20-10-2011, 02.12.12 | #731 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il procuratore fissò Chantal.
I suoi occhi piccoli e chiari sembravano interrogarsi su quella ragazza. Poi un ghigno animò quel suo volto scarno. “I vostri capelli?” Ripeté quasi divertito. “E per cosa? Farli valere come riscatto? O forse come pegno? Beh, madamoiselle, sappiate che la giustizia non si paga in questo modo. Non riscatterete così i crimini di vostro zio.” Si appoggiò al suo scrittoio. “Venite qui a parlare di Dio e di Cristianità. Tutte cose che il lume della ragione ha sconfitto, dimostrandone la falsità. Venite qui, con orgoglio e superbia, atteggiandovi quasi come una martire. Beh, non lo siete. Nessun Cristiano è un martire. Vi siete ingrassati per secoli sulle miserie della povera gente. Ed ora quella giustizia che tanto avete invocato è giunta. Ma non ad opera di un dio. No, ma ad opera degli uomini, che destatisi dall’ignoranza e dalla superstizione, nelle quali la vostra Chiesa li aveva gettati, ora si destano e reclamano una giusta sentenza. Una sentenza che ora sta a me emettere.” La fissò con disprezzo. “Vostro zio è colpevole… colpevole come tutto il Clero… ed io, come un sommo Minosse, decreterò la sua pena… una pena degna delle sue colpe…”
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20-10-2011, 02.20.15 | #732 |
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Mormorai le ultime preghiere prima di alzarmi. Avevo le gambe intorpidite e le mani infreddolite. Il vento soffiava fuori dalla chiesa e si poteva sentire il suo sussurro.
Mi segnai e mi allontai dall'altare. "Forse dovremmo andare... nemmeno io sono così imprudente da viaggiare durante la notte... è meglio non esporci a inutili rischi." Dissi, rivolta a Tyler, che aveva passato quell'ora a osservarmi. Avevo sentito il suo sguardo su di me e mi ero sfuggevolmente domandata cosa pensasse. Mi sistemai il cappuccio sul capo. "Va tutto bene, Tyler?" sorrisi debolmente, alla luce delle candele.
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20-10-2011, 02.39.45 | #733 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Melisendra si alzò e si diresse verso Tyler.
“Era da un bel po’” disse questi “che non entravo in una chiesa per pregare… c’è una pace quasi irreale qui… forse in quest’ora sono stato davvero sereno… come non mi capitava da tempo…” parlava e si guardava intorno “… sai, davanti a quell’altare… non so, ma mi sei apparsa diversa… la ragazzina che ho conosciuto ad Animos è di colpo cresciuta…” fissandola. “Si…” mormorò “… forse è meglio andare…” I due allora uscirono dalla chiesa e rimontarono in sella ai loro cavalli. Un attimo dopo erano di nuovo sulla strada per Trafford Bridge. Galopparono così tra alberi sferzati dal vento ed un cielo che enigmatico celava e poi mostrava le sue stelle. Una danza di nuvole attraversava quel cielo, quasi confondendosi con le tenebre che sembravano aver di colpo raggiunto il firmamento. E in tutto questo il sibilo del vento echeggiava sinistro e cupo attorno a loro. Ad un tratto l’aria si fece più umida. Risalirono una bassa collina che dall’atra parte delle sue pendici dava l’accesso alla costa. E qui, tra l’odore del mare ed il fruscio delle onde, apparvero le alte scogliere di Trafford Bridge. “Ecco il castello.” Fece Tyler, indicando con un dito una maestosa costruzione che dominava con la sua sagoma imponente quel gotico scenario.
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20-10-2011, 03.03.56 | #734 |
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Il fuoco sembrava danzare davanti ad Elisabeth.
