14-02-2012, 09.47.05 | #741 |
Cittadino di Camelot
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Continuai a camminare a passo deciso, sentivo il loro vociferare, sapevo che stavano parlando di me ma non me ne curavo finchè vi fu solo il silenzio e ad un tratto mi bloccai davanti a un bellissimo bassorilievo..lo riconoscevo...era la Dea Venere e il bel Adone, e vi era una scritta
"Piange la regina quel suo bell’amor ormai perduto. Piange ogni notte, dove ogni suo sogno lei ha venduto. Ripensa ella al passato, a quella scelta triste e dolorosa. Guarda nel buio e cerca uno sguardo e una mano gioiosa. Fissa la Luna e conta mille volte ogni stella nel firmamento. Piange e poi ripensa, maledicendo quel suo vano pentimento.” Rimasi per un attimo sgomento e poi...quella voce mi destò..il Cappellano pensai, mi voltai ed era li, come se apparisse come un fantasma. "Messer Fin, stavo cercando proprio voi...sono felice di incontrarvi. Avevo bisogno di parlarvi...questi versi? sono bellissimi, ma anche tristi. La Regina...sembra una Regina che prova dolore."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
14-02-2012, 11.37.49 | #742 | |
Cittadino di Camelot
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“Cosa?”
Mi voltai di scatto alle parole del locandiere... “Ma voi non potete... non potete lasciare che...” la mia voce tremava forte e non riuscii a terminare la frase. Quegli uomini, intanto, avevano accerchiato Guisgard e lo stavano pestando. Io tentai di andare verso di loro, volevo fermarli, volevo fare qualcosa... ma l’uomo mi teneva contro il bancone, tentando forse di proteggermi... iniziai a tremare... Poi, d’un tratto, accadde qualcosa... Un poderoso ruggito di Sheylon fece sussultare tutti, la tigre balzò tra Guisgard e gli zingari, lanciandosi poi su quello che impugnava il coltello e facendolo finire a terra... “Sheylon, no!” urlai, divincolandomi dalla stretta del locandiere e facendomi un poco avanti “Lascialo, Sheylon... lascialo!” Citazione:
“Siete stato fortunato!” dissi poi, tornando a guardarli ma senza riuscire a celare una viva nota di disprezzo nella voce gelida “A Sheylon non piacciono i coltelli... e meno ancora se sono puntati verso il suo padrone!” Poi Guisgard tossì... Voltai quindi le spalle agli zingari e corsi verso di lui... “Incosciente!” gli mormorai, inginocchiandomi vicino a lui “Dovrei... dovrei essere arrabbiata con te! Farmi spaventare così... io... io ti...” Ma, incrociando il suo sguardo, tacqui. “Andiamo...” dissi allora, con un sospiro ed un sorriso fuggevole “Ce la fai ad alzarti?” Facendo attenzione, quindi, gli passai un braccio intorno al torace e lo aiutai a rimettersi in piedi e, un po’ sostenendolo e un po’ sospingendolo, ci avvicinammo al bancone. “Queste sono per la stanza!” dissi al locandiere, facendo tintinnare sul bancone alcune monete “E... vi prego, potreste portarmi di sopra una bacinella d’acqua ed alcune bende? Fredda, l’acqua!” soggiunsi dopo appena un istante, lanciando un’occhiata obliqua a Guisgard “Che è, comunque, più di quanto si meriti!” Così dicendo ci avviammo verso la scala... “Andiamo Sheylon!” chiamai, salendo i primi gradini.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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14-02-2012, 12.24.31 | #743 |
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"No, Heyto... non piangere. Se questo è il mio destino, sono pronta. Io sono come l'acqua che scorre nel letto del fiume... e non desidero altro che tornare ad esso. Io appartengo a queste acque... e se c'è solo una possibilità per me di tornare là... sono pronta ad affrontare ciò che chiami Inferno... qualunque cosa pur di ritornare a casa. Ho un debito verso il mondo che mi ha allontanata e forse questo viaggio mi aiuterà a pagarlo." Asciugai con il mio velo le lacrime di Heyto e posai la mia mano sulla sua. "Suona la tua dolce musica e lascia che il destino tessa la sua tela..."
