosi', ma ci trovammonella biblioteca del monastero...e li' c'era Sawas e Enusia...li vidi entrambicon la bocca aperta.....mi avvicinai al tavolo, dove vi erano libri e carte di ogni genere......alcuni fogli avevano colori sgargianti......La voce di Sawas mi riporto' alla realta'...." Avete ragione..il nostro appuntamento era nel pomeriggio presso casa vostra...ma, stanotte un uomo che veniva da un mondo che non era il nostro, e che aveva le carni molli e fetide.....mi chiese del fiore, voleva il fiore.....questomaledetto fiore,che mi ha portato via Elina...si' perche' Elina non c'e' piu'.......io non so cosa stia succedendo...ma c'e' un Frate...Frete Nicola.....mi e' stato consigliato da questo uomo che potrei chiamare La Bestia.......io non so ....ma incomincio a pensare che il male vive tra noi......"........
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28-03-2013, 18.53.07 | #676 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Capitolo VII: Il Castello di Limas
“Prospero:<<Calmati, e non temere più; dì al tuo cuore pietoso che non è accaduta nessuna sventura.>>” (William Shakespeare, La tempesta) La carrozza procedeva a passo spedito nella strada che tagliava in due la selva. Il chiarore del giorno aveva fatto il suo ingresso e le ombre della notte si erano, poco a poco, ritirate. Sant'Agata di Gothia ormai non si vedeva più alle loro spalle, ma il vecchio mondo non era ancora del tutto scomparso. Più si faceva chiaro e più apparivano distinte le nuove forme di quella regione. Era la soglia di quel territorio, dove la Sanningia cedeva il passo alla Cesaringia, sebbene la carrozza non oltrepassò totalmente quel valico. Giunse infine ai piedi di un piccolo borgo, disperso sul pendio di un appuntito colle, segnato da baratri aspri e profondi, ricoperti da folto fogliame. Quella zona era però fertile e gradevole, sebbene il cielo attraversato da alte nubi la rendesse enigmatica e mutevole. Visto dal basso, quel colle sembrava prolungarsi verso il Cielo, assumendo un aspetto quasi ultraterreno, non somigliando più ne' alla terra che lo generava, né al Cielo che lo accoglieva. E la cima, alla fine, quasi perdendosi tra le nubi più basse, mutava in un mastio dalle forme e dalle fattezze monumentali. Ma quelle forme, tinte dal chiarore delle nuvole avvolgenti e screziate dai riflessi scintillanti del fiume che scorreva sotto le pendici, di colpo si addolcivano, perdendo ogni richiamo a fattezze note, per divenire altro. Un luogo fuori dal mondo, silenzioso e surreale, racchiuso dalla lussureggiante vegetazione che, quasi sorta all'improvviso, ricopriva il colle fino alle sponde del fiume. “Eccoci arrivati...” disse Guisgard arrestando la carrozza “... quello è il castello di Limas... li troveremo rifugio...” dopo essere saltato giù ed aver aperto la porta della vettura. “Ma dove ci ha portate?” Turbata Marijeta. “Altezza...” fissando poi Talia “... cosa faremo se sua signoria vorrà trovarci?” “Qui nessuno vi troverà.” Rispose il cavaliere.
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28-03-2013, 19.16.14 | #677 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cheyenne tentò di arrampicarsi per poter scorgere all'interno del cimitero, ma riuscì a vedere ben poco.
Ad un tratto però notò una luce provenire da lì. Era un lumicino che si muoveva, lento, fra i viali che si aprivano in mezzo alle tombe. All'improvviso quella luce si fermò. E fu in quel momento che Cheyenne, per un istante, vide qualcosa. Un'immagine. Una figura che teneva in mano una lucerna. Fissò per un istante Cheyenne e poi svanì. Restò di nuovo solo quella debole luce. Fissa, come sospesa nel buio. E anche le voci e quei rumori sembravano ora dissolti nel nulla.
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28-03-2013, 19.28.25 | #678 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mamyon fissò Clio.