“Mi state dando troppa importanza, madame.” Disse Monsieur. “Non penso che il vostro destino contemplasse di farvi incontrare uno come me… se così fosse” sorridendo “allora dovreste essere in collera. Pensateci… potevate incontrare un cavaliere, di quelli che si leggono nei poemi e nei romanzi, ed invece vi è toccato uno come me… senza una goccia di sangue blu nelle vene, né terre, né castelli.” Rise di gusto. Ad un tratto qualcosa attirò il suo sguardo. Fece allora cenno ad Elisabeth di non parlare, né fare rumore. Qualche istante dopo delle ombre emersero dal buio e cominciarono ad avvicinarsi ai due. “Qualsiasi cosa accada non muovetevi…” disse con un fil di voce ad Elisabeth. Un attimo dopo due uomini comparvero davanti a loro. “Salute a voi…” fece uno dei due “… stanotte l’aria è fredda… voglio sperare che non rifiuterete un po’ del calore di questo fuoco a due poveri soldati…” “Sicuramente…” intervenendo l’altro “… siamo tutti fratelli a questo mondo…” Monsieur annuì. I due allora si avvicinarono al fuoco e si slacciarono i lunghi mantelli, mostrando i loro abiti. Erano due guardie repubblicane. “Cosa vi spinge a viaggiare nel cuore di una notte così fredda?” Domandò uno dei due a Monsieur. “Siamo diretti ad Osyen…” rispose Monsieur “… sono in cerca di un lavoro per mantenere mia moglie.” “Ah, così questa bella signora è vostra moglie…” fissando Elisabeth quell’uomo. “E non temete di esporla a qualche pericolo facendola viaggiare di notte in questi boschi?” “Già, si potrebbero fare brutti incontri…” disse l’altro “… non siete d’accordo, madame?” Rivolgendosi ad Elisabeth.
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20-10-2011, 03.09.26 | #735 |
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Chantal inorridì a quelle parole,comprese che in quell'uomo imperversava una folle bramosia di esercitare il suo potere in modo vendicativo.
S'era illusa che fosse un giusto. S'era illusa che fosse un uomo comprensivo e caritatevole. Ma lei,lei sapeva quanto fossere mendaci quelle affermazioni,eppure si contenne dall'esprimergli tutto il suo sdegno. Soffocò la sua collera,del resto,a cosa le sarebbe valsa di fronte a quell'irragionevole abuso di esercizio di condanna in nome della giustizia. "Il martirio..non sapete di cosa parlate.."Gli palesò. "Io non sarò certo una martire in questa folle sete di sangue sulle quali si ergono le fondamenta della Repubblica".Non potè fare a meno di esprimersi,e aggiunse:"No,martire non di certo,non io.Ma figlia e nipote,donna e cristiana,non vi resta che procedere al mio arresto,poichè io ammetto,dichiaro e ribadisco di venerare la Croce.E seguirò mio zio nella sua stessa sorte,poichè se egli è colpevole di carità e fratellanza,tale sono io,da lui allevata secondo gli insegnamenti religiosi impartitimi". Stringeva in una mano il nastro,ed anche l'altra la strinse in un pugno,eppure,non si mosse di un solo passo mentre con gli occhi seguiva i movimenti convulsi di quell'uomo che le appariva privo di ragione. Quei momenti sembravano interminabili,quante cose avrebbe voluto gridare in faccia a quell'uomo che ora per lei rappresentava una minaccia simile a Satana,ma lo avrebbero,forse,scalfito,le sue disprezzanti parole? E,lasciare quel luogo,salvare se stessa e abbandonare suo zio,come l'avrebbe fatta sentire e vivere? Eppure,neppure per queste impressioni vi fu tempo,nè circostanza,tutto ciò che vedeva era sangue,sangue fluire ed allargarsi fino a corromperla,e udiva grida infernali che si levavano dalla sua immaginazione come a rapirla. Attese,dunque,nello squallore della sonorità di quella risata,che fosse condotta in arresto. Poichè non vi era pietà alcuna in quell'uomo. E Chantal lo riconosceva. |
20-10-2011, 03.11.59 | #736 |
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"E' così..." esitai a trovare le parole, mentre con una mano sistemavo il mantello. "austero..."
Cercai di non farmi impressionare da quella vista e di non metterlo a confronto con la gaiezza e i vivaci colori del castello di Beauchamps. Anche il paesaggio non aveva nulla a che fare con la spensierata campagna che circondava la residenza della mia infanzia. Non c'erano campi dorati o prati verdeggianti, ma una scogliera brumosa a picco sul mare, dominata dall'imponente castello. I venti sembravano scivolare sulle sue mura come carezze. Tutto intorno il sole illuminava una campagna dormiente, qualche albero solitario che si ergeva sfidando i venti e piccole fattorie disseminate qua e là, la cui presenza era segnalata dal fumo del focolare. Il sole stava tramontando ormai. "Non riesco a credere che mia madre sia cresciuta qui..." mormorai.
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20-10-2011, 03.20.05 | #737 |
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Lady Kate ascoltò il racconto di Altea e restò turbata per quegli eventi.