Mi coprii nuovamente col velo e mi incamminai verso il ponte, lasciando Heyto alla sua musica, che sapevo l'avrebbe confortato. In cuor mio non ero più spaventata. Non c'era altro che quieta rassegnazione e una sorta di impazienza per ciò che doveva avvenire. Speravo ardentemente che, una volta abbracciata la fine, sarei tornata al Blu. Forse mi sarebbe stato concesso. Il ponte superiore era quasi deserto. I marinai erano indaffarati sul ponte inferiore. Mi sedetti in un luogo riparato, da cui potevo guardare l'acqua che si increspava. Mi tolsi un bracciale di giada e lo gettai in acqua, come offerta. Scorsi un volto a me caro e un triste sorriso, poco prima che il bracciale venisse inghiottito dalle onde. Erano lì. "Non andate via..." Sapevo che mi avrebbero seguita, ma solo per un tratto, fin dove gli sarebbe stato consentito dalle nostre regole. Sospirai, cercando di scorgermi di più per rivederle.
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14-02-2012, 16.14.55 | #744 |
Cittadino di Camelot
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mentre sorseggiavo quel infuso ascoltai attentamente il clerico di ciò che parlava poi dissi da quanto tempo vivete da queste parti ? domandai sorridendo
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fabrizio |
14-02-2012, 17.41.16 | #745 |
Cittadino di Camelot
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Nigros mi portò in una grande stanza piena di armi e armature di ogni genere.. Sul fondo della stanza c'era un pesante sarcofago fatto di bronzo e ceramica smaltata.. Impressa su di esso stava l'immagine di una superba corazza.. Accanto al sarcofago una bellissima spada di cristallo Nero.. Era come se una forza misteriosa e arcana mi spingesse a impugnare quella spada.. La sfiorai leggermente e 1000 anni e oltre di guerre e battaglie si riversarono nella mia mente.. Sangue, dolore, violenza e morte.. Mi staccai dalla spada ma ne ero di nuovo attratto.. La impugnai ignorando le sensazioni che provavo.. riuscivo a maneggiarla come se fosse fatta di legno.. Mi avvicinai a Nigros con la spada in mano e dissi:
<<Cos'è questa? E quello? >> dissi indicando con la spada il sarcofago..
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14-02-2012, 20.18.25 | #746 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La regina osservò con attenzione Elisabeth.
I loro sguardi restarono così, l’uno nell’altro, per diversi istanti. E qualcosa fu captato dalla regnante. Di questo ne fu certa Elisabeth. “E sia…” fece la regina “… potete andare…” fissando Elisabeth e Reas. Il capitano salutò con un inchino la regina e portò fuori dalla sala Elisabeth. “Forse è il caso che vi cambiate, milady…” disse il capitano “… non è conveniente essere così abbigliati qui nel palazzo. Venite con me, prego…” E la condusse presso alcune giovani dame di compagnia della regina. “Capitano Reas, che piacere!” Correndo quelle verso il militare. “Posso chiedervi una grazia, ragazze?” “Quale, capitano?” In coro quelle. “Vogliamo rendere degna della sua bellezza questa dama?” Indicando Elisabeth. “Sono certo che qui c’è qualcosa che possa mettere in risalto il fascino della nostra lady Elisabeth.” “Chi è lei?” Domandò una delle ragazze. “E’ con voi forse?” Chiese un’altra. “E’ appena giunta al palazzo” spiegò Reas “e stasera deve essere degna di partecipare alla cena voluta da sua maestà.” Le ragazze allora presero diversi abiti fino a quando ne trovarono uno adatto ad Elisabeth. E quando l’ebbe indossato, la maga dei boschi tornò dal capitano Reas che attendeva in un’altra stanza. “Siete incantevole, milady…” sorridendo il militare “… del resto, con questo freddo quelle foglie rischiavano di cadere e lasciarvi scoperta.” Ridendo di gusto.
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14-02-2012, 20.21.31 | #747 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fin Roma sorrise e mostrò un inchino ad Altea.