La ragazza, come una vergine che si immola sull'altera sacrificale, tendeva le braccia verso di lui, quasi rassegnata al suo destino. “Non capisci...” disse lui, prendendola per le braccia “... non hai capito nulla! Sei solo una sciocca ragazza! Io ho fatto tutto questo per te! Per averti con me! Per impedirti di intraprendere quel viaggio assurdo! Non ti rendi conto che non tornerai mai più? Sei solo una ragazza! Ed io non ti lascerò andare! Se fosse un viaggio semplice, pensi che chiederebbero a te di andare? E poi cos'è quel Fiore? I fiori crescono ovunque, quello invece sembra diverso! Perchè? Non comprendi che vi è qualcosa di misterioso in tutto ciò? Se vuoi salvare il tuo amico allora lo cercheremo nella selva! Ma non da sola! Insieme!” I suoi occhi erano in quelli di lei. “Non capisci? Ti voglio per me... come compagna... e moglie! Anche stanotte! Si, ti sposerò stanotte stessa! Ma devi dirmi di amarmi! E che rinuncerai a quel viaggio assurdo! Dimmelo, Clio! Dimmelo ora!”
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28-03-2013, 19.36.11 | #679 |
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Fornò vide arrivare Altea e si alzò in piedi.
Era infatti rimasto ad aspettarla sotto un porticato, seduto sui gradini di quella che un tempo era stata una chiesa. “No, non ancora...” disse “... aspettavo voi... andremo insieme dall'Arconte Meccanico per chiedere udienza.” I due allora si avvicinarono al portone del palazzo e chiesero di essere ricevuti. “Sua signoria ha molto da fare.” Fece il soldato di guardia. “Tornate domani.” “Invece non torneremo.” Replicò Fornò. “Aspetteremo di essere ricevuti appena potrà.” “Davvero?” Fissandolo il soldato. “E chi lo dice?” “Io.” Rispose Fornò. “Vedremo!” Annuì il soldato, per poi fischiare. Un attimo dopo altri due soldati arrivarono. “Diamo una lezione a questo sbruffone!” Fece il primo dei soldati. E tutti e tre si lanciarono su Fornò. Questi però estrasse rapido la spada e scoppiò una lite. Ma nonostante fossero in tre contro uno, i soldati ebbero la peggio e Fornò li disarmò, ferendone addirittura due. “Cosa succede qui!” All'improvviso una voce. Era il capitano della guardia. “Chi ha osato ferire i soldati di sua signoria?” Guardando quella scena.
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28-03-2013, 19.37.58 | #680 |
Cittadino di Camelot
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Dopo quell'apparizione le voci cessarono.
Restai in allerta ancora per qualche minuti poi la stanchezza della giornata passata in viaggio si fece sentire. Scesi così dall'albero in cui mi ero appostata e ripresi la via verso il paese. Giunta nel villaggio non mi fermai neanche dato che l'atmosfera non era cambiata e alla locanda non sarei stata accettata. Continuai per la straa da cui ero arrivata quella sera fino ad arrivare nei campi che circondavano l'abitato. Trovai una sorta di capanno per gli attrezzi tra dei filari di vite. La baracca era di dimensioni modeste ma aveva una tettoia esterna ampia, é perfetta,pensai, per passare quealche ora di sonno. Presi tra i miei bagagli qualche coperta , le stesi sotto la tettoia e ne ricavai un cantuccio passabile. Per fortuna la temperatura era mite e non si vedevano nubi all'orizzonte. Le prime luci del mattino sfiorarono presto i miei occhi. Mi svegliai massaggiandomi la schiena,indolenzita a causa del terreno duro e freddo. Consumai un veloce pasto consumando parte delle mie provviste e qualche grappolo d'uva chr osai raccogliere nella vigna. A stomaco riempito decisi di tornare al villaggio per rifornirmi delle provviste. Inoltre l'avventura al cimitero unita al trattamento ricevuto all locanda mi aveva insospettita.
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