“Vi comprendo, baronessa…” disse “… lady Sophia è una donna ricca di pregiudizi e gelosie… quanto a lord Carrinton… è un peccato vedere un uomo così da solo… molte dame accetterebbero con gioia di diventare la nuova lady Carrinton…” scosse lievemente il capo “… ma quell’uomo sembra non essersi mai ripreso dalla disgrazia che lo colpì quattro anni fa… però, devo dire, che mi ha sorpreso il suo invito a Carrinton Hall… non ha mai concesso ad alcuna dama di poter disporre delle sue proprietà… a voi invece, come mi avete raccontato, ha addirittura dato le chiavi della sua magnifica tenuta di caccia… mi piacerebbe vederlo ritornare alla vita… è troppo giovane per chiudersi in questa solitudine…” fece allora cenno ad Altea di seguirla. Le due dame si ritrovarono così in casa. “I duelli…” mormorò “… sembra che gli uomini non riescano a farne a meno… lord Carrinton non ne ha mai perduto uno. Egli è davvero, come dicono tutti, il miglior spadaccino di Camelot. Per quel vostro corteggiatore, il cavaliere di lord Tudor, non credo ci siano speranze.” Suonò allora un campanellino e subito arrivò una servitrice. “Prepara la stanza degli ospiti.” Ordinò lady Kate. “Lady Altea sarà da oggi nostra gradita ospite.”
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20-10-2011, 03.45.15 | #738 |
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Tyler fissò prima quello scenario desolato, poi Melisendra.
“Si, è molto diverso dalla tua casa di Animos…” mormorò “… ma credo che un luogo non sia poi così diverso da un uomo… un uomo solo è infatti spesso cupo, malinconico, deluso, disilluso, carico di rabbia… è allo stesso modo queste terre, abbandonate ed ignorate per chissà quanto tempo, ora ci appaiono tetre, lugubri e desolate… questo luogo, Melisendra, è intimamente legato a te… sulla sua terra, oggi arida e battuta da questo vento inclemente, vi è la fatica ed il sudore della tua gente, della tua famiglia… è come un figlio abbandonato ed ora ritrovato… oggi è tutto ciò che ti resta… e deve essere la tua forza… devi trarre forza da essa… dalla terra cupa e ferita di Trafford Bridge… essa ha la tua anima, ora sta a te dare a questa terra anche il tuo volto. Io so che puoi farcela, Melisendra.” Tyler allora sfiorò la mano di Melisendra, mentre il vento scuoteva e gonfiava i lunghi capelli rossi di lei, sotto un cielo reso purpureo ed inquieto dagli ultimi bagliori del Sole morente.
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20-10-2011, 03.56.47 | #739 |
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Daniel era ritornato al Belvedere.
Qui chiese di Guisgard, ma nessuno seppe dargli notizie certe. Poi giunse qualcuno. “Sir Guisgard è partito per una battuta di caccia.” Disse Jalem al giovane scudiero. “Credo tornerà fra qualche giorno, a Dio piacendo. Perché lo stavi cercando?” In quel momento arrivò anche Marco. Il giovane appariva affaticato e spaventato. “Sono riuscito a sgattaiolare via da quella casa poco prima di finire nelle mani degli uomini di lord Carrinton.” Spiegò a suo fratello. “Ma dov’è Lyo?” Domandò poi preoccupato.
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20-10-2011, 04.05.40 | #740 |
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La loquacità di Tyler mi sorprese. Non era solito abbandonarsi a simili discorsi.
MI sembrò di percepire un'apertura nella dura corazza che lo proteggeva dal mondo esterno. Ciò mi rese felice, ma nel contempo inquieta. Non volevo si ripetesse ciò che era accaduto a Beauchamps. Avevo bisogno della sua amicizia e della sua vicinanza, ma non era necessario complicare le cose ravvivando la speranza in qualcosa che non avrebbe mai potuto avere un lieto fine. Non credevo più nelle favole. Scostai la mano dalla sua, con gentilezza. "Grazie, Tyler..." gli sorrisi "Ciò che dici mi infonde coraggio..." Spronai il cavallo e avanzai verso la strada che conduceva al castello. Osservai da quell'altezza ciò che accadeva in basso, nella baia: eccolo lì, il porto. Una strada scendeva dolcemente dall'altra parte della scogliera, dove lo strapiombo si addolciva, e conduceva a un borgo illuminato e pieno di vita. Alcune navi erano attraccate al molo. Sembrava in arrivo una tempesta. A largo già si notavano i bagliori dei lampi. Ma l'insenatura della baia avrebbe protetto gli abitanti di Trafford Bridge. Giunti alla porta delle mura che circondavano il castello, lasciai che fosse Tyler a parlare per annunciare la nostra presenza.
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