“Volevate parlarmi?” Fissandola. “Ebbene sono qui, milady.” Fece allora cenno alla ragazza di sedersi con lui su una panchina. “La regina di Tylesia…” mormorò il chierico mentre le sue dita sfioravano la sua lira “… dite che è triste? Perché? Cosa vi fa pensare ciò, milady?”
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14-02-2012, 20.39.38 | #748 |
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Melisenda fissava le acque del Calars, senza però riuscire a vedere nulla.
La nave solcava il fiume, sospinta da un freddo e silenzioso vento, dirigendosi verso un ignoto destino. Pian piano la vegetazione che circondava il fiume diventava sempre più folta e lussureggiante, mentre sconosciuti profumi venivano dagli alberi che ne infoltivano le sponde. L’imbrunire si faceva strada nel cielo e sulla boscaglia, mentre ormai solo Venere illuminava il crepuscolo morente. “E’ di nuovo sul ponte…” mormorò Fyellon, osservando Melisendra dalla prua. “Si, ma cercate di non pensarci, messere.” Fece il capitano. “E’ una schiava ed appartiene al suo padrone.” “Dove viene condotta?” Domandò il cavaliere. “E chi è il suo padrone? Perché non si mostra? E’ su questa nave?” “Cavaliere, vi ricordo la vostra parola d’onore.” Fissandolo il capitano. “E sia…” sospirò Fyellon “… beh, ditemi almeno dove approderemo.” “Risaliremo il Calars.” Rispose il capitano. “E cosa troveremo?” “Voi cosa cercate?” “Io? Un luogo per ricominciare.” Fissando la sera Fyellon. “Fuggite dunque da qualcosa, cavaliere?” Domandò improvvisamente Heyto, arrivato quasi di sorpresa tra i due. “Solo da una vita che non ha più nulla da darmi.” Fissandolo Fyellon. “E chi vi dice che oltre il Calars troverete qualcosa di diverso?” “Forse l’istinto…” rispose il cavaliere “… chissà che non trovi ciò che tutti bramano…” per un attimo guardò verso Melisendra “… qualcosa per cui valga la pena di ricominciare…” “Presto questo viaggio finirà” disse Heyto “e le nostre strade si separeranno per sempre. Vi auguro di trovare ciò che meritate, cavaliere.” E si allontanò.
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14-02-2012, 20.48.19 | #749 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nigros restò sorpreso e turbato.
Daniel stava impugnando quella bellissima e misteriosa spada. “Dove l’hai trovata?” Domandò al giovane. “Dimmi la verità!” La selva... Sterminata e verdeggiante, intrisa di mille colori e profumi, mentre le forme degli alberi sembravano mutare sull’orizzonte sterminato... “Daniel...” una voce di ragazza “... Daniel… li senti? Io si... sono ovunque, ci circondano... devi ribattezzarmi... devi farlo... altrimenti sarò inservibile... Daniel... il battistero della cattedrale...” “Giada!” Chiamò un cavaliere dal superbo aspetto. Daniel lo riconobbe: era quello raffigurato sul sarcofago. E quella voce svanì in un eco infinitesimale che si disperse nel cuore di Daniel. “Ehi, parlo con te!” Scuotendolo Nigros. “Cosa fai, dormi?” Tolse la spada dalle mani di Daniel e a fatica, come se fosse di pietra, la rimise accanto al sarcofago. “Non devi toccare nulla quando vieni in questa stanza. Ricordalo.”
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14-02-2012, 20.52.31 | #750 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Sono l’ultimo monaco rimasto in questo luogo desolato…” rispose padre Nicola alla domanda di Cavaliere25 “… i miei confratelli sono tutti morti ormai…” si alzò e andò in un’altra stanza, per poi tornare alcuni istanti dopo.
“Se vuoi restare qui” fissando il boscaiolo “indossa questo. Così sembrerai un monaco e sarai protetto dalle forze del male.” Lanciandogli un vecchio saio. Prese poi la scatola appartenuta a Jovinus e Plautus. “Davvero conoscevi chi possedeva questa scatola?” Domandò a Cavaliert25.
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